Il gol di ieri sera in Coppa Italia contro la Roma ha permesso a Del Piero di avvicinare Roberto Baggio, ora terzo dietro Piola, 364 gol, e l'incommensurabile Meazza, 338 gol, nella speciale classifica dei maggiori goleador italiani di ogni tempo in tutte le competizioni professionistiche. Se Baggio ha segnato 318 gol, Del Piero è a 317. Il sorpasso, verosimilmente, ci sarà. Poi, Roberto Baggio è stato un giocatore assai più forte, uno che, senza i gravissimi infortuni che ne hanno martoriato la carriera, avrebbe conteso il primato, se non a Maradona e Pelé, a tutti quelli dopo di loro. Dietro Del Piero, per tornare ai numeri, c'è Inzaghi a 315 e poi Altobelli a 298. Scommetto, comunque, che Totti, fermo a 279 reti, a fine carriera avrà superato tutti. Anche Piola.
Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
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mercoledì 25 gennaio 2012
mercoledì 9 novembre 2011
Storia di Recoba: 6. (il ritorno all'Inter)
Nell'estate del 1999, Recoba torna all'Inter. Cui approda Vieri, che si aggiunge a Ronaldo, a Roberto Baggio ed alla ricchissima batteria avanzata nerazzurra. Sulla panchina, siede per una scelta morattiana tra le meno riuscite, forse la meno riuscita, Marcello Lippi, che ha ancora addosso le stimmate della Juventus e che rivendica lo scudetto del 1998 come se nulla fosse accaduto! Recoba trova spazio strada facendo, anche perché Ronaldo si fa male dopo un paio di mesi, poi torna ad aprile e s'infortuna di nuovo, tanto che la carriera del campionissimo brasiliano sembra a rischio. Il Chino gioca 27 partite in campionato, segnando dieci reti: il gol contro il Lecce è sbalorditivo. Si trova a suo agio con Vieri, giostrando da seconda punta a tutto campo. Non che corra per tutto il campo, ma, insomma, sceglie la posizione volta per volta. E' un giocatore ormai maturo e sempre spettacolare, soltanto che l'Inter non va oltre il quarto posto ed accede alla Champions grazie ad una doppietta di Baggio nello spareggio con il Parma. Lippi, dopo avere preteso il ritiro anticipato di Bergomi nel 1999, chiede, nel 2000, di rinunciare anche a Baggio, che pure l'ha trascinato in Europa. Moratti, purtroppo, l'accontenta. La stagione 2000-01 comincia malissimo. L'Inter perde i preliminari di Champions contro l'Helsinborg e Recoba, anche i migliori sbagliano, fallisce un rigore al Meazza, che compromette definitivamente la qualificazione. Ironia della sorte, si tratta del solo rigore sbagliato dal Chino all'Inter. Che perde anche la prima di campionato con la Reggina, ma Recoba segna, e Lippi, che lo chiede, viene esonerato. 6^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3 ^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata)
venerdì 4 novembre 2011
Storia di Recoba: 5. (la salvezza con il Venezia)
Stagione 1998/99, Simoni resta alla guida dell'Inter in virtù del successo in Coppa Uefa, ma, la fiducia di Moratti è venuta meno. Zaccheroni è stato cercato a lungo, salvo finire al Milan. All'Inter arriva Roberto Baggio, assieme a due giovani assai promettenti, Pirlo, allora trequartista, e Ventola, da molti esperti considerato forte quanto Vieri. Insomma, la concorrenza in attacco è fortissima e Recoba gioca poco. Meno dell'anno precedente. Simoni viene esonerato, nonostante la qualificazione ai quarti di Champions, con vittoria al Meazza contro il Real Madrid e doppietta entusiasmante di Baggio. Arriva Lucescu e prende corpo una delle peggiori stagioni della storia nerazzurra. Recoba va in prestito al Venezia di Zamparini e Novellino: la salvezza appare un miraggio. Recoba, vestiti finalmente i soli panni che gli si adattino, quelli del salvatore della patria, del giocatore decisivo, è protagonista di una formidabile rimonta, assiste il centravanti Maniero e segna, in proprio, 11 reti in diciannove partite. In tutti i modi, con tiri dalla distanza e punizioni spedite sotto il sette, dopo dribbling ripetuti e di pura astuzia. Mentre l'Inter, sulla cui panchina si succederanno alla fine quattro allenatori, fallisce la qualificazione alle coppe. Recoba, trascinato il Venezia alla salvezza, osannato dai tifosi veneziani e dalla critica sportiva tutta, è pronto a rientrare all'Inter. 5^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^puntata, 4^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata)
mercoledì 19 ottobre 2011
Del Piero si ritira: era ora
Prima o dopo bisogna smettere. Del Piero, a detta del suo presidente, lo farà al termine della stagione. Dopo una lunga carriera, ricca di successi, non tutti meritati, perché gli scudetti del '98 e del 2002, in un paese normale, sarebbero finiti all'Inter e non alla Juve. Ad ogni modo, Del Piero ha segnato più di 300 gol in carriera, il che ci indica la cifra tecnica del campione che è stato. Forse sopravvalutato quando in nazionale veniva preferito prima a Baggio, blasfemia calcistica!, poi a Totti, di nuovo blasfemia calcistica. Però, insomma, pur con tutte le riserve che un interista non può non provare verso il capitano della Juventus, debbo riconoscere che Del Piero è stato un grande giocatore, che ha saputo restare sulla breccia per più di quindici anni. Che sta per ritirarsi. In effetti, era ora.
