Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
Elenco blog personale
venerdì 17 febbraio 2023
giovedì 4 febbraio 2021
Chi comprerà l'Inter? Moratti III?
Le questioni societarie, da sempre, mi appassionano poco. Però, prendo atto che la vicenda di Suning alla guida dell'Inter è al capolinea. Esiste un mandato a vendere. Ci sono delle offerte, reali, supposte o futuribili. Si rincorrono ipotesi, retroscena e congetture. Fatto sta che, di qui a qualche mese, la proprietà dell'Inter sarà diversa. Qualcuno si spinge persino a sognare una terza era Moratti, dopo quella di Angelo (1955-1968) e Massimo (1995-2013). Ma, mi pare difficile. Io sarei a favore di un azionariato diffuso. Più sul modello Bayern Monaco che sul modello Barcellona. L'Inter ha quasi quattro milioni di tifosi, solo in Italia. Tutti, o quasi tutti, praticanti, vale a dire davvero interessati alle sorti della squadra. Sarebbe un progetto arduo, forse troppo ambizioso, ma, allo stesso tempo sarebbe una soluzione da non scartare. Non subito, almeno. Il calcio sta mutando pelle. Le spese pazze degli ultimi due decenni non saranno più possibili. Si renderà necessario un ridimensionamento. Ecco, dentro questo contesto mutato, potrebbe esserci spazio per un modello proprietario nuovo. Nuovo per l'Italia. E per l'Inter.
mercoledì 4 novembre 2020
L'Inter dovrebbe esonerare Conte
Premetto la mia antipatia per Antonio Conte e la sua lunga militanza bianconera, che ho sempre considerato un serio ostacolo all'arrivo prima e alla permanenza poi sulla panchina dell'Inter. Premetto anche la mia antipatia verso il calcio troppo manovrato, fraseggiato dal basso, i retropassaggi al portiere, un'infinità di tempo per progredire sul campo di 20 metri. Una specie di guardiolismo, ma senza Messi e senza Xavi e senza Iniesta. Perché preferisco il calcio più immediato, quello verticale, sì, anche con i lanci lunghi, perché il problema è saperli eseguire. E il fraseggio breve è il rifugio della modestia tecnica. E preferisco il calcio senza fronzoli. Hakimi ieri sera ha fatto un retropassaggio figlio di questa cultura collettivista, quasi sovietica e al tempo stesso radical chic del calcio contemporaneo. Quel pallone andava o difeso o buttato fuori, senza tanti fronzoli né orpelli. Invece no, non buttare il pallone. Regalarlo magari agli avversari ma non buttarlo. Oltre l'autolesionismo. Premesso tutto questo, il problema è Conte. Problema di non agile soluzione. Il rapporto con la società si era già incrinato ad agosto ed è proseguito, nell'insoddisfazione generale, solo perché Conte avrebbe desiderato l'esonero e Suning le dimissioni: in ballo i 12 (o giù di lì) milioni di ingaggio netti del tecnico leccese.
Conte non sa leggere le partite, ricava pochissimo dai cambi - ieri Zidane con i cambi ha vinto la partita -, pratica un solo tipo di calcio, conosce un solo schieramento, il 3-5-2 alla cui ortodossia nemmeno pensa di poter derogare. L'Inter ha già perso 7 punti in serie A e altrettanti in Champions, dove occupa un mestissimo ultimo posto nel Girone B. Il rendimento dell'Inter, negli scontri diretti e nelle partite solenni della scorsa come di questa stagione, è stato pessimo. Conte non ha soluzioni e, ultimamente, si è messo a parlare di progetto, di crescita programmata. La difesa fa acqua da tutte le parti: 15 gol subiti in 9 gare stagionali. Eppure Conte non ne parla, non assume una responsabilità al riguardo. Il problema era evidente già alla fine della passata stagione, quando l'Inter perse la possibilità di vincere lo scudetto prendendo gol evitabilissimi contro Sassuolo, Verona e via di seguito. Non è stato risolto ed anzi si è aggravato.
