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lunedì 18 marzo 2024

Gand-Wevelgem 2024: favoriti

Propongo un borsino dei favoriti per la Gand-Wevelgem, in programma domenica 24 marzo.

  1. Philipsen ****
  2. Van der Poel ***
  3. De Lie ***
  4. Girmay ***
  5. Laporte ** 
  6. Van Gestel **
  7. Demare *
  8. Trentin *
  9. Degenkolb *

Il racconto della 29^ giornata di Serie A 23/24

L'Inter pareggia, subendo la rimonta del Napoli: i nerazzurri accusano stanchezza, anche mentale, dopo l'evitabile eliminazione in Champions League, ma hanno comunque 14 punti di vantaggio sul Milan, vittorioso a Verona, che stacca la Juve.


I bianconeri, fermati sullo 0-0 in casa dal Genoa, hanno raccolto appena 7 punti nelle ultime 8 partite e il nervosismo di Allegri testimonia la sfiducia di una squadra, che ora mostra tanti limiti prima nascosti dai risultati.


La Roma di De Rossi, ancora con Pellegrini sugli scudi, batte il Sassuolo: il dopo Sarri della Lazio comincia con il successo esterno a Frosinone.


Il Monza - a segno ancora Daniel Maldini - batte il Cagliari, il Bologna vince a Empoli, continuando a inseguire la qualificazione alla prossima Champions.


Successi esterni per il Lecce a Salerno e per il Torino a Udine. Rinviata Atalanta-Fiorentina.

domenica 17 marzo 2024

Inter-Napoli 1-1

Intee subito aggressiva. Meret nega il gol a Darmian e Lautaro in rapida successione. Proprio Darmian porta in vantaggio i nerazzurri, battendo di sinistro in mezzo l'area su cross di Bastoni. Si va rapidamente al riposo. Una giocata poco intelligente di Calhanoglu crea le condizioni per un angolo, da cui nasce il gol di testa di Juan Jesus. Solo che l'angolo è di pura immaginazione.  Errore arbitrale a danno dell'Inter, che non attenua le responsabilità di Calhanoglu, troppo sventato. Finisce 1-1. 

sabato 16 marzo 2024

Milano-Sanremo 2024: vince Philipsen

Ripresa la fuga di giornata appena prima dell'ascesa del Poggio. Ritmo sostenuto. Wellens tira il gruppo davanti a Pogacar, marcato da Van der Poel. Poi Bettiol e anche un ottimo Trentin. C'è anche Alaphilippe. Parte Pogacar a 900 m dalla cima del Poggio. Van der Poel lo segue, con Bettiol e Ganna. Pogacar si rialza. Poi riparte e guadagna qualche metro. Van der Poel non molla. Discesa verso Sanremo. Si accoda Pidcock. Poi Mohoric, che parte in contropiede e si avvantaggia di qualche secondo. Van der Poel prova a ricucire. Allunga Sobrero. Fasi concitate. Pidcock lo riprende. Volata. Vince Philipsen in rimonta davanti a Matthews e Pogacar. Poi,  Pedersen quarto e Bettiol quinto. Si rivede ad alti livelli Alaphilippe, nono. Decimo Van der Poel, decisivo nel successo di Philipsen. 

venerdì 15 marzo 2024

I quarti di Champions: Real Madrid vs ManCity

L'Atletico, non so se più fortunato o più tamarro, cosa che sostenevo già molti anni fa, pesca il Borussia Dortmund ai quarti di finale di Champions League. Sfida tra Manchester City e Real Madrid: confesso un certo imbarazzo, perché avrei voluto tifare contro entrambe le squadre e i loro allenatori. Il Psg di Mbappé può passare contro il modesto Barcellona di Xavi, mentre il Bayern Monaco di Harry Kane affronterà l'ottimo Arsenal. Tiferò per Kane e, di conseguenza, per il Bayern. Dite che ci sono rimasto male per l'eliminazione dell'Inter? Sì, moltissimo.

