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martedì 31 gennaio 2017

Inter eliminata dalla Lazio: tutta colpa di Pioli

Senza la maestria di Gagliardini, il centrocampo dell'Inter fa pena. Come la strategia di Pioli, panchinaro juventino di lungo corso, sbertucciato da Simone Inzaghi, un professore a suo confronto. Ansaldi non sa difendere e determina, con lo svagato Miranda, il doppio vantaggio laziale.  Che avrebbe potuto farsi abissale, se Felipe Anderson, giocatore fantastico, ed Immobile non avessero commesso insoliti errori di mira. L'Inter resta in dieci proprio per l'espulsione di Miranda. Rigore del 2-0 trasformato da Biglia. Attacca alla buona e trova un gol beffardo con Brozovic. Non basta. Eppure alla fine anche la Lazio è in dieci. Inter eliminata. Vergogna! Gagliardini che fiato doveva tirare a 21 anni? Santon non poteva giocare in luogo di Ansaldi, uno che marca l'avversario a tre metri di distanza? Eppure Pioli la forza nel dribbling e nel contropiede di alcuni suoi ex giocatori avrebbe dovuto conoscerla. Altro che fase difensiva nuova! Altro che distanza tra i reparti! I laziali sbucavano da tutte le parti. Eppoi Palacio dall'inizio perché? E Banega? Due cambi, i loro, obbligati ma prevedibili. Anche Candreva è stato pessimo, un mucchio di cross, tutti fiacchi o imprecisi. Inter 1 Lazio 2. Inter eliminata dalla Coppa Italia. Ora la Juve. Pioli non può sbagliare.

domenica 22 gennaio 2017

L'Inter espugna Palermo: gol di Joao Mario

Come sai stare in campo Gagliardini! Un professore! Per il resto, l'Inter a Palermo gioca male. Perisic non è in giornata,  Brozovic pure, Banega resta un corpo estraneo alla squadra. Eppure i colpi li avrebbe. Malissimo i due terzini D'Ambrosio, dalla tecnica oratoriale, e Ansaldi che si fa pure espellere. Si rivede Santon, ed era ora, dopo quasi tre mesi. Alla fine, l'Inter vince nella ripresa con gol del subentrato Joao Mario, uno che si muove spesso senza palla. Bravo.

domenica 8 gennaio 2017

L'Inter batte l'Udinese con doppio Perisic

Napoleone diceva di preferire i generali fortunati a quelli bravi. Le lunghe campagne militari in tutta Europa gli avevano insegnato il peso, spesso decisivo, della buona sorte. Quella che Pioli, tecnico sopravvalutato e timido, come dimostra quella barbetta di qualche giorno, ha, ultimamente, in abbondanza. Se non come Sacchi, almeno come Zaccheroni, quello del Milan. Oggi, contro l'Udinese, l'Inter avrebbe potuto fare qualunque risultato, epperò ha vinto, con doppietta di Perisic. Alla fine conta questo. Ansaldi e D'Ambrosio, al posto di Santon, però, no!

mercoledì 4 gennaio 2017

Santon deve restare all'Inter, vada via Nagatomo!

Sempre sul punto di andar via, da quando, gennaio 2015, è tornato alla base. Fino alla tragicomica querelle dell'ultima estate, con tre visite mediche non superate. Indecifrabile, per ora, la parabola calcistica di Santon, che, sette anni fa, Mourinho scelse di preferire a Chivu e Maxwell e Cordoba, il quale pure si adattava, ogni tanto, al ruolo di terzino sinistro. Fece un'impressione enorme Santon, per la sicurezza, la pulizia del palleggio, la forza fisica e la progressione. Poi, infortuni, poca fiducia, il prestito al Cesena, il trasferimento al Newcastle. In nazionale con Lippi e con Prandelli. Ma, anche Conte, sia pure senza farlo giocare, lo convocò ad ottobre 2015. Con Mancini titolare nel girone di ritorno della stagione 2014/15 e nelle prime otto partite della successiva. Titolare con De Boer, sparito con Pioli ed ora dato in partenza, destinazione Sampdoria. Non posso sostenere che Santon abbia mantenuto le attese, altissime, degli esordi. Mi pare, però, che sia comunque il miglior terzino dell'Inter. E non penso sia un caso che il suo cartellino sia il solo ad avere mercato. Sarri lo voleva eccome. Mai nessuno che chieda Nagatomo o D'Ambrosio. Vadano via loro, piuttosto. Santon merita di restare all'Inter.

