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sabato 9 luglio 2022

TdF 2022: a Losanna vince Van Aert

Ottava tappa del Tour de France 2022, da Dole a Lausanne, Losanna, in Svizzera, per 186,3 km, lungo un percorso vallonato adatto a fughe e colpi di mano. Dopo le fatiche di ieri lungo la Super Planche des Belles Filles, qualcuno potrebbe pagare dazio. Penso che Pogacar, ad averne le forze e le gambe, andrebbe attaccato in tappe come questa. La Jumbo-Visma dovrebbe essere la prima a concepire e realizzare un piano del genere. Ha i corridori per provarci, se non altro.

La cronaca. 

Arriva il gruppo della maglia gialla ristretto ad una quarantina di unità. Volata. Vince Van Aert su Matthews e lo stesso Pogacar, il cui protagonismo non so se sia indice strapotere atletico o sintomo di qualche insicurezza sopravvenuta. Voleva vincere? Contro Van Aert, su arrivo del genere non avrebbe potuto. Voleva i 4" secondi di abbuono? Quelli li ha presi. Stiamo a vedere. 

venerdì 8 luglio 2022

Wimbledon 2022: Djokovic in finale contro Kyrgios

Comincia malissimo Djokovic, subendo tre break nel primo set, che Norrie vince. Poi, il campione serbo sale di tono e si annette il secondo e il terzo. Nel quarto, Norrie perde subito il servizio, poi gioca meglio - e il suo tennis mancino è niente male - ma Djokovic sbaglia pochissimo e chiude 6-4. Ottava finale a Wimbledon per lui. Affronterà Kyrgios, che ha beneficiato del forfait di Nadal. Tiferò per Kyrgios.

TdF 2022: Pogacar trionfa sulla Super Planche des Belles Filles

Il Tour de France 2022, nella settima frazione, parte da Tomblaine e si arrampica sui Vosgi, con arrivo alla Super Planche des Belles Filles: nella parte finale si raggiungerà una pendenza del 24%. Il gruppo riparte ancora sotto l'impressione della disarmante vittoria di Pogacar di ieri, a Longwy. 

La cronaca. 

Lungo la Super Planche des Belles Filles, tra i fuggitivi di giornata, resta da solo il tedesco Kämna. Dietro, tira l'UAE di Pogacar. Si stacca, purtroppo, Thibaut Pinot. Cede anche Vlasov, tra i più attesi alla vigilia. Resta solo Majka con Pogacar a poco meno più di 2 km dal traguardo. Durissimo lo sterrato, con la polvere che si solleva davanti ai corridori, sostenuti da un magnifico tifo da stadio. Kämna viene ripreso e saltato da Vingegaard che sopravanza Pogacar e pare destinato ad una vittoria, che invece gli sfugge. Perché Pogacar raccoglie dal fondo del suo immenso orgoglio di campione le ultime energie per sorpassarlo negli ultimi tre metri, e vincere, bissando il successo di ieri, consolidando il primato in classifica e portandosi ad otto tappe al Tour in carriera a nemmeno 24 anni. Vingegaard, ora secondo a 35" però, mi pare che possa dargli, da qui alla fine, del filo da torcere. Da segnalare il terzo posto nella generale di Geraint Thomas, a 1'10": 36 anni e non sentirli. Tappa splendida.


giovedì 7 luglio 2022

TdF 2022: a Longwy Pogacar tappa e maglia gialla

Tappa frastagliata, la sesta del Tour de France 2022, con un buon numero di cotes, da Binche, in Belgio, a Longwy, nella Lorena storica, per 220 km: finalmente una lunghezza da vecchia Grande Boucle. Se avranno paura dell'arrivo di domani sulla Planche des Belles Filles, i grandi lasceranno andare via una fuga. Altrimenti, si daranno battaglia negli ultimi venti chilometri: il percorso lo permetterebbe eccome. E tappe come queste, in passato, hanno spesso inciso sulla classifica finale come e più di quelle di alta montagna. Tutta una questione d'interpretazione della gara. Credo che sia stanco. Se non lo fosse, sarebbe sempre Van Aert il favorito per il successo odierno. 

