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mercoledì 11 novembre 2020

Tour de France 1987: 1. Roche 2. Delgado 3. Bernard

Edizione fiume, quella del 1987, del Tour de France, con partenza da Berlino Ovest: 25 tappe, di cui cinque a cronometro, quattro individuali ed una cronometro a squadre.

Tour de France 1987

Vinse l'irlandese Stephen Roche, che già aveva vinto il Giro d'Italia, strappando la maglia rosa, a Sappada, al compagno di squadra della Carrera, Roberto Visentini. Roche, dopo il Tour avrebbe conquistato anche il campionato del mondo: una sbornia di successi, riuscita solo prima ad Eddy Merckx, da convincerlo ad un anno sabbatico nel 1988. Tornando alla corsa, ci fu molta incertezza sino alla fine. Roche ottenne il suo unico successo parziale nella cronometro di Futuroscope del 10 luglio 1987. La maglia gialla finì sulle spalle del giovane Charly Mottet, che assieme a Jean-Francois Bernard divideva i pronostici francesi come possibile successore di Hinualt, ritiratosi l'anno prima. Dopo aver mancato il sesto Tour, battuto da LeMond. Proprio LeMond era il grande assente: un incidente in una battuta di caccia aveva messo in pericolo la sua stessa vita e gli avrebbe impedito di gareggiare sino al 1989. Per questa ragione, il pronostico era aperto a molti, oltre che a Roche. Tra questi: lo scalatore spagnolo Pedro Delgado, che aveva vinto la Vuelta a Espana 1985 ed era stato quarto, allora si correva tra aprile e maggio, alla Vuelta del 1987; Laurent Fignon, che dopo i due Tour vinti nel 1983 e nel 1984 aveva vissuto stagioni meno brillanti; lo scalatore colombiano Lucho Herrera, che aveva vinto la Vuelta quell'anno. Dopo Futuroscope, riprendiamo il racconto, la maglia gialla andò ad un altro francese, Martial Gayant, per due giorni, tornando sulle spalle di Mottet a Pau, dove vinse l'olandese Erik Breukink. Mottet tenne il simbolo del primato per cinque giorni, fino ad essere spodestato dal connazionale Bernard, che trionfò nella cronoscalata sul Mont Ventoux. Il giorno dopo, sull'Alpe d'Huez, vinse lo spagnolo Echave e fu Delgado a vestirsi di giallo. Fino alla cronometro del penultimo giorno, con arrivo a Digione. In quell'occasione, Roche vestì la prima maglia gialla, quella più importante, perché il giorno dopo ci sarebbe stata solo passerella a Parigi. Gli bastarono 40" per vincere. Distacco contenutissimo, solo 2" di più dei 38"che erano bastati a Jannsen per battere Van Springel al Tour del 1968. Fino al 1989, quando Fignon avrebbe ceduto il Tour a Lemond per soli 8". Gli italiani, appena 18 al via, rimasero all'asciutto di successi parziali e fuori dai primi dieci della generale. Questa la classifica finale del Tour de France 1987:

  1. Stephen Roche (IRL)
  2. Pedro Delgado (SPA) a 40"
  3. Jean-Francois Bernard (FRA) a 2'13"
  4. Charly Mottet (FRA) a 6'40"
  5. Luis Herrera (COL) a 9'32"
  6. Fabio Parra (COL) a 16'53"
  7. Laurent Fignon (FRA) a 18'24"
  8. Anselmo Fuerte (SPA) a 18'33"
  9. Raul Alcala (MES) a 21'49
  10. Marino Lejarreta (SPA) a 26'13"

giovedì 21 maggio 2020

Roberto Visentini al Giro d'Italia: trionfo '86, amarezza '87. L'attacco di Roche nella tappa di Sappada

Contravveniva ad una delle regole non scritte del ciclismo, essendo di famiglia agiata. Come se avesse importanza! Roberto Visentini, classe 1957, era un corridore di moltissima classe, che ebbe un ruolo di primo piano al Giro d'Italia durante gli anni '80 e che avrebbe potuto recitare da protagonista anche al Tour de France, se soltanto non l'avesse disertato, come allora facevano i migliori ciclisti italiani da Moser a Saronni a Baronchelli. Tutti loro preferivano i ricchi ingaggi offerti dai circuiti che si organizzavano in tutta la Penisola nel mese di luglio!

Giro d'Italia 1986

Già nel 1983 aveva sfiorato il successo, Visentini, chiudendo secondo dietro il miglior Saronni di sempre. Visentini del resto, era un corridore completo, forte sul passo, abile in salita. Si rifece al Giro del 1986, l'ultimo della rivalità infinita tra Saronni e Moser. E se Moser, dopo l'inaspettato successo del 1984, era reduce dalla piazza d'onore dietro Hinault nel 1985, Saronni riemergeva da due stagioni agonisticamente buie. Proprio Saronni, grazie alla superiorità della Del Tongo nella cronosquadre, prese la maglia rosa nella terza tappa, salvo cederla per due giorni a Baronchelli, e riprenderla all'esito della Cosenza-Potenza, sesta tappa, quando vinse proprio Roberto Visentini.


