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martedì 26 giugno 2012

Drogba al Barcellona

Dopo una stagione senza successi eccellenti, i blaugrana ripartono da Drogba, 34 primavere, che sembrava destinato, dopo l'impresa di Champions, a vivere il tramonto della carriera sotto il sole della Cina, a Shangai. Niente da fare, la Cina non è poi così vicina, e Drogba ha ancora voglia di cimentarsi con il grande calcio, forse per non fare la fine di Eto'o, caduto nel dimenticatoio dopo la fuga, pagatissima, nella Russia profonda ma anonima. Il Barca, dal canto suo, sa che le difese avversarie stanno cominciando a trovare le contromisure al titic-titoc, sicché uno che faccia saltare il fortino difensivo, con forza, irruenza, coraggio ed acrobazia, serve eccome. Ci provarono con Ibra, troppo primadonna, ora ci provano con Drogba. Secondo me, nonostante l'età dell'ivoriano, la mossa sarà vincente.

martedì 24 aprile 2012

Il Chelsea elimina il Barcellona?

Credo che il Chelsea eliminerà il Barcellona. Il risultato di 1-0 per i blues, maturato all'andata, è piuttosto scomodo per i blaugrana, obbligati a segnare, senza subire gol. Sulla carta, un mese fa, non ci sarebbe stata partita. E tutti avrebbero scommesso sulla rimonta del Barcellona. Che, tuttavia, ultimamente paga un evidente scadimento della forma generale. Gli uomini di Guardiola giocano a ritmi più bassi del solito, il che costituisce un vantaggio per una formazione forte fisicamente e schierata con prudenza, dieci giocatori dietro la linea della palla, come il Chelsea. Insomma, o Guardiola s'inventerà qualcosa, oppure sarà il Chelsea di Di Matteo a superare il turno. Per conto mio, mi sono già sbilanciato: Barca fuori, Chelsea in finale di Champions.

mercoledì 28 marzo 2012

Milan - Barcellona: dipende tutto da Ibrahimovic

Sulla carta, non c'è partita. Il Barcellona, la migliore squadra del decennio, non è battibile. Soprattutto nei confronti europei. Con la dovuta concentrazione, i blaugrana sono capaci di annichilire qualunque avversario. Con l'eccezione storica dell'Inter di Mourinho. Ma, di Mourinho ce n'è uno solo. Il resto è sforzo di emulazione. Eppure il Milan una possibilità di contrastare il Barca ce l'ha. Boateng? Boateng è fortissimo, ha già segnato contro il Barca, ma non può bastare. Chi può decidere la sfida è Ibrahimovic: Pique e Mascherano, due campioni, contro lo svedese possono andare in difficoltà. Specialmente l'argentino, centrocampista d'origine. Ibra, però, dovrebbe giocare la partita della vita. Quella mai giocata in Champions. Poi, detto questo, comunque vada stasera, resto convinto che passerà il Barca.

mercoledì 21 marzo 2012

La media gol di Messi. Che non è il più forte di sempre. Maradona era di un'altra categoria

