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lunedì 9 settembre 2024

Ciclismo: il dominio sloveno. Pogacar e Roglic

Stagione memorabile per il ciclismo sloveno, che ha conquistato tutti e tre i grandi giri. Pogacar ha vinto il Giro d'Italia e il Tour de France. Roglic, per la quarta volta, la Vuelta a Espana. Qualcosa di clamoroso. 

venerdì 24 maggio 2024

Giro d'Italia 2024: a Sappada vince Vendrame

Diciannovesima tappa del Giro d'Italia 2024, da Mortegliano a Sappada: 157 km, salite non proibitive, per una frazione particolarmente adatta a una fuga. Che puntualmente viene lasciata andare, con il gruppo della maglia rosa che si concede una giornata di tregua e relativo recupero in vista della tappa di domani. D'altra parte, sulla corsa cade una pioggia battente. Tra gli attaccanti di giornata, resta da solo Vendrame, che si avvantaggia in un tratto in discesa. E Vendrame vince, replicando il successo di tappa colto al Giro del 2021. Immutate le prime posizioni della classifica generale.

giovedì 23 maggio 2024

Giro d'Italia 2024: a Padova vince Tim Merlier

Diciottesima tappa del Giro d'Italia 2024, da Fiera di Primiero a Padova: 178 km prevalentemente di pianura. Inevitabile la volata di gruppo. Jonathan Milan esce in ritardo e la sua rimonta si ferma al secondo posto, perché a vincere è il belga Tim Merlier.

martedì 21 maggio 2024

Santa Cristina Val Gardena: Pogacar V

Sedicesima tappa del Giro d'Italia 2024: 206 km da Livigno a Santa Cristina Val Gardena. Tanta discesa ma anche due durissime salite nel finale. Non va in porto la fuga animata da un generoso Alaphilippe. Pogacar rimonta e stacca tutti. Dominio alla Merckx. È lui il nuovo "cannibale" del ciclismo mondiale. Secondo di giornata il giovane e coraggioso Pellizzari, che precede Daniel Martinez. Tiberi, dal canto suo, ha dimostrato che in salita vale già i migliori del gruppo.

giovedì 16 maggio 2024

A Fano trionfa solitario Alaphilippe!

Dodicesima tappa del Giro d'Italia 2024: 193 km da Martinsicuro a Fano. Fuga e poi assolo di Julian Alaphilippe, che conquista la sua prima tappa in carriera al Giro, cui del resto partecipa per la prima volta. Il risveglio di un campione che mancava moltissimo al ciclismo. Secondo e terzo di giornata altri due fuggitivi, rispettivamente Narvaez, a 32" ed Hermans a 33".

mercoledì 15 maggio 2024

A Francavilla al Mare vince Jonathan Milan. Uijtdebroeks si ritira

Undicesima tappa del Giro d'Italia 2024: 207 km, prevalentemente in pianura, da Faiano di Val Fortore a Francavilla al Mare. Probabile arrivo in volata, a meno di fuga vincente. 

La cronaca.

Volata di gruppo e secondo successo per Jonathan Milan, che precede Groves e Lonardi. La notizia di giornata è il ritiro del promettentissimo belga Uijtdebroeks, appiedato da un virus influenzale. Tiberi risale al quinto posto della classifica generale.


sabato 11 maggio 2024

A Prati di Tivo tris di Pogacar

Ottava tappa del Giro d'Italia 2024, da Spoleto a Prati di Tivo, 152 km e arriva su una salita di prima categoria lunga circa 14 km. Chi oserà sfidare Pogacar? 

La cronaca. 

Fuga ripresa a poco meno di 10 km dal traguardo. Resta davanti solo Valentin Paret-Peintre. A 4,2 km dall'arrivo, ripreso anche Paret-Peintre. Il gruppo della maglia rosa è ridotto a una quindicina di unità. Scatta Tiberi. Torna su di lui Pogacar. Che poi vince in volata. Terzo successo per la maglia rosa. Dominio alla maniera di Binda o di Merckx per l'asso sloveno.

giovedì 9 maggio 2024

A Rapolano Terme vince Pelayo Sanchez

Sesta tappa del Giro d'Italia 2024, da Torre del Lago Puccini a Rapolano Terme, senza grandi difficoltà altimetriche con alcuni tratti di sterrato, che metteranno alla prova le abilità di guida dei corridori. Non sorprenderebbe un attacco di Pogacar, che conosce parte del percorso affrontato alle Strade Bianche.

