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lunedì 9 novembre 2020

Il ciclismo ai tempi del Covid: anno 2020. Un bilancio

Si è sostanzialmente conclusa, la stagione ciclistica internazionale più difficile e strampalata degli ultimi 75 anni. Il Covid ha rivoluzionato programmazione delle corse e calendario. Provo a tracciare un bilancio.

Si è confermata la grande ascesa del piccolo movimento sloveno. Formidabile la vittoria al Tour de France di Pogacar su Roglic, che poi, dopo la beffa subita alla cronometro di La Planche Des Belles Filles, ha saputo riscattarsi vincendo la Liegi-Bastogne-Liegi, sciaguratamente gettata via da Alaphilippe, e la seconda Vuelta a Espana consecutiva.

Il movimento britannico, dominante nelle grandi corse a tappe negli anni 2010-2019, è rimasto ai vertici. Sorprendente il successo di Geoghegan Hart al Giro d'Italia, interessante il terzo posto finale di Hugh John Carty alla Vuelta. Da considerare anche il nono posto di Adam Yates, qualche giorno in giallo, al Tour. E il gemello Simon è stato fermato dal Covid al Giro.

L'Italia, ora che Nibali è invecchiato, mentre Aru resta nel suo cono d'ombra, ha poche speranze di successo nei Grandi Giri nel futuro prossimo. Ha buoni velocisti o fondisti veloci, come Nizzolo, campione europeo, lo stesso Viviani, Trentin, Ulissi. E un fuoriclasse, per adesso contro il tempo, Ganna. Ci sono stati momenti migliori.

La Francia è stata Alaphilippe. Campione del mondo e piazzato di lusso a Sanremo. Thibaut Pinot è diventato il simbolo del corridore sfortunato: il 2020 è stato la peggior stagione della carriera. Interessante la crescita del suo luogotenente Gaudu, due tappe e ottavo posto finale alla Vuelta. Demare ha dominato tante volate, quattro al Giro.

Passo indietro per la Spagna. Valverde ha 40 anni, Landa è sempre al di sotto di quel che potrebbe, Enric Mas, quinto alla Vuelta, non ha fatto il salto di qualità. 

Stesso discorso per la Colombia, con Bernal che non si è confermato e Quintana che non è più da podio.

Nelle classiche è ormai il tempo di Van Aert, primo alla Sanremo e Mathieu Van der Poel, primo al Giro delle Fiandre: la sua volata contro il belga è stato forse il momento più esaltante ed iconico della stagione.

Un infortunio ha tenuto lontano dalle scene il corridore che considero il più forte di tutti. Nel 2021 tutti dovranno fare i conti con lui. Nelle gare in linea e nelle gare a tappe. Il belga Remco Evenepoel è un predestinato.

domenica 8 novembre 2020

A Madrid tris di Ackermann, a Roglic la Vuelta 2020

A Madrid termina, secondo tradizione, la Vuelta a Espanã 2020. In volata il successo arride per la terza volta al tedesco Ackermann, che precede Sam Bennet. Roglic vince la classifica generale con 24" su Carapaz e 1'15" su Hugh John Carty, rimasto attardato con altri corridori. È stata un'edizione avvincente e combattuta, nonostante le defezioni. Roglic ormai è un campione maturo, capace di vincere soffrendo. 

venerdì 6 novembre 2020

Vuelta 2020: a Salamanca vince Nielsen, Roglic secondo

Sedicesima tappa della Vuelta a Espana 2020, da Salamanca a Ciudad Rodrigo, frazione collinare, prima della tappa decisiva di domani. Che Roglic teme, tanto che partecipa allo sprint odierno e giunge secondo dietro  il danese Nielsen, guadagnando un abbuono  di 6" che potrebbero risultare preziosi nella difesa della maglia rossa. Ora Carapaz è a 45", Carty a 53". Per Magnus Cort Nielsen si è trattato del terzo successo assoluto sulle strade della Vuelta.

