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martedì 23 giugno 2020

Classifica dei cannonieri italiani nelle Coppe Europee

Ecco i migliori marcatori italiani nella storia delle Coppe Europee. Includo anche la Coppa dell'Europa Centrale, antesignana delle grandi Coppe Europee organizzate poi dall'Uefa: vi partecipavano le migliori squadre degli anni '30. Escludo dal novero gli oriundi. Aggiornamento al 16 febbraio 2024.



  • Filippo Inzaghi 70 gol 114 pres.
  • Alessandro Del Piero 53 gol 129 pres.
  • Alessandro Altobelli * 39 gol 77 pres.
  • Francesco Totti 38 gol 103 pres.
  • Gianluca Vialli 36 gol 70 pres.
  • Marco Simone 34 gol 66 pres.
  • Roberto Baggio 32 gol 63 pres.
  • Ciro Immobile 30 gol 53 pres.
  • Giuseppe Meazza 29 gol 26 pres.
  • Roberto Boninsegna 29 gol 48 pres.
  • Christian Vieri 26 gol 74 pres.
  • Enrico Chiesa 25 gol 46 pres.
  • Giuseppe Rossi 25 gol 57 pres.
  • Fabrizio Ravanelli 23 gol 53 pres.
  • Mario Balotelli 22 gol 58 pres.
  • Simone Inzaghi 20 gol 43 pres.

martedì 21 aprile 2020

Gli errori di Cuper il 5 maggio 2002

Tanti, troppi errori, tutti assieme il 5 maggio 2002, sintesi indiscutibile della carriera di un allenatore serio, preparato, ma perdente. O, comunque, non vincente. Hector Cuper. Ma, facciamo un passo indietro. L'Inter, il 28 aprile 2002, dopo aver dilapidato un grosso vantaggio, mentre comincia la penultima giornata di campionato, si trova a +1 sulla Juve. Peraltro inopinatamente risorta da circa un mese. Quel giorno, al Meazza, si deve affrontare il Piacenza di Novellino. Inter preoccupata e affannata, gioca con il tridente Recoba-Vieri-Ronaldo. Tridente mascherato, perché Recoba deve giostrare, malgrado lui, da centrocampista di fascia sinistra. Cuper non può né sa derogare al dogma laico del 4-4-2. Alle spalle del Chino c'è Gresko, che tiene in panchina Georgatos! Di Biagio e Cristiano Zanetti sono esausti, ma tengono la diga di centrocampo. A destra gioca Seedorf, segnatevi questo nome, come quello di Gresko, perché ci torneremo. Ronaldo e Vieri, che la critica meno avvertita, loro due compresi, immagina come coppia devastante, si cercano ma si pestano anche i piedi. Perché il calcio è un gioco semplice. Pozzo mai si sognò di far giocare Meazza e Piola tutti e due da centravanti. Meazza, sublime e insuperato, arretrava, perché sapeva farlo, a mezzala. Riva condusse il Cagliari al titolo del 1970, dopo che Boninsegna era passato all'Inter nel 1969. E lo stesso Boninsegna esplose lontano da Riva. Perché il centravanti uno deve essere! Per fortuna, Recoba è in giornata. Da un suo angolo tagliato, nasce il gol di Cordoba. Il Piacenza non molla ed infila il pareggio con Matuzalem. Rivedete quel gol ed avrete l'idea di un'Inter in disarmo. Che torna in vantaggio grazie ad una magica punizione di Recoba. Replicata, però di destro, da una punizione di Ronaldo. Due prodezze, estemporanee e slegate da un gioco lento e monocorde. L'Inter vince 3-1. Resta a + 1 sulla Juve. In vista dell'ultima giornata: Udinese-Juve, Lazio-Inter. Comincia sulla stampa un'indegna cagnara, intesa a destabilizzare l'ambiente nerazzurro, già in fibrillazione di suo. Si crede, si vuol far credere, che la Lazio, che pure cerca un posto in Europa, lascerà vincere l'Inter, per non favorire un successo sul filo di lana della Roma, terza a due punti dall'Inter e a un punto dalla Juve: i giallorossi saranno di scena sul campo del Torino. L'Inter ha paura. Una paura che affonda le radici nell'imprevista e, un mese prima, imprevedibile rimonta della Juve: si era a lungo parlato di un possibile esonero di Lippi a fine stagione. Ma, è anche paura di vincere. Paura che ha soprattutto Cuper. Già sconfitto in tre finali: con il Mallorca, dalla Lazio, in Coppa delle Coppe, dal Real Madrid e dal Bayern Monaco, in Champions, con il Valencia. E Lazio-Inter ha tutto il peso, il sapore, il retroterra e il mood di una finale. Il tecnico argentino presente la sconfitta, che teme troppo, quasi propiziandola. E, alla fine, provocandola con una delle formazioni meno sensate della storia nerazzurra. Intanto il tridente. Recoba, Ronaldo e Vieri non si sommano e non del tutto si integrano. La Lazio è squadra solida. Sarebbe più saggio partire con Vieri e Recoba, la coppia che aveva assicurato il successo nella partita-scudetto contro la Roma qualche settimana prima. Pur volendo schierare i tre assi davanti, servirebbe equilibrio e protezione dietro. Ma, Cuper non ci pensa. Schiera Gresko, che è più emotivo di lui, dietro Recoba: sarà un disastro, con due gol regalati a Poborski. Lascia fuori Seedorf, uno che ha già giocato tre finali di Champions, tra Ajax e Real Madrid, vincendone due!, un leader carismatico, l'autore della doppietta contro la Juve, che ha tenuto l'Inter in linea di galleggiamento. E lo tiene fuori per Conceicao! Il portoghese, davanti al suo ex pubblico, è un fantasma. La catena di destra, con Zanetti peggiore in campo, sarà il punto debole dell'Inter, più della catena di sinistra, sabotata dalla mediocrità di Gresko. Eppure l'Inter passa in vantaggio: angolo di Recoba, uscita goffa di Peruzzi, palla a Vieri, che segna. Pareggia Poborski su gentile omaggio di Gresko. Di nuovo angolo di Recoba, splendido, tagliato, sul primo palo, per il terzo tempo di Di Biagio. Niente da fare. Allo scadere, pasticcio Gresko-Toldo e Poborski pareggia. Intervallo. Sarebbe ancora tutto possibile. Sebbene la Juve sia sul 2-0 a Udine, maturato dopo un quarto d'ora e destinato, tu guarda il caso, a non cambiare. E Cuper cosa fa? Cosa dice nello spogliatoio? L'Inter rientra spaurita nella ripresa. Gresko resta in campo, Seedorf in panchina. Uscirà invece Ronaldo! Vince la Lazio, con zuccata di Simeone, che nemmeno  ha bisogno di saltare nella gentile area nerazzurra e gol del finale 4-2 di Simone Inzaghi, servito da Cesar, che scherza Zanetti in un fazzoletto. Disastro. Scudetto alla Juve.

