Contravveniva ad una delle regole non scritte del ciclismo, essendo di famiglia agiata. Come se avesse importanza! Roberto Visentini, classe 1957, era un corridore di moltissima classe, che ebbe un ruolo di primo piano al Giro d'Italia durante gli anni '80 e che avrebbe potuto recitare da protagonista anche al Tour de France, se soltanto non l'avesse disertato, come allora facevano i migliori ciclisti italiani da Moser a Saronni a Baronchelli. Tutti loro preferivano i ricchi ingaggi offerti dai circuiti che si organizzavano in tutta la Penisola nel mese di luglio!
Giro d'Italia 1986
Giro d'Italia 1986
Già nel 1983 aveva sfiorato il successo, Visentini, chiudendo secondo dietro il miglior Saronni di sempre. Visentini del resto, era un corridore completo, forte sul passo, abile in salita. Si rifece al Giro del 1986, l'ultimo della rivalità infinita tra Saronni e Moser. E se Moser, dopo l'inaspettato successo del 1984, era reduce dalla piazza d'onore dietro Hinault nel 1985, Saronni riemergeva da due stagioni agonisticamente buie. Proprio Saronni, grazie alla superiorità della Del Tongo nella cronosquadre, prese la maglia rosa nella terza tappa, salvo cederla per due giorni a Baronchelli, e riprenderla all'esito della Cosenza-Potenza, sesta tappa, quando vinse proprio Roberto Visentini.
Saronni correva con il piglio del leader ed inseguiva il terzo successo al Giro, che l'avrebbe appaiato a Brunero, Bartali e Gimondi. Tra i rivali, oltre Visentini, Moser e Greg LeMond, già terzo al Giro 1985 e prossimo trionfatore del Tour de France del 1986. La corsa si decise nella sedicesima tappa, da Erba a Foppolo, quando vinse lo spagnolo Pedro Munoz e Saronni perse più di due minuti da Visentini. Che avrebbe mantenuto la maglia rosa sino all'arrivo finale di Merano. Primo Visentini, secondo Saronni a 1'02", terzo Moser, a 2'14", quinto Greg LeMond a 2'26".
Giro d'Italia 1987
Giro d'Italia 1987
Nel 1987 la Carrera di Visentini era un autentico squadrone, paragonabile al team Ineos dei tempi nostri. Tutti assieme correvano Visentini, per l'appunto, l'irlandese Roche, già terzo dietro Hinault e LeMond al Tour del 1985, Guido Bontempi, ormai re dello sprint, ma anche Leali e Chiappucci, allora soltanto un gregario, e Schepers. E tutti loro erano al via del Giro d'Italia 1987.
Visentini vinse il cronoprologo di Sanremo e fu sua la prima maglia rosa. Che cedette subito a Breukink, olandese classe 1964, che proveniva anch'egli da famiglia agiata, di casa presso i Reali dei Paesi Bassi. La cronosquadre di Lido di Camaiore, vinta, ca va sans dire, dalla Carrera, mise sul trono della corsa Roche, che si era prima aggiudicato la cronometro dal Poggio a Sanremo: sì, non c'è errore, tre prove contro il tempo nello spazio di quattro giorni!
Sarebbe stata un'altra cronometro, di 46 km, da Rimini a San Marino, a restaurare il dominio di Visentini, capace d'infliggere al compagno di squadra Roche più due minuti di distacco. A quel punto, il bis di Visentini sembrava in cassaforte. Il corridore più forte, con il luogotenente più forte, quale molti ingenuamente credevano Roche, con la squadra più forte, e sul punto dubbi non ce n'erano, la Carrera. E invece no!
Nella tappa da Lido di Jesolo a Sappada, Roche mosse all'attacco della maglia rosa. E si obietterà: anche Coppi, nel 1949, nella Briancon-Aosta, attaccò con Bartali in maglia gialla e gliela portò via. Sì, ma Bartali era caduto e dolorante. E Binda, commissario tecnico della nazionale italiana, ordinò a Coppi di attaccare. Invece, in quel Giro 1987, Roche fece di testa sua. Si sentiva più forte di Visentini e disobbedì a Boifava che gli chiedeva di desistere da quell'azione. Ch'era azione d'insubordinazione. La Carrera, tolto il belga Schepers, tirò per riprendere Roche, senza riuscirci. La tappa andò a Van der Velde. Visentini accusò Roche di tradimento del patto di squadra. Polemiche feroci. Roche da lì sino alla fine in maglia rosa, cercando fuori dalla Carrera il sostegno di cui aveva bisogno in corsa, fu oggetto di dure contestazioni sulla strada. Da parte non solo dei tifosi di Visentini, ma della gran parte dei tifosi italiani.
Stephen Roche in maglia rosa al Giro d'Italia 1987 |
L'irlandese avrebbe legittimato il successo nella cronometro conclusiva da Aosta a Saint-Vincent, mentre Visentini si era già ritirato per una caduta. E, in quell'anno 1987, per lui incredibile ed irripetibile, Stephen Roche avrebbe conquistato anche Tour de France e campionato del mondo! Una sbornia di vittorie che l'avrebbe convinto a non correre per tutto il 1988. La carriera di Visentini, per contro, almeno ad alti livelli, finì lì.
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