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mercoledì 10 giugno 2020

Juve-Milan il 12, Napoli-Inter il 13 giugno: ore 21:00. Il calcio riparte dalla Coppa Italia

Dopo più tre mesi si torna a giocare, l'ultima partita fu Juve-Inter, in campionato, dell'8 marzo scorso, disputata a porte chiuse. E, senza pubblico, si giocheranno anche le semifinali di ritorno della Coppa Italia, tra Juve e Milan e Napoli e Inter. Le due partite saranno trasmesse dalla RAI.
File:Coppa Italia - Logo 2019-2020.svg - Wikipedia
Coppa Italia 2019/20

- Venerdì 12 giugno 2020, ore 21:00

Juventus - Milan (1-1)


- Sabato 13 giugno 2020, ore 21:00


Napoli - Inter (1-0)


martedì 9 giugno 2020

Giro d'Italia 1985: il tris di Hinault! "Il Tasso" correva solo per vincere

Al Giro d'Italia del 1985 tornò a correre, per la terza volta, l'asso francese, anzi bretone, Bernard Hinault. Che aveva già conquistato la corsa della Gazzetta nel 1980 e nel 1982. Due su due. Che sarebbero diventate tre su tre. 


File:La volata a tre 1981.jpg - Wikipedia
Parigi-Roubaix 1981: nel velodromo di Roubaix, Hinault
precede De Vlaeminck e Moser


Moser, campione uscente dopo il sorprendente trionfo del 1984, coronato dalla straordinaria rimonta nella cronometro di Verona ai danni di Fignon, cercava un difficile bis. Molta attesa c'era anche per Saronni, dopo la deludente ultima stagione. E molta curiosità destava il giovane americano Greg LeMond.


Moser fu subito maglia rosa, aggiudicandosi, ancora a Verona, il cronoprologo. Alla terza tappa, il simbolo del primato si trasferì sulle spalle del suo grande rivale, Giuseppe Saronni, grazie all'affermazione della sua Del Tongo-Colnago, nella cronosquadre, bissata dal successo individuale a Pinzolo, il giorno dopo. In Val Gardena, passò al comando Visentini, che da anni dava segni di poter vincere il Giro, sempre senza riuscirci. Tenne la maglia rosa nove giorni, fino a Maddaloni, quando Hinault sbaragliò la concorrenza contro il tempo, balzò in testa alla classifica e ci rimase fino a Lucca, dove il Giro terminò con un'altra cronometro, questa volta appannaggio di Moser. Primo Hinault, secondo Moser a 1'08", terzo LeMond a 2'55". Saronni, pur vincitore di due tappe, non andò oltre il quindicesimo posto in classifica generale.

Hinault, di lì a poco, avrebbe vinto anche il suo quinto Tour de France, precedendo proprio LeMond, peraltro suo compagno di squadra a La Vie Claire. L'anno dopo, il 1986, sarebbe accaduto il contrario al Tour, primo LeMond, secondo Hinault. Che poi decise di ritirarsi, a soli 32 anni! Aveva sempre corso per vincere, generalmente riuscendoci, Hinault, e non avrebbe potuto accontentarsi di andare avanti per dei piazzamenti. Osservate la sua determinazione feroce nella foto, sopra riportata, della volata vittoriosa alla Parigi-Roubaix, corsa che detestava, ma che inseguì e conquistò con volontà incrollabile. Il manifesto della sua carriera: vincere! Nel 1993, commentando il duello Indurain/Rominger per la maglia gialla, Hinault sbottò, osservando la condotta di gara  troppo arrendevole dello svizzero: "Corre per essere secondo, non è bello per il ciclismo". Soltanto Merckx, che sprintava anche per i traguardi volanti, ha avuto, nel ciclismo, un desiderio di successo superiore a quello di Hinault. Desiderio di successo che Hinault, secondo il costume del tasso, in corsa dissimulava, in attesa di piazzare il colpo risolutivo. Non è, pertanto, un caso che, in una classifica a punti, certo opinabile, dei maggiori ciclisti della storia, Merckx ed Hinault siano risultati primo e secondo.

Italia-Austria 1-0: Schillaci. Accadeva 30 anni fa. La prima delle "notti magiche"

Sono passati 30 anni, dal 9 giugno 1990, debutto della nazionale italiana di Azeglio Vicini ai mondiali di casa, che quella squadra avrebbe potuto e dovuto vincere, salvo fermarsi ad un passo dalla gloria.