La cronaca.

Arriva la fuga, ma allo sprint, anziché il favorito Alaphilippe, vince lo spagnolo Pelayo Sanchez. Domani, impegnativa frazione a cronometro.

mercoledì 8 maggio 2024

Giro d'Italia 2024: a Lucca vince Banjamin Thomas

Quinta tappa del Giro d'Italia 2024: 178 km da Genova a Lucca, con due gran premi della montagna, uno di secondo, l'altro di quarta categoria. Potrebbe arrivare una fuga da lontano. 

La cronaca. 

Va via, a gara inoltrata, una fuga di quattro di corridori: Banjamin Thomas, Valgren, Pietrobon e Paleni. Il gruppo fatica a riprenderli. La fuga arriva. E vince il francese Thomas, secondo Valgren, terzo Pietrobon.


martedì 7 maggio 2024

Giro d'Italia 2024: ad Andora vince Jonathan Milan

Anche la quarta tappa del Giro d'Italia 2024, da Acqui Terme ad Andora per 190 km è, sulla carta, una frazione adatta ai velocisti. Ripreso Ganna, pronostici rispettati e sprint di gruppo, vinto da Jonathan Milan sull'australiano Groves e il tedesco Bauhaus. Si tratta del primo successo italiano in quest'edizione del Giro.

lunedì 6 maggio 2024

Giro d'Italia: a Fossano vince Tim Merlier

Terza tappa del Giro d'Italia 2024, da Novara a Fossano per 166 km, prima occasione per le ruote veloci del gruppo, anche se gli ultimi chilometri di corsa non sono tutti pianeggianti. 

Alla fine è volata di gruppo vinta da Tim Merlier su Jonathan Milan e Girmay.

lunedì 22 aprile 2024

Giro d'Italia 2024: i favoriti. Pogacar su tutti

Tutti contro Pogacar, fresco vincitore della Liegi-Bastogne-Leigi. Al Giro 2024, l'Italia si affida al giovane Tiberi e all'esperto Caruso. Ecco il borsino dei favoriti, sebbene non sia ancora ufficiale l'elenco dei partecipanti.

  1. Pogacar *****
  2. Geraint Thomas ***
  3. Bardet ***
  4. Uijtdebroeks ***
  5. Caruso **
  6. Lopez Perez **
  7. O'Connor **
  8. Quintana *
  9. Daniel Martinez **
  10. Tiberi *

lunedì 19 giugno 2023

Tour de Suisse 2023: ha vinto Skjelmose

Il successo finale al Giro della Svizzera 2023 è andato al danese, 23 anni non ancora compiuti, Skjelmose. Passista scalatore destinato a una grande carriera. Quarantesimo al Giro d'Italia dello scorso anno, suo debutto in una grande corsa a tappe, e nono alla Liegi di quest'anno: insomma corridore di fondo. Secondo, un altro predestinato, lo spagnolo Ayuso, terzo all'ultima Vuelta, che di anni deve ancora compierne 21 e che pare un novello Contador. Solo terzo Evenepoel, che rientrava nelle competizioni dopo il ritiro frettoloso al Giro. L'edizione di questo Tour de Suisse è stata funestata dalla terribile caduta, che ha provocato la morte di Gino Mader, talentuoso e sfortunatissimo corridore di casa. Aveva soltanto 26 anni: la terra gli sia lieve. 

domenica 9 maggio 2021

Giro d'Italia 2021: a Novara vince Merlier poi Nizzolo e Viviani

È il belga Merlier a vincere la volata con cui si conclude la seconda tappa del Giro d'Italia 2021, da Stupinigi a Novara. Merlier precede Nizzolo e Viviani. Filippo Ganna conserva la maglia rosa ed anzi si prende anche 3" di abbuono. Domani tappa vallonata, adatta a fughe e colpi di mano.

lunedì 22 marzo 2021

I migliori ciclisti tedeschi della storia

Propongo una classifica a punti dei migliori ciclisti tedeschi della storia. Comanda Ullrich. Classifica aggiornata all'11 aprile 2023.