mercoledì 4 novembre 2020

Ad Ourense bis di Tim Wellens

Ad Ourense, traguardo della quattordicesima tappa della Vuelta a Espana 2020, è Tim Wellens a vincere, battendo i compagni di fuga, Woods e Stybar. Per il corridore belga è il secondo successo di tappa in quest'edizione. Classifica generale invariata, con Roglic in maglia rossa.

martedì 3 novembre 2020

Mirador de Ezaro: poker di Roglic di nuovo in rosso

Tredicesima tappa della Vuelta a Espana 2020, cronometro di 33,7 km da Muros a Mirador de Ezaro. Frazione pianeggiante, per veri specialisti contro il tempo, fino agli ultimi due km, quando si presenta un muro con pendenza media di quasi il 15%. 

Vince Roglic: quarto successo di tappa per lo sloveno in questa Vuelta, precedendo di 1' lo statunitense Barta. Bella prova di Carty, che si conferma al terzo posto della generale. Lo stesso Carapaz si è ben difeso. Ora è secondo, dietro Roglic, a 39".

domenica 1 novembre 2020

Angliru: vince Hugh John Carty

Sull'Alto de l'Angliru, una delle salite più terribili del ciclismo, traguardo della dodicesima tappa della Vuelta a Espanã 2020, vince Hugh John Carty, un altro corridore britannico dal futuro brillante e dal presente notevole come Geoghegan Hart. Dietro di lui, Vlasov, Enric Mas e Carapaz. Roglic perde 10" da Carapaz, che così riconquista la maglia rossa. Carty, invece, è terzo nella generale.

mercoledì 28 ottobre 2020

Alto de Moncalvillo: vince Roglic!

Ottava tappa della Vuelta a Espana 2020, da Logrono all'Alto de Moncalvillo, traguardo inedito. Negli ultimi 3 km, è Carty a partire. Replica Carapaz in maglia rossa, ma Roglic tiene. Si avvantaggia Vlasov. Nell'ultimo km è Roglic, a scattare e vincere in solitudine. Ora, l'asso sloveno, che va forte più da più di due mesi!, è secondo in classifica generale a 15" da Carapaz.

lunedì 26 ottobre 2020

Vuelta 2020: a Sallent de Gallego vince Izaguirre. Carapaz nuova maglia rossa

Niente Tourmalet. Non si può sconfinare in Francia a causa del Covid. Così, la sesta tappa della Vuelta a Espana 2020 arriva Sallent de Gallego. Vince Izaguirre, mentre Roglic, che va forte da due mesi, sconta la prima piccola crisi e perde la maglia rossa in favore dell'ecuadoriano Richard Carapaz.

sabato 24 ottobre 2020

giovedì 22 ottobre 2020

La Laguna Negra: vince Dan Martin

Lodosa - La Laguna Negra, terza tappa della Vuelta a Espana 2020. Vittoria di Daniel Martin su Roglic e Carapaz: non a caso anche i primi tre della classifica generale. Ora la maglia rossa Roglic ha soli 5" di vantaggio sullo stesso Daniel Martin. 

mercoledì 21 ottobre 2020

Vuelta 2020: a Lekunberri vince Marc Soler

Seconda tappa della Vuelta a Espana 2020, tutta in Navarra, da Pamplona a Lekunberri, per 151,6 km. Frazione vallonata, perché alla Vuelta non c'è mai tregua. Il Gpm di prima categoria, l'Alto de San Miguel de Aralar, sarà scollinato a diciassette chilometri dal traguardo. 

La cronaca.