Numeri iperbolici quelli di Messi. Dopo la tripletta di ieri sera, i gol con il Barcellona sono 234, sicché Messi, 25 anni a giugno, diventa il più grande goleador della storia del Barca. Notevole, assolutamente notevole. Se non fosse che si ricomincia con la solita storia dei confronti con i grandi del passato, che, a detta dei lodatori del tempo presente, Messi avrebbe già superato. Non sono d'accordo. Perché si trascura di considerare il fattore "Barca". Senza perdersi in troppe disquisizioni, cito qualche numero significativo. Messi, nel Barcellona più forte di sempre, segna con una straordinaria media, 0,75 nella Liga, 0,76 in Champions. Con la casacca dell'Argentina, però, mistero apparente del calcio, la sua media si normalizza ed anzi precipita a 0,32, poco meno di un gol ogni tre partite. Ci sarà un motivo? Perché dev'esserci. Ne converrete. Lo 0,32 con l'Argentina, peraltro, è il frutto del rapporto tra le 64 partite giocate, una quantità statisticamente affidabile, ed i 22 gol segnati. Qual è il vero Messi? Quello del Barca, fenomenale, oppure quello con la maglia albiceleste, forte, ma meno di tanti altri? Probabilmente, la risposta esatta sta nel mezzo. Sicché Messi è fortissimo, nessun dubbio, ma Maradona resta di un'altra categoria.
Aggiungo che Ronaldo, nonostante i terribili infortuni patiti in carriera, ha chiuso l'attività agonistica con una media di 0,68 gol a partita, 442 reti in 644 partite: media superiore a quella mantenuta fino ad ora da Messi di 0,64 gol partita, frutto del rapporto tra le 416 partite giocate ed i 269 gol segnati.
* Aggiornamento dell'8 maggio 2012: Messi è arrivato, ad una giornata dalla fine, a 50 gol nella Liga, davvero troppo perché si possa ancora considerare attendibile il campionato spagnolo, nel quale Cristiano Ronaldo è comunque a 45. Cifre iperboliche. Basti pensare che proprio Cristiano Ronaldo, in Premier League, si è fermato al massimo a 31.
*Aggiornamento dell'11 dicembre 2012: gli 86 gol stagionali di Messi sono un'enormità. Battuto il primato di Gerd Muller: 85 gol nel 1972. Il punto, però, è un altro, richiamando quanto scritto sopra, nella Liga Messi segna troppo, perché nella Liga, in assoluto, si segna troppo. Chiarisco meglio il mio pensiero in nuovo post che segnalo: "Messi 86 gol: fermate la Liga!".
*Aggiornamento dell'8 giugno 2013: ieri Messi ha giocato l'ennesima partita a bassissima intensità con l'Argentina, nella sfida terminata a reti bianche contro la Colombia. Segnalo, al riguardo, un nuovo post:  "La media gol di Messi, strepitosa con il Barca precipita con l'argentina".
*Aggiornamento del 28 luglio 2021: torno a questo post dopo più di otto anni. Messi ha continuato a segnare a raffica con il Barca ed anzi la sua media è cresciuta a 0,86 gol a partita. Come ha continuato a faticare con l'Argentina: 0,50 gol a partita, ad oggi, meglio di prima, ma nettamente peggio che in blaugrana. Ha fallito la finale mondiale del 2014 e le finali di Coppa America 2015  e 2016, vincendo, ma ai rigori, quella del 2021. La mia idea su di lui non è mutata.

venerdì 16 marzo 2012

Milan - Barcellona ai quarti: vedremo quanto vale Ibrahimovic

Cedere il cartellino di Ibrahimovic al Barca, nel 2009, resta il più grande affare della presidenza Moratti. Eto'o e 50 milioni di euro in cambio permisero la costruzione dell'Inter del triplete, che superò proprio i bluagrana in semifinale di Champions: Ibra giocò male all'andata ed al ritorno. E fu lasciato partire, nel 2010, dal Barcellona senza grandi rimpianti. Troppo solista lo svedese per suonare nell'orchestra catalano, dove c'era spazio per un solo primo violino, Messi. Ora, il Milan affronterà, contro pronostico, il Barca nei quarti. Ibrahimovic, mai a segno dopo gli ottavi in Champions, sfiderà il suo passato. Quanto vale a livello internazionale? Può aspirare al pallone d'oro 2012? Le due partite con il Barca ci daranno la risposta. Che, per me, anticipo, è negativa.

giovedì 8 marzo 2012

Cinquina di Messi: Barca fuori categoria

Va bene, Messi è fortissimo. Ma, la cinquina rifilata al Bayer Leverkusen dice due cose: 1. i tedeschi ieri sera hanno sbagliato la partita in modo clamoroso; 2. Messi va emarginato dal gioco, costretto sulla fascia, e marcato lasciandogli pochi centimetri di spazio, altrimenti mette il pallone dove vuole, in porta in altri termini. Ormai, dovrebbero saperlo tutti. Contro l'Inter di Mourinho, in due partite di semifinale, nel 2010, Messi tirò in porta tre volte, senza segnare. Ieri, invece, sapete tutti come è andata a finire. Insomma, Messi è fortissimo, il Barca pure, ma certe partite andrebbero preparate meglio. Il Bayer non l'ha fatto.