Campionato mondiale di calcio 1990 - Wikipedia
Nazionale Italiana, Italia '90

All'Olimpico di Roma, alle ore 21 di un sabato ch'era stato sereno e soleggiato, l'Italia affrontava l'Austria guidata da Hickersberger: squadra solida, che aveva nel capitano Tony Polster, già possente centravanti del Torino, in quel momento in forza al Siviglia, il suo leader tecnico e morale.


Quell'Italia aveva la miglior difesa al mondo, tra le più efficaci e meglio assortite mai viste, tanto da tenere imbattuta la propria porta per quasi sei partite di quel mondiale, sino al beffardo gol di Caniggia in semifinale. Zenga in porta, Bergomi terzino destro marcatore, Ferri stopper, Maldini terzino sinistro, Franco Baresi libero! Il centrocampo viveva della regia di Giuseppe Giannini, scortato dalla corsa di De Napoli, con Donadoni ala destra e Ancelotti interno. Ecco, il centrocampo, che poi Vicini avrebbe cambiato più volte, era forse il reparto meno brillante. Ma, i problemi, all'inizio, ci furono davanti. Vicini partì con Vialli e Carnevale di punta. Ma, i due non facevano coppia. Carnevale era meno forte di Serena, tenuto in panchina, e Vialli, cominciò a capirsi quella sera, era sopraffatto dalla tensione. Avrebbe dovuto essere il suo mondiale. Fu invece il mondiale di Schillaci.


Salvatore Schillaci - Wikipedia
Salvatore Schillaci


Sì, perché al netto di una lunga prevalenza territoriale e di un controllo facile del gioco, l'Italia stentava a trovare il gol e c'era odore di beffa. Del resto, l'Argentina campione del mondo uscente aveva appena perso la partita inaugurale contro il Camerun. Al 75', Vicini toglie Carnevale per Schillaci. Carnevale reagisce male alla sostituzione, come Chinaglia contro Valcareggi nel 1974: non entrerà più in squadra. E Schillaci, 1,75 m, quattro minuti più tardi riceve a centro area un cross di Vialli e segna il gol della vittoria, in saltando in mezzo a due colossi austriaci. Stagione pazzesca per lui, dopo tanta gavetta nelle serie inferiori. Con la Juve di Zoff ha appena vinto Coppa Italia e Coppa Uefa. Al mondiale segnerà altre cinque reti, laureandosi capocannoniere del torneo.

Mondiali di calcio d'Italia '90
Roma, Stadio Olimpico, sabato 9 giugno 1990, ore 21:00

Italia-Austria 1-0 (0-0)

Italia: Zenga (Inter), Bergomi (Inter) -cap.-, Maldini P. (Milan), Ancelotti (Milan), Ferri II (Inter), Baresi II (Milan), Donadoni (Milan), De Napoli (Napoli), Vialli (Sampdoria), Giannini (Roma), Carnevale (Napoli) - Sostituzioni: 46' De Agostini (Juve) per Ancelotti; 75' Schillaci (Juve) per Carnevale (Napoli). All.: A. Vicini

Austria: Linderberger, Russ, Streiter, Aigner, Pecl, Schottel, Artner (62' Zask), Linzmaier (77' Hortnagl), Ogris, Herzog, Polster -cap.-. All.: J. Hickersberger

Arbitro: Wright (Brasile)

Rete: 79' Schillaci (Italia)

Spettatori: 72.303 paganti

lunedì 8 giugno 2020

Inter: Tonali, Zaniolo, Van de Beek. Il calciomercato è già entrato nel vivo

Notizie di calciomercato si rincorrono negli ultimi giorni. L'Inter è molto interessata a Tonali, ma si vocifera anche della pista che porta a Zaniolo, che l'Inter lasciò andare frettolosamente due anni fa, per ingaggiare Nainggolan, pupillo di Spalletti. Dipendesse da me, Zaniolo, fortissimo, lo riporterei all'Inter. Per il suo valore assoluto - diventerà uno dei giocatori più forti del mondo - e per sottrarlo alle mire della Juve. Segnalo che anche l'eclettico centrocampista dell'Ajax, Van de Beek potrebbe cambiare casacca. E il suo cartellino ha costi ragionevoli.

