Elenco blog personale

Visualizzazione post con etichetta Signori. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Signori. Mostra tutti i post

lunedì 6 gennaio 2014

Toni 279 gol in carriera

Toni riprende da dove aveva lasciato, da una doppietta che lo porta a 9 gol in campionato e rende sempre più credibile la sua candidatura ai mondiali di Brasile 2014. Alla fine, Prandelli dovrà scegliere tra lui e Gilardino, egli pure a segno oggi, la vecchia guardia del gol. Toni si conferma al nono posto nella graduatoria dei primi dieci goleador italiani in tutte le competizioni, puntando Vialli, ottavo, con 286 gol.

  1. Piola 364 gol
  2. Del Piero 340 gol
  3. Meazza 338 gol
  4. R. Baggio 318 gol
  5. Inzaghi 316 gol
  6. Totti 300 gol
  7. Altobelli 298 gol
  8. Vialli 286 gol
  9. Toni 279 gol
  10. Signori 275 gol
  11. Di Natale 275

mercoledì 1 gennaio 2014

Del Piero supera Meazza: 340 gol in carriera. Del Piero è secondo assoluto dopo Piola nella classifica dei primi dieci marcatori italiani in tutte le competizioni

Del Piero supera Meazza, sono 340 i gol in carriera dell'ex capitano bianconero. Ora, Del Piero è secondo assoluto nella classifica dei marcatori italiani di tutti i tempi in ogni competizione dietro Piola, primo a 364 reti. Segue classifica dei primi dieci goleador italiani di sempre.
Aggiornamento del 27 gennaio 2014: doppietta ieri per Del Piero, che si porta a 342 gol in carriera.
Aggiornamento del 26 settembre 2016: tutti i dieci marcatori sotto indicati, con l'eccezione di Totti, si sono ritirati.
Aggiornamento del 16 marzo 2021: estendo la classifica ai primi 50 goleador italiani di sempre nelle competizioni professionistiche. Conteggio anche i gol con l'under 21 e la nazionale olimpica. Non conteggio gol segnati nella lega americana negli anni '70, dove vigevano regole diverse. Ecco spiegata l'assenza di Chinaglia.
  1. Piola 364 gol
  2. Del Piero 346 gol
  3. Meazza 338 gol
  4. Toni 322 gol
  5. Totti 322 gol
  6. R. Baggio 318 gol
  7. Inzaghi 316 gol
  8. Di Natale 311 gol
  9. Altobelli 298 gol
  10. Vialli 286 gol
  11. Signori 285 gol
  12. Immobile 278 gol
  13. Di Vaio 272 gol
  14. Boninsegna 269 gol
  15. A. Schiavio 264 gol
  16. C. Vieri 261 gol
  17. Gilardino 260 gol
  18. A. Boffi 251 gol
  19. Riva 248 gol
  20. Protti 248 gol
  21. Cevenini III 244 gol
  22. Quagliarella 242 gol
  23. Zola 238 gol
  24. Gabetto 236 gol
  25. Savoldi 235 gol
  26. C. Lucarelli 229 gol
  27. Montella 228 gol
  28. A. Caracciolo 225 gol
  29. E. Chiesa 223 gol
  30. Bettega 222 gol
  31. Miccoli 222 gol
  32. R. Mancini 217 gol
  33. Reguzzoni 212 gol
  34. A. Amadei 207 gol
  35. Pruzzo 206 gol
  36. Anastasi 206 gol
  37. Graziani 205 gol
  38. Rocchi 202 gol
  39. P. Prati 200 gol
  40. Pazzini 200 gol
  41. Pulici 199 gol
  42. Boniperti 198 gol
  43. Rivera 190 gol
  44. S. Mazzola 187 gol
  45. A. Bassetto 187 gol
  46. Balotelli 186 gol
  47. Giordano 180 gol
  48. F. Borel 171 gol
  49. B. Lorenzi 171 gol
  50. P. Rossi 159 gol

domenica 22 dicembre 2013

Toni 277 gol in carriera: è al decimo posto nella graduatoria dei goleador italiani in tutte le competizioni

Doppietta per Toni contro la Lazio, sette gol in campionato, con vista sul prossimo mondiale. Sebbene sia del 1977, Toni propone con forza la propria candidatura per un posto tra i convocati di Prandelli per Brasile 2014. Per Toni, sono 277 i gol in carriera, che gli valgono il decimo posto assoluto nella graduatoria dei primi dieci goleador italiani in tutte le competizioni.