  • Tour de France:                                            


 1. 350 punti 2. 200 punti 3. 150 punti 4. 120 5. 100 6. 80 punti 7. 70 8. 60 punti 9. 50 punti 10. 40 punti                  

    • Giro d'Italia:


    1. 300 punti 2. 150 punti 3. 100 punti 4. 80 punti 5. 70 punti 6. 60 punti 7. 50 punti 8. 40 punti 9. 30 punti 10. 20 punti    



    • Vuelta a Espana:



    1. 200 punti 2. 100 punti 3. 80 punti 4. 70 punti 5. 60 punti 6. 50 punti 7. 40 punti 8. 30 punti 9. 20 punti 10. 10 punti    



    • Campionato del mondo:



    1. 100 punti 2. 70  punti 3. 60 punti 4. 50 punti 5. 40 punti 6. 30 punti 7. 20 punti 8. 10 punti 9. 8 punti 10. punti    



    • Classiche "monumento" (Milano - Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi - Roubaix, Liegi - Bastogne - Liegi, Giro di Lombardia) e Giro della Svizzera:

    1. 60 punti 2. 54 punti 3. 48 punti 4. 42 punti 5. 36 punti 6. 30 punti 7. 24 punti 8. 18 punti 9. 12 punti 10. 6 punti      


    • Campionato nazionale, Classiche internazionali (Freccia Vallone, Amstel Gold Race, Clasica di San Sebastian, Campionato di Zurigo, Parigi - Tours, Gand - Wevelgem, Olimpiadi):


    1. 50 punti 2. 40 punti 3. 30 punti



    • Brevi corse a tappe di maggior prestigio (Tirreno - Adriatico, Parigi - Nizza, Giro del Delfinato, Midi Libre, Giro di Romandia, Giro dei Paesi Baschi, Giro del Trentino, Bicicletta Basca, Vuelta a Burgos, Giro di Catalogna, Giro del Mediterraneo, Giro del Belgio, Vuelta a Murcia, Vuelta a Levante -Comunità Valenciana-, Giro di Danimarca, Criterium International, Giro di Gran Bretagna, Settimana Ciclistica Lombarda, Giro di Aragona, Giro della Comunità Valenciana, Giro dell'Algarve, Tour du Haut Var, Giro del Lussemburgo, Quattro Giorni di Dunkerque, Giro dell'Andalusia, Circuito de la Sarthe):


    1. 40 punti

    • Classiche del calendario italiano e classiche minori del calendario internazionale (Tre Valli Varesine, Coppa Agostoni, Coppa Bernocchi, Milano - Torino, Giro del Veneto, Giro del Piemonte, Giro del Friuli, Giro dell'Appennino, Giro del Lazio, Giro dell'Emilia, Trofeo Matteotti, Gran Premio Industria e Commercio, Giro di Toscana, Gran Premio Città di Camaiore, Coppa Sabatini, Trofeo Laigueglia, Coppa Placci, Gran Premio Beghelli, Strade Bianche, E3 Harelbeke, Freccia del Brabante, Het Volk, Gran Premio di Francoforte, Scheldeprijs, Gran Premio di Vallonia, Gran Premio Primavera, Gren Premio di Montreal, Primus Classic, Attraverso le Fiandre, Ronde Van Limburg, Gran Premio Cantone Argovia):


    
    1. 30 punti


    • Campionati nazionali minori (1. 30 punti, 2. 20 punti, 3. 10 punti)

    • Brevi corse a tappe e *corse di un giorno di minor prestigio (Giro di Slovenia, Giro della Repubblica Ceca, Giro di Sardegna, Route du Sud, Giro dell'Algarve, Giro dell'Irlanda, Giro delle Asturie, Settimana Catalana, *Escalada a Montjuic, * Vuelta a la Rioja, Giro dell'Austria, Giro del Qatar, Giro del Portogallo, Tour Down Under, Vuelta a Colombia, Giro di Polonia, Eneco Tour) 
    1. 25 punti
    • Vittorie di tappa nei grandi giri nazionali (Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana):


    per ogni vittoria al Tour: 15 punti
    per ogni vittoria al Giro: 12 punti
    per ogni vittoria alla Vuelta: 10 punti


    1. Jan Ullrich (Germania): 2.185 punti (1995-2006): 1.470 punti al Tour de France (una volta primo, cinque volte secondo, una volta quarto), 200 punti alla Vuelta a Espana (una volta primo), 10 punti al campionato del mondo (una volta ottavo), 50 punti alle Olimpiadi (una volta primo), 180 punti al campionato tedesco (due volte primo, due volte secondo), 60 punti al Giro della Svizzera (una volta primo), 30 punti alla Coppa Agostoni (una volta primo), 30 punti alla Coppa Sabatini (una volta primo), 30 punti al Giro dell'Emilia (una volta primo), 105 punti per vittorie di tappa al Tour de France (sette vittorie di tappa), 20 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (due vittorie di tappa)

