Tanti nomi, dopo l'assurdo esonero di De Boer. Da Pioli, tecnico perbene e preparato, ma non all'altezza dell'Inter, che oggi somiglia ad una polveriera. A Marcelino, chi? A Hiddink, che ricordo trionfatore in Coppa dei Campioni nel 1988! Sei scudetti in carriera, ma tutti in Olanda! E nessuna conoscenza diretta del calcio italiano. Leonardo, saggiamente, si è sfilato. E poi non è un allenatore. Persino Reja, che di calcio sa eccome, ha chiesto di essere lasciato in pace. All'Inter, ora come ora, serve solo e soltanto Zenga. Per il grande carisma, per la grande personalità, perché è storia nerazzurra. E, a dispetto di esoneri ripetuti, da allenatore ha un 43,5 % di vittorie, un 23 % di pareggi ed un 33,5 % di sconfitte. Medie migliori di Pioli, per esempio. Ha pagato, in questi anni, la diffidenza di Moratti verso tutti i campioni dell'era Pellegrini. Restituirebbe entusiasmo ad un ambiente scoraggiato e depresso. Almeno fino a giugno, Inter a Zenga! Lo merita Zenga. Lo merita l'Inter.
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giovedì 3 novembre 2016
lunedì 24 novembre 2014
Dieci ragioni per cui Mancini non è l'allenatore giusto per l'Inter
Moratti ha una grande passione per l'Inter, ma, si lascia troppo influenzare dalle simpatie e dalle antipatie, nelle decisioni, ieri, nei consigli, oggi. Pare abbia raccomandato a Thohir di sostituire Mazzarri o con Mancini o con Leonardo. Gli eroi delle disfatte con il Villareal e con lo Shalke 04. Almeno io così li ricordo. E non con Zenga, che pure, con una squadra così malridotta, avrebbe potuto far valere quelle doti di condottiero amatissimo dal pubblico nerazzurro, che a Mancini mancano. Ecco dieci ragioni per cui Mancini non è l'allenatore giusto per l'Inter:
- Mancini ha apprezzato davvero un solo giocatore: Mancini stesso. Per se stesso ha avuto i riguardi che ha, da allenatore, negato a tutti gli altri. Ieri ha sbattuto Kovacic sulla fascia sinistra, costringendolo ad una brutta figura e privando la squadra della più importante fonte di gioco.
- Mancini patisce la tensione non meno di Mazzarri. Da giocatore si rifiutò di battere il rigore nella finale di Coppa delle Coppe con l'Arsenal. Da allenatore ha spesso mancato la vittoria sul traguardo, fallendo gli scontri diretti in Europa e rischiando di perdere lo scudetto del 2008. Che era perso, in effetti, Poi, entrò Ibrahimovic e la storia è nota.
- Mancini ha litigato con tutti i giocatori di taglia, fisica, pari o inferiore alla sua. Con Ibra no. E non per la mitezza del carattere dello svedese.
- Mancini non ammette le proprie responsabilità nelle sconfitte. E nemmeno nei pareggi. Di cui è sommo esperto: furono 18 nella stagione 2004/05.
- Mancini è allenatore da 4-4-2. Quando esce dal seminato, come ieri nel derby, ecco l'assurdità di Kovacic ala sinistra.
- Mancini viene da due anni di insuccessi tra Manchester City e Galatasaray, ma la scelta accurata delle sciarpe e delle scarpe, la stampa amica ed una certa dose di fortuna sacchiana l'hanno tenuto a galla.
- Mancini ha bisogno di grandi giocatori, insomma non è Zeman, ma neppure un aziendalista tipo Allegri o Garcia. All'Inter i grandi giocatori non ci sono, tolto Kovacic e, forse, Icardi.
- Mancini non è un grande motivatore, anzi è lunatico ed umbratile, con tendenza ad abbattersi alle prime difficoltà.
- Mancini se ne andò dall'Inter per libera scelta ed è tornato per l'ingaggio.
- Last but not least, da giovane tifava per la Juve.
martedì 12 marzo 2013
Mazzarri all'Inter? Meglio Zenga
Walter per Walter, meglio Zenga di Mazzarri. Ora che Moratti ha finalmente compreso l'inadeguatezza di Stramaccioni al ruolo di guida tecnica dell'Inter, ora che anche Branca pare destinato ad un dorato esilio dalle terre nerazzurre, occorre guardare al futuro prossimo ed alla necessaria rifondazione con prudenza e circospezione. Anzitutto, va scelto bene il nuovo allenatore. Lascerei stare il polemico Mazzarri, che usa un linguaggio ora criptico ora involuto ed immagina sempre complotti a proprio danno, il cui schema migliore, negli ultimi anni, è stato palla a Lavezzi. Fino a questa stagione, in cui, partito l'argentino per Parigi, si è arrangiato con l'incredibile media realizzativa di Cavani, finché è durata. Walter per Walter, all'Inter ci vuole Zenga. Che sa di calcio, ha temperamento e gode della fiducia incondizionata dei tifosi. Ed accetterebbe anche un ingaggio meno cospicuo. Quanto alla dirigenza, Leonardo mi pare troppo dandy. Io sceglierei sempre nella vecchia guardia.
giovedì 12 gennaio 2012
Pato al Psg, Tevez al Milan
Clamorosa svolta di mercato, stando alle indiscrezioni che stanno trapelando dalla Francia e dall'Inghilterra. Pato starebbe per raggiungere Ancelotti e Leonardo al Paris Saint Germain per la cifra di 35 milioni di euro, quelli che dovrebbero servire al Milan per assicurarsi il cartellino di Tevez, transfuga dal Manchester City, dopo la rottura insanabile con Mancini. Dal punto di vista tecnico, ci guadagnano soprattutto i parigini, perché Pato è una prima punta di valore assoluto, limitato nel'ultimo anno e mezzo da infortuni, gossip ed Ibrahimovic. Soprattutto, da Ibrahimovic, che gli ha tolto spazio davanti, costringendolo a girare troppo lontano dall'area di rigore. In Francia, ci scommetto, tornerà protagonista. Ci guadagna meno il Milan, che lascia andare un campione classe '89 per prenderne uno presunto tale classe '84, con fama di agitatore degli equilibri del gruppo. Più di tutti, ci guadagna l'Inter, che evita l'ingaggio di Tevez. Si aspettano soltanto le conferme ufficiali.
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