Aveva solo 21 anni, Bobby Joe Morrow, velocista statunitense quando, alle Olimpiadi di Melbourne del 1956, conquistò tre ori nella velocità: 100 m, 200 m e 4×100 m. Come i connazionali Owens, prima di lui a Berlino 1936, e Carl Lewis, dopo di lui, a Los Angeles 1984, e come Usain Bolt, sia a Londra 2012 che a Rio de Janeiro 2016. Owens e Lewis vinsero però anche un quarto oro nel salto in lungo. Morrow ebbe una carriera luminosa, con tanto di primato del mondo sui 200 piani, ma breve, mancando la qualificazione alle successive Olimpiadi di Roma del 1960.
Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
Elenco blog personale
Visualizzazione post con etichetta Berlino 1936. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Berlino 1936. Mostra tutti i post
lunedì 1 giugno 2020
martedì 31 marzo 2020
Jesse Owens e Carl Lewis
Berlino 1936, Jesse Owens, nero americano, vince quattro medaglie d'oro: 100 m, 200 m, salto in lungo, staffetta 4x100 m. Un trionfo, che mette in crisi le folli sicurezze hitleriane sulla pretesa superiorità della razza ariana. Owens è un atleta formidabile già da alcuni anni. A Berlino arriva da detentore del primato del mondo nel salto in lungo: 8,13 m saltati un anno prima. Primato che resisterà quasi 30 anni. Debbono passarne 48, di anni, perché un altro americano, Carl Lewis, Los Angeles 1984, ripeta l'impresa di quattro medaglie d'oro nelle medesime discipline. Un confronto tra i due è stato spesso proposto. Chi è stato più grande? Di certo Carl Lewis è stato più longevo, anche perché ha potuto partecipare, andando sempre a medaglia - alla fine ne avrà vinte nove! - a quattro Olimpiadi consecutive. Owens invece, dopo Berlino passò al professionismo, allora incompatibile con le olimpiadi. Cui, comunque, a causa della seconda guerra mondiale, non avrebbe potuto partecipare. I giochi del 1940 e del 1944 non si sarebbero tenuti.
martedì 16 febbraio 2016
Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): Berlino 1936 (11^ puntata). La leggenda di Jesse Owens
Nel 1936, le Olimpiadi, undicesima edizione dell'era moderna, si tennero a Berlino. I nazisti, di cui ancora molti in Europa sottovalutavano il pericolo, si profusero in uno sforzo senza precedenti per comunicare al mondo la folle idea di superiorità della civiltà tedesca e della fantomatica razza ariana. Hitler diede incarico ad una giovane regista, peraltro ricca di talento, Leni Riefenstahl di raccontare per immagini l'avventura delle Olimpiadi: ne sortì un lungo film, Olympia, maniacale ed estetizzante, ma tecnicamente notevole, nel quale gli sforzi degli atleti venivano ripresi da mille angolazioni. Un capolavoro inquietante. L'eroe della manifestazione, inesorabile beffa alle teorie razziali dell'imbianchino austriaco, sarà lo statunitense di colore Jesse Owens, quattro medaglie d'oro, a cominciare da quella più prestigiosa sui 100 piani, cui si aggiungeranno l'oro sui 200, l'oro nella 4x100 e l'oro nel salto in lungo. Soltanto Carl Lewis, a Los Angeles 1984, riuscirà ad eguagliare questo primato. La Germania trionfa però nel medagliere, davanti agli Stati Uniti, usciti a pezzi dalla "grande depressione" ed alla sorprendente Ungheria. Quanto alla regina della manifestazione, l'atletica leggera, nel mezzofondo veloce, l'Italia ottiene un argento con Mario Lanzi, negli 800 m, ed un bronzo con Beccali, campione a Los Angeles, nei 1.500 m. Ma, il risultato più bello è quello colto dalla staffetta 4x100: un argento dietro gli imprendibili americani capitanati da Owens. L'Italia conquistò anche un oro nell'atletica femminile, con la grandissima Ondina Valla: la sua vittoria negli 80 m ad ostacoli fu decretata dal fotofinish, utilizzato per la prima volta sul filo di lana. Nel medagliere, l'Italia finì quarta, mettendo assieme otto ori, nove argenti e cinque bronzi. Ben quattro ori giunsero dalla scherma, da lustri riserva di caccia prediletta dagli atleti italiani. Il successo più festeggiato venne però dal calcio, dove la nazionale di Vittorio Pozzo confermò la superiorità del calcio nostrano, faro negli anni '30. Con Pozzo, l'Italia era stata campione del mondo nel 1934 e si sarebbe confermata tale a Parigi, nel 1938. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata, 10^ puntata)
Etichette:
#Olimpiadi,
Berlino 1936,
Germania,
Hitler,
Italia,
Jesse Owens,
Leni Riefenstahl,
Ondina Valla,
Stati Uniti,
storia delle Olimpiadi,
Vittorio Pozzo
Iscriviti a:
Post (Atom)