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lunedì 22 settembre 2025

Tokyo 2025: bilancio del mondiale di atletica leggera

Una bella edizione, questa di Tokyo 2025, dei mondiali di atletica leggera. Dai tempi di Helsinki 1983, nessuno ha vinto quanto Bolt: 14 medaglie, con 11 ori. Noah Lyles, che ha conquistato per la quarta volta consecutiva l'oro nei 200 m, annettendosi anche il successo nella staffetta 4x100 m, è salito proprio a Tokyo a 9 medaglie, con 7 ori. Il suo posto, nella storia della velocità, è sempre di maggior rilievo. Non gli è riuscito di vincere anche i 100 piani, dove ha chiuso terzo, dietro i giamaicani Seville, primo in 9"77, e Thompson, che ha corso in 9"82.


Le maggiori novità, a livello maschile, sono giunte dal mezzofondo, con l'oro nei 5.000 m allo statunitense Cole Hocker e nei 10.000 m al francese Jimmy Gressier. Era dalla prima edizione, quella del 1983, che le due distanze più lunghe del mezzofondo non vedevano l'affermazione di due atleti "bianchi". In tutte le edizioni successive avevano sempre vinto atleti provenienti dal Corno d'Africa (almeno come origine, come nel caso di Mo Farah) o dal Nord Africa, con l'eccezione del norvegese Ingebritsen, oro nel 2022 e nel 2023 nei 5.000 m. Sulla distanza doppia invece, nessun successo per un europeo dopo l'oro di Alberto Cova nel 1983, fino a quello di Gressier a Tokyo. 


Nel salto con l'asta, da registrare l'ennesimo oro e l'ennesimo record del mondo, dello svedese Duplantis, salito all'irreale misura di 6,30 m.


L'Italia ha vinto un oro, nel salto in lungo, grazie al talento purissimo di Mattia Furlani, atterrato a 8,39 m, sfiorando il successo anche nell'altra prova in estensione, il salto triplo, dove Dallavalle ha dovuto accontentarsi dell'argento solo grazie al clamoroso salto finale del portoghese Pichardo.  


In campo femminile, da registrare l'oro nei 100 e nei 200 m della statunitense Melissa Jefferson-Wooden. Quanto ai colori azzurri, invece, si è confermata ad altissimi livelli la fondista Nadia Battocletti, bronzo nei 5.000 m e argento sulla distanza doppia.

sabato 10 agosto 2024

Parigi 2024: Battocletti argento nei 10.000 m

Impresa di Nadia Battocletti, che conquista un magnifico argento nei 10.000 m femminili alle Olimpiadi di Parigi 2024. Battuta soltanto dalla keniana Chebet, che bissa l'oro sui 5.000 m. Per la Battocletti, che l'oro sui 5 e 10.000 m aveva invece conquistato ai recenti Europei di Roma, quest'argento olimpico è una consacrazione, sublimata dal primato italiano i  30'43"35. Per i colori azzurri, nel mezzofondo, melius nel mezzofondo prolungato, l'ultimo a spingersi così in alto era stato Salvatore Antibo, secondo nei 10.000 m a Seoul 1988.

venerdì 22 gennaio 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): 6^ puntata (Stoccolma 1912)

Si tengono a Stoccolma le quinte Olimpiadi dell'età moderna. La Svezia ha una lunga tradizione sportiva e, nel medagliere, giungerà ad un'incollatura dagli Stati Uniti e davanti al Regno Unito. Entra nel programma il pentathlon moderno: quinto si classifica un capitano americano, Patton, che, 31 anni dopo, da generale, guiderà lo sbarco delle truppe alleate in Sicilia. Esce, invece, il pugilato, considerato troppo violento e proibito in Svezia. Comincia la leggenda del mezzofondo finnico con Kolehmainen, che vince tre ori: nei 5.000 m, nei 10.000 m e nel cross individuale. Nella velocità, Ralph Craig, statunitense, vince nei 100 e nei 200 m. L'Italia conquista tre ori, con Braglia, che nella ginnastica bissa il successo di Londra, con il grande Nedo Nadi, nella scherma, e con la squadra di ginnastica. In Europa soffiano venti di guerra: nel 1916, le Olimpiadi non si terranno. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 7^ puntata)

giovedì 27 agosto 2015

Pechino 2015: il crepuscolo dell'Europa ai mondiali di atletica leggera. Oro del Kenya con Yego nel giavellotto

Sei ori del Kenya! Non soltanto nel mezzofondo, da sempre riserva di caccia dei filiformi atleti degli altipiani, perfino nel lancio, ma dovrebbe dirsi tiro, del giavellotto, un tempo disciplina tutta nordeuropea, nella quale più di tutti dominavano i finlandesi. La geografia dell'atletica leggera sta cambiando rumorosamente. L'Europa indietreggia, anche nelle specialità che un tempo sembravano appartenerle in modo esclusivo. Nella velocità, dopo l'appannamento del francese Lemaitre, l'unica eccezione è rappresentata, ma fra le donne, dall'olandese Schippers, nel mezzofondo, gli atleti del vecchio continente sono spariti, dacché Mo Farah è inglese giuridicamente, ma è comunque di origine africana. Sono lontanissimi i tempi in cui gli inglesi Coe, Cram ed Ovett, si dividevano i successi tra 800 e 1.500 metri, o quelli in cui il nostro Panetta vinceva l'oro nei 3.000 siepi, Roma '87, oppure Antibo conquistava l'argento nei 10.000 metri, Seul '88. L'oro nel giavellotto vinto ieri dal Kenya con Yego segna la caduta dell'ultima frontiera. Il declino della panciuta, opulenta e rintronata Europa si vede anche meglio da qui.