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martedì 2 luglio 2024

TdF 2024: a Valloire trionfa Pogacar

La carovana del Tour de France 2024 lascia l'Italia ed entra in Francia, nella quarta tappa da Pinerolo a Valloire, dovendo scalare tre vette alpine: il Sestriere, il Monginevro e il mitico Col du Galibier, affrontato per la prima volta nell'edizione del 1911, che sarà scollinato a 19 km dal traguardo. Poi la lunga discesa che condurrà al traguardo di Valloire.

La cronaca. 

Ripresi tutti i fuggitivi all'inizio del Galibier. Si staccano presto Simon Yates e Pidcock. Poi, cede anche Carapaz in maglia gialla. Il gruppo dei migliori è tirato da Ayuso, poi surrogato da Joao Almeida. Si stacca anche Adam Yates, terzo lo scorso anno. Cede Ciccone. Torna a tirare Ayuso. A 900 m dalla vetta, scatto violento di Pogacar. Vingegaard prima lo segue poi cede qualcosa. Più dietro Evenepoel. In difficoltà Roglic. Abbuoni gradati per i primi tre sulla vetta del Galibier. Ora discesa tecnica e asfalto a tratti bagnato. Pogacar dipinge le curve, ma anche Vingegaard scende con disinvoltura: quella che manca a Evenepoel frenato dal ricordo della terribile caduta al Giro di Lombardia e viene ripreso da Ayuso e Roglic. Pogacar guadagna anche in discesa, assistito da una determinazione feroce. Ayuso, Roglic e Rodriguez tornano su Vingegaard a 4 km dal traguardo. Poi, su tutti loro, rinviene anche Evenepoel che, finita la discesa dura, fa valere le sue straordinarie doti di passista. Trionfa Pogacar, che alza le braccia solo dopo l'arrivo. Secondo Evenepoel, terzo Ayuso. Accesa l'ipoteca sul successo finale da un sontuoso Tadej Pogacar, novello Merckx. Per l'asso sloveno è stato anche il dodicesimo successo di tappa al Tour.

mercoledì 13 luglio 2022

TdF 2022: Pidcock trionfa sull'Alpe d'Huez

Dopo lo scossone prodotto dalla tappa di ieri, con Vingegaard che ha spodestato Pogacar, alla prima vera crisi da due anni a questa parte, oggi, il Tour de France 2022 propone un'altra grandissima tappa, la n. 12, sulle Alpi, da Briancon all'Alpe d'Huez, tra le cime più leggendarie del ciclismo. Tre salite horse categorie, il Galibier, che verrà scalato per il secondo giorno consecutivo, il Col de la Croix de Fer e, appunto, l'Alpe d'Huez. Si preannuncia un grandissimo spettacolo ed è molta la curiosità per la reazione che potrà avere Pogacar. Tutto questo nel giorno che commemora la presa della Bastiglia ed è festa nazionale in Francia. I corridori transalpini cercheranno, più degli altri, il successo di tappa. 


La cronaca.

Fuga precoce. Restano davanti il quattro volte vincitore del Tour de France (2013, 2015, 2016, 2017), Chris Froome, e il forte connazionale Pidcock. Con loro, sulla Croix de Fer, Giulio Ciccone, che si aggiudica il Gpm, Powless e Meintjes. Dietro, il gruppo della maglia gialla Vingegaard, a poco più di 4', è ridotto ad una trentina di unità. Impressiona la forza della Jumbo-Visma. In discesa e in pianura, i battistrada aumentano di nuovo - fino a 6'- il loro vantaggio. Caldo sul percorso. Comincia l'Alpe d'Huez per i fuggitivi, il gruppo maglia gialla, a 6'20", se la sta ancora prendendo comodissima. Poi, è Van Aert ad assumere la responsabilità dell'andatura e muta lo spartito della corsa. Davanti, invece, si stacca Powless. Che poi si riaccoda. Poi, scatta Pidcock. E cedono Powless e Ciccone. Meintjes e Froome, nell'ordine, restano in scia di Pidcock. Quando mancano 6,5 km all'arrivo, Pidcock comincia a guadagnare sensibilmente sui suoi più immediati inseguitori. Dietro, Vingegaard è ancora con Roglic, Kruijswijk e Kuss. Roglic si sfila. In difficoltà Bardet, che non tiene il ritmo ora imposto da Kuss. Con l'americano, oltre al capitano e maglia gialla Vingegaard, restano Pogacar, Geraint Thomas ed Enric Mas. Pogacar attacca, Vingegaard risponde. Rientrano Thomas e Kuss. Poi, Pogacar riparte, ma il danese non molla. Thomas, sornione, sale con il suo passo, ma è lì. E rientra, il gallese. Trionfa Pidcock, terzo Meintjes, terzo il redivivo Froome. Pogacar, quinto, si toglie la piccola soddisfazione di regolare in volata, Vingegaard, che resta saldamente in maglia gialla. Sconfitti di giornata Bardet, Quintana e Gaudu.