mercoledì 1 aprile 2020

Chi era Giorgio Chinaglia

Un centravanti immarcabile, nelle giornate di grazia, per un rapporto peso/potenza, per indulgere al linguaggio del ciclismo, che ha avuto pochi riscontri nella storia del calcio. Giorgio Chinaglia - cresciuto calcisticamente in Galles, svezzato nell'Internapoli, eroe ineguagliato del primo scudetto della Lazio, stagione 1973/74, 24 gol e capocannoniere, meteora in nazionale e pioniere dominatore del calcio a stelle e strisce nei Cosmos di New York - da un punto di vista tecnico, non andava oltre la sufficienza. Tuttavia, spalle alle porta, non c'era modo di portargli via un pallone. Perentorio nel gioco aereo, aveva tiro violento, secco e preciso. Ma la sua vera forza era la progressione, quando s'ingobbiva palla al piede e travolgeva ogni ostacolo. Come Nordahl negli anni '50, come, ma meno, Vieri, tra i '90 e '00. Chinaglia fu discusso e controverso, leader di una delle due fazioni in cui la Lazio del saggio Maestrelli era spaccata in settimana, salvo poi, in campo, compattarsi e vincere. E, in campo, Chinaglia diventava il condottiero di tutta la squadra. Delle sue imprese e dei suoi errori hanno scritto in tanti. Una cosa però, al netto del suo valore grande di calciatore cui ho accennato sopra, va ricordata. Amava visceralmente il calcio Chinaglia. Proprio nel 1974, incise una canzone dei fratelli De Angelis, gli autori di tutte le musiche dei film di Bud Spencer e Terence Hill, per capirci. S'intitolava: I'm football crazy! Ecco, in quel titolo, c'è tutta la storia d'amore di Chinaglia con il calcio.
File:Giorgio Chinaglia Nazionale.jpg - Wikimedia Commons
Giorgio Chinaglia

mercoledì 3 aprile 2019

Genoa-Inter: 0-4. Gagliardini (2), Icardi, Perisic

Icardi è tornato a giocare. Ma è Gagliardini, sottovalutato, perché il mediano sa farlo eccome, a portare in vantaggio l'Inter, trovando il suo quarto gol stagionale. Poi, arriva il raddoppio su rigore firmato proprio da Icardi. Che si issa a 123 gol con la maglia dell'Inter, come Vieri. E le chiacchiere tornano a zero! Nella ripresa, segna anche Perisic, su assist di Icardi! Gagliardini segna di nuovo e ribadisce quanto scrivevo sopra. E le chiacchiere precipitano sotto zero. Soprattutto quelle di Spalletti, che, contro la Lazio, Icardi e Gagliardini li aveva lasciati in tribuna e in panchina!

