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martedì 10 luglio 2018

Francia - Belgio. Le formazioni

Stasera, ore 20.00, San Pietroburgo, la prima semifinale dei mondiali di Russia 2018:
Francia - Belgio.
"Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae...." (Giulio Cesare, Commentarii De Bello Gallico)
 Insomma, è un derby.

Ecco le probabili formazioni:


FRANCIA: Lloris; Pavard, Varane, Umtiti, Hernandez; Kanté, Pogba, Matuidi; Giroud; Griezmann, Mbappé

BELGIO: Courtois; Alderweireld, Kompany, Vermaelen; Carrasco, Witsel, Fellaini, Chadly; Lukaku, Hazard, De Bruyne

venerdì 6 luglio 2018

Brasile - Belgio 1-2: Belgio in semifinale come a Messico '86

Come nel 1986, quando Pfaff, Scifo, Ceulemans e compagni raggiunsero storiche semifinali mondiali, prima d'imbattersi in due gol capolavoro di Maradona, al vertice della sua arte calcistica. Il Belgio batte il Brasile 2-1 e affronterà la Francia, nella prima semifinale di Russia 2018. Decisivo il precoce autogol di Fernandinho. Che indirizza una partita di contropiede per il Belgio. Lukaku sprinta nonostante i 94 kg. Da una sua accelerazione, nasce il gol di De Bruyne: gran destro incrociato. Nella ripresa, il Brasile attacca. Gabriel Jesus, improponibile da centravanti, si fa vedere a destra. Firmino rileva Willian senza incidere. Entrano pure Douglas Costa e Renato Augusto, che, di testa, accorcia le distanze.  Coutinho torna il giocatore inconsistente dei tempi dell'Inter. Perde un mucchio di palloni e fallisce il tiro del possibile pareggio. Courtois salva su Neymar. Brasile eliminato. Belgio sugli scudi. Courtois, Hazard e De Bruyne sono tre fuoriclasse. 

Brasile - Belgio: ore 20:00. Le formazioni

Ore 20:00, secondo quarto di finale dei mondiali di Russia 2018: Brasile - Belgio. Favorito, leggermente, per blasone e tradizione, se non altro, il Brasile di Neymar.


Le formazioni:






BRASILE: Alisson; Fagner, Thiago Silva, Miranda, Marcelo; Fernandinho, Pualinho, Willian, Coutinho, Neymar, Gabriel Jesus


BELGIO: Courtois; Aldelweireld, Kompany, Vertonghen; Meunier, Witesle, Fellaini, Chadly; Lukaku, Hazard, De Bruyne

lunedì 2 luglio 2018

Belgio-Giappone 3-2. Onore al Giappone

Succede tutto nella ripresa. Il Belgio batte in rimonta il Giappone, 3-2. Onore al Giappone, che trova un doppio vantaggio grazie alla grande velocità dei suoi giocatori e alle incertezze di un Courtois legnoso e poco reattivo. Il Belgio ha una rosa ricchissima: basta l'ingresso di Fellaini a cambiare la partita. Guardate la posizione di Nagatomo sul terzo gol belga ed avrete la più efficace sinossi della storia dell'Inter negli ultimi 7 anni. Belgio ai quarti, dove sfiderà il Brasile.

venerdì 6 aprile 2018

Le nazioni del ciclismo: Italia, Francia, Belgio, Spagna, Olanda, Lussemburgo e Svizzera

Ho aggiornato il post, per il resto valido, con riflessioni sulle ultime tre stagioni. Qualcosa è cambiato (vedi sotto in verde).

