Elenco blog personale

Visualizzazione post con etichetta Uruguay. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Uruguay. Mostra tutti i post

mercoledì 2 aprile 2014

Storia dei mondiali di calcio: 2^ puntata (Uruguay primo campione, 1930)

Le nazionali presenti ai mondiali d'Uruguay del 1930 giocano quasi tutte con il "metodo", atteso che il "sistema", escogitato da Chapman, allenatore dell'Arsenal, è una privativa ancora inglese. Davanti al portiere due terzini, sulle fasce, spostati qualche metro più avanti due mediani, grosso modo corrispondenti ai laterali dei tempi nostri, nel mezzo un centromediano, detto appunto metodista, chiamato a marcare il centravanti avversario, ma, anche a cominciare l'azione, di solito dotato di una grande battuta, due mezzali a costruire il gioco, una di regia, l'altra di corsa e raccordo, due ali ed un centrattacco possente. Si conoscono variazioni sul tema, ma, nella sostanza tutti giocano alla stessa maniera. Non un grande spettacolo al primo mondiale, viste le tante assenze. Tredici squadre in tutto, distribuite in tre gironi. In semifinale, l'Argentina sconfigge gli Stati Uniti, l'Uruguay supera la Jugoslavia. Con identico, perentorio, punteggio: 6-1. Va in scena uno dei tantissimi derby del Rio de la Plata, il fantastico estuario formato dal fiume Paranà e dal fiume Uruguay, che "no es un rio, es un cielo azul que viaja".  In finale, prevale l'Uruguay delle stelle Andrade e Scarone, che è ancora lo squadrone che ha dominato gli anni venti, 4-2. Il capocannoniere del torneo, con otto reti, è invece l'argentino Stabile. Senza grandi clamori, questo è l'inizio di un'avventura straordinaria. Quattro anni dopo, sarebbe toccato all'Italia di ospitare i campionati del mondo di calcio, in nome di un'alternanza tra Europa e Sudamerica, che raramente sarebbe stata interrotta, prima che gli affari prendessero il sopravvento sul gioco (1^ puntata).

sabato 29 marzo 2014

Storia dei mondiali di calcio: 1^ puntata

Inventato dagli inglesi o dai fiorentini, la questione annosa è destinata a rimanere irrisolta, il calcio rimase per tutto il diciannovesimo secolo un affare soprattutto britannico. Le regole e le competizioni che oggi, dopo parecchi successivi aggiustamenti, conosciamo, nacquero tutte su quell'isola superba ai tempi grassi della Regina Vittoria. Le rappresentative nazionali, diverse da Inghilterra, Scozia e Galles cominciarono ad affrontarsi soltanto agli inizi del novecento. Partite amichevoli, eccettuate le competizioni alle Olimpiadi. Fatto sta che negli anni dieci ancora si giocava con pantaloni alla zuava e berrettino ed i calciatori, secondo la moda del tempo, esibivano baffi, baffetti e baffoni e non ancora tatuaggi, allora esclusiva di marinai e forzati delle galere. Poi, venne la Grande Guerra, antipasto massonico di un rivolgimento dei costumi che ancora dura. Negli anni venti, a poco a poco, mentre l'Uruguay del formidabile centromediano Andrade faceva incetta di titoli olimpici, cominciò a farsi strada l'idea di una competizione mondiale, aperta anche ai professionisti della "pelota". Il confine tra professionismo e dilettantismo si faceva sempre più labile ed insomma attorno al fenomeno calcio cominciavano a  girare tanti soldi. Sport proletario ed egualitario per eccellenza, che non richiedeva e nemmeno oggi richiede carature atletiche specifiche, aveva una presa sulla folla che faceva gola agli affaristi che sempre hanno parassitato lo sport. Tra mille difficoltà, si decise per un campionato del mondo di calcio in Uruguay, paese fertile di talenti, moltissimi dei quali di origine italiana, che, come si diceva, era il punto di riferimento del calcio di allora. Tolta l'Inghilterra, che si vantava di una supremazia, più dichiarata che reale e che rifiutava il confronto. Gli inglesi avrebbero partecipato al primo mondiale soltanto nel 1950, subendo un'eliminazione al primo turno e perdendo addirittura con l'allegra brigata dei calciatori Usa. Anno 1930, comunque, primo mondiale di calcio. In Uruguay. L'Italia resta a casa, perché i tempi sono economicamente grami e la trasferta oltreoceano costerebbe troppo. (1^ puntata, 2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata)

venerdì 6 dicembre 2013

Sorteggio gironi mondiale 2014: Italia, Uruguay, Costarica, Inghilterra. Girone D di ferro, sette titoli mondiali per Italia, Uruguay ed Inghilterra

Girone di ferro, quello D, ai prossimi mondiali 2014 in Brasile. L'Italia affronterà l'Uruguay, due titoli mondiali, oltre a tre quarti posti, e l'Inghilterra, patria del calcio, un titolo mondiale ed un quarto posto. Soltanto il Costarica è avversario abbordabile. Sarà dura qualificarsi agli ottavi di finale. Girone duro anche per il Brasile e per Spagna ed Olanda, finaliste nel 2010 e capitate nel medesimo girone.