La cronaca.

I migliori si giocano il successo allo sprint in leggera ascesa e vince Tadej Pogacar, in forma smagliante, precedendo Matthews e Gaudu. Pogacar, complice la resa preventiva di Van Aert, indossa anche la maglia gialla, con 20" su Powless e 31" su Vingegaard. Poi, tre inglesi, Adam Yates, Pidcock e Geraint Thomas. Ha perso oltre due minuti il beniamino di questo blog, Thibaut Pinot. Mi auguro che domani, vicino casa sua, su salite che conosce benissimo, abbia voglia di riscatto. 

mercoledì 6 luglio 2022

TdF 2022: ad Arenberg vince Clarke, crisi per Roglic, guadagna Pogacar

Quinta tappa del Tour de France 2022, Lille Metropole-Arenberg, 157 km e tanto pavé, una sorta di editio minor della Parigi-Roubaix. Favoriti la maglia gialla Van Aert e il suo eterno rivale Van der Poel. Chi lotta per la classifica finale, dovrà difendersi. 

Vince, tra i fuggitivi di giornata, l'australiano Simon  Clarke, che precede al fotofinish l'olandese Van der Hoorn. Terzo, dopo 2", Boasson Hagen. Pogacar, a suo agio dappertutto, e perciò anche sul pavé, fa la differenza e guadagna sugli avversari diretti, soprattutto su Roglic che cede oltre 2' al connazionale. Non dico che qui abbia vinto il Tour (qualcosa del genere accadde con Nibali nel 2014), ma certo un'ipoteca ulteriore sul successo finale l'ha messa. Poi, nel ciclismo, come nella vita, nulla è certo. Vingegaard, tirato da Van Aert, limita i danni e giunge al traguardo 13" dopo Pogacar. Van Aert resta in maglia gialla.

martedì 5 luglio 2022

Djokovic-Sinner: 5-7, 2-6, 6-3, 6-2, 6-2

Sinner sfida Djokovic a Wimbledon, dove il serbo ha vinto cinque volte. Tre, ancora fatico a crederci, contro sua maestà Roger Federer. Insomma, Djokovic è largamente favorito. Non mi nascondo. Non amo il tennis di Sinner, che considero meno talentuoso di Fognini e di Musetti. E gli preferisco anche Berrettini, che questo Wimbledon avrebbe, secondo me, potuto vincerlo. Ma, contro Djokovic, tiferò Sinner. Tiferei comunque contro Djokovic.  

La cronaca breve.

Comincia bene Djokovic e la partita sembra segnata. Ma, Sinner rimonta e vince il primo set 7-5 e il secondo, addirittura, 6-2. Il passaggio a vuoto, per l'altoatesino, giunge alla metà del terzo set, quando il suo servizio perde di precisione. Djokovic si annette il terzo set 6-3. La partita continua. Ma, non bene per Sinner, che subisce subito il break. Serve in modo discontinuo, mentre il serbo pare più a suo agio negli scambi da fondo. Djokovic si annette il quarto set per 6-2. Si va al quinto e decisivo set. Che, tuttavia, finisce allo stesso modo. Decisivo il calo fisico di Sinner e le basse percentuali di prime servizio. Così è Djokovic a qualificarsi alle semifinali. 

