Premetto la mia antipatia per Antonio Conte e la sua lunga militanza bianconera, che ho sempre considerato un serio ostacolo all'arrivo prima e alla permanenza poi sulla panchina dell'Inter. Premetto anche la mia antipatia verso il calcio troppo manovrato, fraseggiato dal basso, i retropassaggi al portiere, un'infinità di tempo per progredire sul campo di 20 metri. Una specie di guardiolismo, ma senza Messi e senza Xavi e senza Iniesta. Perché preferisco il calcio più immediato, quello verticale, sì, anche con i lanci lunghi, perché il problema è saperli eseguire. E il fraseggio breve è il rifugio della modestia tecnica. E preferisco il calcio senza fronzoli. Hakimi ieri sera ha fatto un retropassaggio figlio di questa cultura collettivista, quasi sovietica e al tempo stesso radical chic del calcio contemporaneo. Quel pallone andava o difeso o buttato fuori, senza tanti fronzoli né orpelli. Invece no, non buttare il pallone. Regalarlo magari agli avversari ma non buttarlo. Oltre l'autolesionismo. Premesso tutto questo, il problema è Conte. Problema di non agile soluzione. Il rapporto con la società si era già incrinato ad agosto ed è proseguito, nell'insoddisfazione generale, solo perché Conte avrebbe desiderato l'esonero e Suning le dimissioni: in ballo i 12 (o giù di lì) milioni di ingaggio netti del tecnico leccese.
Conte non sa leggere le partite, ricava pochissimo dai cambi - ieri Zidane con i cambi ha vinto la partita -, pratica un solo tipo di calcio, conosce un solo schieramento, il 3-5-2 alla cui ortodossia nemmeno pensa di poter derogare. L'Inter ha già perso 7 punti in serie A e altrettanti in Champions, dove occupa un mestissimo ultimo posto nel Girone B. Il rendimento dell'Inter, negli scontri diretti e nelle partite solenni della scorsa come di questa stagione, è stato pessimo. Conte non ha soluzioni e, ultimamente, si è messo a parlare di progetto, di crescita programmata. La difesa fa acqua da tutte le parti: 15 gol subiti in 9 gare stagionali. Eppure Conte non ne parla, non assume una responsabilità al riguardo. Il problema era evidente già alla fine della passata stagione, quando l'Inter perse la possibilità di vincere lo scudetto prendendo gol evitabilissimi contro Sassuolo, Verona e via di seguito. Non è stato risolto ed anzi si è aggravato.
Andrebbe esonerato, Conte. Perché l'Inter avrebbe ancora la possibilità di una buona stagione e di tornare a vincere un trofeo. Senza Conte, però. O, per lo meno, senza questo Conte, ostinatamente in difesa delle sue convinzioni, sbugiardate dal campo. La qualità della rosa nerazzurra, al netto di un paio di lacune, permetterebbe un'inversione di rotta. Persino con Conte in panchina. Conte è disponibile a cambiare registro? A rivedere tante sue posizioni che somigliano a petizioni di principio? Io credo di no. E, perciò, ritengo necessario il suo esonero. Stiamo a vedere cosa succede.
Concordo quasi su tutto. Non è accettabile che Inter abbia gli stessi punti del Verona in campionato. E le dichiarazioni di Conte (la squadra è in crescita) fanno ridere perchè a Novembre la squadra è già mezza fuori dalla Champions e in ritardo in campionato. Dovesse perdere anche con Atalanta e sprofondare a -8...La squadra ha delle lacune e le scelte scellerate del mercato imposte da Conte (Vidal e Kolarov) hanno addirittura indebolito la squadra. Perchè con Kolarov subiamo 2 gol a partita e Vidal, che adesso dovrà giocare per diritto divino, in mezzo al campo corre ormai meno di Gagliardini, si inserisce meno di Gagliardini e perde gli stessi palloni di Gagliardini. Avrebbe più senso arretrare Barella e inserire Naingollan anche se sulle condizioni fisiche e la professionalità del belga Conte pare sia scettico. Purtroppo la perdita più grave è quella di Sensi, giocatore perfetto per accendere la luce ma sempre rotto. Eriksen è un pacco, inutile girarci intorno. Non è adatto al calcio italiano. E Manca un esterno sinitro: in realtà ce ne sarebbero 2 (Young e Kolarov) ma di 35 anni, così Conte preferisce riciclare Perisic in un ruolo non suo.
RispondiEliminaIl problema di Eirksen è che è un giocatore di calcio in mezzo a troppi giocatori di pallone. E la differenza c'è. Il danese sa lanciare e calciare, gioca di prima, non tocca il pallone 3/4 volte come Brozovic prima di eseguire un'apertura. Avrebbe bisogno di un contesto organizzato. Mentre, nell'Inter di Conte, la sola organizzazione è quella in avvio d'azione, descritta nel post, lunga, lenta, laboriosa e generalmente improduttiva. Ha segnato, peraltro, da centrocampista, a 28 anni e mezzo, 140 gol in carriera. Ha giocato in squadre prestigiose come l'Ajax e il Tottenham, è una bandiera della Danimarca. Tutto, tranne che un pacco. Ma non è un giocatore da Conte. Bergomi, molto criticato per questo, l'aveva detto subito. Ciò non toglie che sia un signor centrocampista.
EliminaÈ stato un errore ingaggiarlo poiché, per quanto forte, non è adatto all'idea di calcio di conte e lo stesso conte, che pure merita tante censure, lo disse sin da subito. Come si fa a sostenere un simile sforzo economico per un giocatore in cui il tecnico non crede?...
RispondiEliminaLui e Marotta hanno diversità di vedute. Accadde anche alla Juve nel 2014. Solo che allora Conte se ne andò. In questo caso, l'ingaggio ha contato più del resto.
EliminaE l'errore resta di Suning. Che ha sbagliato prima a prendere Marotta e poi ad ingaggiare Conte. E non solo per la questione, per me importante, dei loro trascorsi bianconeri, ma anche per la brusca interruzione del rapporto di Conte con la Juve, e quindi con Marotta, nel 2014. Un precedente per niente incoraggiante. Non pretendo che Suning conosca la storia del calcio. Ma la cronaca, quella almeno, sì. Tutto ampiamente prevedibile. Ciò detto, ripeto, l'Inter ha comunque una rosa tale da poter vincere il campionato.
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