Saronni correva con il piglio del leader ed inseguiva il terzo successo al Giro, che l'avrebbe appaiato a Brunero, Bartali e Gimondi. Tra i rivali, oltre Visentini, Moser e Greg LeMond, già terzo al Giro 1985 e prossimo trionfatore del Tour de France del 1986. La corsa si decise nella sedicesima tappa, da Erba a Foppolo, quando vinse lo spagnolo Pedro Munoz e Saronni perse più di due minuti da Visentini. Che avrebbe mantenuto la maglia rosa sino all'arrivo finale di Merano. Primo Visentini, secondo Saronni a 1'02", terzo Moser, a 2'14", quinto Greg LeMond a 2'26".

Giro d'Italia 1987

Nel 1987 la Carrera di Visentini era un autentico squadrone, paragonabile al team Ineos dei tempi nostri. Tutti assieme correvano Visentini, per l'appunto, l'irlandese Roche, già terzo dietro Hinault e LeMond al Tour del 1985, Guido Bontempi, ormai re dello sprint, ma anche Leali e Chiappucci, allora soltanto un gregario, e Schepers. E tutti loro erano al via del Giro d'Italia 1987.

Visentini vinse il cronoprologo di Sanremo e fu sua la prima maglia rosa. Che cedette subito a Breukink, olandese classe 1964, che proveniva anch'egli da famiglia agiata, di casa presso i Reali dei Paesi Bassi. La cronosquadre di Lido di Camaiore, vinta, ca va sans dire, dalla Carrera, mise sul trono della corsa Roche, che si era prima aggiudicato la cronometro dal Poggio a Sanremo: sì, non c'è errore, tre prove contro il tempo nello spazio di quattro giorni!

Sarebbe stata un'altra cronometro, di 46 km, da Rimini a San Marino, a restaurare il dominio di Visentini, capace d'infliggere al compagno di squadra Roche più due minuti di distacco. A quel punto, il bis di Visentini sembrava in cassaforte. Il corridore più forte, con il luogotenente più forte, quale molti ingenuamente credevano Roche, con la squadra più forte, e sul punto dubbi non ce n'erano, la Carrera. E invece no!

Nella tappa da Lido di Jesolo a Sappada, Roche mosse all'attacco della maglia rosa. E si obietterà: anche Coppi, nel 1949, nella Briancon-Aosta, attaccò con Bartali in maglia gialla e gliela portò via. Sì, ma Bartali era caduto e dolorante. E Binda, commissario tecnico della nazionale italiana, ordinò a Coppi di attaccare. Invece, in quel Giro 1987, Roche fece di testa sua. Si sentiva più forte di Visentini e disobbedì a Boifava che gli chiedeva di desistere da quell'azione. Ch'era azione d'insubordinazione. La Carrera, tolto il belga Schepers, tirò per riprendere Roche, senza riuscirci. La tappa andò a Van der Velde. Visentini accusò Roche di tradimento del patto di squadra. Polemiche feroci. Roche da lì sino alla fine in maglia rosa, cercando fuori dalla Carrera il sostegno di cui aveva bisogno in corsa, fu oggetto di dure contestazioni sulla strada. Da parte non solo dei tifosi di Visentini, ma della gran parte dei tifosi italiani.

Giro d'Italia 1987 - Wikipedia
Stephen Roche in maglia rosa
al Giro d'Italia 1987
L'irlandese avrebbe legittimato il successo nella cronometro conclusiva da Aosta a Saint-Vincent, mentre Visentini si era già ritirato per una caduta. E, in quell'anno 1987, per lui incredibile ed irripetibile, Stephen Roche avrebbe conquistato anche Tour de France e campionato del mondo! Una sbornia di vittorie che l'avrebbe convinto a non correre per tutto il 1988. La carriera di Visentini, per contro, almeno ad alti livelli, finì lì.

martedì 12 maggio 2020

Giro d'Italia 1988: Hampsten e la tempesta sul Gavia. L'impresa mancata di Johan Van der Velde

"Vidi Van der Velde passare su con le maniche corte, come era partito, con la neve sui capelli" (Claudio Gregori, intervista concessa a Roberto Cauz e Riccardo Spinelli, "Chissà che l'utopia non vinca")
Il Giro d'Italia del 1988 fu una corsa in bianco e nero, perché il 5 giugno, durante la quattordicesima tappa verso Bormio, sul Passo del Gavia, una tempesta da romanzo gotico si abbatté sulla corsa. Mai vista tanta neve nel mese di giugno. Freddo glaciale. Corridori assiderati. Moltissimi costretti al ritiro. Le lancette dell'orologio del ciclismo volarono indietro a ritmo impensato. Distacchi come negli anni '30, tanti finirono fuori tempo massimo. Quel giorno, un americano, Hamspten, vestì la maglia rosa, per tenerla sino a Milano.