martedì 6 dicembre 2016

La crisi dell'Inter in 5 punti. Pioli inadeguato

Una crisi è una crisi. Impossibile definire altrimenti la vicenda ultima dell'Inter, passata, nello spazio breve di tre mesi, da Mancini a De Boer fino a Pioli, il più inadeguato dei tre. Nelle ultime quattro partite, l'Inter di Pioli ha ammassato la miseria di quattro punti e tutti gli argomenti, spesi per spiegarne la nomina, dalla conoscenza della serie A al polso fermo, alla preparazione tattica, hanno mostrato la corda dell'inconsistenza. Ciò detto, è crisi. Perché? Provo a spiegarla in 5 punti.

  1. Mancini, scontento del "mercato", ha allenato di malavoglia, sperando in una chiamata prestigiosa, puntualmente mancata. Preparazione poco intensa, impedita anche dalla gita americana di inutili amichevoli. La squadra ha, perciò, il fiato corto.
  2. L'Europeo e la Coppa America hanno riconsegnato giocatori spremuti, da Perisic a Miranda.
  3. De Boer è arrivato tardi, senza poter influire sulla preparazione e sulla rosa. Presto sfiduciato dalla dirigenza e non seguito da giocatori svogliati, è stato esonerato ingiustamente.
  4. Pioli non ha la personalità per stare all'Inter, dove hanno fallito allenatori ben più esperti di lui. Vuol compiacere la dirigenza, di qui l'insistenza su Kondogbia, l'ostracismo verso Santon, fedelissimo di De Boer. 
  5. I giocatori sono stati scelti un poco a caso. A pensarci bene, sia pure con caratteristiche assai diverse, Candreva, Gabigol e Joao Mario si esprimono al meglio giocando larghi a destra. Questo, tra i molti possibili, è un esempio della mancata programmazione, che fa dell'Inter una squadra ricca di talento ma pure di doppioni, con ruoli scoperti o coperti male. E povera, invece, di interisti veri, di giocatori legati alla maglia. L'indifferenza di molti di loro nasce dai continui cambiamenti: si sentono di passaggio.

lunedì 21 novembre 2016

Milan-Inter 2-2: Pioli la mediocrità al potere

Mediocre allenatore con buona stampa. Un Mancini con meno capelli. Ansaldi e Nagatomo preferiti a Santon: incompetenza allo stato puro. Suso a sinistra fa quel che vuole e pure due gol. Kondogbia gioca alla solita maniera, Joao Mario, d'evidenza un interno, viene costretto sulla trequarti, per fortuna Candreva s'inventa un gran gol e la buona sorte, già grande alleata di Sacchi, permette il pareggio in extremis di Perisic. Non perdo tempo: Pioli vattene. Il Milan è una squadretta, che si doveva battere.

giovedì 20 ottobre 2016

Inter - Southampton 1-0: gol di Candreva su assist di Santon

Uno schiaffo all'incompetenza. Parte da un grande Santon l'assist per il gol vittoria di Candreva. Discusso e messo sul mercato, con la querelle delle visite mediche non superate, Santon è rimasto all'Inter, ha risalito la corrente ed è tornato titolare. Merito anche di De Boer, che salva la panchina. Questa sul Southampton è la prima vittoria dell'Inter in quest'edizione dell'Europa League. Gioco ancora frammentario e reparti slegati. Però le possibilità di far meglio ci sono eccome.

