Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
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venerdì 9 agosto 2024
venerdì 25 agosto 2023
Budapest 2023: Noah Lyles vince i 200 m
È lui il re indiscusso della velocità ai mondiali di atletica leggera di Budapest 2023: Noah Lyles vince anche i 200 m, in 19"52, dopo aver dominato i 100 m. Secondo il connazionale Knighton, terzo Tebogo. Per Lyles, si tratta del terzo oro mondiale consecutivo nel mezzo giro di pista, dopo quelli conquistati a Doha 2019 e Eugene 2022.
venerdì 19 agosto 2022
Monaco 2022: Tortu bronzo nei 200 m
Arriva la prima medaglia individuale in una grande competizione internazionale per Filippo Tortu: bronzo agli Europei di Monaco di Baviera nei 200 m. Un'altra medaglia, e del metallo più prezioso, c'era già stata: l'oro di Tokyo 2021 nella 4x100. Ma quella fu un'affermazione di squadra. Tortu ha chiuso terzo dietro i britannici Hughes e Mitchell-Blake, correndo in 20"27.
giovedì 18 agosto 2022
Monaco 2022: Tortu in finale nei 200 m
Vince la terza semifinale in 20"29, Filippo Tortu, e ottiene la qualificazione alla finale dei 200 m degli Europei di Monaco di Baviera in programma domani sera. Punterà all'oro, Tortu, o comunque ad una medaglia.
martedì 19 luglio 2022
Eugene 2022: Tortu, 20"18, in semifinale sui 200 m
Ha tutto del grande duecentista, Filippo Tortu. Lo conferma il tempo di 20"18 con il quale ha vinto la propria batteria e conquistato l'accesso alla semifinale dei 200 piani ai mondiali di atletica in corso di svolgimento a Eugene. L'accesso alla finale è alla sua portata. Peccato che la detta semifinale si correrà alla 04:10 di mercoledì. Chi la seguirà, da noi, in Italia? Errore peggiore, nella programmazione, a cominciare dalla sede stessa del mondiale, non sarebbe stato possibile.
martedì 1 ottobre 2019
Noah Lyles oro nei 200 a Doha 2019
Ha vinto il grande favorito. Va a Noah Lyles, 19"83, l'oro nei 200 m ai mondiali di atletica leggera di Doha. Secondo il canadese De Grasse, terzo l'ecuadoriano Quinonez. Giù dal podio, quinto, il campione del mondo uscente Guliyev.
venerdì 5 luglio 2019
Noah Lyles 19"50 sui 200 m a Losanna!
Strepitoso tempo di 19"50 del velocista statunitense Noah Lyles sui 200 metri. È successo stasera sulla storica pista del meeting di Losanna. Lyles è il quarto più veloce nella storia del mezzo giro di pista. Può puntare, sta per compiere 22 anni, al primato del mondo di Bolt: 19"19.
venerdì 11 agosto 2017
Londra 2017: oro a Guliyev sui 200 m, battuto Van Niekerk
Tornati indietro di 30 anni. O giù di lì. I 200 m vedono la vittoria dell'azero, naturalizzato turco, Guliyev in 20"09, un tempo in linea con quelli di Calvin Smith, oro a Helsinki 1983 e Roma 1987. Mi sembra questo il dato su cui riflettere, più che la sconfitta del sudafricano Van Niekerk. Che non riesce nella doppietta con i 400 m, che realizzò due volte Michael Johnson a metà anni '90. Davvero strano questo arretramento delle prestazioni. O no? A partire da Tokyo 1991, nessuno aveva vinto l'oro nei 200 m ai mondiali con un tempo così alto, quando si escluda Capelli, primo a Parigi 2003, con un lentissimo 20"30.
giovedì 8 giugno 2017
Golden Gala 2017: Tortu è il nuovo Mennea
Ha chiuso quarto nei 200 m del Golden Gala 2017 il diciottenne velocista italiano Tortu, che già aveva impressionato in questa stagione con il clamoroso 10"15 sui 100. Primato personale stasera sul mezzo giro di pista, in 20"34, che gli garantirà la partecipazione ai prossimi mondiali di Londra: ha ceduto un poco negli ultimi 50 metri, ma, con il tempo, imparerà a distribuire meglio le energie durante la gara. Per la cronaca, al primo ed al secondo posto finiscono De Grasse e Lemaitre, rispettivamente argento e bronzo sui 200 m a Rio de Janeiro, dietro l'innarrivabile Bolt. Con Tortu, abbiamo finalmente l'erede di Mennea. E di Berruti, che Tortu più ancora ricorda, per l'ampiezza della falcata e l'eleganza all'ingresso e all'uscita della curva.