File:Gavia1998.jpg - Wikipedia
Gavia, Giro d'Italia 1988
Facciamo un passo indietro. Alla vigilia, si annunciava un grande Giro. Al via, i favoriti erano Visentini, vincitore nel 1986, protagonista del litigio di squadra con Roche nel 1987, lo spagnolo Pedro Delgado, già vincitore di una Vuelta e secondo al Tour dell'anno prima, e poi l'irlandese polivalente Sean Kelly, l'olandese Breukink e, soprattutto, il francese Jean-Francois Bernard. Che agli osservatori pareva il più talentuoso ed era in rampa di lancio dopo il terzo posto colto al Tour del 1987. E Bernard fu la prima maglia rosa, indossata dopo il successo nel cronoprologo di Urbino, cui sarebbero seguite altre due affermazioni  parziali in quel Giro. A sfilare la maglia rosa al francese, alla quarta tappa, fu un gregario di fondo, Massimo Podenzana dopo una lunga fuga conclusa sul traguardo di Rodi Garganico. L'avrebbe tenuta nove giorni. L'acuto della sua carriera. Prima di vincere due campionati italiani e di finire settimo al Giro del 1994. Sulla salita di Campitello Matese, successo di Chioccioli, che, nel volto e solo nel volto, somigliava a Fausto Coppi, e perciò era detto Coppino. Chioccioli correva nella Del Tongo capitanata da Saronni. Alla vigilia della tappa del Gavia, Chiccioli era primo, Saronni nono.

File:Jean-François BERNARD.jpg - Wikimedia Commons
Jean-Francois Bernard
Poi, il Gavia. I corridori, quel giorno, dovettero provare le stesse sensazioni avvertite da Octave Lapize sul Tourmalet, nel Tour de France del 1910. Sofferenza assoluta, sforzo innaturale. Sul Gavia passa per primo, da solo, Johan Van der Velde, in maglia ciclamino. La neve sta cadendo sempre più copiosa mentre l'olandese si avvicina al gran premio della montagna. Inizia la discesa verso Bormio e non si copre: errore tremendo. Sarà un calvario per lui. E per tanti altri. Parte la corsa alle mantelline, ma nulla servirebbe come un giornale, più giornali da mettere sotto la maglietta. Terremoto in classifica. Sono i più magri, ma i ciclisti sono tutti magri, a patire di più. Saronni e Visentini persero mezz'ora. Bernard, lì finì la sua carriera nelle grandi corse a tappe, poco meno di dieci minuti. Van der Velde, che aveva dovuto fermarsi in camper e poi ripartire per un principio di congelamento, arrivò anche dopo. Il successo di tappa andò a Breukink, olandese assiduo frequentatore della casa reale. Polemiche si abbattono sull'organizzazione della corsa e sulla decisione di Torriani di non neutralizzare la tappa. Andy Hampsten, si diceva, prese la maglia rosa, legittimandola con il successo nella cronoscalata del Valico del Vetriolo. A Milano, vittoria di Hampsten, primo statunitense a vincere il Giro, secondo Breukink a 1'43", terzo lo svizzero Zimmermann a 2'45". Nessun italiano sul podio: quarto Giupponi, quinto Chioccioli, sesto Giovannetti.

Fu il secondo anno consecutivo senza italiani sul podio della corsa della Gazzetta: nel 1987 aveva vinto Roche, su Millar e Breukink. Era accaduto anche nel 1972, con Merckx primo, Fuente secondo e Galdòs terzo, sarebbe successo di nuovo nel 1995, con vittoria di Rominger su Berzin e Ugrjumov, nel 2012, con Hesjedal, Joaquim Rodriguez e De Gendt e nel 2018, con Froome, Tom Dumoulin e Miguel Angel Lopez. Sei volte in 102 edizioni!

lunedì 27 aprile 2020

Tour de France 1990: il tris di LeMond, l'illusione di Chiappucci. L'imboscata di Saint-Etienne

Il Tour de France 1990 fu l'ultima gara a tappe corsa secondo i canoni del ciclismo antico. Accadde davvero di tutto. Molti pensavano, i francesi lo speravano, che sarebbe andata in scena la rivincita di Fignon su LeMond, dopo la risicata, emozionante vittoria del californiano nella cronometro di Parigi del 1989. Fignon invece fu costretto al ritiro, come gli era già successo al Giro, dominato da un magnifico Bugno: maglia rosa dalla prima all'ultima tappa. Come Girardengo, Binda e Merckx prima di lui. Come nessuno, dopo di lui. Ma, torniamo al Tour. Il francese Marie vince il cronoprologo. Il giorno dopo, avviene l'imprevisto. La "fuga bidone", che porta il canadese Bauer in maglia gialla, con Maasen vincitore di giornata. Tra i fuggitivi, che infliggono al gruppo più di dieci minuti di distacco, anche Claudio Chiappucci. Ventisettenne scalatore, cresciuto nella Carrera, a lungo gregario di Visentini e di Roche. Appena quattordicesimo al Giro dominato da Bugno. I condottieri del plotone capiranno presto di aver usato troppa indulgenza verso quegli attaccanti. Particolarmente coriacea si dimostrerà la resistenza di Chiappucci. Che presto smette i panni dell'imbucato alla grande festa del ciclismo mondiale. Il suo vantaggio si erode ma non sfuma. Anzi, sulle Alpi, dopo il trionfo di Bugno su LeMond all'Alpe d'Huez, Chiappucci tiene. E nella cronometro che arriva a  Villard-de-Lans, vinta da Breukink, si veste di giallo. Il suo vantaggio su LeMond e Breukink è ancora rassicurante. Senonché, in una tappa intermedia, la classica tappa vallonata del Tour, da cui nessun suiver si attende sconquassi, il genio strategico di LeMond ribalta i giochi. Spedisce all'attacco il compagno di squadra Pensec, un altro dei miracolati del secondo giorno di corsa. Chiappucci abbocca, temendo di perdere la maglia. Ma, stremato, non sa replicare al contrattacco di LeMond e Breukink, perdendo, sul traguardo di Saint-Etienne, oltre quattro minuti e mezzo. Fatali. Perché nella cronometro della penultima tappa, vinta ancora da Breukink, LeMond gli porterà via, secondo pronostico, il primato. LeMond vincerà il Tour, con 2'16" su Chiappucci e 2'29" su Breukink. Quarto Delgado, decimo il suo luogotenente Indurain, che, allora nessuno se l'aspetta, farà suoi i prossimi cinque Tour. Sembra, infatti, il meno dotato, e forse lo è, della generazione del 1964, anno di nascita anche di Breukink, Alcala e Bugno! Quinto è lo spagnolo Lejarreta, un maratoneta delle due ruote, che, quasi ogni anno correva, nell'ordine d'allora, Vuelta, Giro e Tour (quindici volte tra i primi dieci della generale!). Settimo è Bugno, vincitore di giornata anche a Bordeaux, che ha corso il Tour dopo il trionfo al Giro e che, a parere di scrive, era il più forte in gara. Ma, non lo sapeva. Come lo sarebbe stato l'anno dopo, nel 1991, pur chiudendo secondo dietro Indurain. Ma, questa è un'altra storia.
Tour de France 1990 - Wikipedia
Tour de France 1990

