Nelle ultime partite di campionato, l'Inter ha segnato la miseria di 3 gol, nessuno contro la Juve, uno contro l'Udinese, nessuno contro il Sassuolo, nessuno contro la Lazio, uno contro la Fiorentina, uno contro la Roma. Tre gol in sei partite. Ed ancora si perde tempo a rovistare tra errori difensivi individuali, veri o presunti. Segnando così poco, non si fa strada. Il problema dell'Inter, numeri alla mano, è la monotonia di un gioco privo di alternative a quello sulle fasce, dove, peraltro, Candreva non salta l'uomo nemmeno per sbaglio e Perisic vive un lungo letargo. Né Icardi, fortissimo in area, ha il fisico per reggere da solo il peso dell'attacco. Ieri, lanciato verso la porta, si è fatto rimontare e stringere da Fazio e Manolas. Ronaldo li avrebbe lasciati sul posto, Adriano, come Vieri, li avrebbe fatti rimbalzare. Milito li avrebbe mandati a sbattere con una finta. Icardi, pur fisicamente tosto, non è dominante rispetto a difensori cui ceda centimetri e chili, quasi tutti, né ha un gran dribbling, anzi. E così, se non servito faccia alla porta, in area, viene facilmente fermato. Tutta la fase di costruzione del gioco nerazzurro, poi, è sterile. Gagliardini, che andrebbe bene in un centrocampo a 3, stenta in quello spallettiano a 2. Borja Valero, privo di uno scatto degno di questo nome, non può fare il trequartista. Meglio quando gioca più indietro. Per questa ragione, pensavo e penso che Ramires avrebbe fatto e farebbe comodo. Ha il cambio di passo, per dare altro ritmo ad una manovra altrimenti troppo compassata. Anche Rafinha può tornare utile: la sua cifra tecnica, al netto di una condizione atletica da ritrovare, è altissima. Ma, soprattutto, Rafinha e Ramires hanno una personalità che manca a molti interpreti attuali dell'Inter di Spalletti. Suning si dia una mossa. Ramires serve. E, forse, servirebbe anche Sturridge.
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lunedì 22 gennaio 2018
lunedì 8 gennaio 2018
Ramires è il rinforzo che serve all'Inter
E' Ramires il rinforzo di cui l'Inter ha bisogno. E non solo perché tesserato con una società del gruppo Suning. Il centrocampo attuale dell'Inter manca di rapidità e di brillantezza. Borja Valero porta palla, lo stesso fa Gagliardini. Vecino è l'unico che saprebbe inserirsi, ma ha struttura pesante ed è soggetto a cali di forma. Ramires è rapido di gambe, ha tecnica tipicamente brasiliania ma sa anche contrastare. Ha gli strappi che servirebbero a svegliare il letargico centrocampo nerazzurro. Poi, fosse possibile, proverei anche a prendere Pastore, che, dietro Icardi, potrebbe fare la differenza. Ma, quella del Psg è una bottega cara.
martedì 24 aprile 2012
Chelsea in finale: Barcellona eliminato. Finisce 2-2 al Camp Nou. Impresa dei blues di Di Matteo
Camp Nou. Semifinale di ritorno di Champions League. Difesa ad oltranza. Un valorosissimo Chelsea sceglie di aspettare i blaugrana. Barricate intelligenti. I catalani stentano, ma, passano con Busquets. La partita s'infiamma. E l'arbitro ci mette del suo. Esagerata espulsione di Terry, che dà ragione a Mourinho: il Barca gode di una speciale protezione internazionale. L'intervento del capitano dei blues è da tergo, ma un'ammonizione basterebbe eccome. Passano sette minuti e segna anche Iniesta. Soltanto che, nemmeno il tempo di rimettere la palla in gioco, Ramires accorcia le distanze con un grandissimo gol. Si va all'intervallo e la qualificazione è del Chelsea. Passano cinque minuti della ripresa e puntuale arriva un rigore per il Barca. Solo che Lionello Messi spedisce il pallone sulla traversa. La fallibilità umana! Il Barcellona fa ancora la partita ma non trova pertugi nella difesa del Chelsea. Drogba, prova monumentale la sua, lotta come un leone. Al 79' esce proprio Drogba, stanchissimo, e lascia il posto a Fernando Torres. Poco dopo Messi completa la sua collezione di legni e prende il palo. Al 90' segna Torres, che torna il campione di un tempo. La partita finisce 2-2. Apoteosi blues. Il Chelsea di Di Matteo, davvero bravo, va in finale di Champions. Il Barcellona di Guardiola è eliminato. E' finita un'epoca! Che nessuno osi più paragonare Messi a Maradona!
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