  1. Piola 364 gol
  2. Del Piero 340 gol
  3. Meazza 338 gol
  4. R. Baggio 318 gol
  5. Inzaghi 316 gol
  6. Totti 300 gol
  7. Altobelli 298 gol
  8. Vialli 286 gol
  9. Signori 280 gol
  10. Toni 277 gol

giovedì 27 dicembre 2012

Pato al Corinthians, Rocchi all'Inter?

Sic transit gloria mundi. Pato, classe '89, finisce precocemente la sua carriera europea, lascia il Milan e torna in Brasile, dove, al Corinthians, cercherà di ricostruire una carriera che prometteva tantissimo e che ha mantenuto assai meno. Intendiamoci, Pato ha soltanto 23 anni e parecchio talento, una grande velocità di base, notevolissima rapidità di esecuzione, due piedi piuttosto educati, sicché avrebbe tutto per affermarsi come uno dei migliori centravanti della sua generazione. Eppure, si è smarrito. Stiamo a vedere se l'aria di casa l'aiuterà a ritrovarsi. Per passare di palo in frasca, l'Inter si appresta a rinforzare il reparto d'attacco con Rocchi, capitano da panchina della Lazio. Classe '77, 99 gol in A, oltre 100 con la Lazio, come Giordano, Piola, Signori e Chinaglia. Dovrebbe essere il vice Milito, che ha due anni meno di lui. Ha senso tutto ciò? Ho stima per Rocchi, ma, insomma, se non gioca più nella Lazio, perché dovrebbe farlo nell'Inter? La risposta la custodisce Branca.

venerdì 4 novembre 2011

Zeman secondo Sconcerti: perché non sono d'accordo

Il Pescara di Zeman sta raccogliendo successi ripetuti, attraverso quel gioco spettacolare, perché ardito ed arrischiato, che costituisce il marchio di fabbrica del tecnico boemo. Non condivido, tuttavia, l'agiografico commento che gli ha dedicato Sconcerti nel suo blog sul Corriere, laddove lo indica come il miglior uomo di calcio in attività. Zeman, soprattutto ai tempi della Lazio, ha avuto la possibilità di allenare grandissimi giocatori. Ha il merito, non c'è dubbio, di avere scoperto molti talenti fino ad allora inespressi, uno su tutti Giuseppe Signori. Tuttavia, a mio modo di vedere, ha sempre difettato di pragmatismo. Raramente ha rinunciato alla difesa "alta", anzi altissima, che esponeva le sue squadre al rischio di clamorosi contropiede e spesso ha trascurato di dedicare alla fase difensiva più in generale l'attenzione necessaria. Gli otto gol subiti con il Foggia dal Milan restano un episodio clamoroso. Ricordo anche, ai tempi della Roma, una vittoria dell'Inter all'Olimpico per 5-4: la Roma aveva dominato la partita, ma, giocava con una tale spensieratezza che fu facile per l'Inter di Hodgson, anno 1999, uno dei meno felici della storia nerrazzurra, affondare i colpi. Insomma, Zeman ha meriti certi, dalla cura della preparazione atletica, al gioco arioso, permesso da attaccanti esterni capaci di aggirare le retroguardie avversarie, dall'uso costante del fuorigioco alle rapide verticalizzazioni. Tuttavia, se fosse stato meno ortodosso, se avesse tenuto in maggior conto gli avversari, adattandovi un poco le sue squadre, probabilmente avrebbe colto quelle vittorie che gli sono mancate e gli mancano.