Tappa dura anche oggi. Restano in 10 davanti nella salita finale. Non Tom Dumoulin, davvero in condizioni precarie di forma. Men che meno Froome. La Movistar cerca di scortare il quarantenne Valverde verso l'ennesima vittoria. In discesa attacca Marc Soler. Che tiene e vince.

martedì 20 ottobre 2020

Vuelta 2020: ad Arrate vince Roglic. Sua la prima maglia rossa. Sprofondano Froome e Thibaut Pinot

Bizzarrie del ciclismo ai tempi del Covid. Mentre ancora si corre il Giro d'Italia, oggi partirà la Vuelta a Espana 2020. Dai Paesi Baschi, Irun, fino ad Arrate.Eibar. Frazione già impegnativa per assegnare la prima maglia rossa. Si arriverà sull'Alto de Arrate, poco sotto i 600 metri di altitudine. L'ascesa, però, è di prima categoria con una pendenza media del 7,8% e punte massime del 13%. Non una passeggiata, insomma.

Tempo nuvoloso alla Vuelta. E nubi anche su Chris Froome. Che lotta per tornare sé stesso dopo il terribile infortunio al Giro del Delfinato 2019. Ma, soffre in coda al gruppo, sino a staccarsi dal nutrito gruppo dei migliori. Sic transit gloria mundi. La sua squadra non l'aspetta e tira per Carapaz. Attacca Kuss - e pensare che sarebbe un gregario! - a 4,6 km dal traguardo. Che ci riprova poco dopo. Tiene il suo capitano Roglic assieme ad Enric Mas, quanto ai favoriti per il successo finale. Cede invece Dumoulin, che, come già successo al Tour, farà il luogotenente di Roglic, a questo punto. Roglic parte in contropiede a 900 metri dal traguardo e arriva da solo, secondo Carapaz. Terzo Daniel Martin. Froome perde alla fine più di 11' e Thibaut Pinot, molto deludente, quasi 10'! Tantissimo per essere la prima tappa.

giovedì 15 ottobre 2020

Roglic trionfa alla Vuelta a Espana 2020: percorso, cronaca e classifiche (20 ottobre - 8 novembre)

Tutto sulla Vuelta a Espana 2020: qui sotto la presentazione della corsa con i favoriti della vigilia. Subito dopo, le singole tappe, la cronaca sommaria, la classifica aggiornata.

Mentre infuria il Covid, dal 20 ottobre all'8 novembre si disputerà, almeno dovrebbe disputarsi, la Vuelta a Espana 2020. Solo 18 tappe invece delle solite ventuno, anche perché un conto è correre tra fine agosto e settembre, un altro con due mesi di ritardo. Farà più freddo, come stanno sperimentando i corridori presenti al Giro. Propongo il solito borsino dei favoriti. Diverse le incognite, nell'Ineos chi sarà il capitano: il vincitore del Giro 2019 Carapaz o il grande Chris Froome, che però dal grave infortunio non ha più avuto risultati di rilievo? E nella Jumbo-Visma: Roglic o Tom Dumoulin? Ci sarà anche Thibaut Pinot, che partirà a fari spenti, dopo il doloroso ritiro al Tour. 


  1. Tom Dumoulin ***
  2. Chris Froome ***
  3. Primoz Roglic ***
  4. Richard Carapaz ***
  5. Enric Mas **
  6. Guillaume Martin *
  7. Thibaut Pinot *                                                    
  8. Il percorso (20 ottobre/8 novembre 2020) è quello tipico della Vuelta. Per scalatori, con una sola cronometro, a lungo pianeggiante ma con salita finale. La sesta tappa, con Portalet, Aubisque e il finale Tourmalet, e la dodicesima, con arrivo sull'Angliru dovrebbero risultare decisive più delle altre. [Cliccate sulle singole tappe, per leggerne il resoconto di giornata]

    1^ tappa: Irun - Arate.Eibar 173 km

    2^ tappa: Pamplona - Lekunberri 151,6 km

    3^ tappa: Lodosa - La Laguna Negra.Vinuesa 166,1 km

    4^ tappa: Garray.Numancia - Ejea De Los Caballeros 191,7 km

    5^ tappa: Huesca - Sabinanigo 184,4 km

    6^ tappa: Biescas - Sallent de Gallego 146,4 km

    Riposo (26 ottobre)