lunedì 3 ottobre 2016

Roma-Inter 2-1: le ragioni della sconfitta dell'Inter

A leggere la stampa nazionale, la responsabilità della sconfitta rimediata ieri sera dall'Inter sul campo della Roma sarebbe da intestare a Santon, prima che a tutti gli altri. Debbo dissentire. Ma, che partita hanno visto? Preliminarmente, il duello, in velocità ed in campo aperto, era un evidente mismatch, che chiunque appena domestico con le vicende del calcio avrebbe potuto pronosticare alla lettura delle formazioni. Santon, alto 1,86 m per 83 kg contro un brevilineo, 1.75 m come Salah, peraltro velocissimo e mancino, laddove Santon è un destro naturale, era uno confronto impervio già sulla carta. Tanto più che non mi viene in mente un solo terzino che, oggi come oggi, saprebbe fermare il miglior Salah in campo aperto. Forse Marcelo del Real Madrid, per la velocità, ma il brasiliano non brilla in marcatura. De Boer ha sbagliato a non prevedere una marcatura preventiva su Salah, cui sarebbe stato utile tagliare i rifornimenti. Se non altro, l'asso egiziano avrebbe dovuto ricevere palla spalle alla porta ed essere sistematicamente raddoppiato. Allora sì che Santon avrebbe potuto tenerlo. Ma, a questo deve pensare l'allenatore. Ricordo giudizi feroci, e strampalati, su Samuel ai tempi del Real Madrid. Samuel, in una squadra sbilanciata e che non copriva a dovere, era spesso lasciato in balìa dei contropiede avversari, in campo aperto, e non essendo velocissimo, soffriva. Non era messo nelle condizioni di brillare. Ma, la colpa non era sua. Del resto, in più di 30 anni che seguo il calcio, ho visto un solo giocatore fare reparto da solo, recuperare svantaggi di tre metri, entrare in scivolata, riprendere il pallone, evitare il pressing avversario ed impostare a testa alta: Nesta. Il problema dell'Inter è, più che nei singoli difensori, nella fase difensiva. Ieri, ha girato a vuoto anche Miranda, per tacere di Murillo. Medel, sopravvalutato frangiflutti davanti alla difesa, non ne becca una ed interviene spesso fuori tempo: si rivede il mancato intervento nel gol iniziale di Dzeko. De Boer deve capire che, ogni tanto, si può anche cambiare modulo. Che due ali possono anche essere un lusso, specialmente se Perisic e Candreva tornano poco o nulla. Che un avversario forte va limitato. Che attaccare per attaccare non sempre serve, se poi ogni contropiede avversario rischia di produrre un gol subìto. Ieri, poi, Ansaldi e Joao Mario, non essendo in perfette condizioni atletiche, sarebbe stato più saggio farli subentrare, piuttosto che schierarli dall'inizio. Infine, ma questo è fin troppo ovvio, perché Jovetic e non Gabigol?

mercoledì 21 settembre 2016

Icardi 2 gol e capocannoniere: Empoli-Inter 0-2

Prova del nove superata. Dopo la Juve, l'Inter di un vivace, anche a parole, De Boer batte l'Empoli fuori casa, su di un campo spesso sofferto negli ultimi anni. Doppietta del solito Icardi all'alba della gara. Ultima notazione per adesso, Santon è un grande giocatore, che meriterebbe maggiore considerazione da parte dei tifosi nerazzurri.

domenica 18 settembre 2016

Inter-Juve 2-1: trionfo nerazzurro. Immenso Icardi, che pareggia il gol di Lichsteiner e serve a Perisic l'assistenza per la vittoria

Ci siamo. Inter contro Juve. Derby d'Italia, al quale l'Inter arriva malconcia e De Boer già sotto assedio mediatico. Epperò, partite come questa seguono una logica autonoma, hanno troppa storia e troppi significati. Vince l'Inter. Dominio nerazzurro interrotto dal gol immeritato di Lichsteiner, servito da un incontenibile Alex Sandro. I webeti, secondo l'azzeccato neologismo coniato da Mentana, se la prendono con Santon. Che non avrebbe potuto fare di più. Pareggia di testa un monumentale Icardi. Che poi ispira con un esterno dolcissimo il gol di testa del subentrato Perisic. Guademus! Inter 2 Juve 1. La faccia di Marotta è emblematica. Nemmeno l'espulsione di Banega cambia il risultato. Juventus demolita sul piano del gioco. Icardi, dimenticavo, è un centravanti immenso. Oggi gli avversari gli rimbalzavano addosso. Oggi ha dimostrato, sia pure per la prima volta, di meritare la fascia di capitano. 

