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lunedì 18 maggio 2020

Mats Wilander: il campione schivo del tennis

"...di Borg, il giovane Mats era una sorta di clone, soprattutto per la regolarità e la resistenza..." (Gianni Clerici, "500 anni di tennis")
Predestinato ad una grande carriera, senza dubbio. Basti pensare che il suo primo torneo vinto da professionista fu il Roland Garros, nel 1982, quando doveva ancora compiere 18 anni. Mats Wilander, svedese di Vaxio, sconfisse in finale un veterano come l'argentino Guillermo Vilas. E subito i pensieri corsero a Borg, il dominatore del tennis mondiale, ritiratosi per noia (?) un anno prima. Solo che Wilander a Borg somigliava fino ad un certo punto. Se ne possedeva le qualità atletiche eccezionali, la freddezza nel gioco, la prevalenza da fondo campo e la resistenza alla fatica, non era però animato dalla medesima voglia di vincere, portava i capelli, ricci, piuttosto corti e non era minimamente adatto a diventare il personaggio ch'era stato il più illustre connazionale, che aveva tolto il tennis dall'atmosfera rarefatta e pitigrilliana dei circoli, per farne fenomeno di massa.


Dopo il successo sulla terra rossa parigina del 1982, Wilander seguitò a vincere un po' ovunque. Anche sul cemento di Cincinnati. E sull'erba. Non a Wimbledon, ma a Melbourne, quando lo Slam australiano era ancora sui prati e chiudeva la stagione agonistica. Nel 1983, battendo in finale Ivan Lendl e nel 1984, superando Kevin Kurren. Al Roland Garros sarebbe tornato ad imporsi, a quasi 21 anni, nel 1985, sempre contro Lendl, mentre aveva perduto, nel 1983 in finale da Yannick Noah. Wilander è solidissimo, impossibile batterlo al quinto set, ma il suo gioco non entusiasma. Sebbene abbia abbandonato il rovescio bimane in fase d'attacco, quando stacca la sinistra e si porta rete, dove l'esperienza nel doppio ha migliorato di molto il suo gioco di volo. Nel frattempo, è salito alla ribalta un altro svedese, dal tennis classico ed elegante, Stephan Edberg, che, insieme all'aitante tedesco Boris Becker, animerà una delle più belle e lottate rivalità a Wimbledon. Ecco, proprio Wimbledon resterà sempre inaccessibile a Wilander, che lì mai saprà spingersi oltre i quarti di finale. Gli anni 1986 e 1987, sono per Wilander meno vincenti che in passato. Lendl, che lo supera a Parigi e New York nel 1987, è l'indiscusso numero uno al mondo, Becker ed Egberg dividono il tifo, McEnroe vive un precoce declino. Wilander vince ancora Cincinnati e a Roma, ma, complice anche un temperamento quanto mai schivo e riservato, pare entrare in un cono d'ombra. Sembra.

Nel 1988, Wilander torna a vincere una prova Slam. Il suo terzo Australian Open, ora sul cemento, a gennaio, e contro l'idolo di casa, Pat Cash. A giugno, a Parigi, il capolavoro della sua carriera. Prevale in finale sulla sua antitesi tennistica, il mancino d'attacco, Henri Leconte, anch'egli beniamino di casa. Agli Us Open, perché Wimbledon resta stregato, batte per l'ennesima volta Lendl: tre titoli Slam in un anno e primo posto della classifica mondiale, strappato proprio all'impassibile cecoslovacco naturalizzato americano. Resterà ai vertici Atp per cinque mesi, Wilander. Ma, la sua testa ha già svoltato. D'un tratto la voglia di tennis, dei sacrifici legati al tennis, l'abbandona. Di lì a fine carriera, vincerà solo altri due tornei: Palermo, 1988, Itaparica 1990. Per ritirarsi, di fatto, nel 1991. Tornare in campo nel 1993 e fino al 1995. Senza più essere davvero competitivo. Ed ecco che la sua storia torna a somigliare a quella di Borg. Che all'apice del successo, si era sentito svuotato, mollando tutto. Chiuderà con sette titoli dello Slam in undici finali disputate.

mercoledì 24 gennaio 2018

Nadal e la polemica sul "cemento" dopo il ritiro a Melbourne

Un tempo, è noto a tutti gli appassionati di tennis, tre prove dello Slam, su quattro, si giocavano sull'erba. La sola eccezione era rappresentata dal Roland Garros, da sempre disputato sulla terra battuta o terra rossa. Si giocava anche con attrezzi assai diversi da quelli odierni. Racchette di legno, con le quali era impossibile imprimere la forza oggi permessa da materiali assai più evoluti. Il tennis, con la rivoluzione tecnologica delle racchette, è profondamente cambiato già alla fine degli anni '70. E proprio allora si è cominciato a giocare sempre meno sull'erba, passando molti tornei al più duro cemento, di cui oggi si lamenta Nadal e che, tuttavia, proprio a Nadal ha regalato non poche vittorie in tanti tornei. Anche dello Slam: 3 vittorie agli Us Open, 1 agli Australian Open. Tornei che, un tempo, si giocavano sull'erba. Gli Us Open fino al 1974, passando poi alla terra verde nel 1975 e, da ultimo, al cemento nel 1978. Gli Australian Open si sono giocati sull'erba sino al 1987. Wilander vinse il primo torneo sul cemento australiano di Melbourne nel 1988, dopo aver conquistato due edizioni sull'erba. Orbene, Nadal di cosa si lamenta? Credo che sia l'ultimo a potersi lamentare perché il suo gioco, da anni incompatibile con l'erba, basti guardare le precoci eliminazioni in serie negli ultimi Wimbledon, si appasta piuttosto bene con il cemento, per quanto non come la terra rossa. Il cemento richiede forza, prestanza, tonicità muscolare. Che a Nadal proprio non difettano. Semmai è il gioco di Nadal a facilitarne gli infortuni. Tanta corsa, molte scivolate e spaccate, un grandissimo dispendio di energia. Senza dimenticare la muscolatura ipertrofica, quasi da culturista. Federer, che ha un fisico asciutto, da atleta di 40 anni fa, si è infortunato molto di meno. Ed il cemento non c'entra. Detto questo, magari si tornasse a giocare di più sull'erba. Ma, Nadal non se ne gioverebbe.