    7^ tappa: Vitoria-Gasteiz - Villanueva de Valdegovia 159,7 km

    8^ tappa: Logrono - Alto de Moncalvillo 164 km

    9^ tappa: B.M. Cid Campeador - Aguilar de Campoo 157,7 km

    10^ tappa: Castro Urdiales - Suances 185 km

    11^ tappa: Villaciosa - Alto De La Farrapona 170 km

    12^ tappa: La Pola Llaviana - Alto De L'Angliru 109,4 km

    Riposo (2 novembre)

    13^ tappa: Muros - Mirador De Ezaro 33,7 km [cronom.]

    14^ tappa: Lugo - Ourense 207,4 km

    15^ tappa: Mos - Puebla De Sanabria 230,8 km

    16^ tappa: Salamanca - Ciudad Rodrigo 162 km

    17^ tappa: Sequeros - Alto De La Covatilla 178,2 km

    18^ tappa: Hipodromo De La Zarzuela - Madrid 124,2 km

    La cronaca.

    Prima tappa al vincitore della passata edizione, Primoz Roglic, che vince con un contropiede sull'Alto de Arrate. Secondo Carapaz. Nella seconda frazione, a Lekunberri, vince Marc Soler in solitaria, secondo Roglic in maglia rossa! Nella terza tappa, con arrivo in salita a La Laguna Negra, sprint tra i primi tre della generale. Vince Daniel Martin su Roglic e Carapaz. Nella quarta tappa, primo arrivo in volata e nuovo successo di un irlandese, dopo Martin: vince Sam Bennet. La quinta tappa, a Sabananigo è vinta dal belga Tim Wellens. La sesta, che si conclude a Sallent de Gallego e non sul Tourmalet, va in scena la prima crisi di Roglic, che va forte dal Tour. Vince Izaguirre, mentre la maglia rossa passa sulle spalle di Carapaz. Primo giorno di riposo. La settima tappa è vinta da Woods, all'esito di una fuga alimentata dall'intramontabile Valverde, terzo al traguardo. L'ottava tappa approda ancora in salita, sul traguardo inedito dell'Alto de Moncalvillo. Scintille tra i primi della generale: vince Roglic con affondo decisivo nell'ultimo km, che non lascia scampo a Carapaz, secondo di giornata, terzo Daniel Martin. Carapaz ha ora13" di vantaggio su Roglic. Nona tappa in volata e successo del tedesco Ackermann. Nella decima tappa, che arriva a Suances, Roglic cala il tris e si riprende la maglia rossa. L'undicesima tappa sorride alla Francia con la vittoria del giovane Gaudu. Nella dodicesima frazione, trionfo britannico con Hugh John Carty, Carapaz prende 10" a Roglic e si riveste di rosso. Secondo giorno di riposo. Nella tredicesima tappa, a cronometro, da Muros a Mirador de Ezaro, Roglic cala il poker e si riprende la maglia rossa da Carapaz. Corsa sempre molto aperta. La quattordicesima tappa vede arrivare una fuga, che premia, con il secondo successo di quest'edizione della Vuelta, il belga Tim Wellens. Nella quindicesima tappa, a Puebla de Sanabria, ai confini con il nord del Portogallo, terzo arrivo in volata e successo del belga Philipsen su Ackermann. La sedicesima tappa celebra il successo del danese Magnus Cort Nielsen, che precede Roglic: lo sloveno aumenta così di 6" il suo vantaggio di Carapaz e Carty, prima della tappa decisiva. Sull'Alto de la Covatilla, traguardo della penultima tappa, va in scena una piccola crisi di Roglic. Che però tiene duro, conservando un vantaggio di 24" su Carapaz e di 47" su Carty. La Vuelta 2020 è sua, come quella del 2019. Fondamentali i tanti abbuoni conquistati. Il successo di giornata va al francese Gaudu. A Madrid si conclude la Vuelta con il successo in volata, il terzo, di Ackermann.