Andrebbe esonerato, Conte. Perché l'Inter avrebbe ancora la possibilità di una buona stagione e di tornare a vincere un trofeo. Senza Conte, però. O, per lo meno, senza questo Conte, ostinatamente in difesa delle sue convinzioni, sbugiardate dal campo. La qualità della rosa nerazzurra, al netto di un paio di lacune, permetterebbe un'inversione di rotta. Persino con Conte in panchina. Conte è disponibile a cambiare registro? A rivedere tante sue posizioni che somigliano a petizioni di principio? Io credo di no. E, perciò, ritengo necessario il suo esonero. Stiamo a vedere cosa succede.
sabato 3 agosto 2019
Inter: l'immobilismo di Suning
lunedì 22 luglio 2019
Conte, Marotta e Suning. E l'Inter
venerdì 17 maggio 2019
Mai Icardi alla Juve!!! L'Inter batta un colpo
martedì 2 aprile 2019
Genoa-Inter: convocato Icardi. Retromarcia di Spalletti
giovedì 28 febbraio 2019
La strategia di Marotta su Icardi
venerdì 4 gennaio 2019
L'Inter ha bisogno di fuoriclasse e gioco verticale
venerdì 14 dicembre 2018
Marotta all'Inter: un errore di Suning
mercoledì 28 marzo 2018
Le dimissioni di Sabatini. Basta con Suning
lunedì 19 febbraio 2018
Inter: le ragioni di una lunga crisi (in 5 punti)
- Nelle prime 15 giornate, Icardi ha segnato 16 gol, Perisic sette. Impensabile che potessero continuare a quei ritmi. Eppure Spalletti non ha immaginato contromisure ad un loro prevedibile calo di rendimento.
- L'Inter aveva giocato sempre al 100% delle proprie possibilità, raccogliendo, qui e là, anche la mano della buona sorte. Impensabile poter tenere sempre così alta la tensione nervosa, impensabile che continuasse l'assistenza della fortuna. Spalletti avrebbe dovuto lavorare di più sulle soluzioni offensive. Invece un solo schema: cross dalle fasce. Gli avversari l'hanno capito.
- A gennaio, sarebbe stato necessario intervenire. Con un centrocampista capace d'inserirsi e di segnare, per esempio Ramires, e con un trequartista capace di accendere la luce sulla trequarti. Anche contro il Genoa, l'Inter ha tenuto il pallone più degli avversari. Ma, arrivata negli ultimi 30 metri, non sapeva che fare. Quanto sarebbe servito Pastore, specialmente ora che non c'è Perisic a saltare l'uomo, che Candreva è sparito, che Borja Valero, ma non è più una novità, cammina. E qui ci sono le colpe di Suning.
- Nelle ultime dieci partite, l'Inter ha segnato la miseria di 7 gol. Due Icardi, nessuno Perisic (cfr. punto 1). Candreva ha avuto un tracollo. Per di più la difesa ha cominciato a subire quello che priva evitava. Sarebbe stato saggio virare su un 4-4-2, in nome del vecchio motto di Sir Chapman: safety first. Spalletti non l'ha fatto. Insistendo con un 4-2-3-1, per il quale mancano gli interpreti e che la squadra non regge. Ora, la difesa sta subendo un gol a partita.
- Poi, ci sono i nodi irrisolti. A sinistra, Spalletti aveva scelto, e bene, Santon. E' bastata la partita sfortunata contro l'Udinese, per mettere tutto in discussione. Eppure la crisi era iniziata contro il Pordenone. E Santon non aveva giocato. Le altre tre sconfitte, Sassuolo, Milan in Coppa Italia e Genoa, hanno visto Santon in panchina. Hanno giocato Nagatomo, finalmente andato via, Dalbert, Cancelo e D'Ambrosio a sinistra. Tutti male, alcuni malissimo. Handanovic, per me da sempre non da Inter, da sempre trafitto da gol evitabili, al netto di qualche parata più spettacolare che difficile, ha sulla coscienza diversi punti persi, diversi gol presi. Compreso quello di El Shaarawi contro la Roma. Sono anni che va così. Come D'Ambrosio, la cui cifra tecnica è compatibile, al massimo, con la serie C. Aver puntato su di loro, ancora, è stato un errore di Spalletti. Come aver impiegato mesi a panchinare Candreva, poi tornato titolare, purtroppo, contro il Genoa. Stesso discorso per Borja Valero. Emmers, già oggi, è due volte più forte.
giovedì 1 febbraio 2018
Il mercato di Suning
Dante Alighieri |