La classifica generale (dopo 12 tappe).
1. Jonas Vingegaard (DAN) a 39" 
2. Tadej Pogacar (SLO)  a 2'22" 
3. Geraint Thomas (GBR) a 2'26"
4. Romain Bardet (FRA) a 2'35"
5. Adam Yates a 3'44"

giovedì 25 luglio 2019

Tour de France 2019: a Valloire vince Quintana!

🚲 Le Tour De France 2019
Diciottesima tappa del Tour de France 2019, da Embrun a Valloire, 208 km e tre cime mitiche, il Vars, l'Izoard e l'interminabile Galibier, che precede la discesa che conduce all'arrivo. Tantissima salita, valicati a lungo i 2.000 m, non so quanta paura avranno di affondare i pretendenti al successo finale. E per affondare intendo sia affondare i colpi sia affondare essi stessi, perché il rischio di una crisi c'è eccome. Ve lo ricordate Ullrich nel 1998? Sì, Pantani fece un'impresa, ma fu Ullrich a prendere una cotta pazzesca. 
La corsa: va a segno la fuga di Quintana, secondo Bardet, pure lui all'attacco tutto il giorno, che riscatta parzialmente un Tour finora disastroso. Alaphilippe si stacca sul Galibier. Rientra e attacca in discesa verso Valloire.  Grande difesa della maglia gialla. In casa Ineos, Geraint Thomas e Bernal hanno giocato a farsi i dispetti. Bernal guadagna, alla fine, solo 32". Thibaut Pinot è rimasto a guardare. Domani e sabato, non potrà farlo. E credo che non lo farà.
Ordine d'arrivo:
1. Quintana
2. Bardet a 1'35"
3. Lutsenko a 2'28"
4. Kamna a 2'58"
5. Caruso a 3'00"

mercoledì 19 luglio 2017

A Serre Chevalier vince Roglic. Crisi Aru, giù dal podio

Mi era sembrato meno brillante nelle ultime tappe Fabio Aru. Oggi, mai protagonista su Croix de Fer, Telegraphe e Galibier, dove si è staccato più volte. Ha lottato, ma si è staccato, perdendo ancora nella lunga discesa verso il traguardo di Serre Chevalier. Finisce giù dal podio, scavalcato sia da Bardet che da Rigoberto Uran, con la speranza, oggi bisogna dire remota, di recuperare nell'altra tappa alpina di domani. Bardet, che con i suoi scatti ha provocato la resa di Aru, non ha saputo staccare Froome, sempre scortato da Landa, uno che, se avesse avuto carta bianca, credo proprio che sarebbe la nuova maglia gialla. Ma, le gerarchie sono gerarchie. E nel team Sky il capitano è Froome. Vittoria di giornata allo sloveno Roglic, secondo Rigoberto Uran, terzo Froome. Domani, o Bardet e Uran, e magari anche Aru, staccano, e nettamente, Froome, oppure il britannico, che ha dalla sua la cronometro di Marsiglia di sabato, avrà vinto il suo quarto Tour de France.

La Mure/Serre-Chevalier: Aru e Bardet all'attacco di Froome. Tappone alpino con Col de la Croix de Fer, Telegraphe ed il mitico Galibier

Diciassettesima tappa del Tour de France 2017, per 183 da km da La Mure a Serre-Chevalier, con arrivo in discesa, ma tanta salita, due gran premi della montagna Hors Categorie, come la Croix de Fer ed il Galibier, in mezzo il Telegraphe. Corridori di coraggio antico oggi saprebbero riscrivere la classifica. Ma, l'unico di quel tipo, Voeckler, è in là con gli anni e troppo indietro nella generale. Tutto può accadere con quattro corridori ristretti in meno di un minuto. I francesi hanno disegnato questa tappa, come tutto il Tour, per propiziare il successo di Bardet. Di qui i tanti arrivi in discesa, come quello di oggi. Epperò la differenza andrà fatta prima in salita. E, a meno di sorprese, sarà sul Galibier che si scatenerà la lotta tra i migliori. Pronostico di rara incertezza. Aru ci proverà. Per quanto mi sembri meno brillante. Il più forte, quando la strada cominci a salire, secondo me è Landa, che, però, ordini di scuderia dovrebbero costringere al fianco di Froome. Contador vorrà lasciare il segno, ad averne le gambe, forse cercherà la fuga da lontano Thibaut Pinot, venuto al Tour per una grande tappa. Non gli restano che quella di oggi e quella di domani.

