Grande tappa dolomitica, la quattordicesima del Giro d'Italia 2016, da Alpago a Corvara. Passando per il mitico Pordoi, collocato dopo una sessantina di km di corsa. Sei gpm più un muro: tappa durissima che al Tour si sognano. Quando lungo la salita di Valparola, Nibali, scortato fin lì da Scarponi, attacca e Valverde non risponde, tutto sembra decidersi in favore del campione italiano. Ma, è l'olandese Kruijswijk a reagire, uno che ha vinto tre corse in carriera, con appena due piazzamenti nei primi dieci della generale al Giro, sempre oltre il quinto posto. Mah! Sui due rinviene anche il colombiano Chaves, un folletto abilissimo di 54 kg, che invece ha la stoffa del grandissimo scalatore: peraltro un classe '90, come Quintana, Landa, Bardet, Pinot e Aru: il ciclismo di oggi e di domani. È proprio Nibali a cedere, mentre più dietro naufraga, sorpresa assoluta, Valverde, che paga forse il picco di forma raggiunto un mese da nelle Ardenne. Nel ciclismo moderno, tutto votato alla specializzazione, un corridore come Valverde, attivo tutto l'anno può avere un passaggio a vuoto. Nibali, tornando alla cronaca, prima fatica poi si riprende e mantiene nel mirino, prosciugando il pozzo delle sue energie fisiche e nervose, Kruijswijk e Chaves e l'austriaco Preidler. Questi tre riprendono il fuggitivo Atapuma. Volata vinta Chaves, secondo Kruijswijk. L'olandese prende la maglia rosa. Nibali secondo a 41". Staccato Valverde, a quasi tre minuti da Chaves. Tutto ancora da decidere. Domani cronoscalata: Nibali ci proverà.
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sabato 21 maggio 2016
sabato 13 luglio 2013
Tour de France 2013: a Lione vince Trentin
L'attacco portato ieri da Contador a Froome ha improvvisamente riacceso l'interesse attorno al Tour de France 2013, che sembrava destinato a seguire il copione senza guizzi, come gli attori mediocri. E che tutto ciò sia avvenuto in una tappa cosiddetta di trasferimento dimostra che sono i campioni più dei tracciati a scrivere la trama di una corsa. L'ho già scritto, ma giova ripeterlo, era dai tempi di Lemond e di Fignon, che non vedevo interpretare una tappa sulla carta semplice in modo tanto sorprendente. Forse, per venire a tempi appena più recenti, ricordo un attacco di Indurain assieme a Bruynel, nel Tour del 1995, quando il gran Navarro escogitò una fuga inedita per lui, per partire per ultimo nella cronometro del giorno dopo. Il ciclismo guadagna moltissimo dalle improvvisazioni e dal coraggio, i suoi canoni tradizionali, oggi messi da parte. Nella tappa odierna, la quattordicesima, si parte da Saint Pourcane sur Soule e si arriva al traguardo storico Lione.
giovedì 16 maggio 2013
Giro d'Italia 2013: a Treviso vince Cavendish, che fa tris. Crisi nera per Wiggins, che perde circa tre minuti da Nibali in rosa
Quattordicesima tappa del Giro d'Italia 2013, da Longarone a Treviso, 134 km, per larga parte pianeggianti ed arrivo destinato allo sprint. Pioggia battente a rendere insidioso un percorso altrimenti piuttosto facile. A 25 km dal traguardo, resistono i fuggitivi di giornata, ma il gruppo incalza a 55km/h per annullare un distacco di poco superiore ai due minuti. Intanto, Wiggins, attardato ed in precarie condizioni di salute, becca un crisi nera e comincia a perdere terreno. Tutto o quasi il team Sky si raduna attorno al proprio capitano e lo scorta verso il traguardo: il ritiro dell'asso inglese è quasi certo a questo punto. Il plotone si ricongiunge con i cinque battistrada, tra i quali figurano gli italiani Felline e Marcato, soltanto a 500 metri dal traguardo. Duecento metri più tardi, esce prepotente al centro della carreggiata Mark Cavendish, che vince di forza con oltre una bicicletta di vantaggio. Per Cavendish, si tratta del terzo successo in questa edizione della corsa rosa. Vittoria n. 11 al Giro in totale, n. 99 in carriera. Il traguardo delle 100 vittorie potrebbe essere tagliato a giorni. Wiggins, sconsolato, arriva con circa tre minuti di ritardo. E' fuori dalla classifica e, forse, fuori dal Giro. Nibali, manco a dirlo, resta al comando.
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