martedì 17 aprile 2018

I migliori ciclisti olandesi della storia

Propongo una classifica a punti dei migliori ciclisti olandesi della storia (i primi 22). Primo è risultato il grande Joop Zootemelk. Classifica aggiornata al 30 settembre 2024.
  • Tour de France:                                            


 1. 350 punti 2. 200 punti 3. 150 punti 4. 120 5. 100 6. 80 punti 7. 70 8. 60 punti 9. 50 punti 10. 40 punti                  

    • Giro d'Italia:


    1. 300 punti 2. 150 punti 3. 100 punti 4. 80 punti 5. 70 punti 6. 60 punti 7. 50 punti 8. 40 punti 9. 30 punti 10. 20 punti    



    • Vuelta a Espana:



    1. 200 punti 2. 100 punti 3. 80 punti 4. 70 punti 5. 60 punti 6. 50 punti 7. 40 punti 8. 30 punti 9. 20 punti 10. 10 punti    



    • Campionato del mondo:



    1. 100 punti 2. 70  punti 3. 60 punti 4. 50 punti 5. 40 punti 6. 30 punti 7. 20 punti 8. 10 punti 9. 8 punti 10. punti    



    • Classiche "monumento" (Milano - Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi - Roubaix, Liegi - Bastogne - Liegi, Giro di Lombardia) e Giro della Svizzera:

    1. 60 punti 2. 54 punti 3. 48 punti 4. 42 punti 5. 36 punti 6. 30 punti 7. 24 punti 8. 18 punti 9. 12 punti 10. 6 punti      


    • Campionato nazionale, Classiche internazionali (Freccia Vallone, Amstel Gold Race, Clasica di San Sebastian, Campionato di Zurigo, Parigi - Tours, Gand - Wevelgem, Olimpiadi):


    1. 50 punti 2. 40 punti 3. 30 punti



    • Brevi corse a tappe di maggior prestigio (Tirreno - Adriatico, Parigi - Nizza, Giro del Delfinato, Midi Libre, Giro di Romandia, Giro dei Paesi Baschi, Giro del Trentino, Bicicletta Basca, Vuelta a Burgos, Giro di Catalogna, Giro del Mediterraneo, Giro del Belgio, Vuelta a Murcia, Vuelta a Levante -Comunità Valenciana-, Giro di Danimarca, Criterium International, Giro di Gran Bretagna, Settimana Ciclistica Lombarda, Giro di Aragona, Giro della Comunità Valenciana, Tour du Haut Var, Giro del Lussemburgo, Quattro Giorni di Dunkerque, Giro dell'Andalusia):


    1. 40 punti

    • Classiche del calendario italiano e classiche minori del calendario internazionale (Tre Valli Varesine, Coppa Agostoni, Coppa Bernocchi, Milano - Torino, Giro del Veneto, Giro del Piemonte, Giro del Friuli, Giro dell'Appennino, Giro del Lazio, Giro dell'Emilia, Trofeo Matteotti, Gran Premio Industria e Commercio, Giro di Toscana, Gran Premio Città di Camaiore, Coppa Sabatini, Trofeo Laigueglia, Coppa Placci, Gran Premio Beghelli, Strade Bianche, E3 Harelbeke, Freccia del Brabante, Het Volk, Gran Premio di Francoforte, Scheldeprijs, Gran Premio di Vallonia, Gran Premio Primavera, Gren Premio di Montreal, Primus Classic, Attraverso le Fiandre, Ronde Van Limburg, Gran Premio Cantone Argovia):


    
    1. 30 punti


    • Campionati nazionali minori (1. 30 punti, 2. 20 punti, 3. 10 punti)