venerdì 5 giugno 2020

Lautaro deve restare all'Inter. E anche Esposito

Non avrei lasciato andare Icardi al PSG, non lascerei andare Lautaro Martinez al Barca. Nemmeno è questione di prezzo. Del cartellino. No. Perché un giocatore di 23 anni, già così forte e maturo, non si sostituisce. E poi, volendo accedere a considerazioni più venali, il Barcellona non vuol pagare la clausola di risoluzione fissata a 111 milioni di euro, tergiversa e ragiona di contropartite tecniche, che sopravvaluta. No, l'operazione all'Inter non conviene. E, già che ci siamo, tratterrei anche Sebastiano Esposito. Questa storia di crescere giovani talenti, per poi mandarli altrove ha stancato. Possibile che la vicenda di Zaniolo, che rischia di finire alla Juventus, non abbia insegnato alcunché? L'Inter non può lasciar andare i giocatori migliori o quelli con il miglior avvenire. Ho letto, inoltre, che Cavani, 33 anni e mezzo, avrebbe preso tempo fino ad agosto per ponderare un'offerta dell'Inter! La strategia di Marotta qual è?

giovedì 4 giugno 2020

Storia breve del Giro della Svizzera (Tour de Suisse)

Il Giro della Svizzera è la più breve delle grandi corse a tappe o la più lunga delle brevi corse a tappe. Di certo, dopo Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana, è la gara a tappe di maggior prestigio. Eppure, in questo 2020 terremotato dal Covid, il Giro della Svizzera non si correrà. Non ha trovato posto nel nuovo calendario.
File:Tour de Suisse 2010.png - Wikimedia Commons
Giro della Svizzera 2010:
vinse Frank Schleck


La prima edizione del Tour de Suisse si tenne nel lontano 1933, la Vuelta avrebbe visto la luce solo due anni più tardi. Il primo a vincere fu il corridore austriaco Max Bulla. Nel 1938, giunse il primo successo italiano, quello di Valetti, possente passista scalatore che in quell'anno aveva vinto il Giro d'Italia, replicandone il successo nel 1939 davanti a Gino Bartali. Proprio Bartali si sarebbe aggiudicato due edizioni consecutive del Giro della Svizzera, nel 1946 e nel 1947. D'altra parte, i corridori italiani sono secondi solo agli svizzeri per successi finali: 19 vittorie azzurre contro le 23 elvetiche. E Pasquale Fornara, con quattro trionfi (1952, 1954, 1957, 1958), è tuttora il plurivincitore del Tour de Suisse
File:Pasquale Fornara.JPG - Wikipedia
Pasquale Fornara
vincitore di 4 Giri della Svizzera


Questione discussa, nel ciclismo, è se sia la corsa a far grande un corridore o viceversa. Di certo, l'albo d'oro di una grande corsa non mente: annovera molti grandi corridori. Così è per il Giro della Svizzera, da sempre incastonato, nel calendario, tra Giro d'Italia e Tour de France. I successi di Bartali e di Kubler e Koblet, campioni svizzeri anche fuori dalla Svizzera, come i successi di Motta, Adorni, Merckx, De Vlaeminck, Saronni, Kelly, Hampsten, Ullrich, Cancellara, altro svizzero d'esportazione, e, da ultimo, Bernal sono la prova della competitività della corsa elvetica. Di solito lunga nove tappe, con almeno una prova a cronometro, e molte frazioni alpine. Il primato delle tappe vinte appartiene ad un altro campione assoluto, questo contemporaneo: lo slovacco tre volte campione del mondo Peter Sagan. Che ha alzato le braccia 18 volte in terra elvetica. [aggiornamento al 17 giugno 2022]