TdF 2022: a Calais trionfa Van Aert in giallo

Lasciata la Danimarca, il Tour de France 2022, riparte, nella quarta tappa, dalla Francia, da Dunkerque: 171,5 km fino a Calais. Frazione ricchissima di storia e di suggestioni. Per anni, dal 1912 fino al 1927, Dunkerque fu sede di partenza dell'ultima tappa del Tour, che si concludeva immancabilmente a Parigi. Nel 1922, 100 anni fa, vinse la Dunkerque-Parigi il belga Thys, che aveva conquistato la Grande Boucle nel 1913, nel 1914 e nel 1920 (gli sfuggirono le edizioni di mezzo, tra il 1915 e il 1918 perché, a causa della Prima Guerra Mondiale, non si disputarono). Nel 1919, Thys si era ritirato durante la prima tappa. La maglia gialla finale, nel 1922, finì invece sulle spalle di un altro corridore belga, Firmin Lambot. Dunkerque sarebbe poi divenuta famosa per ragioni extraciclistiche nel giugno del 1940, secondo conflitto mondiale, quando le truppe tedesche sconfissero inglesi e francesi, che riuscirono a mettersi in salvo proprio dal porto di Dunkerque, abbandonando armi e munizioni. Scamparono rocambolescamente in 400.000. 

La cronaca. 

Sull'ultima cote di giornata, clamoroso attacco di Van Aert, che sorprende Pogacar e mette alla frusta tutti i pretendenti al successo finale. I primi a rispondere sono Adam Yates e Vingegaard. Roglic in difficoltà. Dietro provano ad organizzarsi, ma Van Aert, anche cronoman di razza, è imprendibile. E vince, con 8" di vantaggio sul gruppo dei migliori, regolato in volata da Philipsen e Laporte, nell'ordine. Van Aert consolida il primato in classifica. Nessuno può togliermi dalla testa che uno come lui, se ci credesse, nell'annata giusta, con la squadra a disposizione, il Tour potrebbe anche vincerlo. 

domenica 3 luglio 2022

TdF 2002: a Sønderborg vince Groenewegen

Terza tappa del Tour de France 2022, sa Vejle a Sønderborg, nello Jutland meridionale. Tappa insidiosa.

La cronaca. 

Caduta immancabile, a circa 7 km dal traguardo. Gruppo assottigliato. Vince Groenewegen, di uno spicchio di ruota, sulla maglia gialla Van Aert, al terzo secondo posto in altrettante tappe, e Peter Sagan. 

sabato 2 luglio 2022

TdF 2022: a Nyborg vince Jakobsen. Van Aert in giallo

Seconda tappa danese del Tour de France 2022, 202 km da Roskilde, sull'isola di Zelanda, a Nyborg, sull'isola di Fionia. Nel finale andrà attraversato un magnifico ponte sul mare di 18 km, spesso spazzato dal vento. Non è scontata la volata di gruppo. 

Cade la maglia gialla lungo il ponte sospeso. Poi altra caduta. Volata di gruppo. Vince Jakobsen. Secondo Van Aert, che, grazie ai 6" di abbuono, sfila la maglia gialla a Lampaert. Terzo Pedersen. C'è poco da fare, gli ultimi km delle prime tappe del Tour restano i più concitati e rischiosi e difficili da interpretare nel ciclismo. Non basta guidare bene la bici e scegliere le posizioni giuste nel gruppo. Occorre anche una cospicua dose di fortuna per non rovinare a terra.

venerdì 1 luglio 2022

TdF 2022: a Copanaghen Lampaert è la prima maglia gialla

La prima tappa del Tour de France 2022 è una breve cronometro di 13,2 Km, tutta a Copenaghen, perché la Grande Boucle, quest'anno, parte dalla Danimarca. A contendersi il successo di giornata e la prima maglia gialla Ganna, Van Aert e Van der Poel. Capiremo come stiano i pretendenti al successo finale.

La cronaca. 