venerdì 19 agosto 2016
Bolt vince i 200 a Rio, ottavo oro olimpico. Argento per De Grasse e storico bronzo per il francese Lemaitre
Ha vinto, ma senza avversari che potessero davvero impensierirlo. Oro, l'ottavo olimpico, per Usain Bolt, correndo i 200 m in 19"78, un tempo non straordinario, come gli era già accaduto nei 100 m in queste olimpiadi di Rio. Argento per De Grasse, già bronzo nei 100 e storico bronzo per Cristophe Lemaitre. Il velocista francese, salito alla ribalta agli Europei di Barcellona del 2010, è tornato competitivo dopo un paio di stagioni poco brillanti. Dopo il bronzo ai mondiali di Daegu, 2011, arriva questo bronzo olimpico per Lemaitre: un atleta bianco non finiva su un podio olimpico, tra 100 e 200, da Mosca 1980, quando Mennea sconfisse Wells sui 200. Sì c'è stato anche l'oro del greco Kenteris a Sidney 2000, sempre sui 200. Ma, fu vera gloria?
giovedì 27 agosto 2015
Il segreto di Bolt: l'ampiezza della falcata
E' ormai il segreto di Pulcinella, nel senso che da anni, vedendo e rivedendo le sue mirabilia sul tartan, tutti hanno imparato a contare i passi di Bolt: sui 100 sono in genere 41. Tre, quattro, alle volte cinque in meno di quelli impiegati dai rivali per coprire la medesima distanza. Le sue lunghissime leve gli permettono un'amplissima falcata, di qui il minor numero di passi ed una supremazia che, nella velocità, dura ai massimi livelli dal 2008. Anche in questi mondiali di Pechino, se n'è ricevuta conferma. Beninteso, non è soltanto una questione di passi. Nella finale odierna, sui 200 metri, che Bolt ha dominato in 19"55, è stato possibile ammirare anche la sua grande elasticità, la corsa fluida, spontanea, quasi rotonda, mentre Gatlin, il grande rivale sconfitto, spingeva con tutta la forza del mondo, sprecando il doppio delle energie del giamaicano. Bolt, del resto, è più alto di una decina di centimetri. Finché la schiena, perciò più sollecitata, gli reggerà, agli avversari non resterà che correre per la piazza d'onore. Insomma, quello che in passato era considerato un limite per i velocisti, l'alta statura, è stato trasformato da Bolt, 1,96 metri, in un formidabile punto di forza. Jesse Owens, che stupì il mondo e tramortì Hitler alle Olimpiadi di Berlino del 1936 era alto 1,78 metri. Per venire a tempi più recenti, Maurice Greene, oro mondiale sui cento ai mondiali del '97, del '99 e del 2001, era appena un 1,76 metri. Lo stesso, immenso, Carl Lewis, che invece era alto eccome, 1,88 metri, cede a Bolt ben otto centimetri. Per anni si è creduto che gli atleti più piccoli e compatti fossero avvantaggiati dalla maggior frequenza di passi, tale da colmare la minor ampiezza della falcata. Bolt ha stravolto questa, peraltro ragionevole credenza. Falcata ampia ed alta frequenza allo stesso tempo, un equilibrio quasi perfetto. Ed il lunghissimo dominio che sappiamo.
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Pechino 2015: finale 200 metri, ore 14:55. Bolt favorito su Gatlin
Tra meno di due ore, sarà di nuovo Bolt contro Gatlin, 200 metri questa volta. Gatlin, lo si sa, è arrivato meglio preparato, ma Bolt ha la classe ed il carisma per vincere anche sul mezzo giro di pista. Più che i tempi di reazione ai blocchi, sarà la curva a fare la differenza. Quella dove un tempo Bolt avrebbe stracciato il rivale. Lì si deciderà la gara. Perché nel rettilineo finale, Bolt tenderà a rallentare, almeno negli ultimi 20-30 metri. La logica direbbe Gatlin, ma la storia dice Bolt. Che nelle occasioni solenni sa dare il meglio.
giovedì 5 giugno 2014
Golden Gala 2014: sui 200 m Howe sfida Lemaitre
Stasera il Golden Gala 2014, allo stadio Olimpico di Roma, quarta tappa della Diamond League. La manifestazione è dedicata alla memoria di Pietro Mennea. E propriamente nei 200 m, la gara per eccellenza del velocista di Barletta, tornerà a correre Howe, dopo il calvario di infortuni che ne hanno condizionato il rendimento nelle ultime stagioni. Howe, che ha raccolto i migliori risultati nel salto in lungo, proverà a rilanciarsi sul mezzo giro di pista, dove ha un primato di 20"28 vecchio ormai di dieci anni. Sulla sua strada il favorito Lemaitre. L'asso francese, che volò in 19"80 a Daegu, a detta di molti, avrebbe nelle gambe il 19"72 di Mennea, stabilito alle Universiadi di Città del Messico del 1979, che rimase primato del mondo per 17 anni e che è ancora primato europeo. Comunque vada a finire, sarà una notte di grande atletica.