I primi di febbraio, ho cominciato a pubblicare una classifica a punti, certo opinabile, ma formata secondo criteri tutto sommato neutri, dei migliori ciclisti della storia*. Quanto al rendimento. Ha stravinto Merckx, con vantaggio enorme su secondo e terzo, rispettivamente Hinault e Bartali. Figuriamoci gli altri, più staccati. Ripeto, classifica di rendimento, legata ai risultati. Perché, sarebbe stato assai più difficile graduare il talento. Ma, di certo, Pantani avrebbe scalato moltissime posizioni in classifica, nella quale sarebbero entrati alcuni pionieri, rimasti fuori perché, ai tempi loro, molte corse ancora non c'erano. Ma, nemmeno questo è il punto del post. Scorrendo la classifica, si è riproposto un vecchio tema. Le nazioni del ciclismo, della storia del ciclismo, sono, per lo più, sebbene qualcosa stia cambiando, sette. Curiosamente, ma è una mera coincidenza, cinque su sette, sono le stesse che diedero vita, alla CEE: Italia, Francia, Belgio, Spagna, Olanda, Lussemburgo, e Svizzera. L'Europa unita, progetto fallito, secondo me, nacque con la Germania, allora Ovest, in luogo della Spagna. La Svizzera, si sa, sta sempre per conto proprio. La Spagna, tornando al ciclismo, ha iniziato lentamente. Ha avuto il suo primo grande giro nazionale, soltanto nel 1935, laddove il Tour de France si corre dal 1903 ed il Giro d'Italia dal 1909. Ed i primi grandissimi campioni soltanto negli anni '50, con Bahamontes, formidabile scalatore, e Miguel Poblet, passista velocissimo, capace di ben figurare anche nelle gare a tappe. L'Italia aveva già avuto quattro campionissimi: Girardengo, Binda, Bartali e Coppi. E campioni della statura di Guerra e Magni, per tacere degli altri. Da nessuna parte, però, il ciclismo era diventato religione laica come in Belgio. Ed il Belgio aveva dato formidabili corridori da corse in linea, ma anche dominatori di grandi giri. Il primo a vincere tre Tour de France, fu, per esempio, il belga Thys. Eguagliato dal francese Bobet, soltanto a metà degli anni '50. Poi, venne, per i belgi, Merckx, che vinse tutto, dappertutto. Diciannove classiche monumento: 7 Milano-Sanremo, 2 Giri delle Fiandre, 3 Parigi-Roubaix, 5 Liegi-Bastogne-Liegi, 2 Giri di Lombardia. Primato assoluto. Soltanto altri due suoi connazionali, Van Looy e Roger De Vlaeminck seppero vincere almeno una volta tutte le classiche monumento. Ma, Merckx vinse anche 5 Tour de France, come prima di lui Anquetil, e dopo di lui Hinault ed Indurain, 5 Giri d'Italia, come prima di lui Binda e Coppi, e dopo di lui nessuno. Una Vuelta a Espana. E tre campionati del mondo. Nel "dopo Merckx", però, i belgi, se rimasero competitivi nelle grandi corse di un giorno, quasi sparirono nelle grandi corse a tappe. Dopo la vittoria di De Muynck al Giro del 1978, nessun belga ha più trionfato tra Giro, Vuelta e Tour. Mentre, gli spagnoli hanno cominciato a farla da padroni. Con Lejarreta e Delgado, poi, più di tutti, Indurain e Contador, sette grandi giri a testa, passando per Olano ed Heras, per Sastre e Valverde, uno che ha vinto moltissimo anche le corse di un giorno, come, in parte, aveva saputo fare Oscar Freire Gomez, tre mondiali, tre Milano-Sanremo. L'Italia, negli ultimi cento anni, è rimasta costante, tolti