Dal 1985, ultimo successo francese al Tour de France, colto allora dal sommo Bernard Hinault, oltralpe si mastica amaro piuttosto che no. Pensavano, i francesi, di tornare immediatamente alla vittoria. Sfiorata proprio da Hinault, dietro Greg Lemond, l'anno dopo. Poi, l'asso bretone si ritirò. Si illusero di averne trovato l'erede in Jean Francois Bernard oppure in Mottet, terzo e quarto nel 1987. Bernard aveva le stimmate del fuoriclasse, ma si perse per strada. E si ritrovò, qualche anno dopo, a scortare Indurain lungo le salite del Tour. Mottet fu di nuovo quarto nel 1991. Nel mezzo, il secondo posto, per soli 8", del professor Fignon, anno di grazia 1989, beffato nella crono finale sui Campi Elisi da Lemond. Poi, i francesi sperarono in Jalabert, che vinse una Vuelta, ma fu solo quarto al Tour, in Leblanc, quinto, di più in Virenque, collezionista di maglie a pois, secondo e terzo ma mai primo. Voeckler, il più antico dei ciclisti moderni, avrebbe forse potuto vincere nel 2011. Ma, finì quarto. Fino a quando si affacciarono alla ribalta Thibaut Pinot e Romain Bardet. Classe 1990. Talento evidente. Più quello di Pinot, a parer mio, sebbene Bardet abbia più personalità e maggior resistenza alla pressione ed alle aspettative che, in Francia, sono divenute altissime. Bardet, secondo lo scorso anno, può vincere questo Tour de France 2017. I francesi gli hanno disegnato un percorso su misura. Froome è in difficoltà. Ed Aru che fa, si prende la maglia gialla? Lo sciovinismo transalpino lo ignora. Perché l'attesa dura da 32 anni e Bardet può farcela davvero. Epperò Aru meriterebbe maggior considerazione. La cronaca ha le sue regole. Detto questo, penso anch'io che vincerà Bardet.
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venerdì 14 luglio 2017
Aru e lo sciovinismo di Francia
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giovedì 23 giugno 2016
#TourdeFrance2016: Thibaut #Pinot dopo #Hinault?
Tour de France 1985: il campionissimo bretone, Bernard Hinault, vinceva il suo quinto ed ultimo Tour de France, davanti a Greg Lemond e Stephen Roche. Nessuno avrebbe potuto immaginare che quello di Hinault sarebbe rimasto l'ultimo successo francese sui Campi Elisi nei successivi 30 anni. L'anno dopo, sempre Hinault, al canto del cigno, giunse secondo dietro Lemond e si ritirò. Nel 1987, ci fu il terzo posto di Francois Bernard, passista scalatore elegante e possente, che avrebbe poi chiuso la carriera da gregario di Indurain, quindi qualche piazzamento di Leblanc e di Jalabert, fino ai due podi consecutivi di Virenque, terzo nel 1996 e secondo nel 1997. I francesi sono tornati sul podio addirittura nel 2014, l'anno del trionfo di Nibali, con l'attempato, per il ciclismo, Peraud, secondo, ed il promettente Thibaut Pinot, terzo, che si candida, quest'anno, a rovinare i piani dei tre grandi favoriti: Froome, Contador e Quintana. Sarà la volta buona per i francesi? Pinot, che, in salita, nelle giornate di grazie, sa fare il vuoto e che è parecchio migliorato nelle prove contro il tempo, può compiere l'impresa. Ma, oltre ai detti Froome, Contador e Quintana, dovrà guardarsi anche dal connazionale Bardet, cui l'oppone una rivalità sentitissima oltralpe.
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