domenica 28 agosto 2016

Inter-Palermo: 1-1. Le pagelle

Pareggio che va stretto all'Inter. Epperò De Boer, che pure oggi ha schierato una squadra più sensata, con l'eccezione di Eder al posto di Candreva, bene non è partito. Ecco le pagelle dei nerazzurri.
Handanovic: 4,5. Tuffarsi mai? Magari non ci sarebbe arrivato, ma resta fermo come sul raddoppio di Birsa.
D'Ambrosio: 5,5. Peggio altre volte. Ma i piedi sono quelli.
Miranda: 7. Tiene a galla la difesa quasi da solo.
Murillo: 6. Perde la posizione troppo spesso.
Santon: 5,5. Attacca nel primo tempo, cala nella ripresa ed è sfortunato sul gol del Palermo. Gli manca il ritmo partita.
Medel: 4. Generoso ma negato tecnicamente.
Kondogbia: 6. avversari addosso, se ne va sempre, ma sbaglia appoggi elementari. Talento ancora da sgrezzare.
Banega: 4,5. Alcuni encomiabili recuperi ma perde mille palloni, anche davanti la propria area e da uno di questi nasce il gol rosanero. Da lui lecito attendersi parecchio di più.
Eder: 5. Non è da Inter.
Icardi: 6. Grande attaccante ma svogliato. Segna il gol del pareggio ma ne sbaglia un paio.
Perisic: 5,5. Sa giocare al calcio. Oggi, però, sotto tono.
Candreva: 7. Così si crossa.
De Boer: 6. Meglio che con il Chievo. Candreva andava schierato dall'inizio, Medel non sa fare l'interno e Banega davanti alla difesa deve imparare a giocare di prima. In Spagna, ti lasciano il tempo di pensare, in Italia, no.

mercoledì 24 agosto 2016

Inter: De Boer riparte da Santon

Da promessa a delusione, via in prestito poi a titolo definitivo, quindi il ritorno, di nuovo titolare ed ancora in panchina, il suo cartellino sul mercato, sfumano in serie i trasferimenti al Sunderland, al Napoli ed al West Ham: insomma, tribolata la storia di Santon con l'Inter. Ora, pare che De Boer, dopo la figuraccia con il Chievo, voglia ripartire anche da lui. Per me, sono rimasto e sono ancora oggi tra i pochissimi ormai a sostenerlo, Santon è un campione.

sabato 6 agosto 2016

Niente West Ham, Santon resta all'Inter. Meglio così

Ma che problema fisico gli riscontrano ogni volta? Santon non supera le visite mediche a Londra e sfuma il trasferimento al West Ham, com'era saltato quello al Napoli. Meglio così. Non so come stia davvero. Ma sempre meglio Santon, anche malconcio, di D'Ambrosio,  Nagatomo ed Erkin. Mancini vattene!

sabato 14 maggio 2016

#Mancinivattene: Inter umiliata dal Sassuolo

Ottavio Bianchi, Hodgson, Lippi, Gasperini, Stramaccioni o Mancini. Chi il peggiore della storia recente dell'Inter? Lippi no, perché è insuperabile, ma gli altri, dopo questa patetica stagione, Mancini li ha battuti tutti. Insieme ai suoi fedelissimi Nagatomo, D'Ambrosio, Melo e Medel. Restituisca lo stipendio e se ne vada. Per la cronaca, ha chiuso con una sconfitta per 3-1 contro il Sassuolo. Sintesi di un fallimento che, su questo blog, era stato annunciato più di un anno e mezzo fa. #Mancinivattene