Ganna, probabilmente frenato dalla pioggia e dall'asfalto bagnato, non riesce a regalarsi e a regalarci una grande prestazione (poi si saprà anche di una foratura alla ruota posteriore). Quella che invece sfodera l'asso belga Van Aert. A lungo è lui la maglia gialla, che finisce invece, a sorpresa, ma fino a un certo punto, sulle spalle del connazionale Lampaert. Cui alla vigilia della prima tappa nessuno pensava, ma che, contro il tempo, ha vinto una tappa all'ultimo Giro del Belgio, il campionato nazionale lo scorso anno, nel 2017 e nel 2018, e anche una tappa al Giro della Svizzera nel 2019. Insomma, sorpresa relativa. Dopo Lampaert, quindi, Van Aert a 5", Pogacar, il grande favorito per il successo finale a 7". Quarti Ganna a 10", quinto Van der Poel a 13".

 


mercoledì 29 giugno 2022

Paltrinieri oro mondiale nella 10 km a Budapest

Dopa i 1.500 m in vasca, i 10 km in acque libere. Un altro oro, ai Mondiali di Budapest, per Gregorio Paltrinieri, tornato dominatore assoluto del fondo nel nuoto. E cominciano i paragoni con i grandi del passato o di altri sport. Di certo, parliamo di un atleta straordinario, per classe ma anche per temperamento. E con sconosciute doti di recupero. Nell'atletica, a causa della vicinanza degli impegni, ai mondiali e alle Olimpiadi, nessuno più gareggia sui 200 m e sui 400 piani, pochissimi sui 100 e sui 200. Ancora meno nel mezzofondo (su 5.000 e 10.000 o su 800 e 1.500), dove misurarsi su diverse distanze è sempre più una rarità. Ecco, Paltrinieri, che domina dentro e fuori la vasca, gareggiando e vincendo dopo fatiche notevolissime nello spazio di uno, due giorni, è un campione raro prima ancora che grandissimo. 

Cartoline dal Tour de France: Copenaghen

Mancano due giorni alla partenza del Tour de France 2022. Che, tante volte è capitato, prenderà il via dall'estero. Da Copenaghen. Breve cronometro di 13,2 km tutti nella capitale danese, dove andare in bici è sicuro, dove andare in bici, a dispetto delle rigidissime temperature invernali, è la regola, grazie ai 350 km di piste ciclabili perfettamente tenute. Di chi sarà la prima maglia gialla? Di Ganna? Di Van Aert? Di Van der Poel? O proprio di Pogacar? 

domenica 26 giugno 2022

Filippo Zana campione italiano di ciclismo 2022

È il veneto Filippo Zana, classe 1999, il nuovo campione italiano di ciclismo. Il titolo nazionale segue, per lui, il recente successo nella breve corsa a tappe Adriatica-Ionica. Zana ha battuto in uno sprint ristretto Rota e Battistella.

giovedì 23 giugno 2022

Quando Pietrangeli sfiorò Wimbledon: era il 1960

Per anni ci si è interrogati su chi sia stato il miglior tennista italiano di sempre. Pietrangeli o Panatta? La domanda resta attuale, anche se la nuova generazione di talenti, da Berrettini a Sinner a Musetti aggiungerà nuovi nomi al dilemma. Prima della cosiddetta Era Open, di certo nessuno è stato forte quanto Nicola Pietrangeli: due volte vincitore del Roland Garros, tre volte vincitore a Montecarlo, due volte vincitore agli Internazionali d'Italia. Per parlare del singolare, ma fu anche uno straordinario campione del doppio. Sulla terra rossa, ha avuto pochi rivali. Eppure andò vicino a vincere anche il torneo di Wimbledon. Era il 1960.  