mercoledì 15 febbraio 2012

Guardiola non verrà all'Inter

Le indiscrezioni che vorrebbero Guardiola all'Inter a partire dalla prossima stagione mi sembrano destituite di fondamento. Il tecnico dei blaugrana non è un demiurgo. Ha allenato, fino ad oggi, campioni provati, esperti di un gioco che nel Barcellona si pratica, senza interruzioni, da almeno quattro lustri. Un gioco che non può prescindere da eccellenti palleggiatori, quali sono Xavi, Iniesta, Fabregas, ma anche Busquets, Dani Alves, Thiago Alcantara. All'Inter, oggi, partito Motta, e tolto Sneijder, nessuno ha i requisiti tecnici minimi per poter riproporre quel gioco arioso e fitto che soltanto il Barcellona sa esprimere. In altri termini, senza massicci investimenti, escludo che Guardiola potrebbe accettare di allenare una squadra come l'Inter attuale, costituzionalmente incapace di esercitare un costante possesso del pallone. Troppi incontristi e troppo vecchi nel centrocampo dell'Inter. Senza dimenticare che al Barca c'è Messi, che è esaltato dal gioco del Barca, ma che al tempo stesso lo esalta con le sue accelerazioni, come, in qualche modo, faceva Cruijff nell'Ajax. Sicché, ripeto, escludo che Guardiola venga all'Inter. Tolto il caso che Moratti decida di mettergli a disposizione 100 milioni di euro per una rifondazione tecnica del gruppo. E chi ci crede?

venerdì 20 gennaio 2012

Come si batte il Barcellona?

Esercizio di fantasia calcistica: come si batte il Barcellona? Si può battere questo Barcellona? Si può, perché qualche volta perde, soprattutto in campionato, magari da avversari assai meno blasonati. Ma, sono rarissimi incidenti di percorso. Di solito, un paio a stagione. Nelle partite decisive, invece, i blaugrana vincono sempre. Persero con l'Inter di Mourinho nell'andata delle semifinali di Champions del 2010 e con il Real Madrid, sempre di Mourinho, nella finale di Coppa del Re del 2011. Per il resto, da quando c'è Guardiola al timone della nave Barca, soltanto vittorie nelle sfide decisive. Vorrà pur dire qualcosa. Che il Barca è la squadra più forte di sempre non lo so, certamente che il Barca è la squadra più forte di quest'epoca. Sicché, per tornare alla domanda iniziale, come si batte questo Barca? 1. Metodo Mourinho: pressing altissimo, ricordate Eto'o e Pandev?, squadra cortissima, ripartenze improvvise, concentrazione assoluta. Due volte ha funzionato, ma ultimamente ha fatto cilecca, perché qualche distrazione nella partita capita, perché il metodo in commento richiede la migliore condizione atletica di tutti i giocatori, e non sempre c'è. 2. Metodo Zeman: squadra sempre corta, ma, anche fuorigioco ricercato con spavalderia e sistematicità, tattica rischiosissima, perché c'è il pericolo d'imbarcare un mare di reti. 3. Metodo  alla viva il parroco: lasciare l'inziativa al Barca, che tanto se la prenderebbe comunque, aspettare ai limiti della propria area, intasando gli spazi centrali, quelli cari a Xavi, Fabregas ed Iniesta, un centravanti possente in avanti, da cercare con lanci lunghi alla prima palla recuperata, pronto ad aspettare che i compagni salgano e, poi, tiro dalla distanza. Contro il Barca bisognerebbe calciare da 25, 30 metri. E calciare bene. Funzionerebbe? Non lo so, ma, tentar non nuoce ed è sempre meglio di aspettare che questa fantastica generazione del Barca invecchi.

giovedì 19 gennaio 2012

Mourinho: "la vittoria ha molti padri". "Mea culpa" del tecnico di Setubal

Troppo forte questo Barca per un Real Madrid dimesso, tanto da non sembrare nemmeno una squadra di Mourinho. Un gol balordo preso su calcio indiretto, dopo il vantaggio di Cristiano Ronaldo, forte, fortissimo, ma costretto a pagare dazio alla tensione, quella che gli impedisce di marchiare a fuoco le partite importanti, come invece fa Messi in blaugrana. Quello che colpisce, però, sono le dichiarazioni dopo la sconfitta di Mourinho. La vittoria, ha detto il tecnico lusitano, ha molti padri, la sconfitta uno solo, che, nel caso, è proprio Mourinho. Da tempo non si sentiva una recita di mea culpa tanto contrita: nessuna scusa, nessun capro espiatorio, nessuna lamentela. Soltanto una decisa, verticale ammissione di avere sbagliato. E perso. Tanto di cappello alla franchezza ed al sentimento di responsabilità. Del resto, era soltanto l'andata di un turno di Coppa del Re. Il Real Madrid vincerà la Liga. Sono convinto che vincerà la Liga.