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domenica 18 agosto 2013
Mosca 2013: a Bolt anche i 200 m in 19"66
Sempre Usain Bolt, anche nel mezzo giro di pista. Dopo l'oro sui 100 m piani, a Mosca, mondiali di atletica leggera 2013, è arrivato, puntuale, anche l'oro sui 200 m, con il tempo ragguardevole di 19"66, lontano dal suo fantasmagorico primato di 19"19, ma pur sempre capace di raccontare di una supremazia che ormai dura dal 2008 e promette di diventare la più duratura della storia della velocità. D'altra parte, anche la connazionale Fraser ha colto a Mosca la doppietta 100/200. Questo pollo fritto di Giamaica dev'essere come la pozione di Asterix.
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giovedì 21 marzo 2013
In morte di Pietro Mennea, campionissimo della velocità
Non sapevo che stesse male, sicché la notizia della sua morte mi ha lasciato spiazzato. Il più grande campione della velocità azzurra, Pietro Mennea da Barletta, è stato per oltre dieci anni il simbolo della nostra atletica leggera. Sebbene non avesse il fisico del predestinato, Mennea seppe affinare l'innata velocità con allenamenti mirati e straordinariamente intensi, sotto la tutela tecnica di Vittori. Nel centro della Scuola Nazionale di Atletica Leggera di Formia, Mennea seppe costruire, giorno dopo giorno, ripetuta dopo ripetuta, scatto dopo scatto, una carriera leggendaria. La cura maniacale nei dettagli ne fece un asso sia sui 100 m che, specialmente, sui 200 m, dove fu medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Monaco del 1972, facendosi conoscere in tutto il mondo. Cominciò allora una rivalità spettacolare con il sovietico Valerij Borzov, sapendo tener testa ai velocisti americani che avevano da Tokio '64 cominciato a dominare il settore. A Montreal '76, ci si aspettava l'exploit, che invece mancò: nessuna medaglia olimpica. Che sarebbe invece arrivata, e d'oro, sui 200 m alle Olimpiadi di Mosca 1980, quando Mennea, partito in una corsia poco favorevole da letteratura, l'ottava, seppe realizzare una strepitosa rimonta, in curva, il fondamentale in cui eccelleva, completandola sul rettilineo finale. L'apogeo di una carriera, raggiunto dopo aver già stabilito il fantastico primato del mondo sulla distanza alle Universiadi di Città del Messico l'anno prima, nel 1979: un record storico che fece strabuzzare gli occhi a tutti gli osservatori: 19"72. Un tempo capace di resistere agli assalti di grandissimi campioni, a cominciare da Carl Lewis, per oltre tre lustri. Fu battuto, dopo diciassette anni, da Michael Johnson alle Olimpiadi di Atlanta del 1996. Mennea divenne un mito, un simbolo, un'icona, l'esempio della classe sposata al lavoro incessante. Si ritirò due volte e due volte tornò in pista, troppo innamorato del tartan, degli allenamenti e delle competizioni, fino all'addio definitivo datato 1988 quando aveva ormai 36 anni. E' stato campione europeo sui 100 e sui 200. E' ancora primatista italiano in entrambe le specialità, 19"72, si ripete sui 200 m, 10"01 sui 100 piani. Sui 200, per la verità, è anche primatista europeo. Fu pure uno straordinario staffettista, tanto da guidare il quartetto azzurro alla medaglia d'argento dietro gli Usa ai primi Mondiali di Helsinki del 1983, assime a Tilli, Simionato e Pavoni. Che la terra gli sia lieve.
giovedì 9 agosto 2012
Olimpiadi di Londra: stasera finale dei 200 m. Favorito Bolt su Blake e Lemaitre
La finale regina della velocità sarà pure quella dei 100 m piani, ma i 200 possiedono un fascino, a mio modo di vedere, anche superiore. Perché non è più velocità pura, reattività, forza esplosiva. Insomma, siamo ancora in presenza di uno sforzo anaerobico, e tuttavia conta sempre di più la tecnica di corsa, soprattutto in curva e comincia a contare la gestione dello sforzo: una ventina di secondi, stasera meno, sono pochi ma non pochissimi. Pietro Mennea, a lungo primatista del mondo, allenato da un genio come Vittori, era maestro nel modo di affrontare la curva, uscendo senza scomporsi sul rettilineo finale. In quel tratto, nel quale ci vuole niente a perdere l'abbrivio e perfino ad invadere la corsia avversaria, una leggenda come Carl Lewis aveva il suo tallone d'Achille e, per questa ragione, fu soltanto argento a Seoul '88 dopo l'oro di Los Angeles '84. Ora, venendo alla finale di stasera, nessuno è forte quanto Bolt, nessuno corre bene, con perfetta distribuzione dello sforzo, come il francese Lemaitre. Fra di loro, c'è l'altro giamaicano Blake, assistito da una condizione di forma straordinaria. Il mio pronostico è: oro Bolt, argento Blake, bronzo Lemaitre. Lemaitre, però, che ha disertato i 100 per concentrarsi su questa gara, potrebbe compiere l'impresa che nessuno si aspetta.
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