E'arrivato, finalmente, il primo titolo dello Slam per Andy Murray, scozzese di vero talento, che aveva perso, prima di battere Djokovic, le precedenti quattro finali disputate in un torneo dello Slam. La prima, tanti anni fa, proprio a New York, contro sua maestà Roger Federer. Da cui aveva perso anche l'ultima sull'erba di Wimbledon. Sicché, a 25 anni compiuti, con un carico gigantesco di aspettative tennistiche che i britannici riversavano sopra di lui, come avevano fatto per anni con Tim Henman, il rischio era quello di restare nel limbo dei grandi incompiuti. La svolta è giunta a Wimbledon, sia pure alle Olimpiadi, che nel tennis contano fino ad un certo punto. L'oro olimpico, ad ogni modo, deve avergli conferito quella fiducia nei propri mezzi, necessaria per compiere il salto di qualità. Poi, per la verità, una vittoria di Murray contro Djokovic era prevedibile. Sia perché il serbo ha sempre sofferto lo scozzese sia perché, sul cemento americano, Murray aveva già sconfitto Djokovic a Cincinnati, nel 2008 e nel 2011, a Miami nel 2009.
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