pochi periodi di basso profilo. In tutte le competizioni su strada. La Francia, per contro, almeno nelle grandi gare a tappe, ha conosciuto, con dieci anni di ritardo, le medesime difficoltà del Belgio. Dal 1985, ultimo successo di Bernard Hinault a Parigi, non ha più vinto il Tour. E, dopo di allora, due soli grandi giri: con Fignon, il Giro d'Italia 1989, con Jalabert la Vuelta a Espana 1995. Soltanto da qualche anno, con Bardet e Thibaut Pinot è tornata competitiva nei grandi giri, pur senza vincerli. Anche nelle corse di un giorno, i francesi, dopo il ritiro di Jalabert, hanno vinto pochissimo. Quasi niente. Tolta la Milano-Sanremo con Demare. Sicché, in questo momento, la nazione guida del ciclismo, è la Spagna. Ma, qualcosa si muove. Per l'Olanda, ad esempio. Con Tom Dumoulin. Uno che, fossimo nei primi anni '90, quando al Tour, ed in parte al Giro, c'erano cronometro lunghissime, partirebbe sempre per vincere i grandi giri. Per la Gran Bretagna, sembrava il caso eccezionale di Froome chiacchierato ma vincente come pochi, e Cavendish, tra i maggiori velocisti di sempre, 30 tappe al Tour. Ma, se consideriamo il successo di Wiggins al Tour del 2012 e quello di Geraint Thomas al Tour 2018, con Simon Yates, che doma le salite di Giro e Vuelta, qualcosa sta cambiando nella terra d'Albione. Sono tornati nelle retrovie gli USA, che da 30 anni, svanita l'illusione Armstrong, non hanno più trovato un campione come Greg LeMond, tre Tour e due campionati del mondo. E nelle retrovie resta la Svizzera, che, del resto, è sempre andata a fiammate. Prima delle guerra, solo Heinrich Suter si staccò dalla massa. Poi, l'epoca d'oro di Kubler e Koblet, a cavallo tra anni '40 e '50 . Un lungo riflusso, fino a Tony Rominger, 3 Vuelta e 1 Giro, ma anche secondo al Tour e classiche vinte, ed Alex Zulle. Poi negli ultimi quindici anni, Fabian Cancellara, dominatore delle classiche del pavé, 3 Fiandre e 3 Roubaix. Anche il Lussemburgo arranca. Eppure, Nicolas Frantz fu tra i più forti corridori degli anni '20. E Gaul è stato, con Bartali e Pantani, il miglior grimpeur della storia. Dopo il ritiro dei fratelli Schleck, però, non c'è un campione lussemburghese. Forse, ma rimane indecifrabile, Bob Jungels. La nazione che ha compiuto più progressi, dopo aver fatto per decenni le cose migliori nel ciclismo su pista, è la Germania. Che dovette aspettare, per un campione, Rudi Altig negli anni '60. Poi, Junkermann e Thurau. Ma, il corridore tedesco più forte resta Ullrich e, dopo di lui, un velocista capace di vincere 4 Sanremo come Zabel. Epperò, oggi, la Germania ha un plurivincitore come Greipel, il miglior velocista del mondo come Kittel ed un movimento solido. E' diventata una realtà l'Australia, che ha Matthews e Caleb Ewan, dopo aver avuto Cadel Evans, vincitore di Tour e campionato del mondo, e McEwen, velocista di rango. Mentre, negli anni '80, il primo grande corridore aussie, Phil Anderson, costituiva una continua sorpresa. Si sono aggiunte nazioni come la Russia ed il Kazakistan e l'Ucraina. E la Slovacchia del maggior talento contemporaneo, Peter Sagan, uno che nemmeno sa quanto sia forte. E, ma da 30 anni, cominciando con Lucho Herrera, arrivando a Quintana, i grandi scalatori colombiani. 