    2. Erik Zabel (Germania): 1.725 punti (1993-2008): 240 punti al campionato del mondo (due volte secondo, una volta terzo, una volta quinto), 260 punti al campionato tedesco (due volte primo, una volta secondo, quattro volte terzo), 378 punti alla Milano-Sanremo (quattro volte primo, due volte secondo, due volte sesto), 84 punti al Giro delle Fiandre (due volte quarto), 48 punti alla Parigi-Roubaix (una volta terzo), 210 punti alla Parigi-Tours (tre volte primo, due volte terzo), 50 punti all'Amstel Gold Race (una volta primo), 50 punti alla Classica di Amburgo (una volta primo), 40 punti al Giro dell'Andalusia (una volta primo), 30 punti allo Scheldeprijs (una volta primo), 90 punti al Gran Premio di Francoforte (tre volte primo), 165 punti per vittorie di tappa al Tour de France (undici vittorie di tappa), 80 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (otto vittorie di tappa)

    3. Dietrich Thurau (Germania): 1.147 punti (1974-1988): 140 punti al Tour de France (una volta quinto, una volta decimo), 70 punti al Giro d'Italia (una volta quinto), 70 punti alla Vuelta a Espana (una volta quarto), 140 punti al campionato del mondo (due volte secondo), 130 punti al campionato tedesco (due volte primo, una volta terzo), 66 punti alla Parigi-Roubaix (una volta terzo, una volta ottavo), 162 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta primo, una volta secondo, una volta terzo), 50 punti al Campionato di Zurigo (una volta primo), 40 punti al Giro dell'Andalusia (una volta primo), 40 punti al Giro di Germania (una volta primo), 30 punti allo Scheldeprijs (una volta primo), 30 punti alla E3 Harelbeke (una volta primo), 30 punti al Gran Premio Cantone Argovia (una volta primo), 75 punti per vittorie di tappa al Tour (cinque vittorie di tappa), 24 punti per vittorie di tappa al Giro (due vittorie di tappa), 50 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (cinque vittorie di tappa)

    4. Rudi Altig (Germania): 1.120 punti (1960-1971): 30 punti al Giro d'Italia (una volta nono), 200 punti alla Vuelta a Espana (una volta primo), 170 punti al campionato del mondo (una volta primo, una volta secondo), 140 punti al campionato tedesco (due volte primo, una volta secondo), 60 punti alla Milano-Sanremo (una volta primo), 114 punti al Giro delle Fiandre (una volta primo, una volta secondo), 78 punti alla Parigi-Roubaix (una volta terzo, una volta sesto), 40 punti al Giro dell'Andalusia (una volta primo), 30 punti al Giro di Toscana (una volta primo), 30 punti al Giro del Piemonte (una volta primo), 120 punti per vittorie di tappa al Tour de France (otto vittorie di tappa), 48 punti per vittorie di tappa al Giro d'Italia (quattro vittorie di tappa), 60 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (sei vittorie di tappa)

    5. Hans Junkermann (Germania): 1.119 punti (1955-72): 320 punti al Tour de France (una volta quarto, una volta quinto, due volte nono), 60 punti al Giro d'Italia (una volta sesto), 40 punti alla Vuelta a Espana (una volta settimo), 55 punti al campionato del mondo (una volta sesto, una volta settimo, una volta decimo), 350 punti al campionato tedesco (tre volte primo, due volte secondo, quattro volte terzo), 174 punti al Giro della Svizzera (due volte primo, una volta secondo), 90 punti al Campionato di Zurigo (una volta primo, una volta secondo), 30 punti al Gran Premio di Francoforte (una volta primo)