    La classifica finale.

    1. Primoz Roglic (SLO) a 

    2. Richard Carapaz (ECU) a 24"

    3. Hugh John Carty (R.U.) a 1'15"

    4. Daniel Martin (IRL) a 2'43"

    5. Enric Mas (SPA) a 3'36"

    6. Wouter Poels (OLA) a 7'16"

    7. David De La Cruz (SPA) a 7'35"

    8. David Gaudu (FRA) a 7'45"

    9. Felix Grossschartner (AUT) a 8'15"

    10. Alejandro Valverde (SPA) a 9'34"


domenica 4 ottobre 2020

Liegi-Bastogne-Liegi 2020: trionfa Roglic. Beffato Alaphilippe

Arrivo regale alla Liegi-Bastogne-Liegi 2020. Con il campione del mondo, Alaphilippe, il vincitore del Tour, Pogacar, il secondo del Tour, Roglic, la sorpresa del Tour Hirschi più Mohoric. Alaphilippe alza le braccia troppo presto in un esagerato eccesso di fiducia nei suoi grandi mezzi. E vince Roglic con colpo di reni finale: parziale ricompensa della sconfitta patita alla Grande Boucle. Che beffa per Alaphilippe! Stesso errore di Bugno con Musseeuw al Giro delle Fiandre del 1994. Solo che Bugno vinse lo stesso. 

Aggiornamento del 05 ottobre 2020: Alaphilippe è poi stato arretrato al quinto posto per volata irregolare. Tutto sommato, per lui, meglio così. Avrà minori rimpianti. Sicché primo Roglic, secondo Hirschi, terzo Pogacar.

domenica 27 settembre 2020

Imola 2020: Alaphilippe campione del mondo. Secondo Van Aert, terzo Hirschi

Imola, campionato del mondo di ciclismo su strada. Corsa tranquilla per i primi sei giri. Alla metà del settimo, è la Francia ad imprimere un'accelerazione, allungando il gruppo che riprende i fuggitivi di giornata. Al penultimo giro attacco spettacolare di Pogacar. Ma lo riprendono. Nell'ultimo giro, fuochi d'artificio, attacca anche Nibali. L'azione decisiva sembra quella di Alaphilippe alla fine dell'ultima salita del circuito. Il francese è inseguito da Fuglsang, Van Aert, Roglic, Hirschi e Kwiatkowski. Non da Nibali, che si attarda. Alaphilippe vola in discesa ed entra solo nell'Autodromo di Imola. Dietro è Van Aert a non mollare. Ma Alaphilippe è concentrato fino allo spasmo. Azione superba la sua. E trionfa. Alaphilippe è campione del mondo. La maglia iridata torna in Francia, 23 anni dopo il successo di Brochard del 1997! Secondo il belga Van Aert. Terzo lo svizzero Hirschi. Ottavo il quarantenne spagnolo Valverde. Il primo degli italiani, come all'ultimo Tour, è Damiano Caruso: decimo.

martedì 22 settembre 2020

Mondiali di ciclismo Imola 2020: i favoriti

Domenica 27 settembre 2020, sul durissimo percorso di Imola, si svolgeranno i mondiali di ciclismo su strada. Avvantaggiati, almeno sulla carta, i corridori usciti dal Tour de France, anche quelli con poca esperienza ma molto coraggio come Hirsci e Kragh Andersen. C'è un favorito principe, secondo me: Alaphilippe. Poi, Van Aert, che però ha lavorato tantissimo per Roglic al Tour. L'Italia si affida a Nibali e ad Ulissi, ma ha poche speranze. Ecco il borsino dei favoriti.

