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domenica 5 febbraio 2012

Disfatta dell'Inter a Roma: 4-0 per i giallorossi. La squadra di Ranieri è allo sbando: una figuraccia epocale

Prova vergognosa quella offerta dall'Inter contro la Roma. Ranieri ha perduto, in otto giorni, il controllo di una squadra ormai sbandata, rinunciataria, sulle gambe, rappresentata dagli sguardi bassi di Zanetti e Cambiasso, due che non farebbero i titolari da nessuna parte, oggi. Eppure stanno sempre lì, insopportabilmente lì, mediocremente lì, a saper fare poco e male. Cambiasso si permette anche i lanci di 50 metri, ma dai!, senza indovinarne uno. Palombo, appena arrivato, mostra allarmanti limiti di personalità. Del resto, le cose migliori le ha fatte al fianco di un regista vero come Volpi alla Samp, perché Palombo è un mediano, che sa costruire anche il gioco, ma mediano resta. Sicché non poteva e non può sostituire Thiago Motta, ma questo Branca, come l'Alice della canzone di De Gregori, non lo sa. Maicon non vuole più giocare nell'Inter e deve avere interpretato il trasferimento di Motta come l'inizio di una generale smobilitazione. Che, poi, era iniziata che con Eto'o, a dirla tutta. Si salvano Julio Cesar, bravo all'inizio, e Milito, almeno volenteroso. Per il resto, un pianto, mentre Ranieri osserva la disfatta più costernato che stupito, con Totti, sempre sontuoso, che giocherella con la difesa nerazzurra, Bojan, autore della quarta rete, che la prende addirittura per il sedere, con Borini, che sembra Shevchenko. Era dalla sconfitta nel derby del 2001 che un interista non si vergognava tanto. Questo 4-0 è imbarazzante, anche perché la Roma non era reduce da partite entusiasmanti. Ranieri non ha più il polso della squadra: ne tragga le dovute conseguenze.

martedì 31 gennaio 2012

Palombo all'Inter, Thiago Motta al Psg: rivoluzione di gennaio

Finale imprevisto, cambia tutto l'ultimo giorno di mercato. Thiago Motta, che pure Ranieri, e giustamente, difendeva come un giocatore indispensabile alla causa nerazzurra, lascia l'Inter per il Psg, Parigi val bene una rinuncia alla Champions, per parafrasare un vecchio motto famigerato. Se non altro, l'Inter dovrebbe intascare dieci milioni di euro dal club di Leonardo, che non sono pochi per un giocatore di 30 anni compiuti. Lo sostituirà Angelo Palombo, che di anni ne ha già compiuti 31, capitano storico della Sampdoria, che aveva seguito anche in serie B. L'Inter ci perde o ci guadagna? Con Motta perde carisma, gioco aereo ed inserimenti senza palla, con Palombo guadagna corsa, tenuta atletica e tiro dalla distanza. La regia dei due, invece, sostanzialmente si equivale. Insomma, il campo saprà dire di più. A Palombo, si aggiunge Guarin, che faceva parecchia panchina nel Porto, un buon giocatore, ma, non un fuoriclasse. Perché all'Inter è dal 2009 che non arriva un fuoriclasse. E, dal 2010, i fuoriclasse dall'Inter vanno via. Prima Balotelli, poi Eto'o. Vedremo se e come Ranieri saprà tirar fuori il meglio dai giocatori che ha. Due, però, deve spedirli in panchina. Zanetti e Cambiasso. Perché con Palombo può giocare Poli, i due sono stati compagni nella Sampdoria. Mettiamola così, con Palombo davanti la difesa, Poli sul centrodestra ed Obi, oppure Guarin, sul centrosinistra, Sneijder potrebbe tornare a fare il trequartista. Gli argentini posso dedicarsi alla carne alla brace.

venerdì 20 gennaio 2012

Come si batte il Barcellona?