    6. John Degenkolb (Germania): 927 punti (2011-) : 58 punti al campionato del mondo (una volta quarto, una volta nono), 170 punti al campionato tedesco (due volte secondo, tre volte terzo), 120 punti alla Milano-Sanremo (una volta primo, una volta quinto, una volta settimo), 72 punti al Giro delle Fiandre (due volte settimo, due volte nono), 144 punti alla Parigi-Roubaix (una volta primo, una volta secondo, una volta settimo, una volta decimo), 90 punti alla Classica di Amburgo (una volta primo, una volta secondo, una), 50 punti alla Parigi-Tours (una volta primo), 90 punti alla Gand-Wevelgem (una volta primo, una volta secondo), 30 punti al Gran Premio di Francoforte (una volta primo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour (una vittoria di tappa), 12 punti per vittorie di tappa al Giro (una vittoria di tappa), 100 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (dieci vittorie di tappa)[carriera ancora in corso]


    7. Rolf Wolfshohl (Germania): 801 punti (1960-1976): 60 punti al Giro d'Italia (una volta sesto), 250 punti alla Vuelta a Espana (una volta primo, una volta sesto), 65 punti al campionato del mondo (una volta quarto, una volta ottavo, una volta decimo), 90 punti al campionato tedesco (una volta primo, una volta secondo), 162 punti alla Milano-Sanremo (una volta secondo, una volta quarto, una volta quinto, una volta sesto), 54 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta secondo), 40 punti alla Bicicletta Basca (una volta primo), 40 punti alla Parigi-Nizza (una volta primo), 30 punti per vittorie di tappa al Tour (due vittorie di tappa), 10 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (una vittoria di tappa)

    8. Andreas Kloeden (Germania): 770 punti (1998-2013): 480 punti al Tour de France (due volte secondo, una volta terzo), 50 punti al campionato tedesco (una volta primo), 80 punti al Giro dei Paesi Baschi (due volte primo), 40 punti alla Parigi-Nizza (una volta primo), 40 punti al Circuito della Sarthe (una volta primo), 40 punti al Giro di Romandia (una volta primo), 40 punti alla Tirreno-Adriatico (una volta primo)

    9. André Greipel (Germania):  763 punti  (2005-)        : 60 punti al campionato del mondo (una volta terzo), 150 punti al campionato tedesco (tre volte primo), 24 punti alla Parigi-Roubaix (una volta settimo), 160 punti alla Classica di Amburgo (una volta primo, due volte secondo, una volta terzo), 50 punti al Tour Down Under (due volte primo), 30 punti alla Primus Classic (una volta primo), 165 punti per vittorie di tappa al Tour (undici vittorie di tappa), 84 punti per vittorie di tappa al Giro (sette vittorie di tappa), 40 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (dieci vittorie di tappa) [carriera ancora in corso]

    10. Reimund Dietzen (Germania): 735 punti (1982-1990): 140 punti al campionato tedesco (due volte primo, una volta secondo), 390 punti alla Vuelta a Espana (due volte secondo, una volta terzo, una volta quarto, una volta settimo), 70 punti alla Clasica di San Sebastian (una volta secondo, una volta terzo), 40 punti alla Vuelta Castilla y Leon (una volta primo), 40 punti alla Settimana Catalana (una volta primo), 25 punti alla Vuelta a la Roja (una volta primo), 30 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (tre vittorie di tappa)


    11. Udo Boelts (Germania):  521 punti (1989-2003): 50 punti al Tour de France (una volta nono), 55 punti al campionato del mondo (una volta quarto, una volta decimo), 240 punti al campionato tedesco (tre volte primo, tre volte terzo), 12 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta nono), 42 punti al Giro di Lombardia (una volta settimo, una volta ottavo),  50 punti alla Clasica di San Sebastian (una volta primo), 30 punti al Gran Premio Cantone Argovia (una volta primo), 30 punti al Gran Premio di Vallonia (una volta primo), 12 punti per vittorie di tappa al Giro (una vittoria di tappa)

    12. Olaf Ludwig (Germania):  493 punti (1990-97): 60 punti al campionato del mondo (una volta terzo), 40 punti al campionato tedesco (una volta secondo), 30 punti alla Milano-Sanremo (una volta sesto), 12 punti al Giro delle Fiandre (una volta nono), 156 punti alla Parigi-Roubaix (una volta secondo, una volta terzo, una volta quarto, una volta nono), 50 punti all'Amstel Gold Race (una volta primo), 30 punti alla Gand-Wevelgem (una volta terzo), 40 punti alla Quattro Giorni di Dunkerque (una volta primo), 30 punti all'E3 Harelbeke (una volta primo), 45 punti per vittorie di tappa al Tour (tre vittorie di tappa)

