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giovedì 9 marzo 2017

Alaphilippe può vincere il Tour de France

L'abbiamo scoperto, sulle Ardenne, nel 2015, Alaphilippe. E subito, esercitandomi nella vana arte del pronostico sportivo, mi avventurai a predire una sua vittoria in una grande corsa a tappe, magari il Tour. Lo scorso anno, Alphilippe ha stentato, ma comunque è tornato protagonista sulle Ardenne, mostrando il passo del grande grimpeur. Ieri, alla Parigi-Nizza, Alaphilippe ha vinto una breve e dura cronometro, mettendo in fila Contador e Gallopin, non due sconosciuti. Certo, non era una prova contro il tempo lunga e pianeggiante, ma, insomma è stato un successo, che mi pare confermare le grandi attitudini del giovane corridore francese, classe 1992, alle corse a tappe. La Parigi-Nizza, vediamo come la concluderà, non è il Tour de France. Eppure, ripeto, Alaphilippe ha il fondo e la classe per vincerlo, il Tour, un giorno non lontano.

martedì 24 maggio 2016

#Nibali: le ragioni di una crisi

Il Tour de France stravinto nel 2014 fu vera gloria? Resterà l'ultima grande corsa a tappe vinta da Nibali? Nel 2014, Nibali corse in modo impeccabile e si giovò degli errori e della sfortuna in cui incapparono, tutti assieme, Froome, Contador e Quintana. Quel successo ha trasfigurato Nibali, facendolo passare per il campionissimo che non è. Eppure si tratta senza dubbio di un grande corridore, di uno dei migliori specialisti delle gare a tappe della sua generazione e non solo. Dotato di grande fondo, con straordinarie capacità di recupero, Nibali vanta sette podi tra Giro, Tour e Vuelta, che ha saputo vincere in tre anni diversi. Non molti ciclisti possono vantare di aver fatto altrettanto. In questo Giro d'Italia, ch'era partito per vincere, è quarto. Eppure in crisi. Perché? Perché il tempo passa, intanto, e vengono fuori nuovi rivali. Kruijswijk a questi livelli chi se l'aspettava? Ma anche perché Nibali è un istintivo, incapace di correre di rimessa. Sabato ha prima fatto esplodere la corsa e poi pagato il contrattacco di Kruijswijk. Oggi ha fatto tirare i suoi e poi non ha saputo reagire all'allungo di Valverde. Non un capolavoro di strategia. La condizione è precaria. Ma, dall'ammiraglia non lo guidano al meglio. La sua crisi è tutta qui. Un rivale, Kruijswijk, inaspettato e sottovalutato, non solo da lui, attacchi intempestivi ed il logorio di una carriera che, come che la si voglia interpretare, è già storia del ciclismo.  

mercoledì 23 luglio 2014

Nibali, con il Tour de France 2014, vincerebbe il terzo grande giro, dopo la Vuelta del 2010 ed il Giro d'Italia del 2013

Parigi è sempre più vicina. E tutto lascia pensare che Nibali ci arriverà in maglia gialla. Gli riuscisse di conquistare il Tour 2014, dopo aver vinto la Vuelta nel 2010 ed il Giro d'Italia nel 2013, si iscriverebbe alla ristretta cerchia di campioni capaci di primeggiare in tutti i tre grandi giri nazionali, assieme a Merckx (11 successi, di cui 5 Tour de France, 5 Giri d'Italia e 1 Vuelta), Hinault (10 successi, di cui 5 Tour de France, 3 Giri d'Italia e 2 Vuelta), Anquetil (8 successi, di cui 5 Tour de France, 2 Giri d'Italia e 1 Vuelta), Gimondi ( 5 successi, di cui 1 Tour de France, 3 Giri d'Italia e 1 Vuelta) e Contador (5 successi, al netto delle vittorie cancellate per la squalifica, di cui 2 Tour de France, 1 Giro d'Italia, 2 Vuelta). Stiamo a vedere.

domenica 6 luglio 2014

Nibali trionfa a Sheffield ed è maglia gialla al Tour de France 2014

Grandissima di vittoria di Vincenzo Nibali a Sheffield, dopo 201 km di strade strette, con tanto pavè ed un dislivello da grande classica. Il campione siciliano indossa anche la maglia gialla. Nibali scatta a poco meno di 2 km dal traguardo e sorprende tutti i grandi rivali per la classifica generale. Arriva con 2" di vantaggio su Van Avermaet e Kwiatowski. Maglia gialla ad un italiano. L'ultimo, nel Tour del 2009, era stato Rinaldo Nocentini.

mercoledì 10 luglio 2013

Froome ed i sospetti di doping: è vera gloria?