Al primo turno, Pietrangeli superò per 6,3, 9-7 [il tie-break non esisteva ancora], 6-3, lo statunitenense Patty. Non uno qualunque: dieci anni prima si era imposto proprio a Wimbledon, dopo averlo fatto al Roland Garros. Aveva però, Patty, 36 anni, nove più di Pietrangeli, e declinava. Nel secondo turno (6-1, 6-4, 9-7), Pietrangeli sconfisse l'australiano Mulligan, giovanotto di 20 anni, che sui prati londinesi avrebbe raggiunto la finale due anni dopo. Al terzo turno, superò in cinque combattutissimi set il britannico Wilson (6-2, 4-6, 13-11, 6-8, 6-3), per sorvolare più agevolmente gli ottavi di finale contro l'americano Frost (6-4, 6-1, 6-2). Nei quarti, Pietrangeli battè in 4 set lo spilungone statunitense Barry MacKay (16-14, 6-2, 3-6, 6-4), che un anno primo aveva vissuto la migliore stagione della carriera con le semifinali proprio a Wimbledon e agli Australian Open (che pure si disputavano sull'erba).


E fu così che giunsero le semifinali, dove Pietrangeli incrociò la racchetta con il talento sublime del mancino australiano Rod Laver, di anni 22, che l'anno dopo e poi ancora nel 1969, dopo la parentesi del professionismo, avrebbe completato il Grande Slam stagionale! Il gioco di Laver, magnifico servizio, rovescio affilato, superba presenza a rete, sapienza unica di tocco, era grosso modo il contrario di quello di Pietrangeli, che si svolgeva più da fondo campo. Certo quello di Laver si adattava di più all'erba. La partita fu intensa e durò cinque set. Pietrangeli vinse il primo e il terzo, Laver il secondo, il quarto e il quinto (4-6, 6-3, 8-10, 6-2, 6-4). Fu la grande occasione mancata di Pietrangeli sull'erba, dove mai vinse un torneo, lui che, nel solo singolare, seppe conquistarne 48. Prima del magnifico Wimbledon 1960, che poi in finale Fraser avrebbe vinto contro Laver, una sola altra volta Pietrangeli aveva brillato sull'erba, a Sidney, dove nel 1957 aveva perso proprio contro Fraser.

martedì 21 giugno 2022

9 luglio 1877: nasceva il torneo di Wimbledon

Correva l'anno 1877 e nasceva il torneo di tennis di Wimbledon: 145 anni fa, tra il 9 e il 19 luglio. Se ancora vi domandate le ragioni del fascino unico dei prati londinesi, la prima va ricercata in questa distanza, che si misura in circa sei generazioni. Regnava su Londra e l'Inghilterra e il vastissimo impero britannico, esteso su parte dell'America, buona parte dell'Africa, l'India e il Pakistan di oggi e tanto altro mondo, la regina Vittoria, che era salita al trono nel 1837 e vi sarebbe rimasta sino al 1901. Gli inglesi dominavano politicamente sul continente e ancora non era avvenuto, a loro danno, il sorpasso economico e militare delle ex colonie degli Stati Uniti d'America. L'Italia era un giovane regno, guidato da Umberto I di Savoia. Proprio nei giorni in cui a Wimbledon si giocava, veniva approvata la Legge Coppino, che rendeva obbligatori i primi due anni di scuola elementare in un paese, l'Italia, piagato dall'analfabetismo. Il 1877. S'intravedevano rari esemplari di velocipede, soprattutto in Francia, nessuna vera avvisaglia delle automobili, del cinema. Nemmeno della trasmissione radiofonica. Guglielmo Marconi aveva appena tre anni. La cosiddetta seconda rivoluzione industriale si stava avviando, anche in Italia e in Germania, ma l'Europa restava, per lo più, profondamente rurale. E gli inglesi già giocavano a tennis e iniziavano una tradizione che sarebbe durata fino a oggi. Quella prima edizione fu vinta da Spencer Gore, ventisettenne, che le cronache attestano come il primo capace di utilizzare la volée: colpire al volo la pallina prima del rimbalzo sul proprio campo. Siamo agli albori della Belle Epoque, quel periodo di relativa pace, crescente benessere, pur tra gigantesche diseguaglianze, che l'Europa visse tra il 1871, con la fine della guerra tra Francia e Prussia, e il 1914, quando deflagrò la Prima Guerra Mondiale. Lo sport, come oggi lo conosciamo, nacque e si affermò allora.

