Inter-Napoli: 1-0. Lukaku su rigore
Vittoria sofferta e fortunosa. Il Napoli avrebbe meritato il pareggio. L'Inter vince con gol di Lukaku, a metà ripresa, su rigore provocato da un'incursione di Darmian. Fino ad allora, il belga era stato il peggiore in campo, letteralmente annullato da Koulibaly. Il rigore porta all'espulsione di Insigne, per qualche parola di troppo. Ma, il Napoli in dieci gioca meglio e Conte toglie Lautaro - che pure aveva fallito una facile occasione nel primo tempo - per Hakimi: un messaggio di paura per la squadra. Un errore tattico e di comunicazione che costa all'Inter l'assedio finale del Napoli. Fermato, per una volta, da Handanovic - ma i tiri che prende sono centrali - e dal palo, che colpisce Petagna. Tre punti preziosi, ma l'Inter ha giocato male e in modo troppo compassato. Lozano sembrava Garrincha. Senza dimenticare il timor panico nel finale, segno di scarsa personalità. Pessima partita di Bastoni, ma pure del subentrato Hakimi. Conte non può dirsi contento della partita che ha preparato. Né dei cambi che ha operato.
Il risultato premia l'Inter al di la dei suoi effettivi meriti. Fino al vantaggio, la partita era stata equilibrata. Paradossalmente, l'Inter, con il vantaggio e la superiorità numerica, ha cominciato a soffrire. Se non fosse per le evidenti difficoltà che palesano anche Juventus e Milan, non ci sarebbe molto da essere ottimisti.
RispondiEliminaLa Serie A è questa, nel complesso modesta. L'Inter, a parer mio, al netto di tutte le difficoltà, aveva già la scorsa stagione la squadra per vincere lo scudetto. E, tanto più, ce l'ha quest'anno. Il problema è proprio la gestione di Conte. Che, oltre a scegliere maggior flessibilità tattica e a imparare una lettura più acuta delle partite in corsa, dovrebbe valorizzare giocatori come Eriksen e Pinamonti, da cui l'Inter potrebbe ottenere una mano importante. Insomma, si può vincere una partita, come ieri, nonostante Conte. Non uno scudetto nonostante Conte. Questo Conte, intendo. Dovrà, perché si vinca il titolo, correggere gli errori che, ora, in tanti cominciano a rimproverargli.
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