domenica 8 giugno 2014

Storia dei mondiali di calcio. 18^ puntata (2002, in Corea del Sud e Giappone trionfa il Brasile)

Due terribili infortuni, due anni senza giocare, quelli del 2002 furono i mondiali della resurrezione calcistica di Luis Nazario da Lima in arte Ronaldo, il miglior centravanti della storia. Capocannoniere di quella stramba edizione dei mondiali d'oriente, tra Giappone e Corea del Sud. L'Italia di Trapattoni, che lasciò colpevolmente a casa Roberto Baggio, dopo un girone stentato uscì agli ottavi contro i coreani, tra mille polemiche per via dello scandaloso arbitraggio casalingo di Moreno. Ma, ancora si ricorda un erroraccio di Vieri sotto misura, e Maldini immobile sullo stacco di testa di Ahn, che pure gli cedeva parecchi centimetri. Delusero Francia ed Argentina, fuori addirittura al primo turno.Impressionò lo strapotere atletico della Germania guidata dal grande Ballack e da un giovane centravanti che avrebbe conquistato, è accaduto ieri, il primato di reti in nazionale: Klose. Si arrese soltanto in finale al Brasile di Scolari. Un errore di respinta di Kahn su tiro di Rivaldo permise il gol Ronaldo, che raddoppiò di lì a poco con un superbo rasoterra incrociato: otto reti e titolo di capocannoniere per l'asso brasiliano. Quinto titolo mondiale per il Brasile, Germania seconda, Turchia terza e rivelazione del torneo, Corea del Sud quarta, dopo aver buttato fuori ingiustamente prima l'Italia e poi la Spagna di Raul. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata, 17^ puntata)

martedì 3 giugno 2014

Storia dei mondiali di calcio: 17^ puntata (1998, la Francia vince in casa)

Una fortuna sfacciata permise alla Francia di conquistare i mondiali casalinghi del 1998. Golden gol contro il Paraguay, eliminazione dell'Italia ai rigori, sbagliò Di Biagio centrando la traversa, doppietta di Thuram in semifinale contro la Croazia, vittoria sul Brasile frastornato dalla crisi epilettica di Ronaldo poco prima dell'inizio della partita. Zidane, fino ad allora più comparsa che primo attore, segnò una doppietta di testa, non la sua specialità, facendo dimenticare un'espulsione e due giornate di squalifica rimediate nel corso del torneo. Che avrebbe dovuto laureare Ronaldo, allora il migliore al mondo. L'asso brasiliano si rifece quattro anni dopo. Quanto all'Italia, Cesare Maldini commise un grave errore puntando su Del Piero, che non stava in piedi, e facendo partire dalla panchina Roberto Baggio nei quarti di finale contro la Francia. Chi sta bene, subito in campo: regola semplice che fu ignorata. Senza dimenticare che, in termini assoluti, Baggio è stato ed era anche allora più forte di Del Piero. Vieri, dominatore nelle partite del girone, al momento decisivo s'incartò. Ha segnato 9 gol ai mondiali, come Paolo Rossi e come lo stesso Baggio. Cinque li fece appunto a Francia '98. Ma, due solo di questi in partite ad eliminazione diretta, sempre agli ottavi. Non è un dettaglio. Due i gol più belli in quel mondiale. Tutti e due contro l'Argentina: agli ottavi, quello di Owen,  tre avversari saltati, tagliando il campo dal centro verso destra e tiro incrociato alla sinistra del portiere, ai quarti quello di Bergkamp, con stop al volo, dribbling a seguire su Ayala ed esterno d'autore. Alla fine, davanti al pubblico amico, vince la Francia, secondo il Brasile, terza la Croazia, quarta l'Olanda. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata, 15^ puntata, 16^ puntata)

domenica 18 novembre 2012

L'Inter stenta con il Cagliari ma c'è puzza di calciopoli, Aquilani trascina la Fiorentina. Pari tra Juve e Lazio, il Milan ferma il Napoli

