La lotta in testa al campionato pare restringersi a tre sole squadre, tutte vittoriose nella quattordicesima giornata di A: Juventus, Udinese e Milan. I bianconeri hanno superato a fatica il Cesena, la squadra ha il temperamento di Conte e trova ancora la rete con Marchisio, che non è al livello di Xavi o di Iniesta, come qualcuno ha incautamente azzardato, ma è certamente un centrocampista di valore. Dell'Udinese vittoriosa sull'Inter s'è detto, ma voglio ancora sottolinerare la grandissima organizzazione difensiva che Guidolin riesce ad insegnare alle proprie squadre. Il Milan ha l'organico più forte ed Ibrahimovic che fa sempre la differenza. Il gol della sicurezza di Nocerino dimostra quanto felice sia stata la scelta d'ingaggiare il mediano, che l'Inter miope s'è lasciata sfuggire. Ancora sugli scudi Di Vaio, che conduce al successo il Bologna e prodezza di Ibarbo con il Cagliari: se sarà all'altezza del gol di ieri, avremo presto un fuoriclasse in più. Netta vittoria anche per il Napoli contro il Lecce: Cavani, ormai, è tornato a segnare con continuità, ma chi impressiona è Lavezzi, che, da solo, vale un terzo abbondante del gioco del Napoli. L'argentino è immarcabile. Credo, infine, che Luis Enrique durerà poco a Roma: la sua conduzione della squadra mi pare presuntuosa e confusa. Borriello in tribuna e Totti in panchina, vera lesa maestà calcistica, sono scelte incomprensibili. Soprattutto dopo il 3-0 rimediato contro la Fiorentina. Secondo me, Giannini, dimissionario a Grosseto, farebbe al caso della Roma. Come Zenga avrebbe fatto e farebbe al caso dell'Inter.
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