    • Brevi corse a tappe e *corse di un giorno di minor prestigio (Giro di Slovenia, Giro della Repubblica Ceca, Giro di Sardegna, Route du Sud, Giro dell'Algarve, Giro dell'Irlanda, Giro delle Asturie, Settimana Catalana, *Escalada a Montjuic, * Vuelta a la Rioja, Giro dell'Austria, Giro del Qatar, Giro del Portogallo, Tour Down Under, Vuelta a Colombia, Giro di Polonia, Eneco Tour, Le Samyn) 
    1. 25 punti
    • Vittorie di tappa nei grandi giri nazionali (Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana):


    per ogni vittoria al Tour: 15 punti
    per ogni vittoria al Giro: 12 punti
    per ogni vittoria alla Vuelta: 10 punti


    1. Joop Zoetemelk (Olanda): 4.316 punti (1970-1987)2.190 punti al Tour de France (una volta primo, sei volte secondo, tre volte quarto, una volta quinto, una volta ottavo), 250 punti alla Vuelta a Espana (una volta primo, una volta sesto), 355 punti al campionato del mondo (una volta primo, due volte quarto, tre volte quinto, una volta sesto, una volta decimo), 240 punti al campionato olandese (due volte primo, due volte secondo, due volte terzo), 36 punti al Giro delle Fiandre (una volta quinto, una volta decimo), 42 punti alla Parigi-Roubaix (una volta quarto), 30 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (due volte nono, una volta decimo), 120 punti al Giro di Lombardia (una volta quarto, una volta sesto, due volte settimo), 48 punti al Giro della Svizzera (una volta terzo), 100 punti alla Parigi-Tours (due volte primo), 50 punti alla Freccia Vallone (una volta primo), 150 punti all'Amstel Gold Race (una volta primo, una volta secondo, due volte terzo), 120 punti al Tour du Haut-Var (tre volte primo), 40 punti al Criterium International (una volta primo), 120 punti alla Parigi-Nizza (tre volte primo), 40 punti al Giro di Romandia (una volta primo), 40 punti alla Tirreno-Adriatico (una volta primo), 40 punti al Giro dei Paesi Bassi (una volta primo),  25 punti alla Escalada a Montjuic (una volta primo), 150 punti per vittorie di tappa al Tour de France (dieci vittorie di tappa), 30 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (tre vittorie di tappa)


    Risultati immagini per zoetemelk
    Joop Zoetemelk


    2. Jan Janssen (Olanda): 1.997 punti (1961-1973): 740 punti al Tour de France (una volta primo, una volta secondo, una volta quinto, una volta nono, una volta decimo),  250 punti alla Vuelta a Espana (una volta primo, una volta sesto),  190 punti al campionato del mondo (una volta primo, una volta secondo, una volta settimo), 54 punti alla Milano-Sanremo (una volta sesto, una volta settimo), 108 punti al Giro delle Fiandre (una volta terzo, una volta sesto, una volta ottavo, una volta nono), 264 punti alla Parigi-Roubaix (una volta primo, una volta secondo, una volta terzo, una volta quarto, una volta settimo, due volte ottavo), 12 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta nono), 102 punti al Giro di Lombardia (una volta quarto, una volta settimo, tre volte nono), 50 punti al Campionato di Zurigo (una volta primo), 40 punti alla Parigi-Nizza (una volta primo), 40 punti al Giro dei Paesi Bassi (una volta primo), 30 punti alla Freccia del Brabante (una volta primo), 105 punti per vittorie di tappa al Tour de France (sette vittorie di tappa), 30 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (tre vittorie di tappa)

    3. Jan Raas (Olanda): 1.788 punti (1975-1985): 110 punti al campionato del mondo (una volta primo, una volta ottavo), 220 punti al campionato olandese (tre volte primo, una volta secondo, una volta terzo), 156 punti alla Milano-Sanremo (una volta primo, due volte terzo), 264 punti al Giro delle Fiandre (due volte primo, tre volte terzo), 198 punti alla Parigi-Roubaix (una volta primo, una volta terzo, una volta quinto, una volta sesto, una volta settimo), 320 punti all'Amstel Gold Race (cinque volte primo, una volta secondo, una volta terzo), 50 punti alla Gand Wevelgem (una volta primo), 130 punti alla Parigi-Tours (due volte primo, una volta secondo), 40 punti al Giro dei Paesi Bassi (una volta primo), 90 punti alla E3 Harelbeke (tre volte primo), 30 punti alla Parigi-Bruxelles (tre volte primo), 30 punti alla Het Volk (una volta primo), 150 punti per vittorie di tappa al Tour de France (dieci vittorie di tappa al Tour)

    4. Hendrikus Kuiper (Olanda): 1.723 punti (1973-1988): 570 punti al Tour de France (due volte secondo, una volta quarto, una volta nono), 170 punti alla Vuelta a Espana (due volte quinto, una volta sesto),  150 punti al campionato del mondo (una volta primo, una volta quarto), 80 punti al campionato olandese (una volta primo, una volta terzo), 60 punti alla Milano-Sanremo (una volta primo), 132 punti al Giro delle Fiandre (una volta primo, una volta terzo, una volta settimo),  246 punti alla Parigi-Roubaix (una volta primo, una volta terzo, una volta quarto, due volte sesto, una volta ottavo, una volta nono, una volta decimo),  150 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta secondo, una volta quinto, due volte sesto),  150 punti al Giro di Lombardia (una volta primo, una volta quarto, una volta quinto, due volte decimo), 60 punti al Giro della Svizzera (una volta primo), 30 punti all'Amstel Gold Race (una volta terzo), 30 punti al Gran Premio di Vallonia (una volta primo), 45 punti per vittorie di tappa al Tour (tre vittorie di tappa), 20 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (due vittorie di tappa)