  1. Alaphilippe *****
  2. Van Aert ****
  3. Fuglsang ***
  4. Pogacar ***
  5. Roglic **
  6. Hirschi **
  7. Van der Poel **
  8. Kragh Andersen **
  9. Nibali *
  10. Kwiatkowski *

lunedì 21 settembre 2020

Toud de France 2020: le pagelle. Da Pogacar a Van Aert

Il Tour de France 2020 è finito in gloria per il giovane sloveno Tadej Pogacar, dato tra i favoriti alla vigilia, anche da chi scrive, ma non in posizione eminente. Altri erano ben più accreditati di lui. E invece è giunto il suo successo, meritato e illustrato dalla conquista di tre tappe, dalla corsa solitaria contro squadre più solide e attrezzate e da un coraggio, quasi guascone, che ha impressionato. Ora sono cominciate le chiacchiere sui suoi mentori, a cominciare dallo svizzero Gianetti. Che dire? Per me è un talento autentico. Spero di non sbagliare. Ecco le pagelle della Grande Boucle.

  • Pogacar: voto 10 cum laude. Per quanto detto sopra, ha vinto in modo netto e spettacolare.
  • Roglic: voto 7,5. Scortato da una vera e propria corazzata, tanto che nelle salite difficili aveva tre o quattro compagni, qualche volta cinque, fino agli ultimi 3 km, il giorno della cronometro aveva nel volto il segno della sconfitta. Tirato, ombroso. Non ha retto la pressione. Troppo grave il ritardo da Pogacar a la Planche Des Belles Filles.
  • Richie Porte: voto 8. Tanta sfortuna in precedenti corse a tappe, l'australiano ha corso bene e suggellato, grazie ad una bella cronometro, il primo podio in un Grande Giro. Meglio tardi che mai.
  • Thibaut Pinot: voto 6. Di stima e d'affetto, perché è dal 2012 che lo considero predestinato alla vittoria del Tour. Come al Giro 2018 e al Tour 2019, la sfortuna si accanisce su di lui. Cade a Nizza e poi è un calvario. Ma porta a termine la corsa, chiudendo ventinovesimo. Tenace.
  • Sagan: voto 4,5. Gli sfugge la maglia verde, peraltro sopravvalutata. Non vince un solo sprint. Farebbe bene a perdere peso e a tornare l'improvvisatore che conoscevamo. Deve rigenerarsi.
  • Sam Bennett: voto 7. l'irlandese, a quasi 30 anni, con Caleb Ewan, è un velocista di grande affidabilità. Maturato.
  • Wout Van Aert: voto 9. Ha tirato in montagna per Roglic in modo impressionante. Ha vinto due volate in modo imperiale. E prima aveva conquistato Strade Bianche e Sanremo. Comincio a pensare che potrebbe lottare anche per vincere un Grande Giro, l'asso belga. Dominante.
  • Damiano Caruso: voto 7. Con il decimo posto in questo Tour, Caruso, può dire di essere arrivato tra i primi 10 della generale in tutti i tre Grandi Giri. Costante.
  • Mikel Landa: voto 6,5. Tutti a tirare per lui e lui si stacca. Questa è l'immagine del campione iberico, perché campione lo è. Ha più classe di tanti altri, ma non sa trasformarla in risultati. Il quarto posto è un contentino. 


sabato 19 settembre 2020

Pogacar ha vinto il Tour de France 2020. Impresa del ventunenne sloveno a La Planche des Belles Filles

Ventesima e penultima tappa del Tour de France 2020, da Lure a La Planche Des Belles Filles, cronometro individuale di 36,2 km, gli ultimi sei in costante ascesa. Roglic, a meno di sorprese clamorose, metterà il sigillo sul suo primo Tour.

