In piena Belle Epoque, anno 1896, ad Atene, si tennero le prime Olimpiadi moderne. Il sogno di De Coubertin prendeva forma. Parteciparono quattordici nazioni, anche l'Italia, che tuttavia poté contare su un solo atleta iscritto, Giuseppe Rivabella, che gareggiò nel tiro a segno con la carabina, senza classificarsi tra i primi dodici. Trionfarono gli Stati Uniti, che stavano ormai sorpassando la Gran Bretagna, come prima potenza mondiale. Al secondo posto, nel medagliere, i greci, che, giocando in casa, erano i più numerosi in gara, 197 atleti su 285. Tanto per dare un'idea delle prestazioni di allora, sui 100 metri piani, lo statunitense Thomas Burke, medaglia d'oro, corse in 12", misurazione, beninteso, manuale: un tempo, che oggi non consentirebbe di iscriversi ad un campionato italiano. Oltre all'atletica leggera, che subito si affermò come regina dei giochi, le altre discipline furono il ciclismo, su pista e su strada, il tiro a segno, con carabina e pistola, la scherma, ai tempi, lo sport più praticato in Europa dalle classi agiate, anche per difesa personale, dacché un duello poteva facilmente scapparci, il nuoto, la lotta greco-romana, il sollevamento pesi, la ginnastica ed il tennis. Tutto durò lo spazio di dieci giorni, dal 6 al 15 di aprile del 1896. Una grandissima avventura cominciava. (cfr. 1^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 7^ puntata)