Le Olimpiadi tornano ad Atene nel 2004. E la Grecia spende un mucchio di soldi, indebitandosi fino al collere, per sostenere lo sguardo del mondo sui giochi nel luogo in cui nacquero. Il podio nel medagliere vede le solite tre grandi potenze. Primi gli Stati Uniti, poi la Cina, che ospiterà la manifestazione olimpica nella successiva edizione del 2008, quindi la Russia. L'Italia ottiene un onorevole ottavo posto. La medaglia più bella giunge nell'ultimo giorno della competizione, nella gara regina della maratona e porta la firma di Stefano Baldini, per anni mezzofondista da tartan, trasformatosi nel tempo in un implacabile interprete dei 42 km. Da segnalare, per i colori azzurri, il successo di Igor Cassina nella ginnastica, alla sbarra, con un esercizio ad altissimo coefficiente di difficoltà, la vittoria di Paolo Bettini nella prova in linea del ciclismo, la solita vasta raccolta di medaglie dalla riserva della scherma, l'oro di Brugnetti nella 20 km di marcia, nel segno, ancora una volta, di una grande tradizione. Nel nuoto, l'Italia ed il mondo scoprono il talento della sedicenne Federica Pellegrini, argento, ma oro sfiorato, nei 200 stile libero: di lì inizierà una carriera straordinaria, con medaglie di ogni colore, olimpiche, mondiali ed europee. Federica Pellegrini sarà portabandiera per l'Italia alle imminenti Olimpiadi di Rio de Janeiro. Nell'atletica leggera, a livello maschile, una sola prestazione indimenticabile: l'oro nei 110 ostacoli del cinese Liu Xiang, con tanto di primato del mondo in 12"91. L'Italia ottiene anche una storica medaglia di bronzo nel salto con l'asta, grazia al campione mondiale allora in carica, Giuseppe Gibilisco. La stella assoluta di Atene 2004, però, compare nel nuoto: si tratta di un diciannovenne statunitense di Baltimora, Michael Phelps, che stupisce il mondo, conquistando sei ori e due bronzi. Continuerà a vincere a Pechino 2008 e poi a Londra 2012, portandosi alla cifra strabiliante di diciotto medaglie d'oro olimpiche. Mai nessuno come lui. Per finire, nella pallacanestro, c'è la sorprendente medaglia d'argento che l'Italia del geniale Pozzecco conquista, sconfitta soltanto in finale dagli Stati Uniti. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata, 13^puntata, 14^ puntata, 15^ puntata, 16^ puntata, 17^ puntata, 18^ puntata, 19^ puntata, 20^ puntata, 21^ puntata, 22^ puntata, 23^ puntata, 24^ puntata, 25^ puntata)
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mercoledì 27 aprile 2016
domenica 29 settembre 2013
Mondiali di ciclismo a Firenze: vince a sorpresa il portoghese Rui Costa. Nibali solo quarto, Bettini sbaglia strategia
Dopo la caduta ed il rientro faticoso nel gruppo dei milgiori, Nibali, peraltro notoriamente fermo in volata, avrebbe dovuto cedere i gradi di capitano a Pozzato, che in uno sprint a ranghi ristretti avrebbe potuto giocarsi il titolo con Valverde e Gilbert. Invece, no. Bettini non sa cambiare in corsa i piani della vigilia, al penultimo giro del circuito di Firenze attaccano Scarponi e Nibali, ma Joaquim Rodriguez tiene eccome. Lo stesso dicasi per Valverde, il più veloce, ed il portoghese Rui Costa, vincitore delle ultime due edizioni del Giro della Svizzera. Alla fine a Nibali, mai una grande classica in carriera, mancano le gambe. Vince Rui Costa, Rodriguez secondo, Valverde terzo. A Nibali, e Bettini, la medaglia di legno del quarto posto. Tutto sbagliato, tutto da rifare, avrebbe detto Bartali.