mercoledì 22 maggio 2013

Giro d'Italia 2013: a Vicenza bis di Visconti, che trionfa ancora dopo l'impresa del Galibier

Giro d'Italia 2013, diciassettesima tappa, da Caravaggio a Vicenza, ultima frazione destinata alla ruote veloci ancora rimaste nel gruppo. Favorito più che mai Cavendish, alla ricerca della quinta vittoria in questa edizione del Giro. Numerosi tentativi di fuga, tutti rintuzzati. Fino alla grande azione di Visconti, rinato dopo l'impresa compiuta domenica sul Galibier: il male oscuro, che gli aveva a lungo tarpato le ali, è definitivamente alle spalle. Ed è motivo di gioia per tutti gli appassionati di ciclismo. Uno splendido assolo del tre volte campione italiano (2007, 2010 e 2011) per il bis in questo Giro. A Visconti, siciliano, la tappa, a Nibali, siciliano sempre la maglia rosa.

domenica 19 maggio 2013

Giro d'Italia 2013: Visconti trionfa sul Galibier, Nibali tiene la maglia rosa. La storia di due campioni siciliani

Due campioni siciliani, entrambi venuti al nord per imparare il mestiere di ciclista. Entrambi dotati di un grande talento, ad oggi, Nibali ha raccolto assai più di Visconti. Classe '84 il primo, classe '83 il secondo. Se Nibali ha vinto una Vuelta, ha collezionato podi al Giro ed al Tour e sta vincendo in pompa magna questo Giro d'Italia 2013, Visconti, poco più di venti vittorie in carriera, ha sempre dato il meglio di se stesso nella prove in linea. Tanto che i suoi successi più importanti sono stati tre campionati italiani. Lo scorso anno, al Giro, Visconti fu costretto al ritiro da quel male oscuro, la depressione, che gli aveva tolto la voglia di gareggiare. Ritrovata a fatica in mesi difficili, stentati, a combattere con un nemico insidioso, perché nascosto, sfuggente, indecifrabile. E' tornato in sella, a macinare chilometri, fino all'impresa odierna, l'assolo su una salita mitica del ciclismo, il Galibier, teatro dei sogni a due ruote. Più del Tour de France che del Giro d'Italia, a dire il vero. Nibali, in maglia rosa, ha accorciato la distanza che lo separa dal trionfo finale. La Sicilia domina il Giro d'Italia 2013.

domenica 30 settembre 2012

Giro d'Italia 2013: partenza il 4 maggio da Napoli, arrivo il 26 maggio a Brescia. Farà tappa sul Galibier e sulle Tre Cime di Lavaredo. Più di novanta chilometri a cronometro

Varato il percorso del Giro d'Italia 2013. La carovana partirà da Napoli il 4 maggio ed arriverà a Brescia il 26 maggio, 21 tappe e due giorni di riposo. Sconfinamento in Francia, per l'arrivo in salita sul mitico Col du Galibier. Torna, poi, un altro arrivo leggendario quello delle Tre Cime di Lavaredo: nel 1968 vinse il giovane Eddy Merckx, che conquistò la maglia rosa e la portò fino a Milano. Nel 1974, sempre sulle Tre Cime di Lavaredo, Merckx soffrì l'attacco del giovane Baronchelli. Tappa allo spagnolo Fuente e crisi del campionissimo belga, che alla fine fece suo il Giro con soli 12" proprio su Baronchelli. Tre le prove a cronometro: una cronometro a squadre nel suggestivo percorso di Ischia, terza tappa, una lunga cronometro individuale pianeggiante, 55,5 Km, ottava tappa, ed una cronoscalata di poco meno di 20 km, diciottesima tappa. Insomma, oltre 90 km si correranno contro il tempo. Favoriti? Se fosse confermata la sua partecipazione, il favorito sarebbe, com'è ovvio, Alberto Contador. Il più forte in salita ed uno dei più forti a cronometro. Ci sarà Andy Schleck? Nibali faticherà a salire sul podio.