domenica 19 giugno 2022

Tour de Suisse: vince Geraint Thomas

È il gallese Geraint Thomas a conquistare il Giro della Svizzera 2022, scavalcando, secondo pronostico, Higuita nella cronometro conclusiva. Vinta da Remco Evenepoel. Evenepoel conferma doti straordinarie sul passo, ma continua ad essere respinto dalle grandi montagne. Thomas si candida ad un ruolo da protagonista al prossimo Tour de France. Dalla sua, l'esperienza, contro, l'anagrafe. Tornando al Tour de Suisse, dopo Thomas e Higuita, terzo si è classificato Fuglsang. Da registrare la sesta piazza del lussemburghese Bob Jungels, che da tempo non era così competitivo. 

Queen's 2022: bis di Berrettini. Battuto Krajinovic in due set

Battuto il serbo Krajinovic in due set (7-5, 6-4) e Berrettini conquista per il secondo anno consecutivo i prati del Queen's di Londra. Settimo titolo Atp e quarto sull'erba per Berrettini. Alla vigilia di Wimbledon, dove fu finalista lo scorso anno. Molti lo criticano, rimproverandogli di possedere solo un grande servizio. Beh, non ha solo quello, pure importantissimo nel tennis moderno. Berrettini possiede anche un dritto notevole e una discreta attitudine a rete. Sull'erba può giocarsela con tutti, al momento. 

Tour de France 2022: ha vinto Vingegaard

Le Tour de France 2022🚴

Partenza dalla Danimarca, sei tappe di montagne, con 5 arrivi in salita: la Planche Des Belle Filles, sui Vosgi, Col Du Granon e Alpe d'Huez sulle Alpi, Peyragudes e Hautacam sui Pirenei. Due le frazioni a cronometro, destinate a fare la differenza, soprattutto l'ultima. Pogacar, vincitore delle ultime due edizioni della Grande Boucle è il grande favorito. L'altro campione sloveno, Roglic, con due vice di lusso come Vingegaard e Van Aert, ha la squadra più forte. Ecco il borsino di tutti i favoriti della vigilia.

Le 21 tappe del Tour de France 2022 (si potrà cliccare sulle singole tappe, per leggerne la cronaca).

1^ 1 luglio Copenaghen-Copenaghen 13,2 km 
2^ 2 luglio Roskilde-Nyborg 202,5 km
3^ 3 luglio Velje-Sønderborg 182 km
4 luglio Riposo
4^ 5 luglio Dunkerque-Calais 171,5 km
5^ 6 luglio Lille Metropole- Arenberg Porte du Hainaut 157 km
6^ 7 luglio Binche-Longwy 220 km
7^ 8 luglio Tomblaine-La Super Planche des Belles Filles 176,5 km
8^ 9 luglio Dole-Lausanne 186,5 km
9^ 10 luglio Aigle-Chatel 193 km
11 luglio Riposo
10^ 12 luglio Morzine-Megève 148,5 km
11^ 13 luglio Albertville-Col du Granon 152 km
12^ 14 luglio Briancon-Alpe d'Huez 165,5 km
13^ 15 luglio Bourg d'Oisans-Saint-Etienne 193 km
14^ 16 luglio Saint-Etienne–Mende192,5km
15^ 17 luglio Rodez – Carcassonne 202,5 km
18 luglio Riposo
16^ 19 luglio Carcassonne –  Foix 178,5 km
17^ 20 luglio Saint-Gaudens – Peyragudes 130 km
18^ 21 luglio Lourdes – Hautacam 143,2 km
19^ 22 luglio Castelnau-Magnoac – Cahors 188,3 km
20^ 23 luglio Lacapelle-Marival – Rocamadour 40,7 km
21^ 24 luglio Paris La Defense – Paris Champs-Elysées 116 km

La cronaca in sintesi.