lunedì 19 dicembre 2011

Tripletta di Raul, tripletta di Cristiano Ronaldo

Raùl non passa di moda ed è assurdo che non sia stato almeno candidato alla conquista del Pallone d'oro. Prima tripletta in Bundesliga, per lui, da capitano dello Shalke 04, decima rete in campionato e la condizione atletica di un giovanotto, sebbene fra qualche mese compirà 35 anni. Tripletta anche per il suo successore di maglia, la mitica numero sette, al Real Madrid, Cristiano Ronaldo, che ha brillato nel successo esterno dei blancos a Siviglia: un 2-6 sonante, che vale alla squadra di Mourinho il primo posto solitario in classifica. Un piccolo sollievo di fronte allo strapotere del Barca, fresco vincitore del Mondiale per club.

giovedì 15 dicembre 2011

Infortunio a Villa, Raul vede Euro 2012

La partita era una formalità, troppo forte questo Barcellona per l'Al Sadd, 4-0 il risultato finale firmato da tre difensori, sì difensori, blaugrana. La finale del Mondiale per club 2011, come da pronostico, sarà Santos - Barcellona. La notizia, infatti, è un'altra. Frattura alla tibia per Villa, goleador in crisi  di questa prima parte di stagione, confinato sulla fascia sinistra per lasciare il corridoio centrale a Messi, oppure in panchina, per fare spazio ora a Fabregas, ora a Pedro, ora a Sanchez. Non bastassero le dette difficoltà, l'asso spagnolo ha patito, nella semifinale contro l'Al Sadd, questo che resta uno dei peggiori infortuni per un calciatore. Recuperà per gli Europei del 2012? Basteranno sei mesi? Per di più, Torres, altro attaccante titolare della Spagna, fa panchina al Chelsea e sembra in continua involuzione. Scommettiamo che Raul, sempreverde allo Shalke 04, tornerà in nazionale alla soglia dei 35 anni?

lunedì 12 dicembre 2011

Xavi da pallone d'oro 2011

Ha stravinto il sondaggio, Xavi, regista del Barcellona più forte di sempre. Insomma, per i lettori di tribuna sportiva il pallone d'oro dovrebbe essere assegnato a lui, piuttosto che a Messi, favorito, od a Cristiano Ronaldo, uscito peraltro ridimensionato dal Clasico di sabato scorso. La penso allo stesso modo. In altri termini, il Barca è formidabile per tante ragioni, e Messi ne è la stella più appariscente. Ma, tutto il gioco passa da Xavi, che ispira e corre, contrasta e tira, comanda il corso del gioco a piacimento. Per me, è più decisivo di Messi. Sicché, insomma, il pallone d'oro del 2011 lo darei a Xavi. Anche se lo vincerà, ancora una volta, Messi.

domenica 11 dicembre 2011

Il Barca batte ancora il Real Madrid: scacco a Mourinho

La trovata, ripetuta, di Mourinho di disertare la conferenza stampa della vigilia, non ha aiutato il Real Madrid a vincere il derby di Spagna, finito ancora al Barcellona di Guardiola, senza dubbio, ormai, una delle migliori squadre di ogni tempo. Il vantaggio precoce, ma fortunoso, di Benzema ha illuso i blancos, rimontati da Sanchez, servito da Messi, da Xavi, con tiro deviato, e da Fabregas, il giocatore che avrebbe potuto cambiare l'esito di questa sfida infinita. Se, in estate, fosse finito al Real. Invece, si è aggiunto agli assi del Barcellona, portando in dote tecnica, corsa, visione del gioco e senso del gol. E, più di tutto, straripante personalità, quella che l'aveva promosso ventenne capitano dell'Arsenal. Ecco, il punto è questo, il Barcellona non solo è fortissimo, ma, non smette, anno dopo anno, di voler diventare più forte. E cerca il meglio in giro. E lo trova. Mourinho è costretto a masticare amaro. Il Real Madrid, magari, vincerà la Liga, ma nelle sfide dirette, i blaugrana sono ancora superiori: questo 1-3 non si può intepretare altrimenti.