    13. Marcel Kittel (Germania): 448 punti (2011-2019): 30 punti al campionato tedesco (una volta primo), 150 punti allo Scheldeprijs (cinque volte primo), 210 punti per vittorie di tappa al Tour (quattordici vittorie di tappa), 48 punti per vittorie di tappa al Giro (quattro vittorie di tappa), 10 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (una vittoria di tappa)

    14. Tony Martin (Germania): 429 punti (2008-2021): 54 punti al Giro della Svizzera (una volta secondo), 120 punti al Giro del Belgio (tre volte primo), 40 punti all'Eneco Tour (una volta primo), 80 punti al Giro dell'Algarve (due volte primo), 40 punti alla Parigi-Nizza (una volta primo),75 punti per vittorie di tappa al Tour (cinque vittorie di tappa), 20 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (due vittorie di tappa)

    15. Gregor Braun (Germania): 426 punti (1977-1989): 190 punti al campionato tedesco (tre volte primo, una volta secondo), 72 punti al Giro delle Fiandre (una volta terzo, una volta settimo), 84 punti alla Parigi-Roubaix (una volta terzo, una volta quinto), 50 punti al Giro di Sardegna (due volte primo), 30 punti alla Tre Valli Varesine (una volta primo)

    16. Fabian Wegmann (Germania): 406 punti (2002-2016): 28 punti al campionato del mondo (una volta settimo, una volta nono), 210 punti al campionato tedesco (tre volte primo, due volte secondo), 78 punti al Giro di Lombardia (una volta terzo, una volta sesto), 60 punti al Gran Premio di Francoforte (due volte primo), 30 punti alla Tre Valli Varesine (una volta primo)




    mercoledì 9 settembre 2020

    Il ciclismo e i Grandi Giri negli anni 2010/19: il dominio inglese

    Il ciclismo non si sottrae all'eterna regola del mutamento. Come ebbi a scrivere in un post di qualche tempo, sono cambiate, non tutte, anche le Nazioni dominanti nel ciclismo. Tradizionalmente Italia, Francia e Belgio e, di rincalzo, Spagna, Svizzera, Olanda e Lussemburgo. Negli anni 2010, insomma dal 2010 al 2019, per stare al decennio appena trascorso, invito a dare uno sguardo ai vincitori delle tre grandi corse a tappe: Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana.

    Tour de France:

    2010: Andy Schleck (Lussemburgo)

    2011: Cadel Evans (Australia)

    2012: Bradley Wiggins (Regno Unito)

    2013: Chris Froome (Regno Unito)

    2014: Vincenzo Nibali (Italia)

    2015: Chris Froome (Regno Unito)

    2016: Chris Froome (Regno Unito)

    2017: Chris Froome (Regno Unito)

    2018: Geraint Thomas (Regno Unito)

    2019: Egan Bernal (Colombia)

    Giro d'Italia:

    2010: Ivan Basso (Italia)

    2011: Michele Scarponi (Italia)

    2012: Ryder Hesjedal (Canada)

    2013: Vincenzo Nibali (Italia)

    2014: Nairo Quintana (Colombia)

    2015: Alberto Contador (Spagna)

    2016: Vincenzo Nibali (Italia)

    2017: Tom Dumoulin (Italia)

    2018: Chris Froome (Regno Unito)

    2019: Richard Carapaz (Ecuador)

    Vuelta a Espana:

    2010: Vincenzo Nibali (Italia)

    2011: Chris Froome (Regno Unito)

    2012: Alberto Contador (Spagna)

    2013: Chris Horner (U.S.A.)

    2014: Alberto Contador (Spagna)

    2015: Fabio Aru (Italia)

    2016: Nairo Quintana (Colombia)

    2017: Chris Froome (Regno Unito)

    2018: Simon Yates (Regno Unito)

    2019: Primoz Roglic (Slovenia)