Bayern Monaco - Arsenal

Atletico Madrid - Borussia Dortmund

Barcellona - Psg

Manchester City - Real Madrid

mercoledì 13 marzo 2024

Inter eliminata ai rigori dall'Atletico Madrid

Atletico in grande pressing. Inter in difficoltà, salvata da un Sommer attento. Dumfries in contropiede sbaglia.  Inter in vantaggio con Dimarco, servito da Barella poco dopo la mezz'ora. Pareggia subito Griezmann: sbaglia Pavard, mai osservato così in difficoltà. Si va al riposo sul risultato di 1-1. Nella ripresa, scende il ritmo della partita. Entrano Darmian e Acerbi per Dumfries e Bastoni. A 15 minuti dal novantesimo, Lautaro libera Thuram in contropiede, ma il francese sbaglia clamorosamente calciando alto. Poco dopo, è Barella a poter concludere, liberato da Lautaro dopo grande progressione, ma il tiro è debole e centrale. Entrano Frattesi e Bisseck per Barella e Dimarco. L'Atletico colpisce un palo. Poi segna con Depay a pochi minuti dallo scadere. Riquelme spreca l'occasione del 3-1 nell'ultimo minuto di recupero. Supplementari.  Sommer salva d'istinto su Depay. Lautaro sfiora la porta di testa su angolo. Entra Sanchez per uno stanco Thuram. Esce anche Mkhitaryan per Klaassen. Tensione spasmodica. Il risultato non cambia. Si va ai rigori. Calhanoglu segna. Depay segna. Sanchez sbaglia, calciando centrale. Saul sbaglia a sua volta. Klaassen sbaglia. Riquelme segna. Acerbi segna. Correa segna. Lautaro sbaglia, calciando altissimo. Inter eliminata. Atletico Madrid ai quarti di finale. Sprecate troppe occasioni all'andata e anche in questa notte madrilena. L'Inter ha giocato con poca precisione e anche con poca personalità: si è notato subito. Era successo anche a Oporto l'anno scorso. Lì andò bene. Stavolta no.


martedì 12 marzo 2024

Lazio: Sarri si è dimesso. Decisione rara nel calcio italiano.

Gesto insolito nel calcio italiano: Maurizio Sarri si è dimesso da allenatore della Lazio. Ha commesso anche degli errori nella gestione tecnica, ma la rosa messagli a disposizione da Lotito era troppo risicata per competere su tre fronti. La notizia non sono tanto le dimissioni, ma il fatto che un allenatore le abbia date, così rinunciando all'ingaggio. Da questo punto di vista, Sarri merita un plauso. 

Il racconto della 28^ giornata di Serie A 23/24

L'Inter vince anche a Bologna, all'esito di una partita sofferta, sale a 75 punti, con 70 gol all'attivo e appena 13 al passivo, e consolida un primato ormai inattaccabile. Alle sue spalle, ma con sedici punti in meno, il Milan, vittorioso sull'Empoli con gol fortunoso di Pulisic: scavalcata la Juve, fermata sul pareggio dall'Atalanta. La squadra di Allegri, dopo aver a lungo coltivato speranze di titolo, è letteralmente crollata nelle ultime giornate.


Periodo nero anche per la Lazio, che con l'Udinese ha subìto la terza sconfitta consecutiva in campionato, pagando anche le fatiche di Coppa, troppe per una rosa inadeguata nei numeri. La Roma pareggia a Firenze ed è quinta, a tre punti dal Bologna.


Monza corsaro sul campo del Genoa, con gol decisivo di Daniel Maldini; il Cagliari supera la Salernitana; il Sassuolo respira, battendo il Frosinone in casa, ma resta candidato alla retrocessione.


