Storia dei mondiali di calcio: 1^ puntata
Inventato dagli inglesi o dai fiorentini, la questione annosa è destinata a rimanere irrisolta, il calcio rimase per tutto il diciannovesimo secolo un affare soprattutto britannico. Le regole e le competizioni che oggi, dopo parecchi successivi aggiustamenti, conosciamo, nacquero tutte su quell'isola superba ai tempi grassi della Regina Vittoria. Le rappresentative nazionali, diverse da Inghilterra, Scozia e Galles cominciarono ad affrontarsi soltanto agli inizi del novecento. Partite amichevoli, eccettuate le competizioni alle Olimpiadi. Fatto sta che negli anni dieci ancora si giocava con pantaloni alla zuava e berrettino ed i calciatori, secondo la moda del tempo, esibivano baffi, baffetti e baffoni e non ancora tatuaggi, allora esclusiva di marinai e forzati delle galere. Poi, venne la Grande Guerra, antipasto massonico di un rivolgimento dei costumi che ancora dura. Negli anni venti, a poco a poco, mentre l'Uruguay del formidabile centromediano Andrade faceva incetta di titoli olimpici, cominciò a farsi strada l'idea di una competizione mondiale, aperta anche ai professionisti della "pelota". Il confine tra professionismo e dilettantismo si faceva sempre più labile ed insomma attorno al fenomeno calcio cominciavano a girare tanti soldi. Sport proletario ed egualitario per eccellenza, che non richiedeva e nemmeno oggi richiede carature atletiche specifiche, aveva una presa sulla folla che faceva gola agli affaristi che sempre hanno parassitato lo sport. Tra mille difficoltà, si decise per un campionato del mondo di calcio in Uruguay, paese fertile di talenti, moltissimi dei quali di origine italiana, che, come si diceva, era il punto di riferimento del calcio di allora. Tolta l'Inghilterra, che si vantava di una supremazia, più dichiarata che reale e che rifiutava il confronto. Gli inglesi avrebbero partecipato al primo mondiale soltanto nel 1950, subendo un'eliminazione al primo turno e perdendo addirittura con l'allegra brigata dei calciatori Usa. Anno 1930, comunque, primo mondiale di calcio. In Uruguay. L'Italia resta a casa, perché i tempi sono economicamente grami e la trasferta oltreoceano costerebbe troppo. (1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata)
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