La cronaca.
Epilogo straordinario di una corsa che avevo giudicato noiosa. Il ventunenne sloveno Tadej Pogacar riscrive la storia del ciclismo moderno, spodesta il connazionale Roglic e conquista la maglia gialla dopo una cronometro letteralmente volata ad oltre 38 km/h. Un trionfo inaspettato e spettacolare. Un colpo di teatro. Roglic crolla e giunge stravolto al traguardo. Pogacar, al terzo successo di tappa in questo Tour, ha meritato il trionfo. Ha osato, ha corso da solo contro la corazzata Jumbo-Visma. Che ha anche sbagliato capitano. Tom Dumoulin è più forte di Roglic. Alla fine ha vinto il talento purissimo di Pogacar, secondo Roglic, terzo Richie Porte, al primo podio della carriera in una grande corsa a tappe. Decimo Damiano Caruso: bravo, avendo dovuto tirare per Landa.

venerdì 18 settembre 2020

Il ciclismo che non mi piace: da Indurain a Roglic

Squadre organizzatissime, ritmi asfissianti fino agli ultimi km delle salite più impervie, gregari che vanno forte come capitani. A me, questo ciclismo, non piace. Non mi piaceva da ragazzo, quando Philippot ed Armand de Las Cuevas tiravano il gruppo per Indurain, capitano della Banesto, non mi piaceva quando il team Sky cannibalizzava la corsa con Wiggins e Froome. Froome, l'ho rivalutato al Giro del 2018, quando ebbe il coraggio di una fuga audacissima e ribaltò la classifica. Per venire all'oggi, no, non mi piace la Jumbo-Visma. E il suo modo di correre. Ed il modo di correre degli avversari. Nella tappa del Col de la Loze, nessuno che abbia avuto il coraggio di attaccare sulla Madeleine, rischiando la crisi personale, ma anche di far saltare il banco. Pochissimi corridori di personalità in gruppo e i pochi che ce l'avrebbero, penso a Valverde, non hanno più l'età e le gambe necessarie. 

Non c'è più, almeno nelle grandi corse a tappe, l'uno contro uno tra i migliori. Non pretendo Bartali contro Coppi o Robic contro Bobet o Anquetil contro Poulidor o Merckx contro Gimondi o Saronni contro Moser o LeMond contro Fignon, ma, insomma, possibile che un campione come Tom Dumoulin, solo 30 anni, primo e secondo al Giro, secondo al Tour, debba rassegnarsi a fare il gregario a Roglic, che, fino a 5 anni fa, praticava un altro sport? Se poi ci si mettono anche gli organizzatori, con salite come il Col de la Loze, la noia è assicurata. 

Voglio dire un'altra cosa. Va bene tutto. Perché va bene tutto. Però, io resto sempre sbalordito di fronte a violenti salti di rendimento. Da una stagione all'altra. Del presente non voglio parlare, invito però a guardare le carriere dei grandi del passato. E a fare un raffronto. Si può migliorare, non trasformarsi. E faccio un solo esempio: Riis, corridore danese a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90. Fece una vita da gregario, da buon gregario. Passato professionista nel 1986, vinse 5/6 corse in 7 anni. Poi, d'improvviso, nel 1993, fu quinto al Tour, a 29 anni, poi terzo a 31 e infine primo a 33! Quando, nel 1996, interruppe l'egemonia quinquennale di Indurain. Mi parve assurdo. Mi sembrò impossibile. Fu necessario aspettare più di 20 anni e la sua confessione perché si sapesse che era stato il doping a rendere possibile quella favolosa metamorfosi. Ora, questo è un singolo caso, dal quale non è che si possa argomentare granché. Però, la penso come Carl Lewis, i progressi troppo repentini, nello sport, in qualunque sport, sono sospetti. Leciti, fino a prova contraria, possibili, secondo natura, ma sospetti. Un conto è maturare. Un conto è passare da un trentesimo a un primo posto. C'è di solito un'ora di mezzo. Su! E un'ultima considerazione. Il talento, nello sport, quando ci sia, salta subito all'occhio. E sulla precocità del vero talento ho già scritto parecchie volte.