Pareggiano Napoli e Torino, mentre il Verona vince sul campo del Lecce. 

lunedì 11 marzo 2024

Inzaghi sulle orme di Herrera

Cross di Bastoni, gol di Bisseck. Ora, tutti hanno scoperto il segreto del calcio di Simone Inzaghi. Tutti hanno licenza di attaccare, se un difensore va in attacco, un centrocampista indietreggia. Le posizioni, in campo, mutano a seconda delle necessità, tutti sono esaltati da un'organizzazione che non strozza l'estro e premia l'audacia. Poi, contano i risultati e l'Inter di Inzaghi, che lo scorso anno perse dodici partite in campionato, in questa stagione sta dominando la serie A. E i paragoni con il passato tengono banco. A chi somiglia Inzaghi? A sé stesso, certo. Ognuno è unico, cambiano i tempi e i giocatori e gli avversari. Nulla si replica. Però, se proprio devo accostare Inzaghi a qualcuno, penso a Helenio Herrera. Tanti se ne meraviglieranno. Provo a spiegare.

  1. Herrera arrivò all'Inter nel 1960, reduce da due campionati vinti con il Barcellona contro il Real Madrid delle cinque Coppe dei Campioni consecutive. Quel Barcellona praticava un calcio offensivo, segnava gol a ripetizione, comandava il gioco con due centrocampisti universali come Kubala e Suarez, che un anno dopo avrebbe raggiunto Herrera all'Inter. Una volta a Milano, Herrera promise gol e spettacolo. Spettacolo e più di 100 gol in campionato. Sì, proprio lui, che sarebbe poi passato alla storia come re del catenaccio, della difesa e del contropiede.
  2. La sua prima Inter aveva davvero una grande vocazione offensiva, ma subiva troppo. Herrera imparava dalla sconfitte, imparava sul serio. Si rese conto che sarebbe servito, soprattutto in Serie A, un maggiore equilibrio. Seppe cambiare. Adottò il libero e vi adattò Picchi, che prima era un terzino: una formidabile intuizione. Così inizio a costruire quel mirabile edificio, che sarebbe diventato la Grande Inter.
  3. Herrera, fine psicologo e motivatore ante litteram, seguiva il corso delle sue idee e assumeva rischi. Così inventò Facchetti ala aggiunta, qualcosa di mai osservato prima. In Europa, restarono tutti di sasso, di fronte alle proverbiali galoppate del gigante nerazzurro, un terzino che arrivava sul fondo, crossava e tirava e segnava. Corso, ala sinistra di nome, se ne veniva in mezzo al campo, per liberare spazio a Facchetti. E nonostante l'11 sulle spalle, spesso prendeva palla a destra, si accentrava, scambiava e rifiniva o concludeva. Mazzola, cresciuto centrocampista, con Herrera divenne attaccante. Un attaccante, pure lui, mai visto prima. Una saetta velocissima e dal dribbling secco come il tiro, sempre anticipato. Non giocava spalle alle porta. Suarez, mezzala di talento cristallino, fu spostato davanti alla difesa e con i suoi lanci armava il contropiede di Jair e Mazzola. Fatti noti, certo, ma rivoluzionari a quei tempi. I numeri sulle spalle non dicevano tutto dei ruoli in campo. Si pensi anche a Domenghini, un'ala destra, impostato centravanti.
  4. Inzaghi, 60 e più anni dopo, fa lo stesso. I suoi calciatori possono cercarsi la posizione che più conviene e interpretanoo spesso ruoli inediti, a volte diversi nella medesima partita. L'organizzazione non ne risente, perché se uno sale, l'altro scende, perché in campo si ruota e si sorprende. Anche lui ha fatto di un trequartista, Calhanoglu, prima una mezzala poi un regista arretrato. Mkhitaryan, da sempre trequartista o seconda punta ora è mezzala e metronomo della squadra. I suoi difensori centrali, come è successo contro il Bologna, possono anche costruire e concludere.
  5. Insomma, Inzaghi è un grande allenatore perché, come Herrera, sa proporre soluzioni inaspettate ai suoi calciatori, convincedoli di poterle mettere in pratica, ottenendo da loro il meglio. E gli avversari ci capiscono sempre meno. Da ultimo, anche Inzaghi, come accadde a Herrera con Angelo Moratti, ha saputo correggere la rotta, almeno in campionato, dopo confronti serrati con dirigenza e proprietà. La duttilità è sempre segno d'intelligenza.