Giro d'Italia 1978: vince De Muynck, esordisce Saronni

"Ogni evviva si spegne per diventare cordoglio profondo e atto di fede" (Comunicato ufficiale del Giro d'Italia del 9 maggio 1978)
Il Giro d'Italia del 1978 si corse tra il 7 e il 28 maggio di un anno terribile per l'Italia. Due giorni dopo il via, fu ritrovato, in Via Caetani, a Roma, il corpo esanime di Aldo Moro, Presidente della Democrazia Cristiana, rimasto prigioniero dei brigatisti rossi per 55 giorni. Quel giorno, il 9 di maggio, a La Spezia, vince Saronni in volata, su Van Linden e Moser, ma nessuno festeggia. L'Italia è frastornata e sgomenta.
Caso Moro - Wikipedia
Ritrovamento di Aldo Moro
 a Roma, in Via Caetani, 9 maggio 1978
Alla vigilia, molti pensavano che il trentino Francesco Moser, secondo dietro il belga Pollentier l'anno prima, avrebbe potuto conquistare il suo primo Giro d'Italia. Si sarebbe invece fermato sul gradino più basso del podio, dietro il vincitore, un altro belga, Johan De Muynck e Baronchelli. De Muynk corre nella Bianchi, sotto la sapiente regia di Felice Gimondi al passo d'addio. Solo due anni prima, nel 1976, Gimondi aveva vinto il suo terzo Giro d'Italia, precedendo proprio De Muynck di soli 19". I molti arrivi veloci di quell'edizione sono contesi da Rik Van Linden, belga manco a dirlo, detto Rik III, perché successore, meno nobile e vincente, di Rik Van Steenbergen e Rik Van Looy, ed il ventenne Giuseppe Saronni, al debutto sulle strade del Giro e capace di aggiudicarsi tre tappe. Moser, che di successi parziali ne coglie quattro, due contro il tempo - indimenticabile quello in piazza San Marco a Venezia -, comincia a sentire con forza la rivalità con Saronni, destinata a diventare proverbiale negli anni a venire.

A Milano, primo De Muynck, secondo Baronchelli a 59", terzo Moser a 2'19", quarto Panizza a 7'57", quinto Saronni a 8'19".

Il successo di De Muynck, in maglia rosa per diciassette tappe, fu storico anche per un'altra ragione. Dopo di allora, nessun corridore belga avrebbe più vinto una grande corsa a tappe. Né sarebbe più salito sul podio di Giro, Tour o Vuelta.

martedì 2 giugno 2020

L'estate della serie A in questo incredibile 2020

La serie A d'estate, della prima estate, per lo meno, è un fatto del tutto inedito. Giugno e luglio sono sempre stati i mesi del ciclismo, del Giro, fino a metà anni '90 e del Tour, sempre corso a luglio. Quest'anno no! Il Tour de France partirà a fine agosto. E tra giugno e luglio, fino al 2 di agosto, la serie A proverà a condurre in porto un campionato  interrotto, difficile come quelli in tempi di guerra.  Potenza del Covid e della narrazione del Covid. L'estate della serie A, allora. E la chiamano estate, cantava Califano.

Giro d'Italia 1975: vince Bertoglio! Le 7 tappe di De Vlaeminck!

Nel 1975, il Giro d'Italia comincia senza il vincitore delle tre edizioni precedenti, il "cannibale" belga Eddy Merckx. Ed anche senza Francesco Moser, che molti, sopravvalutandone le doti da corridore a tappe, pensano possa diventare il riferimento italiano nei grandi giri. Moser andrà al Tour. Il pronostico è più aperto del solito. Ma, la vittoria finale di Fausto Bertoglio rappresenterà comunque una sorpresa.


File:Fausto Bertoglio 1975.jpg - Wikipedia
Fausto Bertoglio


Il percorso è disegnato per scalatori. Torriani immagina che Baronchelli, giunto ad una manciata di secondi da Merckx nel 1974, possa annettersi il Giro in salita. Giro che, non a caso, terminerà sullo Stelvio. Baronchelli, però, è giovane e patisce le attese. Le molte salite premiano lo scalatore spagnolo Galdòs, a lungo maglia rosa. Che perde proprio in favore di Bertoglio nella cronoscalata della 14^ tappa, che il medesimo Bertoglio si aggiudica. La porterà fino alla fine, precedendo Galdos di 41" e Felice Gimondi di 6'18". La difesa della maglia rosa sui tornanti dello Stelvio, raccontata da Claudio Ferretti sulla moto della Rai, entrò nella grande storia del ciclismo. Quarto, nella classifica generale, sarà il belga da classiche Roger De Vlaeminck, l'unico con i connazionali Van Looy ed Eddy Merckx a vincere tutte e cinque le classiche monumento. Il quarto posto al Giro del 1975 sarà il suo miglior piazzamento in una gara a tappe, impreziosito dal trionfo in sette traguardi parziali!