La cronometro iniziale, a Copenaghen, va a Lampaert, che va più forte del connazionale Van Aert, secondo e di Pogacar, terzo. Delude Ganna, solo quarto a 10"dal vincitore. La seconda tappa, dopo due cadute che assottiglia il gruppo, premia la volata di Jakobsen. Van Aert nuova maglia gialla. Che la conserva nella terza da Vajle a Sønderborg, dove è ancora secondo di giornata dietro lo sprinter olandese Groenewegen e davanti a Peter Sagan. Primo giorno di riposo il 4 luglio e trasferimento in Francia. Dopo tre secondi posti, arriva finalmente, a Calais, arrivo della quarta tappa, la vittoria di Van Aert, che attacca e trionfa in maglia gialla negli ultimi 10 km di corsa. Grande prova di forza dell'asso belga. Nella quinta tappa, con arrivo ad Arenberg e tanto pavé, vince il fuggitivo australiano Clarke. Brilla Pogacar, che precede di 13" tutti i migliori, Vingegaard compreso, guadagnando addirittura più di due minuti su Roglic, che va in crisi. Van Aert resta in giallo. Nella sesta tappa, con arrivo a Longwy, piena di cotes, arriva il primo successo di tappa in questo Tout, il settimo in carriera del nuovo Merckx, Tadej Pogacar, che brucia allo sprint Matthews e Gaudu. Pogacar conquista anche la maglia gialla prima che, domani, sui Vosgi, comincino le grandi salite. L'ottava tappa da Tomblaine a la Super Planche des Belles Filles, con durissimo ultimo km di sterrato, regala il secondo successo consecutivo al grande Tadej Pogacar, che riesce a rimontare negli ultimi metri colui che gli contenderà il successo da qui alla fine: il danese Vingegaard. Citazione per Kämna, autore di una fuga terminata a meno di 5oo metri dall'arrivo. Terzo di giornata Roglic, apparso in ripresa. L'ottava tappa si conclude su una cote a Losanna. Trionfa Van Aert su Matthews e, da non credere, Pogacar, che conquista 4" di abbuono. La nona tappa, quasi tutta in Svizzera, si chiude a Chatel Les Portes du Soleil, vince Bob Jungel, dopo un lungo periodo di buio agonistico. Quarto Thibaut Pinot. Pogacar, seguito da Vingegaard, spinta per pochi secondi. Nella decima tappa, si sale sulle Alpi: a Megève arriva la fuga e vince Magnus Cort Nielsen. Il gruppo arriva con quasi 9' di ritardo dal primo e Kamna, decimo di giornata, si porta a 11" dalla maglia gialla di Pogacar. L'undicesima tappa, da Albertiville al Col du Granon Serre Chevalier, riscrive la classifica generale. Sull'ultima ascesa, che segue il durissimo Galibier, Vingegaard s'invola verso la vittoria di tappa e la maglia gialla, mentre Pogacar entra in crisi: giungerà al traguardo con 2'52" di ritardo dal danese. Secondo e terzo di giornata, Quintana e Romain Bardet. La dodicesima tappa, da Briancon al traguardo mitico dell'Alpe d'Huez regala chilometri di gloria a Giulio Ciccone. Ma, a vincere è un suo iniziale compagno di fuga: il talento inglese Pidcock, che stacca tutti a metà dell'ascesa finale. Secondo Meintjes e terzo un grande Chris Froome, allo scoperto per gran parte della gara. Dietro, succede poco. Pogacar sta meglio di ieri, ma non stacca Vingegaard. Con loro, arrivano anche un ottimo Geraint Thomas ed Enric Mas. La tredicesima tappa, con arrivo a Saint-Etienne premia la fuga: vince il danese Mads Pedersen. Sesto Ganna. La quindicesima tappa, da Rodez a Carcassone, tradizionale sede d'arrivo della Grande Boucle, si chiude con una volata vinta dal belga Philipsen sul connazionale Van Aert e Pedersen. La notizia di giornata è il ritiro di Primoz Roglic, alle prese con il mal di schiena. Il 18 luglio secondo giorno di riposo. Nella sedicesima tappa, da Carcassonne a Foix, va via presto una fuga con 29 corridori: resta da solo il canadese Hugo Houle che vince con merito. Secondo Madouas, terzo un altro canadese: Woods. Per il resto, Pogacar non stacca Vingegaard, Bardet perde oltre tre minuti da loro due, ma anche da Geraint Thomas e da Quintana e da Gaudu. La diciassettesima tappa, da Saint-Gaudens a Peyragudes è breve, nemmeno 130 km, ma piena di salite. Fuga iniziale di Pinot e Lutsenko, poi  ripresi. Altri tentativi d'evasione. Alla fine, sul Peyragudes restano Vingegaard, Pogacar e il compagno di squadra McNulty. Volata durissima, con sorpassi vicendovoli: vince, di puro orgoglio, Pogacar. La diciottesima tappa da Lourdes all'Hautacam è uno spettacolo assoluto. Fuga con più di 20 corridori, dei quali restano in testa, sull'Hautacam Thibaut Pinot, Van Aert e Dani Martinez. Poi, il francese si stacca. I due battistrada vengono ripresi da Kuss, Pogacar, che prima era caduto, aspettato cavallerescamente da Vingegaard, e il detto campione danese. Si stacca Kuss, passa a tirare Van Aert. Fino a che Pogacar cede, Van Aert si fa da parte e Vingegaard vola vincere tappa. E Tour. Sì, perché ormai il Tour è suo. Nella diciannovesima tappa, con arrivo a Cahors, Laporte, primo successo francese in questo Tour, anticipa la volata. Secondo Philipsen, terzo Dainese. Nella ventesima tappa, cronometro di 40,7 km che si conclude a Rocamadour, ennesimo trionfo di un superlativo Van Aert, che precede Vingegaard, Pogacar, Thomas e il nostro Ganna. Nell'ultima tappa, sugli Champs Elysées, vince Philipsen. Festa per il meritato trionfo di Vingegaard. Che si è persino concesso, con i compagni della Jumbo-Visma, il lusso di arrivare al traguardo con una cinquantina di secondi di ritardo. 