lunedì 4 aprile 2016

#Mancinivattene: le ragioni di un fallimento. La crisi dell'Inter

Gestione dilettantesca della squadra. Nervosismo, umoralità, scelte continuamente rinnegate. Giocatori prima voluti e poi ripudiati: Podolski, Shaquiri, Jovetic, Telles, ma anche Santon, impiegato a singhiozzo e costretto a giocare senza la miglior condizione. Nel suo ruolo, la continuità d'impiego è indispensabile. Mancini ha depresso il valore, anche di mercato, della più parte dei giocatori dell'Inter. Non ha dato un gioco, ha insistito su un centrocampo a due, che è impensabile. A due giocava l'Argentina di Redondo e Simeone. E non mi pare che Brozovic, che qualcosa sa comunque fare, e Medel reggano il confronto. Ma, quell'Argentina, aveva anche Batistuta, Balbo, Caniggia e, soprattutto, Maradona. Mancini se ne rende conto? Il Real Madrid, che ogni tanto soffre, gioca a due, ma quei due sono Kroos e Modric. Mancini se ne rende conto? Ieri, contro il Torino, l'Inter è stata penalizzata da errori arbitrali, è vero. Ma il gol era arrivato in modo rocambolesco, passaggio filtrante di Santon, tiro di Brozovic ed intervento maldestro di un difensore granata che portava al rigore trasformato da Icardi, Per il resto, l'Inter era stata inconcludente. E che Belotti avesse un altro passo si era visto subito. Nagatomo, inspiegabilmente promosso titolare dopo le iniziali esclusioni, fa errori su errori, di posizionamento e di intervento. Il rigore per il Toro non c'era, ma Nagatomo è una calamità per la difesa dell'Inter. Mancini se ne rende conto? Palacio non tira più in porta, che senso ha schierarlo, peraltro assieme a Ljiaic, che ama giocare come Palacio, ma oggi come oggi, per quanto svogliato, ha più dribbling e più tiro? Un centrocampista in più avrebbe dato e darebbe più equilibrio. Mancini sbaglia le formazioni iniziali e le correzioni a partita in corso. E mai ammette le proprie responsabiltià. Deve andarsene. Ha fatto peggio di Mazzarri. #Mancinivattene

lunedì 22 febbraio 2016

Juve - Inter (#JuveInter) domenica decide il destino di Mancini

Derby d'Italia domenica sera. La Juve a lottare per il titolo e l'Inter per l'onore, dopo la colpevole dilapidazione di un vantaggio che soltanto due mesi fa era ancora cospicuo. Nel mezzo le paturnie, le sfuriate e poi i silenzi di Mancini. Che si gioca la permanenza sulla panchina nerazzurra. L'Inter resta in crisi, poiché la vittoria contro la Sampdoria è dipesa più dalla difficoltà attuale degli avversari guidati dal sopravvalutato Montella che dalla forza dell'Inter. Spero di vedere in campo Santon e non Nagatomo. Per il resto, ci vorrebbe una grande partita dell'Inter. Il cui allenatore, però, è Mancini. Difficile che accada.

lunedì 1 febbraio 2016

#Mancinivattene: le dieci ragioni della crisi dell'Inter (#crisiInter)

La sconfitta rimediata nel derby, umiliante nelle proporzioni, a dispetto di un primo tempo non giocato male e di un errore dal dischetto di Icardi, che ha chiuso la partita, ha aggravato la crisi dell'Inter, che va avanti da un mese e mezzo. Il primo responsabile è Mancini. Per queste ragioni.

  1. Mancini aveva fatto malissimo lo scorso anno, con una media punti inferiore a quella di Mazzarri eppure, invece di assumerne la responsabilità, ha chiesto ed ottenuto dieci giocatori in estate. Una grande società non lascia così libero di fare e disfare il proprio allenatore;
  2. Mancini si è presentato con idee molto confuse all'inizio della stagione, ma il rendimento irreale, ed irripetibile, di Handanovic, un calendario in discesa ed una certa fortuna, mentre Napoli e Juve arrancavano, ha aiutato il primato dell'Inter. Mancini, credendosi bravo piuttosto che fortunato, ha cominciato a cambiare uomini e moduli. 
  3. Partito Kovacic, unica ipotesi di regista, ha puntato su di un centrocampo muscolare, ma pure in questo reparto, Kondogbia ha giocato fasi alterne, Brozovic pure, spesso hanno coabitato Melo e Medel e nessuna identità di gioco è stata trovata;
  4. Santon titolare aveva aiutato a nascondere, con le sue doti di palleggio, i problemi in fase di uscita della squadra. Poi, è stato esautorato, salvo rientrare ieri, dopo oltre tre mesi, l'ultimo dei quali passato a rimbalzare da una squadra all'altra nelle notizie di mercato;
  5. Jovetic è stato messo in discussione e poi riabilitato almeno tre volte, perdendo fiducia e condizione;
  6. Icardi, promosso frettolosamente capitano, è stato criticato pubblicamente e mortificato con panchine in partite importanti. Risultato: ha segnato poco e perduto sicurezza. Pare che i rapporti con Mancini siano freddissimi;
  7. Ha insistito su D'Ambrosio e Nagatomo fino all'inverosimile. Nagatomo, da solo, ha provocato danni difensivi enormi, condizionando negativamente almeno quattro o cinque risultati;
  8. Nel mercato di gennaio, partito anche Guarin, invece di cercare un regista, Mancini ha preteso Eder, che si è presentato ieri nel derby mancando un gol di testa che pareva fatto;
  9. Mancini ha alzato un polverone dopo la partita vinta in Coppa Italia contro il Napoli, attirandosi molte critiche e provocando tensioni intorno a sé che ieri sera tutti hanno potuto osservare. Tenere un profilo più basso avrebbe aiutato;
  10. Nervoso, Mancini litiga sempre più spesso con la stampa e trasmette alla squadra le sue, ormai evidenti insicurezze.
#Mancinivattene

