Olimpiadi di Mosca 1980, quelle del boicottaggio. Dopo l'invasione dell'Afghanistan, gli Stati Uniti sono i capofila di una nutrita lista di paesi che boicottano i giochi moscoviti. L'Italia, a lungo indecisa se partecipare o meno, alla fine va, con qualche se e qualche ma, comunque va, gareggiando sotto la bandiera olimpica. Nel medagliere domina, manco a dirlo, l'Urss, davanti alla chiacchierata Germania Est ed alla Bulgaria, che pure al doping ricorre eccome. L'Italia, dal canto suo, giunge, per le molte assenze, quinta nel medagliere, assommando 8 ori, 3 argenti e 4 bronzi. Vince, finalmente, l'oro sui 200 m, il primatista mondiale, straordinario il 19"72 delle Universiadi dell'anno prima, il grandissimo Pietro Mennea, 20 anni dopo il Berruti di Roma 1960. Muove dall'ottava corsia e compie una rimonta prodigiosa, superando nell'imminenza del traguardo il gallese Wells, già vittorioso sui 100. Una vittoria memorabile. Come quella che ottiene nel salto in alto Sara Simeoni. Dall'atletica, per l'Italia, giunge anche un'altra gioia: Sandro Damilano conquista l'oro nella 20 km di marcia, rinnovando una grande tradizione di successi azzurri. Nel mezzofondo veloce, si registra un nuovo capitolo della grande rivalità tra gli inglesi Coe ed Ovett, il primo favorito sugli 800 m, vince nei 1.500 m, la gara prediletta dal secondo, che invece trionfa sugli 800. Il miglior pugile della manifestazione è l'italiano Patrizio Oliva, che conquista l'oro nella categoria superleggeri. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata, 13^puntata, 14^ puntata, 15^ puntata, 16^ puntata, 17^ puntata, 18^ puntata, 19^ puntata, 20^ puntata, 21^ puntata, 22^ puntata, 23^ puntata)