Dal fine settimana rimbalza la notizia dell'ennesima prova anonima di Messi con l'Albiceleste. Quando gioca con la nazionale argentina, l'asso del Barca smette improvvisamente di essere determinante, segna con il contagocce, in relazione, beninteso, ai numeri fantasmagorici di cui è capace in Spagna ed in Europa, e rende sempre meno verosimile il confronto con l'irragiungibile Maradona. Con la Bolivia, per la qualficazioni ai mondiali del 2014, è rimasto a secco, tanto per cambiare, ed è stato necessario, per il pareggio, il gol del subentrato Lavezzi. Chi, invece, in nazionale si esalta è Robbie Keane, autore di una doppietta nello spareggio per gli europei. Per il numero dieci sono 53 gol con l'Irlanda: ritengo che abbia raccolto in carriera meno successi di quelli che avrebbe meritato. E riconosco di averlo giudicato con troppa fretta nei pochi mesi che fu all'Inter. Dopo di allora, infatti, ha sormontato quota 100 gol in Premier League, ha segnato tanto nelle coppe europee, è divenuto una bandiera del Tottenham ed il simbolo, come appena ricordato, dell'Irlanda. Che nesso c'è tra Messi e Keane? Uno solo, Keane in nazionale trascina, Messi, che ha tanto più talento di lui, viene trascinato. Peraltro, in un mondiale (2002) Keane ha segnato tre gol contro la sola rete di Messi in due mondiali (2006 e 2010). Sia detto perché il talento ha bisogno anche di personalità!