mercoledì 12 ottobre 2011
Dieci ragioni per far giocare Cassano centravanti
Non traviso il significato della doppietta in nazionale di Cassano, ieri sera. L'Irlanda del Nord non costituiva il più arduo degli ostacoli. Però, Cassano è giunto a quota nove gol in nazionale, pochi per competere con i totem come Riva, Meazza, Piola, Roberto Baggio, abbastanza, tuttavia, per non passare da meteora nel cielo azzurro. Io lo vedo centravanti, anche in nazionale, per diverse ragioni: 1. ha uno straordinario controllo del pallone; 2. ha una straordinaria protezione del pallone, grazie alle gambe forti ed al baricentro basso; 3 ha scelta di tempo ragguardevole, sia sulle respinte che nel gioco aereo; 4. sa calciare, come pochi, di destro e di sinistro, sicché è più difficile per gli avversari limitarlo; 5. è un notevole contropiedista; 6. è astuto al punto da sapersi ricavare i giusti spazi anche tra difensori più alti e pesanti; 7. sa dialogare con i compagni in spazi stretti, vede la porta ma è altruista, così da servire anche molti assist; 8. da centravanti può concedersi più facilmente quelle pause così necessarie al suo gioco ed al suo temperamento; 9. da sempre, è sfrontato e sa farsi rispettare dentro l'area; 10. i suoi diagonali sono di precisione quasi chirurgica, tanto che segna anche da posizioni molto angolate. Insomma, almeno in nazionale, il futuro di Cassano, per me, è da centravanti. Per certi versi, ma è stato già detto anni fa da molti, ricorda il primo Giordano.
*Aggiornamento del 05 giugno 2014: l'ingresso di Cassano nel secondo tempo della partita di ieri sera contro il Lussemburgo, conferma che Cassano può giostrare, e benissimo, da centravanti. Il problema è trovare qualcuno che lo lanci a dovere, insomma, qualcuno che dia, a lui, i palloni che ieri Cassano ha dato a Balotelli. Cassano, davanti al portiere, non sbaglia. Prandelli ci pensi.
*Aggiornamento del 05 giugno 2014: l'ingresso di Cassano nel secondo tempo della partita di ieri sera contro il Lussemburgo, conferma che Cassano può giostrare, e benissimo, da centravanti. Il problema è trovare qualcuno che lo lanci a dovere, insomma, qualcuno che dia, a lui, i palloni che ieri Cassano ha dato a Balotelli. Cassano, davanti al portiere, non sbaglia. Prandelli ci pensi.
giovedì 29 settembre 2011
Il nuovo Cassano
Vince anche il Milan in Champions League, grazie al prepotente ritorno di Ibrahimovic ed al ritrovato Antonio Cassano, uno che sembra seriamente intenzionato a lasciare in bella evidenza la sua firma sul romanzo della storia del calcio italiano. Formidabile fino al 2005, di là da tutte le polemiche suscitate da lui ed attorno a lui, ha perso di fatto le due stagioni successive. Ma, negli ultimi quattro anni, pur tra alti e bassi, ha ritrovato una certa continuità. Del resto, anche volendo, non avrebbe potuto dissipare tutto il suo talento. Da qualche settimana, peraltro, pare animato da una nuova voglia di sudare sul campo, da una maggiore concentrazione. Nei prossimi tre anni, insomma da qui al mondiale del 2014, può avvicinare, in numeri e vittorie, quei giocatori come Baggio o Totti, cui ad inizio carriera era stato accostato. Per talento, il paragone ci starebbe, ora occorrono anche le prestazioni continue. In altri termini, i gol e le vittorie. Poi, si potrà fare un bilancio.
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