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giovedì 3 settembre 2015

Froome si ritira dalla Vuelta 2015: frattura al piede e stagione finita

Crisi spiegata, quella di ieri, del britannico Froome nella tappa più dura della Vuelta 2015. La caduta nei primi chilometri, come è poi emerso, gli aveva procurato la frattura ad un piede. Il vincitore di due Tour de France lascia ammaccato la Vuelta e chiude in anticipo la stagione. Sfuma, in questo modo, la possibilità di un'accoppiata Tour - Vuelta nello stesso anno, impresa riuscita due sole volte, nel 1963, ad Anquetil, e nel 1978, a Bernard Hinault. Ai tempi, però, si correva prima la Vuelta e poi il Tour, con il Giro d'Italia nel mezzo.

lunedì 15 settembre 2014

Terza Vuelta per Contador

E tre! Contador si è aggiudicato per la terza volta in carriera la Vuelta a Espana: 2008, 2012, 2014. Salgono a sei, al netto dei successi revocati per squalifica, i trionfi nei grandi giri nazionali. Due Tour, due Giri e, per l'appunto, tre volte la Vuelta. La versatilità del corridore spagnolo, dominante in salita, ma fortissimo anche nelle prove contro il tempo, lo rende degno di essere accostato ai grandi del passato, da Merckx ad Anquetil ad Hinault. Almeno, nelle corse di tre settimane. A 32 anni ancora da compiere, c'è da aspettarsi qualche altro acuto da Contador.

lunedì 28 luglio 2014

Nibali vince il Tour de France 2014

Dopo Bottecchia, nel 1924 e nel 1925, dopo Bartali, nel 1938 e nel 1948, dopo Coppi, nel 1949 e nel 1952, dopo Nencini, nel 1960, dopo Gimondi, nel 1965, dopo Pantani, nel 1998, un altro italiano trionfa al Tour de France, edizione 2014, il suo nome è Vincenzo Nibali: decima vittoria per un italiano al Tour. Già vincitore della Vuelta nel 2010 e del Giro d'Italia nel 2013. L'asso siciliano ha stracciato la concorrenza, lasciando Peraud, secondo, a più di sette minuti, e Thibaut Pinot, terzo, a più di otto minuti. Ha vinto quattro tappe e tenuto quasi sempre la maglia gialla. Un dominio assoluto quello di Nibali, che promette di durare ancora per diversi anni. Nelle grandi corse a tappe, i suoi rivali saranno Froome, Contador, che però ha un certa età per le due ruote, ed i francesi Pinot e Bardet, che si sono fatti apprezzare nel Tour appena finito. Nibali, inoltre, entra nel club esclusivo dei campioni capaci di vincere almeno una volta i tre grandi giri nazionali, Giro, Tour e Vuelta, in compagnia di Anquetil, Merckx, Gimondi, Hinault e Contador. 

mercoledì 23 luglio 2014

Nibali, con il Tour de France 2014, vincerebbe il terzo grande giro, dopo la Vuelta del 2010 ed il Giro d'Italia del 2013

Parigi è sempre più vicina. E tutto lascia pensare che Nibali ci arriverà in maglia gialla. Gli riuscisse di conquistare il Tour 2014, dopo aver vinto la Vuelta nel 2010 ed il Giro d'Italia nel 2013, si iscriverebbe alla ristretta cerchia di campioni capaci di primeggiare in tutti i tre grandi giri nazionali, assieme a Merckx (11 successi, di cui 5 Tour de France, 5 Giri d'Italia e 1 Vuelta), Hinault (10 successi, di cui 5 Tour de France, 3 Giri d'Italia e 2 Vuelta), Anquetil (8 successi, di cui 5 Tour de France, 2 Giri d'Italia e 1 Vuelta), Gimondi ( 5 successi, di cui 1 Tour de France, 3 Giri d'Italia e 1 Vuelta) e Contador (5 successi, al netto delle vittorie cancellate per la squalifica, di cui 2 Tour de France, 1 Giro d'Italia, 2 Vuelta). Stiamo a vedere.

lunedì 22 ottobre 2012

Lance Armstrong: l'Uci cancella i suoi sette Tour de France. Dal 1999 al 2005 il texano viene spodestato. Rivoluzionato l'albo d'oro, confermata la decisione dell'Usada: fu doping!

Terremoto nella storia del ciclismo. Lance Armstrong viene privato dei suoi sette successi al Tour de France. L'Uci, Unione Ciclistica Internazionale, muovendo dalle accurate indagini dell'Agenzia statunintense Usada, ha ratificato una decisione che era nell'aria da parecchi giorni. Non fu vera gloria. Sette Tour De France consecutivi vengono spazzati via e, con loro, la leggenda del texano di ferro, Armstrong, risorto da un cancro ed asceso tra lo stupore generale nell'Olimpo delle due ruote. Doping! Questa la parola chiave della vicenda. Per l'Uci, come già per l'Usada, Armstrong vinse barando, calpestando le regole sempiterne dello sport. Chi l'avrebbe detto dieci anni fa? Ora, del ciclismo si potrà dire tutto, ma gli va riconosciuto un coraggio che agli altri sport manca ed è sempre mancato, quello di ammainare anche le proprie bandiere, di mettere a rischio la propria immagine. Sebbene siano trascorsi molti anni, Armstrong subisce oggi la più dura delle sconfitte. Quella inferta alla sua immagine, al suo mito. I francesi, che mai l'avevano amato, sopportandolo come uno sgradito conquistatore, festeggiano. Era andato, almeno al Tour, oltre Anquetil, Merckx, Hinault ed Indurain. Acqua passata. Passate le sue vittorie, le sue maglie gialle, la sua corsa agilissima, le oltre cento pedalate al minuto, in salita e contro il tempo. Non fu vera gloria. Il ciclismo ha ripudiato Armstrong. Sì, un vero terremoto. Lapidario McQuaid: "Armstrong non ha posto nel ciclismo".