*Aggiornamento al 29 marzo 2021.

La Francia ha trovato in Alaphilippe, vincitore della Sanremo 2019 e del campionato del mondo 2020, un nuovo grande campione. Bernal è stato il primo colombiano a vincere il Tour, nel 2019. Gli inglesi, negli ultimi 9 anni, si sono annessi 11 vittorie nei grandi giri: 1 Wiggins (1 Tour), 7 Froome (4 Tour, 1 Giro, 2 Vuelta), 1 Geraint Thomas (1 Tour), 1 Geoghegan Hart (1 Giro, 2020), 1 Simon Yates (1 Vuelta). Nessuno ha saputo far meglio in questo lasso di tempo. Roglic (2 Vuelta e una Liegi) e Pogacar (1 Tour) hanno messo al centro della scena ciclistica la piccola Slovenia. Insomma, le nazioni del ciclismo non sono più soltanto sette.

*Aggiornamento del 06 aprile 2022: Roglic ha vinto anche la terza Vuelta nel 2021 e Pogacar il secondo Tour oltre alla Liegi e al Lombardia. In questo 2022, ai loro successi si è sommata l'affermazione di Mohoric alla Sanremo. Dominio sloveno.

* Sono stati classificati i primi 162 ciclisti della storia, fino ad ora. Guida l'Italia, con 48 corridori.
Italia: 48 corridori
Belgio: 27 corridori
Francia: 19 corridori
Spagna: 19 corridori
Olanda: 10 corridori
Svizzera: 7 corridori
Lussemburgo: 5 corridori
Germania: 5 corridori
Gran Bretagna: 3 corridori
Irlanda: 2 corridori
Australia: 2 corridori
Danimarca: 2 corridori
USA: 2 corridori
Portogallo, Slovacchia, Colombia, Russia, Kazakistan, Norvegia, Slovenia: 1 corridore

martedì 20 marzo 2018

Gand - Wevelgem 2018: i favoriti. Gilbert e Van Avermaet. E Sagan?

Sagan deve riscattare la delusione patita alla Milano-Sanremo dominata da Nibali, Van Avermaet vuole ripetere il successo della passata edizione. Sono loro due i corridori favoriti per il successo alla Gand - Wevelgem 2018, tra muri e pavé, in programma domenica 25 marzo. Per l'Italia, occhi puntati su Matteo Trentin e Sonny Colbrelli. L'ultimo successo azzurro in questa classica belga è quello di Luca Paolini nel 2015. Nell'attesa che si corra la E3 Harelbeke, da cui potrà venire qualche indicazione in più. Ecco il borsino dei favoriti.
*Aggiornamento del 23 marzo 2018: do una stelletta anche ad Elia Viviani che ha vinto la Tre Giorni di La Panne, diventata, e non capisco perché, corsa in linea.
*Aggiornamento del 23 marzo 2018: la E3 Harelbeke è stata appena vinta dall'olandese Terpstra, davanti al compagno di squadra Gilbert. Che, diventa il grande favorito per domenica.


  1. Gilbert ****
  2. Van Avermaet ****
  3. Sagan****
  4. Trentin ***
  5. Kristoff **
  6. Terpstra **
  7. Keukeleire **
  8. Colbrelli *
  9. Elia Viviani *

lunedì 4 settembre 2017

Campioni dimenticati: Ricardo Bochini, il dieci, l'idolo di Maradona

Il numero dieci. La massima potenza evocativa di un numero nel gioco del calcio. Anni fa proposi una classifica dei migliori numeri dieci della storia. E dimenticai Ricardo Bochini. Faccio ammenda e rimedio. Fu l'idolo del giovane Maradona. A lungo ostracizzato dalla nazionale argentina, peraltro sempre ricca di talenti. A quei tempi, parliamo soprattutto degli anni '70, le redini della nazionale albiceleste erano affidate al prestigiatore Ardiles. Epperò Bochini, per volontà del capo, Maradona s'intende, fu aggregato alla nazionale campione del mondo in Messico, nel 1986. Ed entrò in campo a tre minuti dalla fine della vittoriosa semifinale contro il Belgio. Maradona aveva segnato una doppietta epocale. Ed accolse in campo Bochini con un: maestro. Lento, lentissimo, Bochini, mai rientrato a contrastare, mai staccato di testa, gol sì, ma meno di quanti avrebbe potuto segnarne. Di fatto ambidestro, lucidissimo direttore d'orchestra, esploratore di traiettorie di passaggio, che poi solo Riquelme - che però aveva un fisico statuario - altro argentino incompreso ma grandissimo, avrebbe frequentato. Giocò per anni nell'Independiente. E vinse tantissimo. Anche la Coppa Intercontinentale. Due volte. La prima nel 1973, contro la Juve, che la giocò per il rifiuto dell'Ajax. Ma vinse anche due campionati argentini, quattro Coppe Libertadores! Al contrasto, Bochini non ci andava. Non ne aveva bisogno, dando via il pallone sempre un momento prima, sempre al momento giusto. Come poi vidi fare spesso a Platini. Nessun agonismo, epperò il gioco lo comandava Bochini. Palla al piede, grazie a finte uniche, gli avversari li saltava eccome. Di palloni ne giocava tantissimi. Senza sbagliare. Tocco, tocco e ancora tocco. Uno degli ultimi rappresentanti, Bochini, classe 1954, del calcio a ritmo di tango, mentre infuriava la rivoluzione olandese, s'imponeva la prestanza atletica, la velocità, ma pure la confusione. Oggi, però lontano dai livelli di eccellenza che Bochini raggiunse, gioca un poco a quella maniera Borja Valero. Solo più dietro. Mentre Bochini, nella propria metà campo ci capitava poco. E per sbaglio. Il numero dieci.