La classifica generale finale.
1. Jonas Vingegaard (DAN) 
2. Tadej Pogacar (SLO)  a 2'43" 
3. Geraint Thomas (GBR) a 7'22"
4. David Gaudu (FRA) a 13'39"
5. Aleksandr Vlasov (RUS) a 15'46"
6. Nairo Quintana (COL) a 16'33"
7. Romain Bardet (FRA) a 18'11"
8. Luis Meintjes (SUD) a 18'44"
9. Aleksej Lutsenko (KAZ) a 22'56"
10. Adam Yates (GBR) a 24'52"

 

sabato 18 giugno 2022

A Malbun trionfa Thibaut Pinot

A Malbun, traguardo della settima tappa del Giro della Svizzera 2022, trionfa, solitario, Thibaut Pinot, al secondo successo stagionale dopo quello colto al Tour of the Alps. Lo scalatore francese ha dichiarato di voler conquistare una tappa di prestigio al prossimo Tour de France. Io credo che, se volesse, potrebbe competere anche per la classifica generale. Si tratta di capire quanta voglia e forza abbia di sostenere la tensione per tre settimane. 

mercoledì 15 giugno 2022

Sagan: vittoria n. 18 al Tour de Suisse

Non alzava le braccia sul traguardo da un anno, Peter Sagan. C'è riuscito di nuovo ieri, sull'arrivo della terza tappa del Giro della Svizzera 2022, da Aesch a Grenchen: battuti il francese Coquard e il norvegese Kristoff. Per l'asso slovacco, si è trattato anche del successo n. 18 in carriera al Tour de Suisse, migliorando un primato che già gli apparteneva.