    Ci sono stati 10 successi del Regno Unito (7 di Froome, 1 a testa per Wiggins, Thomas e Simon Yates), 7 italiani (4 di Nibali e 1 a testa di Basso, Scarponi e Aru), 3 spagnoli (tutti di Contador), 3 colombiani (2 di Quintana, 1 di Bernal), infine 1 lussemburghese (Andy Schleck), 1 australiano (Evans), 1 U.S.A. (Horner), 1 canadese (Hesjedal), 1 olandese (Tom Dumoulin), 1 ecuadoriano (Carapaz), 1 sloveno (Roglic). Evans, Carapaz, Roglic e Hesjedal hanno colto i primi successi assoluti per i propri rispettivi Paesi, Australia, Ecuador, Slovenia e Canada. Il Regno Unito, con 10 successi e Froome mattatore, è stato il leader di maggioranza relativa del decennio, mentre la Colombia, che vantava un solo successo con Lucho Herrera alla Vuelta negli anni '80, è diventata una potenza nelle grandi gare a tappe. L'Italia ha tenuto, soprattutto grazie a Nibali. Non pervenuto il Belgio, che non vince - e nemmeno sale sul podio - dal successo di De Muynck al Giro del 1978, e la Francia, che ha ottenuto podi (con Peraud, Bardet e Pinot) ma non vittorie. La geografia del ciclismo è profondamente cambiata.

    mercoledì 8 luglio 2020

    Tour de France 1984: l'apoteosi di Fignon

    L'anno precedente il giovane Laurent Fignon aveva conquistato a sorpresa il suo primo Tour de France. Dando prova di classe superiore, soprattutto in salita. Tuttavia, la critica, e specialmente quella transalpina, aveva osservato e molto sottolineato l'assenza di Hinault, il dominatore del tempo delle grandi corse a tappe.


    Nel 1984, Hinault, alla ricerca della quinta Grande Boucle, era però al via. Tutta la Francia attendeva il duello tra Fignon e Hinault. Che, tuttavia, si svolse più sui giornali che in corsa. Fignon aveva invece da smaltire la delusione sofferta al Giro, dove Moser gli aveva strappato la maglia rosa nella cronometro conclusa all'Arena di Verona, montando le avveniristiche ruote lenticolari.


    File:Route of the 1984 Tour de France.png - Wikipedia
    Tour de France 1984


    Dopo il successo nel cronoprologo da parte di Hinault, cominciò infatti la grande cavalcata di Fignon. Che vinse, sul terreno prediletto dal gran Tasso bretone, la lunga cronometro individuale da Alencon a Le Mans: Hinault fu terzo a 49", preceduto anche dall'irlandese Sean Kelly. Il divario, tra i due grandi rivali si approfondì sui Pirenei. Nell'undicesima tappa, con arrivo a Guzet-Neige, Fignon diede altri 52" al rivale. Eppure Hinault sembrava ancora in corsa. 


    Il trionfo di Fignon si celebrò sulle Alpi. Cominciò con il successo nella cronoscalata a La-Ruchere, il secondo posto, dietro il colombiano Lucho Herrera, sull'Alpe d'Huez che lo vestì di giallo, e i quasi tre minuti di distacco inflitti a Hinault, e l'ulteriore successo a La Plagne, dove Fignon diede altri tre minuti scarsi ad Hinault.


    Laurent Fignon, Tour De France 1989 | Anders | Flickr
    Laurent Fignon


    A Parigi, dopo aver dominato anche l'ultima cronometro del giorno prima, Fignon vinse con 10'32" su Hinault e 11'46" sul giovane campione del mondo Greg LeMond: un'apoteosi. Il vertice più alto della carriera di Laurent Fignon. Per la prima volta in carriera, Hinault non vinceva una grande corsa a tappe portata a termine. Fignon, a quasi 24 anni, pareva predestinato ad una carriera leggendaria. Un corridore antico, Fignon perché costantemente votato all'attacco o al contrattacco, mai attendista, sempre avviato ad azioni sorprendenti e spettacolari. Distacchi come quelli appena ricordati, inflitti a corridori di tale spessore, profumano di anni '40 e '50. In quel Tour, Fignon e LeMond correvano nella stessa squadra. Fino all'anno prima, Fignon era stato compagno di squadra di Hinault. L'anno dopo, 1985, LeMond sarebbe passato in quella di Hinault. Cinque anni dopo, nel 1989, Fignon avrebbe perso da LeMond il possibile terzo Tour per la miseria di 8". Insomma, un podio magnifico, intricato, premonitore e letterario, quello del Tour de France 1984. Fignon, Hinault e LeMond hanno vinto, insieme, dieci Tour de France.

    giovedì 11 giugno 2020

    Indurain e Froome: i più vecchi campioni dei Grandi Giri

    Non c'è un 'età per vincere nelle grandi corse a tappe. C'è, questo sì, un'età per non vincere più. La soglia fatidica si colloca intorno ai 34 anni. Si potrebbe obiettare che siffatta affermazione sia priva di basi scientifiche. No. Una base statistica, sempre che la statistica sia una scienza, c'è. Nella storia del Tour de France, del Giro d'Italia e della Vuelta a Espana, nessuno ha vinto, parlo della classifica generale, oltre i 34 anni. Insomma nessuno che ne avesse compiuti 35. Con la sola eccezione di Horner, vincitore della Vuelta nel 2013 a quasi 42 anni! Eccezione clamorosa, ma solitaria. A fronte di 106 Tour, 102 Giri e 74 Vuelta: 282 Grandi Giri! 