lunedì 1 giugno 2020

Addio a Bobby Joe Morrow: 3 ori a Melbourne 1956

Aveva solo 21 anni, Bobby Joe Morrow, velocista statunitense quando, alle Olimpiadi di Melbourne del 1956, conquistò tre ori nella velocità: 100 m, 200 m e 4×100 m. Come i connazionali Owens, prima di lui a Berlino 1936, e Carl Lewis, dopo di lui, a Los Angeles 1984, e come Usain Bolt, sia a Londra 2012 che a Rio de Janeiro 2016. Owens e Lewis vinsero però anche un quarto oro nel salto in lungo. Morrow ebbe una carriera luminosa, con tanto di primato del mondo sui 200 piani, ma breve, mancando la qualificazione alle successive Olimpiadi di Roma del 1960.

sabato 30 maggio 2020

Icardi va al Psg per meno di 60 milioni (bonus compresi)

Al netto delle valutazioni tecniche, ha vinto la linea di Marotta. Icardi lascia l'Inter. Va al Psg, anzi ci resta, per 50 milioni più altri 7/8 di bonus. Ha tenuto in piedi la baracca in tempi bui. Segnato 124 gol. Spesso decisivi. E desiderato sempre di restare all'Inter.  Aveva ormai quasi tutta la tifoseria nerazzurra contro. Io, che proprio non riesco ad accodarmi alla maggioranza, l'avrei tenuto. Ora, mi auguro che almeno resti Lautaro. 

venerdì 29 maggio 2020

Il 29 maggio 1940 la prima maglia rosa di Coppi

"Fu allora, sotto la pioggia che veniva giù mescolata alla grandine, che io vidi venire al mondo Coppi" (Orio Vergani)
Sono trascorsi 80 anni dal 29 maggio del 1940. Quel giorno, all'esito dell'undicesima tappa del Giro d'Italia, da Firenze a Modena, dopo magnifica fuga sull'Abetone battuto dalla pioggia, il ventenne Fausto Coppi, compagno di squadra di Gino Bartali nella Legnano, conquistò la prima maglia rosa della sua leggendaria carriera, portandola fino a Milano. Dove precedette Enrico Mollo e Giordano Cottur. Coppi era partito come un giovane corridore di belle speranze al servizio del capitano Bartali, che cercava il tris sulle strade del Giro, dopo i trionfi del 1936 e del 1937. Una caduta del campionissimo toscano nella seconda tappa, lungo la discesa ligure del Passo della Scoffera, aprì a Coppi la possibilità di mettersi in proprio e di cogliere un successo che sarebbe stato il primo di moltissimi.

giovedì 28 maggio 2020

La Serie A riparte il 20 giugno. Il 13 e il 14 semifinali di Coppa Italia

Audioconferenza, perché la dignità d'italiano e dell'italiano m'impedisce di scrivere conference call,  tra Spadafora, F.I.G.C., Lega, calciatori, arbitri: la serie A ripartirà il 20 giugno 2020. Prima, il 13 e il 14, previste le semifinali di ritorno della Coppa Italia, con finale il 17 giugno.

L'Inter dovrebbe trattenere Lautaro

Una grande squadra trattiene i grandi campioni, specialmente se giovani e destinati ad una grande carriera. Lautaro Martinez è un grande campione e deve ancora compiere 23 anni. Lasciarlo andare al Barca sarebbe un errore imperdonabile da parte dell'Inter. Come accadde con Roberto Carlos, che pure aveva 23 anni, mandato al Real Madrid nel 1996. Per conto mio, sarebbe un errore anche non riprendere Icardi!

Quando ricomincia la serie A? La Premier il 17 giugno

"Il popolo sa tutto e non falla mai" (Dialoghetti sulle materie correnti nell'anno 1831, Monaldo Leopardi)
Decisione in giornata, pare. Quando ricomincia la serie A? Una domanda che tiene banco da quasi tre mesi. E dovranno rispondere il Governo, la Lega di Serie A, le singole squadre della massima divisione italiana. Previa, immagino, consultazione di virologi, infettivologi, epidemiologi. Consulteranno anche maghi e cartomanti? D'altra parte, se uno vale uno, perché no! Strani questi tempi del Covid.

Ore 18:07: ancora nessuna notizia sulla ripresa della serie A, al netto del parere positivo del Comitato Tecnico Scientifico, che non so cosa sia. Sappiamo invece che la Premier League riprenderà il 17 giugno 2020.