Si tornerà a correre nel 2020? Il coronavirus ha sigillato lo sport nel mondo. Ciclismo compreso. Il progetto di far correre Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana, in questo singolare ordine, a far tempo da agosto, e fino a novembre, appare ancora campato per aria. Per tacere delle classiche. Difficile fare previsioni. I corridori si spostano da una nazione all'altra. E al seguito hanno massaggiatori, medici, direttori sportivi, addetti stampa. Dormono negli alberghi. Sono sottoposti a continui controlli. In corsa, stanno a contatto di gomito nel gruppo. Sudano, spesso si raffreddano, si ammalano. Difficile, difficilissimo che, rebus sic stantibus, si possa ripartire. Intanto, è notizia di oggi che la Clasica di San Sebastian , che si disputa sempre in agosto, tornerà nel 2021. Aspettiamo. Nell'attesa del nuovo calendario ciclistico 2020, sempre che l'UCI ne annunci uno, ci rifugiamo nella storia del ciclismo.
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giovedì 30 aprile 2020
Il ciclismo ai tempi del Coronavirus: si tornerà a correre nel 2020? Il nuovo calendario?
mercoledì 13 dicembre 2017
Froome positivo alla Vuelta 2017: povero ciclismo. Vuelta a Nibali?
Salbutamolo. Questa la sostanza, che l'UCI ha dichiarato di aver trovato in eccesso, sottoponendo Froome ad un controllo antidoping durante l'ultima Vuelta, peraltro dominata dal campione britannico. Il team Sky difende il suo tesserato, spiegando il risultato analitico con l'assunzione di un farmaco contro l'asma. Che succederà? La vittoria della Vuelta a Espana 2017 sarà assegnata, a tavolino, a Nibali, secondo classificato a Madrid. Mai tranquillità, mai certezze per il povero ciclismo. Sempre a chiedersi "fu vera gloria? quella di questo o quel corridore. Da 20 anni a questa parte. Detto questo, il ciclismo i controlli li fa. Senza sconti per le sue stelle. Gli altri sport, meno, decisamente meno. E di tanto va tenuto conto.
lunedì 22 ottobre 2012
Lance Armstrong: l'Uci cancella i suoi sette Tour de France. Dal 1999 al 2005 il texano viene spodestato. Rivoluzionato l'albo d'oro, confermata la decisione dell'Usada: fu doping!
Terremoto nella storia del ciclismo. Lance Armstrong viene privato dei suoi sette successi al Tour de France. L'Uci, Unione Ciclistica Internazionale, muovendo dalle accurate indagini dell'Agenzia statunintense Usada, ha ratificato una decisione che era nell'aria da parecchi giorni. Non fu vera gloria. Sette Tour De France consecutivi vengono spazzati via e, con loro, la leggenda del texano di ferro, Armstrong, risorto da un cancro ed asceso tra lo stupore generale nell'Olimpo delle due ruote. Doping! Questa la parola chiave della vicenda. Per l'Uci, come già per l'Usada, Armstrong vinse barando, calpestando le regole sempiterne dello sport. Chi l'avrebbe detto dieci anni fa? Ora, del ciclismo si potrà dire tutto, ma gli va riconosciuto un coraggio che agli altri sport manca ed è sempre mancato, quello di ammainare anche le proprie bandiere, di mettere a rischio la propria immagine. Sebbene siano trascorsi molti anni, Armstrong subisce oggi la più dura delle sconfitte. Quella inferta alla sua immagine, al suo mito. I francesi, che mai l'avevano amato, sopportandolo come uno sgradito conquistatore, festeggiano. Era andato, almeno al Tour, oltre Anquetil, Merckx, Hinault ed Indurain. Acqua passata. Passate le sue vittorie, le sue maglie gialle, la sua corsa agilissima, le oltre cento pedalate al minuto, in salita e contro il tempo. Non fu vera gloria. Il ciclismo ha ripudiato Armstrong. Sì, un vero terremoto. Lapidario McQuaid: "Armstrong non ha posto nel ciclismo".
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