La trovata, ripetuta, di Mourinho di disertare la conferenza stampa della vigilia, non ha aiutato il Real Madrid a vincere il derby di Spagna, finito ancora al Barcellona di Guardiola, senza dubbio, ormai, una delle migliori squadre di ogni tempo. Il vantaggio precoce, ma fortunoso, di Benzema ha illuso i blancos, rimontati da Sanchez, servito da Messi, da Xavi, con tiro deviato, e da Fabregas, il giocatore che avrebbe potuto cambiare l'esito di questa sfida infinita. Se, in estate, fosse finito al Real. Invece, si è aggiunto agli assi del Barcellona, portando in dote tecnica, corsa, visione del gioco e senso del gol. E, più di tutto, straripante personalità, quella che l'aveva promosso ventenne capitano dell'Arsenal. Ecco, il punto è questo, il Barcellona non solo è fortissimo, ma, non smette, anno dopo anno, di voler diventare più forte. E cerca il meglio in giro. E lo trova. Mourinho è costretto a masticare amaro. Il Real Madrid, magari, vincerà la Liga, ma nelle sfide dirette, i blaugrana sono ancora superiori: questo 1-3 non si può intepretare altrimenti.
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