Allora, senza mezzi termini, dacché mi girano piuttosto che no. Stramaccioni non sa leggere le partite. Palacio, spremuto e peraltro a segno nel primo tempo, su assist fatato di Cassano, andava sostituito perché non ne aveva più. Stramaccioni, invece, al momento di recuperare l'incredibile 2-1 dei sardi firmato Sau, toglie il barese, che aveva escogitato giocate di qualità a ripetizione. Per di più, Milito aveva fallito un'occasione che nemmeno Bobo Vieri, a zero metri dalla porta. Tutto vero, però, c'è un però, grosso come una casa, ed imbarazzante come un casino. Un rigore solare ai danni di Ranocchia, solare come l'espulsione risparmiata a Lichsteiner nella sfida contro la Juve. Sento una ributtante puzza di calciopoli. Perché l'Inter, dopo aver pareggiato grazie ad un autogol propiziato da Alvarez, avrebbe potuto vincere. L'arbitro il rigore non l'ha dato, espellendo altresì Stramaccioni per proteste. Capitò anche a Simoni nel 1998. Orbene, se lo scudetto deve  proprio andare alla Juve, se è già deciso, sospendiamo questa pantomima. Seguiremo lo sci, se del caso. Ce lo facciano sapere. E già che ci siamo, aggiungo che Chiellini può finire le partite soltanto con la Juve: sarebbe da espellere sempre. L'avrei cacciato anche ieri nella sfida pareggiata dalla Juve contro la Lazio, aggrappata ad un Marchetti in stato di grazia. Il Napoli, quando Cavani è appannato, non vince, come ieri, quando si è fatto recuperare da due guizzi del predestinato El Shaarawi, unico asso del Milan. Aquilani ha trascinato la Fiorentina ad una bella vittoria: eloquente testimonianza di una classe che non poteva essere evaporata, il primo gol su punizione. Toni, in riva all'Arno, si è ritrovato goleador. Montella è bravissimo e la Fiorentina sale al terzo posto assieme al Napoli, ad un solo punto dall'Inter.

mercoledì 30 novembre 2011

Storia di Recoba: 10 (l'era Mancini)

All'Inter arriva Roberto Mancini, che Moratti aveva a lungo inseguito da giocatore. E Mancini, forse propriamente per ingraziarsi Moratti, siamo nella tarda primavera del 2004, dichiara di voler giocare con il trequartista e che questo trequartista sarà Recoba. Invece, no. Con Mancini, inizia la più buia stagione di Recoba all'Inter, sempre meno titolare, sempre più marginale, impiegato così poco da sentirsi obbligato a strafare negli spezzoni di partita che il tecnico di Jesi gli concede con studiata parsimonia: di qui molti infortuni muscolari in serie. Le sue medie realizzative nei tre anni con Mancini allenatore scendono in picchiata: 6 gol il primo anno (2004/05), clamoroso quello alla Sampdoria allo scadere dopo una rimonta cominciata da Martins e Vieri, 6 il secondo (2005/2006), guardate quello con la Lazio, 1 soltanto il terzo (2006/2007), l'ultimo con la maglia dell'Inter, direttamente da calcio d'angolo, nella prima al Meazza dopo lo scudetto conquistato a Siena. Nel mezzo, la mancata qualificazione al mondiale 2006, nonostante il gol vittoria all'Argentina, calciopoli, l'assegnazione a tavolino del campionato 2006, precoci eliminazioni dalla Champions League, con il Villareal, quando Recoba cede il posto addirittura a Mihailovic, e con il Valencia. Recoba e Mancini non si sopportano e Recoba decide, dopo dieci anni, di lasciare l'Inter: 261 partite e 72 reti, oltre a numerosissimi assist. Si chiude, per adesso, la sua avventura nerazzurra dentro un fiume di rimpianti. Moltissime prodezze, pochissime vittorie. 10^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata).

martedì 22 novembre 2011

Storia di Recoba: 8. (il 5 maggio 2002)