    5. Steven Rooks (Olanda): 1.518 punti (1982-1995): 320 punti al Tour de France (una volta secondo, una volta settimo, una volta nono), 30 punti alla Vuelta a Espana (una volta nono, una volta decimo), 190 punti al campionato del mondo (una volta secondo, una volta quarto, una volta quinto, una volta sesto), 180 punti al campionato olandese (due volte primo, due volte secondo), 48 punti alla Milano-Sanremo (una volta terzo), 66 punti al Giro delle Fiandre (una volta quinto, una volta sesto), 324 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta primo, una volta secondo, una volta terzo, due volte quarto, una volta quinto, una volta sesto, due volte decimo), 130 punti all'Amstel Gold Race (una volta primo, due volte secondo), 50 punti al Campionato di Zurigo (una volta primo), 80 punti alla Freccia Vallone (una volta secondo, una volta terzo), 40 punti al Giro del Lussemburgo (una volta primo), 30 punti al Gran Premio di Vallonia (una volta primo), 30 punti per vittorie di tappa al Tour de France (due vittorie di tappa)

    6. Mathieu Van der Poel (Olanda): 1.479 punti (2014-): 170 punti al campionato del mondo (una volta primo, una volta terzo, una volta ottavo), 150 punti alla Milano-Sanremo (una volta primo, una volta terzo, una volta quinto, una volta decimo), 330 punti al Giro delle Fiandre (tre volte primo, due volte secondo, una volta quarto), 168 punti alla Parigi-Roubaix (due volte primo, una volta terzo, una volta nono), 78 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta terzo, una volta sesto), 6 punti al Giro di Lombardia (una volta decimo), 40 punti al campionato europeo (una volta secondo), 130 punti al campionato olandese (due volte primo, una volta terzo), 50 punti all'Amstel Gold Race (una volta primo), 40 punti alla Gand-Wevelgem (una volta primo), 40 punti al Giro di Gran Bretagna (una volta primo), 40 punti al BinckBank Tour (una volta primo), 40 punti al Giro del Belgio (una volta primo), 60 punti all'Attraverso le Fiandre (due volte primo), 30 punti alla Freccia del Brabante (una volta primo), 30 punti alle Strade Bianche (una volta primo), 30 punti al Gran Premio di Vallonia (una volta primo),  30 punti alla Primus Classic (una volta primo), 30 punti alla E3 Harelbeke (una volta primo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour (una vittoria di tappa), 12 punti per vittorie di tappa al Giro (una vittoria di tappa [carriera ancora in corso] 

    7. Michael Boogerd (Olanda): 1.448 punti (1994-2007): 140 punti al Tour de France (una volta quinto, una volta decimo), 90 punti al campionato del mondo (una volta quinto, una volta sesto, una volta settimo), 150 punti al campionato olandese (tre volte primo), 24 punti al Giro delle Fiandre (due volte nono), 342 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (due volte secondo, due volte terzo, tre volte quinto, una volta sesto), 210 punti al Giro di Lombardia (due volte secondo, una volta terzo, una volta sesto, una volta ottavo, una volta decimo), 270 punti all'Amstel Gold Race (una volta primo, quattro volte secondo, due volte terzo), 40 punti alla Parigi-Nizza (una volta primo), 50 punti alla Settimana Catalana (due volte primo), 60 punti alla Freccia del Brabante (due volte primo), 30 punti al Giro dell'Emilia (una volta primo), 30 punti al Gran Premio Beghelli (una volta primo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour de France (una vittoria di tappa)

    8. Erik Breukink (Olanda): 1.110 punti (1985-1997): 220 punti al Tour de France (una volta terzo, una volta settimo), 330 punti al Giro d'Italia (una volta secondo, una volta terzo, una volta quarto), 40 punti alla Vuelta a Espana (una volta settimo), 8 punti al campionato del mondo (una volta nono), 150 punti al campionato olandese (una volta primo, una volta secondo, due volte terzo), 40 punti al Giro dei Paesi Baschi (una volta primo), 80 punti al Criterium Interational (due volte primo), 40 punti al Giro di Aragona (una volta primo), 40 punti al Giro dei Paesi Bassi (una volta primo), 25 punti al Giro dell'Irlanda (una volta primo), 25 punti al Giro delle Asturie (una volta primo), 30 punti al Giro del Piemonte (una volta primo), 60 punti per vittorie di tappa al Tour de France (quattro vittorie di tappa), 12 punti per vittorie di tappa al Giro (una vittoria di tappa), 10 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (una vittoria di tappa)