giovedì 1 dicembre 2011

Maradona più forte di Pelè, Neymar più forte di Messi

Pelé ha dichiarato di recente che Neymar, a suo giudizio, è più forte di Messi, dacché più completo. In prospettiva, sono d'accordo. L'asso argentino, per carità, ha numeri imbarazzanti, e mi riferisco sia ai gol che segna che alle giocate che esegue, però Neymar è quasi ambidestro, laddove Messi è soprattutto mancino, e Neymar segna gol molto diversi fra loro, non in fotocopia, per quanto bellissimi, come Messi. Che ha alle spalle una squadra, il Barcellona, che non ha rivali al mondo: forse, quest'anno, il Real Madrid. Neymar, nel Santos, è la stella e spesso fa tutto da solo: di certo, non può contare, come suggeritori, su Xavi, su Iniesta, su Fabregas e via eccellendo. Tanto che Messi, con l'Argentina, dove Xavi e compagni non giocano, stenta parecchio, laddove Neymar, con il Brasile, è già decisivo. Insomma, ha ragione Pelè, Neymar è, o sarà presto, migliore di Messi. Come Maradona è stato migliore di Pelé. E migliore di tutti, in assoluto. Per rendersene conto, basti confrontare i compagni di squadra di Maradona al mondiale vinto in Messico, con quelli, straordinari, di Pelé nelle vittorie mondiali del 1958 e del 1970. Non cito la vittoria del 1962, perché Pelé giocò poco, si fece male ed al suo posto si distinse Amarildo, che basto ed avanzò per il trionfo finale. Segno che Pelé, pur grandissimo, in quel Brasile, non era del tutto necessario. Che ne pensate?

martedì 29 novembre 2011

La rivincita di Mourinho: un altro triplete?

Deve avere pesato molto sul proprio orgoglio la passata stagione, la sconfitta per 5-0 contro il Barca in campionato, il secondo posto proprio dietro i blaugrana nella Liga nonché l'eliminazione nelle semifinali sempre ad opera degli uomini di Guardiola, non potendo bastare come medicamento al proprio ego la vittoria sugli storici rivali in Coppa del Re. Ora, le cose sembrano essere cambiate per José Mourinho. In campionato, il Real Madrid guida la classifica con sei punti di vantaggio sul Barcellona, sconfitto a sorpresa a Getafe, Cristiano Ronaldo è capocannoniere, la squadra esprime anche un gioco spettacolare, in Champions è a punteggio pieno. Che stia pensando ad un triplete spagnolo? Potrebbe riuscire nell'impresa, ora che anche Kakà sembra tornato a livelli ragguardevoli, mentre Ozil e Di Maria sono diventati più continui e Sergio Ramos, promosso leader difensivo in luogo del fidato Carvalho, comanda la difesa alla Sanchis, tanto per citare un grande campione del Real che fu.

giovedì 24 novembre 2011

Troppo Barca per il Milan

Partita mai davvero in equilibrio, nel senso che il Barcellona ha trasmesso la continua sensazione di poter vincere in ogni momento la partita, anche dopo il pareggio di Ibra, liberato da un sontuoso tocco d'esterno di Seedorf, anche dopo il gol incredibile di Boateng, marcato tuttavia con troppa cortesia. Il gol della vittoria di Xavi, mai così impreciso come ieri, servito da Messi, ha dimostrato quanto sia facile per il Barcellona di Guardiola la via della rete. Tolto il Real Madrid di Mourinho, non vedo chi possa contrastare i blaugrana in Champions. Dalla quale rischia di uscire prematuramente il Chelsea, sconfitto in Germania, di un Villas Boas sempre più spaesato, vittima degli affrettati elogi, di chi lo pretendeva già all'altezza di Mourinho.

lunedì 14 novembre 2011

Argentina: Messi delude ancora; Keane esalta l'Irlanda

Dal fine settimana rimbalza la notizia dell'ennesima prova anonima di Messi con l'Albiceleste. Quando gioca con la nazionale argentina, l'asso del Barca smette improvvisamente di essere determinante, segna con il contagocce, in relazione, beninteso, ai numeri fantasmagorici di cui è capace in Spagna ed in Europa, e rende sempre meno verosimile il confronto con l'irragiungibile Maradona. Con la Bolivia, per la qualficazioni ai mondiali del 2014, è rimasto a secco, tanto per cambiare, ed è stato necessario, per il pareggio, il gol del subentrato Lavezzi. Chi, invece, in nazionale si esalta è Robbie Keane, autore di una doppietta nello spareggio per gli europei. Per il numero dieci sono 53 gol con l'Irlanda: ritengo che abbia raccolto in carriera meno successi di quelli che avrebbe meritato. E riconosco di averlo giudicato con troppa fretta nei pochi mesi che fu all'Inter. Dopo di allora, infatti, ha sormontato quota 100 gol in Premier League, ha segnato tanto nelle coppe europee, è divenuto una bandiera del Tottenham ed il simbolo, come appena ricordato, dell'Irlanda. Che nesso c'è tra Messi e Keane? Uno solo, Keane in nazionale trascina, Messi, che ha tanto più talento di lui, viene trascinato. Peraltro, in un mondiale (2002) Keane ha segnato tre gol contro la sola rete di Messi in due mondiali (2006 e 2010). Sia detto perché il talento ha bisogno anche di personalità!