domenica 9 giugno 2013

Ottavo sigillo di Nadal al Roland Garros

Allunga in vetta Nadal, già vincitore di sette titoli a Parigi. Demolendo Ferrer in tre set, il campionissimo maiorchino si  è aggiudicato il Roland Garros per l'ottava volta in carriera. Nessun tennista aveva mai saputo fare tanto in un torneo dello Slam, non Federer, Sampras e Renshaw, 7 vittorie a Wimbledon, non Tilden, Larned e Sears, 7 vittorie agli Us Open, non Roy Emerson, 6 titoli agli Open d'Australia. Insomma, il dominio di Nadal sulla terra rossa ha davvero dell'incredibile. Nove partecipazioni ed otto vittorie. Resta il solo Soderling, per ora, a potersi vantare di aver battuto Nadal al Roland Garros.

lunedì 20 agosto 2012

Federer travolge Djokovic a Cincinnati: successo n. 76 per lo svizzero

Roger Federer vale, nel tennis, Carlo V di Spagna. Perché sul suo regno il sole non tramonta. In questo straordinario 2012, nel quale ha ritrovato la vetta della classifica Atp, il formidabile asso elvetico è tornato a giocare il suo tennis magnifico, forse antico, in realtà senza tempo. A Cincinnati, ha colto l'ennesimo successo della stagione, il quinto nel torneo americano, il numero 76 in carriera. E di fronte aveva non un avversario qualunque ma Djokovic travolto in due set, il primo chiuso addirittura 6-0 per Federer. Una lezione severissima per il serbo, il grande atleta, vinto ancora una volta dalla scherma elegante di Federer. Dal suo rovescio inimitabile, dal suo servizio eclettico, dai suoi passanti facilissimi, nel senso che tali sembrano, anche quando giocati dalle posizioni di campo più impervie. Inutile dire che Federer è il favorito d'obbligo anche per gli Us Open prossimi venturi.

sabato 4 agosto 2012

Olimpiadi di Londra: ancora Federer contro Murray in finale

Roger Federer è ad un passo dall'oro olimpico, il solo titolo che ancora manca alla sua straordinaria, irripetibile collezione. Almeno in singolare, perché nel doppio, con il connazionale Wawrinka, l'oro arrivò già a Pechino 2008. Federer ha battuto in semifinale Del Potro, il possente argentino, che una volta lo sgambettò in finale agli Us Open. Partita tiratissima, con successo dell'asso elvetico al terzo set, 19-17. Oltre quattro ore di gioco, sciabola per Del Potro, fioretto per Federer. Ha prevalso la scherma elegante e senza tempo di Federer. In finale, ritroverà Murray, come all'ultimo Wimbledon. Il mio pronostico è per Federer.

giovedì 7 giugno 2012

Roland Garros 2012: Sara Errani in finale, battuta la Stosur in tre set

Nuova impresa di Sara Errani al Roland Garros 2012. La tennista bolognese batte in tre set l'australiana Stosur, che la precede in classifica, e vola in finale. Partita emozionante. La Errani vince il primo set, cede di schianto nel secondo, si riprende nel terzo, che chiude 6-3. Alla fine, 7-5, 1-6, 6-3Il sogno del trionfo a Parigi acquista contorni di concretezza. La Stosur era un'avversaria insidiosa, già finalista al Roland Garros nel 2010, quando perse da Francesca Schiavone, vantava anche il successo agli Us Open 2011. Ma, contro questa Sara Errani c'è stato poco da fare. Finale nel singolare finale nel doppio in coppia con Roberta Vinci. Nessuno avrebbe osato immaginarlo all'inizio del torneo.

venerdì 6 gennaio 2012

La Pennetta in finale ad Auckland

La Kerber questa volta non le ha fatto lo sgambetto, vendicata la sconfitta agli Us Open. La favolosa Flavia Pennetta, in stato di grazia in questo inizio di 2012, batte la tedesca in semifinale in due velocissimi set, meno di un'ora di gioco, e vola in finale, dove troverà la cinese Zheng, avversaria forte ma battibile dalla campionessa brindisina, che in Nuova Zelanda ha raggiunto anche la finale di doppio. Ormai, il cemento è la sua superficie prediletta. Cede di schianto invece Francesca Schiavone a Brisbane.

giovedì 5 gennaio 2012

La Pennetta in semifinale ad Auckland

Buone notizie dalla Nuova Zelanda: Flavia Pennetta regola la russa Vesnina in due rapidi set, 6-2, 6-1, ed approda alla semifinali, dove affronterà la tedesca Kerber. Che la segue in classifica, ma che l'ha battuta ai quarti degli Us Open lo scorso settembre, togliendo alla brindisina la possibilità di giocare la prima semifinale in una prova dello Slam. Sicché, pronostico aperto. Da segnalare l'approdo in semifinale anche della Schiavone a Brisbane. A Doha, infine, Seppi sfiderà Roger Federer ai quarti. Da anni, il tennis italiano non cominciava l'anno in modo così incoraggiante.