    9. Adrie Van der Poel (Olanda): 1.104 punti (1981-2000): 70 punti al campionato del mondo (una volta secondo), 150 punti al campionato olandese (una volta primo, una volta secondo, due volte terzo), 48 punti alla Milano-Sanremo (due volte quarto), 108 punti al Giro delle Fiandre (una volta primo, una volta terzo), 96 punti alla Parigi-Roubaix (una volta quinto, una volta sesto, una volta ottavo, una volta nono), 138 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta primo, una volta secondo, una volta settimo), 132 punti al Giro di Lombardia (una volta secondo, una volta terzo, una volta sesto), 80 punti al Campionato di Zurigo (una volta primo, una volta terzo), 50 punti alla Clasica di San Sebastian (una volta primo), 90 punti alla Parigi-Tours (una volta primo, una volta secondo), 50 punti all'Amstel Gold Race (una volta primo), 30 punti alla Freccia del Brabante (una volta primo), 30 punti allo Scheldeprijs (una volta primo), 30 punti alla Parigi-Bruxelles (una volta primo), 30 punti al Giro del Piemonte (una volta primo), 60 punti al Gran Premio Cantone Argovia (due volte primo), 30 punti per vittorie di tappa al Tour (due vittorie di tappa)

    10. Gerrie Knetemann (Olanda): 1.017 punti (1974-1989): 105 punti al campionato del mondo (una volta primo, una volta decimo), 70 punti al campionato olandese (una volta secondo, una volta terzo), 42 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta sesto, una volta nono), 140 punti all'Amstel Gold Race (due volte primo, una volta secondo), 160 punti al Giro dei Paesi Bassi (quattro volte primo), 40 punti alla Tre Giorni di La Panne (una volta primo), 120 punti al Giro del Mediterraneo (tre volte primo), 40 punti alla Quattro Giorni di Dunkerque (una volta primo), 40 punti alla Parigi-Nizza (una volta primo), 40 punti al Giro del Belgio (una volta primo), 40 punti al Giro dell'Andalusia (una volta primo), 30 punti al Gran Premio di Francoforte (una volta primo), 150 punti per vittorie di tappa al Tour de France (dieci vittorie di tappa)

    11. Tom Dumoulin (Olanda): 1.011 punti: 270 punti al Tour de France (una volta secondo, una volta settimo), 450 punti al Giro d'Italia (una volta primo, una volta secondo), 50 punti alla Vuelta a Espana (una volta sesto), 40 punti al campionato olandese (una volta secondo), 48 punti al Giro della Svizzera (una volta terzo), 40 punti al Binck Bank Tour (una volta primo), 45 punti per vittorie di tappa al Tour de France (tre vittorie di tappa),  48 punti per vittorie di tappa al Giro (quattro vittorie di tappa), 20 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (due vittorie di tappa) [carriera ancora in corso]

    12. Niki Terpstra (Olanda): 933 punti (2007-): 8 punti al campionato del mondo (una volta nono), 190 punti al campionato olandese (tre volte primo, una volta secondo), 228 punti al Giro delle Fiandre (una volta primo, una volta secondo, una volta terzo, due volte sesto, una volta decimo), 192 punti alla Parigi-Roubaix (una volta primo, due volte terzo, una volta quinto), 60 punti alla Parigi-Tours (due volte terzo), 40 punti al Giro di Vallonia (una volta primo), 50 punti al Giro del Qatar (due volte primo), 25 punti all'Eneco Tour (una volta primo), 30 punti alla E3 Harelbeke (una volta primo), 50 punti a Le Samyn (due volte primo), 60 punti alla Attraverso le Fiandre (due volte primo) [carriera ancora in corso]

    13. Johan Van Der Velde (Olanda): 871 punti (1978-1990): 150 punti al Tour de France (una volta terzo), 100 punti al Giro d'Italia (una volta quinto, una volta nono), 8 punti al campionato del mondo (una volta nono), 130 punti al campionato olandese (due volte primo, una volta terzo), 24 punti al Giro delle Fiandre (una volta ottavo, una volta decimo), 66 punti alla Parigi-Roubaix (una volta quinto, una volta sesto), 42 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta sesto, una volta nono), 50 punti al Campionato di Zurigo (una volta primo), 40 punti al Giro di Romandia (una volta primo), 40 punti al Giro di Gran Bretagna (una volta primo), 40 punti al Giro dei Paesi Bassi (una volta primo), 40 punti al Giro del Delfinato (una volta primo), 30 punti alla Freccia del Brabante (una volta primo), 30 punti alla Coppa Bernocchi (una volta primo), 45 punti per vittorie di tappa al Tour (tre vittorie di tappa), 36 punti per vittorie di tappa al Giro (tre vittorie di tappa)


    14. Bauke Mollema (Olanda): 811 punti (2008- ): 190 punti al Tour de France (una volta sesto, una volta settimo, una volta decimo), 120 punti al Giro d'Italia (una volta quinto, una volta settimo),70 punti alla Vuelta a Espana (una volta quarto), 60 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta sesto, una volta ottavo, una volta nono),  126 punti al Giro di Lombardia (una volta primo, una volta quarto, una volta settimo), 160 punti alla Clasica di San Sebastian (una volta primo, due volte secondo, una volta terzo), 30 punti al Gran Premio Beghelli (una volta primo), 30 punti al Trofeo Laigueglia (una volta primo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour (una vittoria di tappa), 10 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (una vittoria di tappa) [carriera ancora in corso]


    15. Peter Winnen (Olanda): 783 punti (1980-1991): 420 punti al Tour de France (una volta terzo, una volta quarto, una volta quinto, una volta nono), 80 punti al Giro d'Italia (due volte ottavo), 40 punti alla Vuelta a Espana (una volta settimo), 90 punti al campionato olandese (una volta primo, una volta secondo), 108 punti al Giro della Svizzera (due volte secondo), 45 punti per vittorie di tappa al Tour (tre vittorie di tappa)