lunedì 21 ottobre 2013

Il Nacional di Recoba batte i Wanderers e guida la classifica dell'Apertura

Primera Division de Uruguay 2013-14, torneo di Apertura. Continua la marcia di avvicinamento del Nacional Montevideo di Alvaro Recoba al titolo. Ieri, ampia vittoria sui Wanderers per 3-0. Recoba, reduce dall'ennesimo infortunio muscolare, che l'ha spinto ad annunciare il ritiro per la fine della stagione, è stato autore di una grande prova, giocando quasi tutta la partita (è subentrato dopo cinque minuti del primo tempo). Soltanto l'ostinazione di Tabarez tiene Recoba lontano dalla nazionale. Eppure l'Uruguay non ha stelle a centrocampo, dove ormai Recoba gioca, e dovrà conquistarsi un posto ai Mondiali 2014 attraverso lo spareggio con la Giordania. La supponenza degli allenatori è quanto meno mi piace nel calcio. In altri sport, penso al tennis, ad esempio, un giocatore può tornare o diventare protagonista anche partendo dalle qualificazioni. Nel calcio, se incontri l'allenatore sbagliato, sei fuori dalle grandi competizioni. E pensare che Tabarez, in Uruguay, viene chiamato il maestro!

giovedì 23 agosto 2012

Immenso Recoba: il Chino trascina il Nacional nella Copa Sudamericana. Decisivo il suo gol su punizione contro il Deportes Iquique

Ricomincia da dove aveva lasciato: una prodezza. Questa volta su calcio piazzato, marchio di fabbrica della premiata ditta "Chino" Recoba. Dopo la sconfitta per 2-0 subita all'andata, nel turno preliminare di Copa Sudamericana, l'equivalente della nostra Europa League, il Nacional Montevideo aveva bisogno di una grande impresa per la remuntada ai danni dei cileni del Deportes Iquique. A quattro minuti dallo scadere, sul 2-0 per gli uruguagi, ci ha pensato Recoba a regalare il gol della vittoria, con una splendida punizione radente, che ha trovato un pertugio nella barriera avversaria, con il pallone terminato accanto al palo alla sinistra del portiere. Tra due giorni, riprenderà anche il campionato in Uruguay, con il Nacional di Recoba chiamato a difendere il titolo. 

domenica 17 giugno 2012

Immenso Recoba, è campione d'Uruguay: un gol del Chino regala il titolo 2011/12 al Nacional nella finale con il Defensor Sporting

Recoba, ancora Recoba, sempre Recoba. Aveva regalato con un fantastico gol il titolo di Apertura al Nacional Montevideo. Nel torneo di Clausura, il Nacional del Chino si era classificato secondo dietro al Defensor Sporting, aggiudicandosi comunque la tabla annual, speciale conteggio che somma i punti ottenuti nei due tornei, Apertura e Clausura. Per l'assegnazione dello scudetto 2011/12, nel complicato sistema di computo uruguiano, la finale in partita unica tra Nacional e Defensor Sporting. Gol di Recoba al 41' del primo tempo: il Chino avvia l'azione poco dopo il cerchio di centrocampo, servendo un compagno sulla corsa, riceve di nuovo il pallone al limite dell'area avversaria, controllo di destro e tocco in controtempo di sinistro sull'uscita del portiere: golazo. Titolo al Nacional de Montevideo. Recoba, capitano e goleador, non finisce mai di stupire. Immenso. Sebbene abbia lasciato l'Inter da cinque anni, continua ad emozionare con le sue giocate impreviste i tifosi nerazzurri.

mercoledì 16 novembre 2011

L'Italia di Prandelli perde con l'Uruguay: 0-1

D'accordo, gli uruguagi non vanno per il sottile in campo, lottano come leoni, picchiano all'occorrenza, sono abili a perdere tempo, ma, insomma l'Uruguay è una grande squadra, da qualche anno a questa parte non solo per storia e blasone, ma, per vittorie fresche. Sono i vincitori dell'ultima Coppa America, dopo il quarto posto al mondiale sudafricano. Contro una squadra così forte, pur priva di Suarez, infortunato, di Forlan, infortunato, e di Recoba, ingiustamente non convocato, la nazionale italiana ha mostrato limiti da correggere presto. Pirlo, a 32 anni suonati, quando raddoppiato, ormai va in difficoltà, il che vale anche per De Rossi, che pure è assai più giovane. Osvaldo non può far parte della nazionale, dacché ci sono almeno dieci centravanti più forti di lui in Italia, a cominciare dal compagno di squadra Borriello. Stesso discorso da fare per Pepe: non salta l'uomo una sola volta. Schelotto, all'ala, è visibilmente più bravo. Insomma, Prandelli ha messo su una buona squadra, ma, per il salto di qualità, occorre qualche scelta più coraggiosa, nell'attesa del ritorno di Cassano e di Giuseppe Rossi. Ho fatto il nome di Schelotto, faccio quello di Destro. Poi, dev'essere il campionato ad offrire qualche novità interessante. Ad oggi, l'Italia non vale più dei quarti di finale ai prossimi Europei.