La stagione 2001/2002 nasce sotto buoni auspici, Ronaldo ritorna dal gravissimo infortunio, sebbene Cuper usi troppa prudenza nel fargli rivedere il campo, Vieri accusa problemi muscolari, sicchè all'inizio l'attacco dell'Inter si affida a Kallon e Ventola. L'Inter contende la testa della classifica al sorprendente Chievo, Ronaldo torna al gol contro il Brescia, pochi giorni dopo viene a mancare il grande Peppino Prisco. Alla fine, termina la squalifica di Recoba, che contribuisce alla cavalcata nerazzurra verso uno scudetto che manca dal 1989. Recoba segna una doppietta memorabile contro il Lecce, uno dei due gol è una meraviglia, palla ricevuta nella propria metà e 60 metri palla al piede, avversari saltati e portiere battuto. Arriva la sfida scudetto con la Roma al Meazza: è l'apoteosi di Recoba, doppietta ed assist per Vieri nel 3-1 finale. Poi, l'Inter rallenta, la Juve, che sembrava in disarmo comincia a vincere a ripetizione. La penultima di campionato, l'Inter ha un punto di vantaggio e sfida il Piacenza, segna Cordoba, pareggiano gli emiliani, Recoba, su punizione riaccende le speranze scudetto, subito imitato da Ronaldo. Arriva il fatidico 5 maggio 2002, la Juventus passa in vantaggio ad Udine molto presto, l'Inter deve vincere. Segna due volte, sempre su angolo di Recoba, con Vieri e Di Biagio, ma viene ripresa e battuta 4-2. Una tragedia sportiva. E' la maggior delusione della carriera di Recoba, che, di quello scudetto meritato e sfumato sul filo di lana, sarebbe stato l'eroe. Ai mondiali che si tengono di lì a poco in  Giappone e Corea del Sud, Recoba, che segna un gol, sconta anche l'eliminazione al primo turno dell'Uruguay. 8^ puntata (1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 9^ puntata).

martedì 15 novembre 2011

Storia di Recoba: 7. (lo scandalo passaporto)

Lippi si dimette ed all'Inter arriva Marco Tardelli, reduce dalla fortunata esperienza con la nazionale under 21. L'Inter, cui Ronaldo mancherà per tutta la stagione, si affida a Vieri e Recoba per tenersi in linea di galleggiamento. In campionato, le cose non vanno granché. C'è un testa a testa tra Roma e Juventus, che alla fine premierà proprio i giallorossi, tuttavia sconfitti al Meazza grazie ad un gol di Recoba, che diventa leader della squadra. Il problema è che molte mosse della campagna di rafforzamento, da Cirillo a Ferrari, sono state sbagliate. Frey, portiere francese di talento, è troppo giovane per essere anche pronto. Recoba, fra alti e bassi, segna quindici reti, otto in campionato, cinque in Coppa Uefa e due in Coppa Italia: ha raggiunto la piena maturità agonistica. Poi, inaspettato, arriva lo "scandalo passaporto" ed il Chino finisce in una bufera mediatica notevolissima. Gli viene comminata una lunga squalifica, che Peppino Prisco riesce a fargli ridurre. Ad ogni modo, Recoba dovrà saltare i primi mesi della stagione successiva, quella 2001-2002, quando, esonerato Tardelli, sulla panchina dell'Inter arriva Hector Cuper, tecnico argentino del Valencia, per due volte finalista, sconfitto, della Champions League. A 25 anni, il Chino vive il momento più difficile della carriera, costretto a non giocare. 7^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata)

mercoledì 9 novembre 2011

Storia di Recoba: 6. (il ritorno all'Inter)

Nell'estate del 1999, Recoba torna all'Inter. Cui approda Vieri, che si aggiunge a Ronaldo, a Roberto Baggio ed alla ricchissima batteria avanzata nerazzurra. Sulla panchina, siede per una scelta morattiana tra le meno riuscite, forse la meno riuscita, Marcello Lippi, che ha ancora addosso le stimmate della Juventus e che rivendica lo scudetto del 1998 come se nulla fosse accaduto! Recoba trova spazio strada facendo, anche perché Ronaldo si fa male dopo un paio di mesi, poi torna ad aprile e s'infortuna di nuovo, tanto che la carriera del campionissimo brasiliano sembra a rischio. Il Chino gioca 27 partite in campionato, segnando dieci reti: il gol contro il Lecce è sbalorditivo. Si trova a suo agio con Vieri, giostrando da seconda punta a tutto campo. Non che corra per tutto il campo, ma, insomma, sceglie la posizione volta per volta. E' un giocatore ormai maturo e sempre spettacolare, soltanto che l'Inter non va oltre il quarto posto ed accede alla Champions grazie ad una doppietta di Baggio nello spareggio con il Parma. Lippi, dopo avere preteso il ritiro anticipato di Bergomi nel 1999, chiede, nel 2000, di rinunciare anche a Baggio, che pure l'ha trascinato in Europa. Moratti, purtroppo, l'accontenta. La stagione 2000-01 comincia malissimo. L'Inter perde i preliminari di Champions contro l'Helsinborg e Recoba, anche i migliori sbagliano, fallisce un rigore al Meazza, che compromette definitivamente la qualificazione. Ironia della sorte, si tratta del solo rigore sbagliato dal Chino all'Inter. Che perde anche la prima di campionato con la Reggina, ma Recoba segna, e Lippi, che lo chiede, viene esonerato. 6^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3 ^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata)