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sabato 26 giugno 2021

Italia-Austria 2-1: Italia ai quarti

Cresciuta la posta in palio, cresciuto il livello dell'avversario. Italia in grande difficoltà contro l'Austria. Il pareggio, dopo i novanta minuti regolamentari, è un risultato giusto. Mancini ha ricavato poco dai cambi: Pessina, Locatelli e Chiesa per Verratti, Barella e Berardi. Grande partita di Arnautovic tra gli austriaci. Si va ai supplementari. Un cross di Spinazzola arriva a Chiesa, che controlla di destro e tira di sinistro: gol. Italia in vantaggio. Una gran punizione di Insigne è deviata in angolo dal portiere austriaco. Dagli sviluppi dell'angolo, allo scadere del primo tempo supplementare, palla a Pessina, che raddoppia con un mancino incrociato. Vengo smentito nello spazio di pochi minuti: i cambi si rivelano decisivi. Meglio così. L'Austria accorcia a cinque minuti dal termine, con Kalajdzic, che raccoglie di testa un angolo basso. Sorpreso Donnarumma sul suo palo. Secondo errore di giornata, dopo quello sul gol di Arnautovic poi annullato per fuorigioco. Sofferenza finale. Chiesa divora un gol, non servendo Belotti. Finisce 2-1: Italia ai quarti di finale. Con Belgio o Portogallo ci vorrà di più. Parecchio di più. 

martedì 22 giugno 2021

Italia-Austria, nel ricordo di Pozzo e Meisl

Le sfide recenti, nelle grandi competizioni, le ha vinte tutte l'Italia. Ma, c'è stato un tempo, tra la fine degli anni '20 e i primi anni '30, in cui l'Austria calcistica era avanguardia europea e la sua nazionale era il  Wunderteam. L'Italia di Vittorio Pozzo e l'Austria di Hugo Meisl si affrontavano in sfide appassionanti e mai scontate di Coppa Internazionale, l'antenata dei campionati europei. E si schieravano secondo il Metodo, con due terzini, tre mediani, di cui quello di mezzo, il centromediano metodista marcava il centravanti avversario e dirigeva il gioco dalle retrovie, due mezzali e tre attaccanti in linea, vale a dire un centravanti affiancato da due ali. Gli inglesi, da qualche anno, giocavano invece con il Sistema: i difensori erano tre, con il centromediano arretrato sulla linea dei terzini e c'era un quadrilatero a centrocampo. Con il tempo, Meisl fece qualche concessione al sistema, limitando i lunghi rilanci del centromediano e puntando su un sistematico possesso del pallone e una fitta trama di passaggi. Pozzo, invece, rimase ancora ad una concezione di gioco tatticamente più prudente e atleticamente meno dispendiosa. E conquistò, con l'Italia i mondiali del 1934 e del 1938. Nel mezzo, le Olimpiadi di Berlino del 1936. Nell'Italia brillava la stella di Giuseppe Meazza, nell'Austria quella di Matthias Sindelar. Tutto finì nel maggio del 1938, quando la Germania nazista occupò l'Austria: l'Anschluss.


martedì 30 marzo 2021

Storia dei Campionati Europei di calcio: 1.

Il fascino dei Mondiali è tutt'altro. Più storia, più competizione, più talento, soprattutto quello sudamericano. Tuttavia, i Campionati Europei di calcio hanno ormai 61 anni e tanto da raccontare. Nacquero per sostituire la Coppa Internazionale, che, alla fine degli anni '20, aveva opposto le migliori squadre nazionali dell'Europa centrale, il che voleva dire le migliori nazionali europee tout court, con l'eccezione degli inglesi che, credo a torto, si ritenevano superiori a tutti gli altri e disertavano anche i Mondiali. E il primo successo (edizione 1927-30), aveva arriso proprio all'Italia di Vittorio Pozzo, illuminata, nelle ultime partite della competizione, dal genio irripetibile di Giuseppe Meazza. L'Italia rivinse nel 1935, mentre nel 1933 si era imposta l'Austria, il Wunderteam allenato da Hugo Meisl e guidato dal centravanti esile Sindelar. Sindelar, con il detto Meazza e l'ungherese Sarosi fu per un decennio il faro del calcio europeo e, allora, mondiale. Dopo la Seconda Guerra, la Coppa Internazionale tornò, registrando il successo dell'Ungheria favolosa di Puskas, nel 1953, e della Cecoslovacchia, proprio nel 1960. Altre nazioni, però, come Francia e Spagna, si facevano strada, mentre Austria e la stessa Ungheria, privata dei suoi migliori fuoriclasse ripiegati all'estero dopo l'invasione dei carri armati sovietici del 1956, si avviano ad entrare in un cono d'ombra.