domenica 31 gennaio 2016

#Mancinivattene: disfatta dell'Inter nel derby. Vince il Milan 3-0

Tutta colpa di Mancini, le cui reazioni scomposte, durante e dopo la gara, sono la sintesi di un naufragio sportivo. La partita viene persa a centrocampo, perché Mancini si ostina a schierare tre fantasisti dietro Eder, preferito ad Icardi che poi sbaglierà nella ripresa il rigore che avrebbe potuto cambiare la partita. Giocano tutti male, anche Santon, beniamino di questo blog, che paga la lunga assenza dal campo: non giocava dal 27 ottobre. Ecco i risultati dell'esasperato turn over di Mancini: giocatori tesi ed impauriti, nessuna trama di gioco. Una sconfitta imbarazzante. Stagione compromessa, Mancini ha fallito. #Mancinivattene

lunedì 4 gennaio 2016

Lavezzi può arrivare, Santon deve restare

L'avrei ingaggiato nel 2012, Lavezzi. Quando aveva ancora 27 anni ed era all'apice della carriera. Al Psg, in ogni caso, pur giocando parecchio, non è sempre stato titolare, e, pertanto, non si è spremuto troppo. Sebbene pratichi un gioco dispendioso, ritengo che possa ancora fare la differenza per un paio di stagioni. Di lui all'Inter ho scritto un mucchio di volte, e, dopotutto, confermo quei giudizi. Sicché, dovesse arrivare all'Inter, per conto mio, Lavezzi sarebbe il benvenuto. Meglio lui di Biabiany, o no? Detto questo, mi auguro che l'Inter non lasci partire Santon. Il migliore della nutrita pattuglia di terzini nerazzurri. Giocherei sempre con lui a destra e Telles a sinistra. Che avrà in mente lo stratega dalle mille sciarpe?

sabato 24 ottobre 2015

Inter crisi, pari a Palermo: tre punti in quattro partite

Mancini vattene: possiamo ricominciare. La miseria di tre punti in quattro partite.  Pareggio a Palermo, con Gilardino che replica a Perisic. Ancora sotto tono Kondogbia, mentre Icardi è lontano parente del cannoniere ammirato nella passata stagione. Fase difensiva pessima, Murillo espulso, Nagatomo, titolare al posto di Santon, e Telles non tengono le posizioni. Eppure la partita era da vincere e, con maggior fortuna, sarebbe stata anche vinta. Epperò l'Inter segna poco, pochissimo e dovrà anche dipendere dal gioco insegnato da Mancini o no? Peraltro, fino all'ingresso di Biabiany che ha scompaginato gli equilibri con la sua velocità, l'Inter non aveva creato grandi problemi alla retroguardia rosanero. Dopo il vantaggio una squadra che voglia lottare per il titolo tiene. L'Inter di Mancini no. Becca un gol evitabile e ne rischia degli altri. Dopo la sconfitta con la Fiorentina, tre pareggi. Una brutta tendenza. #Mancinivattene