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sabato 14 settembre 2013
Vuelta 2013: vince Horner, 42 anni, secondo Nibali, terzo Valverde
Quante bisogna vederne! La Vuelta 2013, dopo l'Angliru, sorride allo statunitense Horner, 42 anni!, che precede Vincenzo Nibali di soli 37", quanti bastano ad impedire al campione siciliano di replicare il successo che lo consacrò nel 2010 corridore da grandi corse a tappe. Horner si è dimostrato più forte in salita, specialmente nell'ultima settimana. Del resto, nel ciclismo moderno, si fatica perfino a correre, figuriamoci a vincere due grandi giri nazionali nello stesso anno. Nibali, primo al Giro d'Italia e secondo alla Vuelta merita comunque un plauso. Ricapitolando, Horner primo, Nibali secondo e Valverde, eterno piazzato, terzo. Chi ha dubitato di Froome, a maggior ragione dubiterà di Horner. Ora, il mondiale di Firenze. Nibali potrà dire la sua, ma, il favorito è Gilbert. Fossi in Bettini, convocherei Pozzato.
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domenica 23 settembre 2012
Valkenburg 2012: stravince Gilbert, secondo Boasson Hagen, terzo Valverde. Bocciata l'Italia di Bettini
Si pensava ad una volta a ranghi relativamente ristretti, si pensava ad Oscar Freire Gomez oppure al possente Tom Boonen. Ed invece l'ultima scalata del terribile Cauberg ha lanciato verso la vittoria, ampiamente prevista su questo blog, di un asso straordinario delle due ruote, il vallone Philippe Gilbert, che proprio sul Cauberg, nel 2011, aveva conquistato l'Amstel Gold Race. E pensare che Nibali aveva cercato di andar via, con un scatto tanto annunciato quanto indeciso. Gilbert lha passato a velocità doppia, scavando un solco che ha saputo conservare anche nel chilometro e mezzo di discesa e pianura che conduceva al traguardo. Per Gilbert è l'apoteosi di una carriera già leggendaria. Cala il sipario su Valkenburg 2012: Gilbert campione del mondo, il norvegese Boasson Hagen secondo, lo spagnolo Valverde terzo. L'Italia di Bettini, come da pronostico, ha recitato da comparsa.
sabato 22 settembre 2012
Valkenburg 2012: Moreno Moser capitano con Nibali. La nazionale di Bettini è davvero scarsa
Non sono poche cinque vittorie da professionista per il ruolo di capitano in un campionato del mondo di ciclismo? Pare di no. Perché, secondo le ultime indiscrezioni, domani, sul percorso di Valkenburg, l'Italia di Bettini correrà con e per due capitani. Nibali, che ha curriculum solido e di primissimo ordine, e Moreno Moser, 22 anni, cinque affermazioni tra i professionisti ed un parente illustrissimo lo zio Francesco Moser, che un campionato del mondo lo vinse 35 anni orsono. Seguito a ritenere che la nazionale allestita quest'anno da Bettini sia la più anonima e meno competitiva degli ultimi anni. E la scelta di Moreno Moser come capitano ne è la prova. Beninteso, sarei felice se la strada mi smentisse.
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martedì 11 settembre 2012
Ma Bettini chi ha convocato per il mondiale di ciclismo di Valkenburg?
Un solo grande nome, quello di Vincenzo Nibali, peraltro specialista di corse a tappa, ma poco competitivo nelle gare di un giorno. Anche perché, non dico che in volata sia fermo, ma insomma non è tra le ruote più veloci del gruppo. Sicché, o arriva da solo, oppure, anche giungendo con un manipolo di attaccanti, rischia la sconfitta. Poi, Paolini e Rinaldo Nocentini, gli unici due che vantino qualche successo di prestigio. Per il resto, i corridori selezionati da Bettini per i mondiali di Valkenburg sono tra i più anonimi della storia del ciclismo italiano. Intendiamoci, alcuni di loro sono giovani e magari avranno grandi carriere. Ma, ad oggi, sono privi di quei quarti di nobiltà agonistica normalmente necessari per ben figurare in una gara durissima come un campionato del mondo. Quanto sono lontani i tempi in cui l'Italia di Martini schierava quattro capitani quattro: Bugno, Fondriest, Argentin e Chiappucci! E vinceva Bugno.
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