    E la spiegazione, dal fisiologo che non sono, mi pare tutto sommato semplice. Con l'incedere del tempo, diminuiscono le doti di recupero. Se ne hanno testimonianze univoche in tutti gli sport, non soltanto nel ciclismo. Dopo una certa età, bisogna allenarsi di più e si recupera di meno, più lentamente. Va da sé che, nel ciclismo, si possa restare molto competitivi, in età agonisticamente avanzate, nelle corse di un giorno o nelle brevi corse a tappa, mentre sia più difficile tenersi a galla nei Grandi Giri, che si svolgono in tre settimane, per più di 3.000 km, con due soli giorni di riposo. 

    C'è un altro dato significativo. I grandi dominatori di Tour, Giro e Vuelta, hanno tutti cominciato prestissimo o presto a vincere. Bartali vinse il suo primo Giro, nel 1936, prima di compiere 22 anni; Coppi ottenne il suo primo Giro prima di compierne 21; Anquetil conquistò il Tour, nel 1957, a 23 anni e pochi mesi; Gimondi, vinse il Tour, nel 1965, prima dei 23 anni; Merckx colse il primo Giro, nel 1968, a 23 anni; Hinault, la prima Vuelta a 23 anni e mezzo e il primo Tour tre mesi dopo. Più avanti, lo stesso Alberto Contador vinse il primo Tour a meno di 25 anni.


    File:Miguel INDURAIN.jpg - Wikimedia Commons
    Miguel Indurain in maglia gialla
    Dei plurivincitori dei Grandi Giri, il meno precoce fu, a lungo, Miguel Indurain. Che, sì, prima del successo del 1991 a Parigi, era stato decimo al Tour dell'anno precedente. E, certo, aveva nel palmares già un bel po' di brevi corse a tappe: due Parigi-Nizza, il Criterium Internazional e via dicendo. Sicché si poteva immaginare che avesse doti per vincerne anche una di tre settimane. Ma, non era detto. La storia è piena di corridori che hanno vinto le une, quelle brevi, e non le altre. Tanto più che Indurain, che vinse il primo Tour a 27 anni appena compiuti, riuscì ad annettersi anche i quattro successivi, oltre ai Giri del 1992 e del 1993. Cosa voglio intendere? Nulla, riporto solo dati. Continuo a non spiegarmi come Indurain sia riuscito a passare in una stagione da buon corridore di brevi corse a tappe a dominatore incontrastato dei Grandi Giri. Al netto dei racconti apologetici successivi, quando passò professionista, nel 1986, nessuno l'avrebbe detto, nessuno lo diceva. Era ben superiore, all'esordio nel professionismo, la reputazione dei suoi coetanei, Gianni Bugno ed Erik Breukink.


    File:Tour de France 2017, froome uran (36124020176).jpg - Wikipedia
    Chris Froome in maglia gialla precede Rigoberto Uran

    Poi, nel 2013, c'è stato il successo di Froome, a 28 anni, uno più di Indurain quando vinse il Tour del 1991. Ad onor del vero, Froome era stato già secondo al Tour un anno prima, nel 2012, quando ordini di squadra forse gli vietarono di spodestare il capitano Wiggins. E, sempre ad onor del vero, a Froome è stato assegnato, anni dopo e a tavolino, anche il successo nella Vuelta 2011, quando di anni ne aveva 26. Ed allora, tra i plurivincitori delle grandi corse  a tappe, il primato di "anzianità" d'affermazione di Miguel Indurain resta.

    Ci sarebbe e c'è, tra i grandi, ma vinse solo il Tour, sebbene tre volte di seguito, Louison Bobet. Si aggiudicò il suo primo Tour a 28 anni, nel 1953. Prima di allora, tuttavia, era già arrivato terzo e quarto alla Grande Boucle.