Il titolo era già stato conquistato con largo anticipo. Ma, il Nacional ha continuato a vincere, battendo anche il Tacuarembo nell'ultima giornata dell'Apertura 2014 della Primera Division de Uruguay: alla fine 42 punti su 45. In gol il solito Alonso, su assist pregevolissimo di Alvaro Recoba, tornato, a 38 anni e mezzo, a distillare con generosità il suo calcio antico. Una volta, all'Inter, la fantasia era appaltata ai mancini come Skoglund, Corso, Beccalossi e, per ultimo, proprio Recoba. Oggi, il mancino nerazzurro è Dodò. Che gioca un mucchio di palloni, con esiti spesso comici.Del resto, la qualità è quella che è. O tempora o mores.
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martedì 9 dicembre 2014
lunedì 8 dicembre 2014
Inter sconfitta dall'Udinese 1-2: Mancini vattene. L'Inter, con soli 17 punti, è dodicesima in classifica
Se ne deve andare. E' chiaro adesso perché debba andarsene oppure no? Un punto in tre partite di campionato non spiega a sufficienza l'assoluta inadeguatezza di Mancini al ruolo di allenatore di quest'Inter, che non è più quella zeppa di campioni della sua prima gestione? Dopo un primo tempo dominato, nel quale a tanti errori nelle conclusioni, ed a parecchia confusione nel gioco, con cross dalla trequarti di Ranocchia e tiracci di Guarin da trenta e passa metri, il gol finale di Icardi, centravanti grandissimo in area di rigore (scatto e sinistro da manuale sulla prima giocata sensata di Guarin), sembrava aver messo la partita nella direzione di una facile vittoria. Invece, no. L'Udinese rimonta, aiutata da due errori, uno di Dodò, personaggio vagamente felliniano, anche per consistenza, e l'altro di Palacio, che non soltanto non segna più, ma aiuta anche gli avversari a segnare. E così l'Udinese di Stramaccioni, beffa terribile per i nerazzurri, porta a casa i tre punti. Mentre Mancini annaspa nel mare dei suoi dubbi, passandosi continuamente le mani tra i capelli che vanno incanutendo. Ma, vattene. Mancini vattene. Non ha curato la fase difensiva: l'Inter continua a prendere gol da primo cinema Lumiere. Continua a sbagliare i cambi: Osvaldo per Icardi a che pro? Non sta valorizzando giovani come Bonazzoli, che con l'ultimo Mazzarri era stato promosso quasi titolare, e che oggi è stato mandato in campo soltanto allo scadere come carta della disperazione. La classifica piange a singhiozzi. Però l'allenatore più pagato della serie A ce l'abbiamo noi. Mancini vattene. Esonerarti costerebbe troppo. L'Inter ha soltanto 17 punti, che le valgono il dodicesimo posto in classifica: un disastro.
*Aggiornamento del 9 dicembre 2014: la delusione per questi primi venti giorni del secondo corso di Mancini all'Inter comincia a trapelare anche fuori dalle pagine di questo blog. Segnalo, al riguardo, un ottimo pezzo di Gianni Valenti sulla Gazzetta di oggi. Nella situazione in cui si trova l'Inter, torno a ripetere, con la fragilità nervosa mostrata da tanti calciatori, piuttosto del glamour di Mancini, sarebbe servito il carisma trascinante di Zenga. Non si va alla guerra, sportiva beninteso, con il cashmere.
*Aggiornamento del 9 dicembre 2014: la delusione per questi primi venti giorni del secondo corso di Mancini all'Inter comincia a trapelare anche fuori dalle pagine di questo blog. Segnalo, al riguardo, un ottimo pezzo di Gianni Valenti sulla Gazzetta di oggi. Nella situazione in cui si trova l'Inter, torno a ripetere, con la fragilità nervosa mostrata da tanti calciatori, piuttosto del glamour di Mancini, sarebbe servito il carisma trascinante di Zenga. Non si va alla guerra, sportiva beninteso, con il cashmere.
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venerdì 7 novembre 2014
Dodò propizia il pareggio dell'Inter contro il Saint Etienne: Bonazzoli alla prima da titolare
Un pareggio fuori casa non è risultato da disprezzare, sebbene il Saint Etienne di oggi nulla abbia a che vedere con la squadra capace di issarsi sino alla finale di Coppa dei Campioni del 1976, poi vinta dal Bayern Monaco di Rummenigge. L'Inter va in vantaggio con Dodò, poi il solito, imperdonabile, errore di Vidic regala il pareggio ai francesi, che chiudono all'attacco, fermati da alcune grandi parate di Carrizo. L'Inter di questi tempi non sa fare di più: vivacchia. Nota positiva: l'esordio dal primo minuto di Bonazzoli, mandato in campo da Mazzarri contro ogni pronostico. La qualificazione ai sedicesimi di Europa League resta alla portata dei nerazzurri. Domenica, il Verona in casa. Mazzarri si gioca la panchina e lo sa.
domenica 26 ottobre 2014
Una piccola Inter passa a Cesena con rigore di Icardi
Una partita imbarazzante, nonostante il Cesena abbia giocato per un'ora in dieci. L'Inter di Mazzarri è davvero poca cosa, tecnicamente modesta, atleticamente spompata, agonisticamente leggera. Molti interpreti, a cominciare dal tecnico, che avevo creduto più capace, sono inadeguati. Anche Icardi, che in campo passeggia e fallisce nel finale un'occasione clamorosa davanti al portiere. Per non dire di Palacio, sfiatato, con una mira pessima, che giocherella lontano dall'area di rigore. Sulle fasce, poi, un pianto inconsolabile. Dodò è nullo in fase difensiva. Mbaye, che subentra ad Obi, non farebbe la differenza neppure in Lega pro. L'Inter ha la classifica che merita. Mazzarri, se non altro, avrebbe potuto far esordire Puscas o Bonazzoli, magari entrambi. Per inesperti che possano essere, peggio di Icardi e Palacio non avrebbero potuto fare. Tre ottimi punti, comunque, in vista della salvezza.
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