 

domenica 10 giugno 2018

Neymar eguaglia Romario: 55 gol con il Brasile

Prodezza e gol contro l'Austria e Neymar tocca quota 55 gol con il Brasile: eguagliato Romario al terzo posto della graduatoria dei marcatori della nazionale brasiliana. Solo Pelè, 77 gol, e Ronaldo, 62 gol, hanno, per ora, segnato più di lui con la casacca verdeoro. Ora, Russia 2018. Neymar può essere l'eroe del mondiale.

martedì 13 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 6^ puntata (1954, vince la Germania Ovest in Svizzera)

Si torna in Europa, in nome di un'alternanza con il Sudamerica cui si derogherà parecchie volte. I mondiali del 1954 si disputano in Svizzera, paese neutrale per eccellenza, che non ha conosciuto i lutti della seconda guerra mondiale e sperimenta un benessere assai diffuso, tanto da attrarre una massa di emigranti dalla Spagna, dal Portogallo e, soprattutto, dalla stessa Italia. Quella azzurra, a metà anni '50, per tante ragioni, è una generazione povera di talenti. Finirà con un'eliminazione ancora al primo turno, cui contribuisce anche la confusione ai vertici federali. La grande favorita è l'Ungheria di Puskas, che gioca un calcio rivoluzionario. Nell'anno precedente, il 1953, ha impartito lezioni memorabili a tutti, Inghilterra compresa, mortificata nel tempio laico di Wimbledon per la prima volta nella sua storia. Puskas, mezzala mancina dal tiro potentissimo e precisissimo, con la palla che finisce accanto ai pali, quasi sempre senza alzarsi, è il leader tecnico di un gruppo irripetibile, nel quale si distinguono Kocsis, mezzala destra dalla strepitosa elevazione, alla fine capocannoniere con 11 reti, ed il centravanti finto, Hidegkuti, un rifinitore d'attacco che attira a centrocampo lo stopper avversario e libera lo spazio per i compagni di reparto. I fuoriclasse, nell'Ungheria, sono moltissimi, versatili. Grandi atleti e grandi giocolieri, calciano d'esterno come pochi ancora sanno fare e, soprattutto, sono autentici virtuosi del tiro dalla distanza. Quello che non praticano i brasiliani, sconfitti anzitempo. I verdeoro faranno tesoro della lezione ed importeranno maestri magiari per perfezionare il fondamentale del tiro propriamente dopo il mondiale del 1954. In finale la grande Ungheria perde a sorpresa contro la Germania Ovest, che rimonta grazie all'estro del poderoso Rahn, ma, soprattutto per via della scarsa vena di Puskas, che è infortunato e si spegne dopo aver segnato la rete del vantaggio. Sospetti di doping, piuttosto fondati, si addenseranno da subito sulla prestazione dei teutonici. Ma, alla fine, vincono loro. Terza finisce l'Austria, tornata ai fasti degli anni '30, mentre quarto arriva l'Uruguay del magnifico Schiaffino. (1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata)

martedì 8 aprile 2014

Storia dei mondiali di calcio: 3^ puntata (L'Italia trionfa nel '34 a Roma)

Orgoglio inglese a parte, è la nazionale italiana a dominare la scena per tutti gli anni '30. Grandi rivali non mancano,  a cominciare dagli ungheresi, celebri per la fitta ragnatela di passaggi con la quale avanzano verso la porta avversaria, ma anche per le splendide conclusioni ad effetto, eseguite con l'esterno del piede, in un'epoca nella quale parecchi calciano ancora di punta: si pensi a Levratto, che a questa maniera realizza gol a grappoli. Come è forte la Cecoslovacchia, come è forte l'Austria, il famoso Wunderteam, allenato da Hugo Meisl. L'Italia di Vittorio Pozzo, giornalista e grande studioso del calcio, gioca con il Metodo e fa incetta di successi, dalla Coppa Internazionale, antesignana degli attuali campionati europei, fino ai mondiali. Nel 1934, a Roma, giunge il primo successo degli azzurri, guidati dall'estro impareggiabile di Meazza, infallibile centravanti con l'Ambrosiana - Inter, che in nazionale arretra a mezzala di regia, mentre il centrattacco è il bolognese Schiavio. Al fianco di Meazza, come mezzala sinistra, gioca il lucidissimo Giovanni Ferrari, la difesa è guidata da Luisito Monti, centromediano oriundo, viene dall'Argentina, che costituisce muro invalicabile per gli avanti nemici e prima rampa di lancio per la propria squadra. In finale l'Italia batte la Cecoslovacchia 4-2. E' un trionfo, che qualche storico di basse vedute cercherà di sminuire, facendolo passare per opera del fascismo. Invece, sul campo, l'Italia si dimostra più forte. Meazza, cosa che ai tempi suoi nessuno sa fare, già lancia la palla negli spazi vuoti, già immagina traiettorie impensate, vede quello che gli altri non vedono e, complici due piedi straordinari, lo realizza (1^ puntata, 2^ puntata). 

venerdì 6 settembre 2013

Klose eguaglia Gerd Muller: 68 gol con la Germania

Straordinartio Klose. Segna contro l'Austria e realizza il gol n. 68 con la maglia della Germania. Eguaglia così il primato del leggendario Gerd Muller. Sì, va bene, allora era Germania Ovest, ma la sostanza non cambia. La longevità agonistica di Klose, 35 primavere, è notevolissima. E c'è da aspettarsi che sia protagonista anche in Brasile, dove proverà ad attaccare il record di gol mondiali di Ronaldo, 15 gol: Klose, per ora, è secondo, con 14 gol, assieme, manco a dirlo, a Gerd Muller. Per onestà statistica, Gerd Muller tutti questi gol li ha fatti giocando molte partite in meno. Ciò non toglie che Klose vada annoverato tra i migliori centravanti degli ultimi 15 anni.