E' vera gloria? Quella di Froome, intendo dire, il formidabile corridore britannico che sta letteralmente dominando il Tour de France 2013? Le drammatiche vicende di doping, culminate nella radiazione di Lance Armstrong, privato dei sette successi consecutivi al Tour, ha talmente scosso il mondo degli appassionati delle due ruote, da provocare, ad ogni vittoria di un nuovo campione, infinite discussioni sul doping. Insomma, chi vince, è pulito o no? Negli ultimi quindici anni, sono stati colpiti campioni osannati, come Ulrich ed Heras, Pantani e il detto Armstrong, ma anche Riis, che ha dovuto ammettere l'uso di sostanze proibite al Tour del 1996 e Basso, squalificato per due anni, Di Luca e lo stesso Contador, ma l'elenco è lunghissimo ed annoierebbe. A scrivere su Google: "Froome doping", compaiono oltre 600.000 risultati e più Froome consolida il suo primato sulle strade di Francia, più si addensano sospetti sulle sue prestazioni. Il diretto interessato ha rivendicato di essere un ciclista pulito e, sino a prova del contrario, io gli credo. Bisogna credergli. Resta, semmai, il problema di credibilità di tutto il ciclismo, costretto, anche dopo molti anni, a fare i conti con clamorosi casi di brogli. Una sola attenuante, per il ciclismo: questo sport, povero per la maggior parte dei suoi interpreti, duro, spietato, antico, ancestrale, almeno ha il coraggio di lavare i panni sporchi. E di farlo in pubblico. Altri sport, a cominciare dal calcio, dove girano tanti più soldi, preferiscono il costume dello struzzo.
Aggiornamento del 15 luglio 2013: la clamorosa vittoria colta ieri da Froome sul Mont Ventoux ha riacceso, ed era inevitabile, quella spirale di sospetti attorno a lui e, per conseguenza, attorno al ciclismo.

domenica 19 maggio 2013

Giro d'Italia 2013: Visconti trionfa sul Galibier, Nibali tiene la maglia rosa. La storia di due campioni siciliani

Due campioni siciliani, entrambi venuti al nord per imparare il mestiere di ciclista. Entrambi dotati di un grande talento, ad oggi, Nibali ha raccolto assai più di Visconti. Classe '84 il primo, classe '83 il secondo. Se Nibali ha vinto una Vuelta, ha collezionato podi al Giro ed al Tour e sta vincendo in pompa magna questo Giro d'Italia 2013, Visconti, poco più di venti vittorie in carriera, ha sempre dato il meglio di se stesso nella prove in linea. Tanto che i suoi successi più importanti sono stati tre campionati italiani. Lo scorso anno, al Giro, Visconti fu costretto al ritiro da quel male oscuro, la depressione, che gli aveva tolto la voglia di gareggiare. Ritrovata a fatica in mesi difficili, stentati, a combattere con un nemico insidioso, perché nascosto, sfuggente, indecifrabile. E' tornato in sella, a macinare chilometri, fino all'impresa odierna, l'assolo su una salita mitica del ciclismo, il Galibier, teatro dei sogni a due ruote. Più del Tour de France che del Giro d'Italia, a dire il vero. Nibali, in maglia rosa, ha accorciato la distanza che lo separa dal trionfo finale. La Sicilia domina il Giro d'Italia 2013.

venerdì 10 maggio 2013

Giro d'Italia 2013: settima tappa in diretta. Nibali attacca in discesa e cade. A Pescara vince Hansen. Maglia rosa per Intxausti. Wiggins cede 1'27" a Nibali

Giro d'Italia 2013, settima tappa, da Marina San Salvo a Pescara. Percorso vallonato, contrappuntato da frequanti saliscendi, somglia a quelle tappe dette "mangia e bevi" che al Tour de France si corrono a ridosso del Massiccio Centrale. Nibali si candida ad una grande prova, anche per cercare di guadagnare su Wiggins, da cui perderà parecchio a cronometro. Mi aspetto una grande prova anche da Di Luca, che corre in casa. A -38 km dal traguardo, guida un gruppetto di fuggitivi, con Sella che passa primo su un Gpm di terza categoria. Il gruppo della maglia rosa ha un ritardo di circa 2 minuti. A poco più di 8 km dall'arrivo attacco di Nibali in discesa. Wiggins resta attardato. Ma, le traiettorie prescelte dal siciliano sono tanto redditizie quanto ardue. E Nibali cade, salvo rimmettersi rapidamente in sella. Intanto, l'australiano Hansen, superstite della fuga di giornata, comincia da solo l'ultimo Gpm. E vince per distacco. Dietro, Wiggins fatica più del previsto e cede al coraggioso Nibali 1'27". Domani cronometro: recupererà l'asso inglese? La maglia rosa, nel frattempo, è passata dalle spalle di Paolini a quelle del corridore basco Intxausti.