    16. Jo De Roo (Olanda): 782 punti (1958-1968): 50 punti al campionato del mondo (una volta quinto, una volta ottavo), 180 punti al campionato olandese (due volte primo, due volte secondo), 18 punti alla Milano-Sanremo (una volta ottavo), 138 punti al Giro delle Fiandre (una volta primo, una volta terzo, una volta settimo, una volta decimo), 42 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta quarto), 144 punti al Giro di Lombardia (due volte primo, due volte nono), 100 punti alla Parigi-Tours (due volte primo), 25 punti al Giro di Sardegna (una volta primo), 30 punti alla Het Volk (una volta primo), 45 punti per vittorie di tappa al Tour (tre vittorie di tappa), 10 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (una vittoria di tappa)

    17. Willem Van Est (Olanda): 595 punti (1949-1965): 455 punti: 60 punti al Tour de France (una volta ottavo), 8 punti al campionato del mondo (una volta nono), 260 punti al campionato olandese (due volte primo, quattro volte secondo), 102 punti al Giro delle Fiandre (una volta primo, una volta quarto), 30 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta settimo, una volta decimo), 80 punti al Giro dei Paesi Bassi (due volte primo), 45 punti per vittorie di tappa al Tour (tre vittorie di tappa)

    18. Leon Van Bon (Olanda): 560 punti (1993-2012): 60 punti al campionato del mondo (una volta terzo), 130 punti al campionato olandese (due volte primo, una volta terzo), 30 punti alla Milano-Sanremo (una volta sesto), 84 punti al Giro delle Fiandre (una volta quarto, una volta settimo, una  volta ottavo), 126 punti alla Parigi-Roubaix (una volta quarto, due volte sesto, una volta settimo), 50 punti alla Classica di Amburgo (una volta primo), 40 punti ala Giro dei Paesi Bassi (una volta primo), 30 punti per vittorie di tappa al Tour (due vittorie di tappa), 10 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (una vittoria di tappa)

    19. Steven Kruijswijk (Olanda): 558 punti (2010- ): 250 punti al Tour de France (una volta terzo, una volta quinto),  170 punti al Giro d'Italia (una volta quarto, una volta settimo, una volta ottavo), 90 punti alla Vuelta a Espana  (una volta quarto, una volta nono), 48 punti al Giro della Svizzera (una volta terzo)


    20.Gerben Karstens (Olanda): 500 punti (1965-1980): 8 punti al campionato del mondo (una volta nono), 140 punti al campionato olandese (una volta primo, tre volte terzo), 80 punti alla Parigi-Tours (una volta primo, una volta terzo), 40 punti al Tour du Haut Var (una volta primo), 90 punti per vittorie di tappa al Tour (sei vittorie di tappa), 12 punti per vittorie di tappa al Giro (una vittoria di tappa), 130 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (tredici vittorie di tappa)

    21. Gerrit Shulte (Olanda): 485 punti (1937-1960): 190 punti al campionato del mondo (una volta terzo, una volta quarto, due volte quinto), 240 punti al campionato olandese (quattro volte primo, una volta secondo), 40 punti al Giro dei Paesi Bassi (una volta primo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour (una vittoria di tappa)

    22. Theo Middelkamp (Olanda): 445 punti (1934-1951): 230 punti al campionato del mondo (una volta primo, una volta secondo, una volta terzo), 200 punti al campionato olandese (due volte primo, una volta secondo, due volte terzo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour (una vittoria di tappa)

    23. Albertus Geldermans (Olanda): 416 punti (1958-1966): 100 punti al Tour de France (una volta quinto), 10 punti alla Vuelta a Espana (una volta decimo), 30 punti al campionato del mondo (una volta sesto), 90 punti al campionato olandese (una volta prima, una volta secondo), 60 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta primo), 36 punti alla Parigi-Roubaix (una volta quinto), 40 punti al Giro di Germania (una volta primo), 40 punti alla Quattro Giorni di Dunkerque (una volta primo), 10 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (una vittoria di tappa)

    24. Wilko Kelderman (Olanda): 410 punti (2012- ): 100 punti al Tour de France (una volta quinto), 150 punti al Giro d'Italia (una volta terzo, una volta settimo), 120 punti alla Vuelta a Espana (una volta quarto, una volta settimo, una volta decimo), 40 punti al Giro di Danimarca (una volta primo) [carriera ancora in corso]

    25. Dylan Van Baarle (Olanda): 400 punti (2014-): 70 punti al campionato del mondo (una volta secondo), 50 punti al campionato olandese (una volta primo), 60 punti alla Parigi-Roubaix (una volta primo),  150 punti al Giro delle Fiandre (una volta secondo, una volta quarto, una volta sesto, una volta ottavo, una volta decimo), 40 punti al Giro di Gran Bretagna (una volta primo), 30 punti all'Attraverso le Fiandre (una volta primo),


    "Ad honorem"
    Jean-Paul Van Poppel (Olanda): 333 punti (1985-1995): 60 punti allo Scheldeprijs (due volte primo), 135 punti per vittorie di tappa al Tour (nove vittorie di tappa), 48 punti per vittorie di tappa al Giro (quattro vittorie di tappa), 90 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (nove vittorie di tappa),