Esercizio di fantasia calcistica: come si batte il Barcellona? Si può battere questo Barcellona? Si può, perché qualche volta perde, soprattutto in campionato, magari da avversari assai meno blasonati. Ma, sono rarissimi incidenti di percorso. Di solito, un paio a stagione. Nelle partite decisive, invece, i blaugrana vincono sempre. Persero con l'Inter di Mourinho nell'andata delle semifinali di Champions del 2010 e con il Real Madrid, sempre di Mourinho, nella finale di Coppa del Re del 2011. Per il resto, da quando c'è Guardiola al timone della nave Barca, soltanto vittorie nelle sfide decisive. Vorrà pur dire qualcosa. Che il Barca è la squadra più forte di sempre non lo so, certamente che il Barca è la squadra più forte di quest'epoca. Sicché, per tornare alla domanda iniziale, come si batte questo Barca? 1. Metodo Mourinho: pressing altissimo, ricordate Eto'o e Pandev?, squadra cortissima, ripartenze improvvise, concentrazione assoluta. Due volte ha funzionato, ma ultimamente ha fatto cilecca, perché qualche distrazione nella partita capita, perché il metodo in commento richiede la migliore condizione atletica di tutti i giocatori, e non sempre c'è. 2. Metodo Zeman: squadra sempre corta, ma, anche fuorigioco ricercato con spavalderia e sistematicità, tattica rischiosissima, perché c'è il pericolo d'imbarcare un mare di reti. 3. Metodo  alla viva il parroco: lasciare l'inziativa al Barca, che tanto se la prenderebbe comunque, aspettare ai limiti della propria area, intasando gli spazi centrali, quelli cari a Xavi, Fabregas ed Iniesta, un centravanti possente in avanti, da cercare con lanci lunghi alla prima palla recuperata, pronto ad aspettare che i compagni salgano e, poi, tiro dalla distanza. Contro il Barca bisognerebbe calciare da 25, 30 metri. E calciare bene. Funzionerebbe? Non lo so, ma, tentar non nuoce ed è sempre meglio di aspettare che questa fantastica generazione del Barca invecchi.

venerdì 14 ottobre 2011

Eto'o resti a Mosca

Non si torna indietro. Eto'o ha scelto, dopo, beninteso, aver onorato la maglia dell'Inter, di andare a giocare in Russia, nel sud, salvo risiedere a Mosca, dove la sua squadra si allena. Scelta di vita, si è detto. Desiderio di nuovi stimoli, gusto di sfida e di avventura. Benissimo. Ora, però, non ha senso pensare che nei mesi di gennaio e febbraio del 2012 venga a giocare nella squadra che ha lasciato, pensando che tutti stiano aspettando il suo ritorno. Non sarebbe una gran trovata e servirebbe soltanto a sfiduciare gli attaccanti della rosa attuale. Per di più, a marzo Eto'o dovrebbe tornare in Russia: insomma, quante partite potrebbe giocare con l'Inter? Dieci? Meglio nessuna, perché l'Inter non è e non può essere una parentesi. Poi, l'ho già detto, se proprio si vuole rinforzare la squadra a gennaio, tanto vale riprendere Recoba. Uno che, di suo, l'Inter mai l'avrebbe lasciata.

giovedì 13 ottobre 2011

L'infortunio di Forlan ed il talento di Recoba

Infortunio oltreoceano per Forlan, il campione che, a detta di qualcuno, avrebbe dovuto rimpiazzare Eto'o: ma dai! Starà, pare, fuori causa per un mesetto. Ha 32 anni suonati, stenta ad ambientarsi nel campionato italiano e questa pausa forzata non ne faciliterà l'inserimento. Sicché propongo il nome di un uruguaiano di ben altro talento, Recoba, per gennaio. Qualche prodezza, anche entrando a partita in corso, la regalerebbe certamente. E' l'unico calciatore in attività, insieme a Totti e Ronaldinho, a poter giocare anche da fermo. Insoma, se va bene Forlan, andrà meglio Recoba.