giovedì 4 ottobre 2012

Si è ritirato Oscar Freire Gomez

Allora, è ufficiale. Si è ritirato dal ciclismo agonistico Oscar Freire Gomez, uno dei più grandi campioni della storia del ciclismo, non soltanto spagnolo. Cantabrico, Freire si fece conoscere dal mondo intero quando, a 23 anni, vinse a sorpresa i campionati del mondo di ciclismo a Verona. Ha corso sempre alla stessa maniera, nella pancia pingue del plotone fino a pochi chilometri dall'arrivo, acquattato, nascosto, pronto a colpire nelle volate, ora affollate, ora ristrette. Velocista di razza, ma dotato di grande fondo. Un poco come Giuseppe Saronni ed il primo Jalabert, sebbene meno completo di questi due, capaci di vincere anche le grandi corse a tappe. Freire chiude con tre campionati del mondo all'attivo: eguagliato il primato di Binda, Van Steenbergen ed Eddy Merckx. Non è un caso che i mondiali di Valkenburg, chiusi al decimo posto, siano stati l'ultima corsa della sua carriera. Ma, vanta anche tre successi alla Milano - Sanremo e vittorie in classiche di prestigio al nord, come la Gand - Wevelgem e la Freccia del Brabante, la Classica di Amburgo e la Parigi - Tours. Ha conquistato sette tappe alla Vuelta e quattro al Tour de France. In tutto, 73 vittorie da professionista, comprese brevi corse a tappe come la Tirreno - Adriatico o la Ruta del Sol. Unico neo, nella sua splendida carriera, la mancata partecipazione al Giro d'Italia. Ciò non toglie che Freire sia stato un campione grandissimo. Tatticamente dotato di un acume senza pari, ha vinto spesso senza l'ausilio della squadra. Un velocista "senza treno".

mercoledì 9 maggio 2012

Giro d'Italia 2012: alla Garmin la cronosquadre di Verona. Navardauskas maglia rosa, detronizzato Phinney

Brillante prova della Garmin, che a Verona si aggiudica la cronometro a squadre, quarta tappa del Giro d'Italia 2012. La maglia rosa passa dalle spalle di Phinney a quelle di Navardauskas, possente corridore lituano poco conosciuto dal pubblico degli appassionati. Navardauskas, manco a dirlo, corre per la Garmin, che vinse la cronosquadre anche al Tour de France del 2011. Da segnalare il terzo posto dell'Astana di Kreuziger, uno dei favoriti per il successo finale. Resto del parere che la cronosquadre, per quanto sia un esercizio spettacolare da ammirare sia in televisione che sulle strade, penalizzi troppo i corridori con squadre deboli. Ed il ciclismo è, per lo più, sport individuale. Da domani, si dovrebbe fare sul serio: la quinta tappa porterà il gruppo da Modena a Fano, dal cuore dell'Emilia alle Marche. Previsto l'arrivo in volata e, con esso, la vittoria di Cavendish, ma gli ultimi 30, 40 km si prestano, per via di alcuni saliscendi, a colpi di mano degli attaccanti, a cominciare da Pozzato. Per adesso,  il Giro è stato noioso piuttosto che no.

lunedì 6 febbraio 2012

Il Tas condanna Contador: fatale il clenbuterolo. Lo spagnolo perde Tour 2010 e Giro 2011

Decisione tardiva, lentissima, ma inesorabile. Sportivamente terribile. Il Tas sbalza di sella Alberto Contador, comminandogli una squalifica che retroagisce al luglio 2010, privandolo del Tour di quell'anno, che passa ad Andy Schleck, e del Giro del 2011, che passa a Scarponi. Una decisione capace di terremotare gli albi d'oro e la carriera di più corridori. Perché Contador aveva vinto anche molte altre gare, soprattutto brevi corse a tappe. Tutto azzerato, uno sconvolgimento della storia ciclistica dell'ultimo anno e mezzo. E non finisce qui, perché la squalifica, lunga due anni, impedirà a Contador di partecipare sia al prossimo Giro d'Italia sia al prossimo Tour de France, nonché alle Olimpiadi di Londra. Una carriera se non distrutta, almeno profondamente ferita. Fu vera gloria? Difficile dirlo, perché con il doping od il sospetto del doping hanno dovuto fare i conti tutti i più forti corridori degli ultimi 50 anni. E' noto. Certo è che la Spagna ha mostrato troppa tolleranza nei confronti del doping, assolvendo spesso i propri atleti, non soltanto nel ciclismo. A Contador è stato fatale il clenbuterolo, un farmaco che aiuta la broncodilatazione, favorendo la respirazione sotto sforzo, riscontratogli durante un controllo al Tour del 2010. Detto questo,  per il poco che credo di capire di ciclismo, che seguo da quasi 30 anni, Contador di talento ne aveva davvero. Bella pedalata, scatto perentorio, resistenza naturale e ragguardevole abilità strategica. Insomma, se si è dopato lui, gli altri che hanno fatto?