Forse la più straordinaria edizione della storia delle Olimpiadi, quella di Città del Messico del 1968, anno cruciale nella storia del mondo occidentale, trapunto da contestazioni studentesche e rivoluzioni culturali, più o meno indotte, di cui ancora oggi, a 46 anni di distanza, è difficile calcolare portata e conseguenze. A Città del Messico, questo è certo, si riscrive la storia dello sport e, soprattutto, la storia dell'atletica leggera. Complice l'altura e l'aria rarefatta, Città del Messico, si trova a 2.420 m. sul livello del mare, fioccano i primati del mondo, nelle gare di corsa e nei salti. Jimmy Hines, statunitense, abbatte la soglia psicologica dei 10" nei 100 m, correndo in 9"95, un primato che resisterà per tre lustri. Nei 200 m, c'è lo straordinario 19"83 di Tommie Smith, che passerà alla storia per il capo chino ed il pugno guantato di nero durante la premiazione, assieme al connazionale John Carlos: protesta clamorosa, nel segno del black power, contro le discriminazioni razziali nella società americana. Sarà Pietro Mennea, alle Universiadi del 1979 proprio a Città del Messico, a battere questo record con un clamoroso 19"72. Bob Beamon vola a 9 metri e 90 nel salto in lungo, un balzo prodigioso, che strabilia tutti gli spettatori ed i commentatori dell'epoca. Ci vorrà una gara memorabile ai mondiali di Tokyo del 1991 per far meglio: Mike Powell volerà a 9,95 m, mentre Carl Lewis, il più grande lunghista della storia, si fermerà a 9,91 m. Nel salto in alto, Fosbury s'inventa un nuovo modo di valicare l'asticella, che porterà il suo nome. Dopo decenni di salti ventrali, Fosbury, dopo una rincorsa di otto passi, salta di schiena, superando l'asticella prima con il tronco e poi con le gambe, richiamate in caduta. I puristi protestano, ma l'invenzione di Fosbury è clamorosa. Dopo di allora, superata qualche resistenza, tutti salteranno, e saltano ancora oggi, come lui. Il pesista Al Oerter, manco a dirlo, vince il suo quarto oro olimpico consecutivo. L'Italia ottiene soltanto un bronzo con Eddie Ottoz nei 110 m ad ostacoli. E, più in generale, segna un grave passo indietro, dopo i risultati brillanti delle ultime edizioni: raccoglie appena 16 medaglie, 3 ori, 4 argenti e 9 bronzi, e precipita al tredicesimo posto nel medagliere, dominato dagli Stati Uniti, davanti all'Urss ed al Giappone, ormai potenza economica mondiale. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata, 13^puntata, 14^ puntata, 15^ puntata, 16^ puntata)
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lunedì 14 marzo 2016
Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Messico1968. Hines, Smith, Beamon e Fosbury riscrivono la storia dell'atletica leggera (17^ puntata)
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