venerdì 1 luglio 2016

Galles-Belgio 3-1(#GallesBelgio). #Bale vs #Cr7

Il Belgio donina nei primi minuti e trova il gol con una prodezza balistica, tiro di prima intenzione da una trentina di metri di Nainggolan. Ma, il Galles, guidato da Bale ed ispirato da Ramsey, non molla. E trova il pareggio con un colpo di testa del capitano Williams. Nella ripresa partita nella ed aperta. Il gol, però, lo trovano i gallesi con Robson-Lamù, freddo in area. Poi, Vokes, appena entrato, chiude la partita con un gran colpo di testa. Galles in semifinale contro il Portogallo. Sarà Bale contro Cristiano Ronaldo.

domenica 26 giugno 2016

Hazard strepitoso: Belgio-Ungheria 4-0

Prova monumentale di Hazard, tornato su livelli di due anni fa. Trascina il Belgio ad un successo, forse troppo largo, contro una buona Ungheria. Splendido il suo gol, il terzo del Belgio contro i magiari: elegante sinossi dei fondamentali di stop, dribbling e tiro. Il Belgio va ai quarti di finale. Da quando gioca di rimessa, fa faville.

lunedì 13 giugno 2016

Italia 2 Belgio 0 (#ItaliaBelgio): gol di Giaccherini e Pellè

Belgio inconcludente, a dispetto del molto talento offensivo. Un lancio di Bonucci taglia la difesa avversaria: Giaccherini ha il tempo di stoppare e di battere a rete. Poi l'Italia si chiude. Ma sfiora due volte il gol con due colpi di testa di Pellè. Il Belgio crea ma Lukaku ricorda il Serginho del Brasile 1982. E senza centravanti il gol non arriva. L'ingresso di Immobile dona velocità e grinta all'Italia, che con un contropiede manovrato trova il gol della sicurezza di Graziano Pellè, grande giocatore. Merito a Conte. Giaccherini e Bonucci, migliori in campo, sono uomini suoi. Splendida, comunque, la prova di Zenga da commentatore. Che c'entra? C'entra eccome. Un Walter Zenga, c'è solo un Walter Zenga, un Walter Zenga...

#Euro2016: stasera Italia - Belgio

Un'Italia poverissima di talento debutta stasera agli Europei di calcio contro il Belgio. Era dagli anni '50, quando ancora pesavano i rigori della seconda guerra mondiale sulle spalle strette dei ragazzi degli anni '30, che il calcio nostrano non appariva così laterale e dimesso. Sarà difficile passare il girone. Pellè, centravanti sottovalutato, può essere decisivo. Per il resto, ci vorrà impegno. E fortuna.

sabato 12 dicembre 2015

Europei 2016: brutto sorteggio per l'Italia. Belgio, Svezia ed Irlanda saranno le avversarie

Il Belgio è più forte, per mille ragioni. La Svezia ha il talento solido di Ibrahimovic, ma non è irresistibile. L'Irlanda dovrebbe essere alla portata degli azzurri. Brutto sorteggio di girone per gli Europei del 2016. Conte dovrà sperare che salti fuori qualche talento.

venerdì 13 novembre 2015

Buffon (#Buffon) sopravvalutato: ha subito 142 gol in 170 partite in nazionale. Zenga miglior portiere della storia della nazionale italiana

Altri tre gol stasera contro il Belgio, peraltro forte, e Buffon vede salire a 126 gol il bottino delle reti subite in nazionale, alla media non edificante di 0,82 a partita. Zenga, ne subì appena 21 in 58 partite, alla media di appena 0,36 gol a partita. Sempre in nazionale. Senza farla troppo lunga, a nessuno sorge il dubbio che Buffon sia sopravvalutato? #Buffonritirati
Tornando alla nazionale italiana, considerati i portieri che abbiano messo assieme almeno 20 presenze, Zenga risulta di gran lunga il meno battuto. Segue classifica:

  1. Zenga 0,36 gol a partita: 21 gol subiti in 58 partite
  2. Toldo 0,53 gol a partita: 15 gol subiti in 28 partite 
  3. Peruzzi 0,54 gol a partita: 17 gol subiti in 31 partite 
  4. Pagliuca 0,69 gol a partita: 27 gol subiti in 39 partite
  5. Zoff 0,75 gol a partita: 84 gol subiti in 112 partite
  6. Albertosi 0,79 gol a partita: 27 gol subiti in 34 partite
  7. Buffon 0,84 gol a partita: 142 gol subiti in 170 partite
  8. Bordon 0,90 gol a partita: 20 gol subiti in 22 partite
  9. Olivieri 1,16 gol a partita: 28 gol subiti in 24 partite
  10. Combi 1,38 gol a partita: 65 gol subiti in 47 partite

*Aggiornamento del 23 novembre 2015: cambia poco, ma Buffon contro la Romania ha subito un altro gol, sicché aggiorno il titolo del post e la classifica di conseguenza.
*Aggiorammento del 06 ottobre 2016: papera clamorosa contro la Spagna e Buffon sale a 137 gol subiti in 164 partite. Questa sì che è stata un'uscita a vuoto, altro che quella di Zenga contro Caniggia ad Italia '90.
*Aggiornamento del 12 ottobre 2016: i due gol beccati dalla Macedonia portano Buffon a 139 gol subìti in 165 partite.
*Aggiornamento del 04 settembre 2017: grave errore sulla punizione di Isco, nel 3-0 rimediato dall'Italia al Bernabeu contro la Spagna, Buffon, che ha mostrato molte altre incertezze, ha subito 142 gol in 170 partite.

martedì 3 luglio 2012

Tour de France 2012: a Boulogne sur mer vince di nuovo Sagan di prepotenza, secondo Boasson Hagen

Dopo il Belgio, la carovana del Tour de France arriva in Francia, a Boulogne sur mer, cittadina di origini romane affacciata sulla Manica, con uno strappo finale molto impegnativo: pendenza media superiore al 7%. I favoriti per il successo finale dovranno, loro malgrado, uscire allo scoperto. Silvayn Chavanel, con il tipico orgoglio dei transalpini sulle strade di casa, azzarda una sortita ad una manciata di chilometri dal traguardo, vanificata da una cruva affrontata con leggerezza a poco meno di 2 km dall'arrivo. Si scatena la bagarre dopo il triangolo rosso, a 350 metri emerge prepotente Sagan che con un sprint irresistibile distanzia tutti i concorrenti e vince a braccia levate con tre biciclette di vantaggio. Secondo Boasson Hagen. Sagan, lo sostengo da tempo, è destinato a dominare le grandi classiche nei prossimi dieci anni. Questo arrivo a Boulogne sur mer, contrappuntato da continui saliscendi, somiglia ad una Liegi - Bastgogne - Liegi in edizione minore. Per la cronaca, Cancellara mantiene la maglia gialla.

giovedì 29 marzo 2012

Giro delle Fiandre 2012: Pozzato tra i favoriti

Domenica si correrà il Giro delle Fiandre, muri e pavé, una delle classiche più dure, la campagna del nord entra nel vivo. Tom Boonen, dopo i successi ad Harelbeke ed alla Gand-Wevelgem, è il favorito naturale di una corsa che si è già aggiudicato nel 2005  e nel 2006. Da tenere in considerazione anche Gilbert, vallone, che al fiammingo Boonen contende il primato della popolarità a due ruote nel Belgio, dove il ciclismo è ancora oggi, come 50 anni fa, lo sport nazionale. Da non sottovalutare Cancellara, che vinse nel 2010, e Filippo Pozzato. Salvo sorprese come lo scorso anno. Segue borsino dei favoriti.
Boonen *****
Cancellara ****
Gilbert ***
Pozzato ***