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martedì 16 luglio 2024

Inghilterra: Southgate si dimette

Southgate ha annunciato le sue dimissioni da commissario tecnico della nazionale inglese, che aveva guidato dal 2016. Ha allenato la generazione di inglesi forse più forte dopo quella degli anni '60. Senza vincere, pur andandoci vicino: semifinali ai mondiali di Russia 2018, con eliminazione ai supplementari con la Croazia. Secondo posto, perdendo solo ai rigori contro l'Italia, agli Europei 2020 (in realtà 2021), quarti di finale contro la Francia ai mondiali del Qatar 2022, finale e sconfitta di misura contro la Spagna ai recentissimi Europei di Germania 2024. Non ha fatto male, pur commettendo errori evitabili, ma non ha vinto. Gli inglesi, che non alzano un trofeo dai mondiali casalinghi del 1966, e sono sempre più impazienti di festeggiare, proveranno a vincere con qualcun altro al timone. Non sarà minimamente facile. 

martedì 12 marzo 2024

Lazio: Sarri si è dimesso. Decisione rara nel calcio italiano.

Gesto insolito nel calcio italiano: Maurizio Sarri si è dimesso da allenatore della Lazio. Ha commesso anche degli errori nella gestione tecnica, ma la rosa messagli a disposizione da Lotito era troppo risicata per competere su tre fronti. La notizia non sono tanto le dimissioni, ma il fatto che un allenatore le abbia date, così rinunciando all'ingaggio. Da questo punto di vista, Sarri merita un plauso. 

lunedì 28 novembre 2022

Dimissioni di Andrea Agnelli e del Cda Juve

Arriva la notizia delle clamorose dimissioni di Andrea Agnelli e di tutto il consiglio d'amministrazione della Juventus. Crisi acutissima. Dopo avere esposto scudetti revocati dalla giustizia sportiva, dopo aver donchisciottescamente perso oltre cinquanta ricorsi sulle vicende di Calciopoli, dopo aver inseguito inutilmente la Champions League fino alla recente eliminazione, coronata da cinque sconfitte in sei partite nel girone; dopo aver perso l'egemonia anche dentro i confini nazionali. La fine di un'epoca per nulla memorabile. E sul futuro della Juve si addensano nubi più nere che bianche. Sipario. 

martedì 3 febbraio 2015

Tra Napoli e Palermo Mancini si gioca la panchina

Finita la luna di miele. Domani il Napoli nei quarti di Coppa Italia, domenica il Palermo in campionato: Mancini si gioca la panchina dell'Inter. Mi auguro due vittorie, sia chiaro. Ma occorrerà un altro schema, più prudente, ed un altro atteggiamento in campo, più combattivo. Oltre a parecchia fortuna. Andasse male, sarebbe Mancini a dimettersi.

lunedì 1 dicembre 2014

Mancini deve andarsene: Inter travolta dalla Roma 4-2

Non ho visto la partita. Ma, ho visto la classifica. Colonna di sinistra. L'allenatore più pagato della serie A, Roberto Mancini l'esteta, non mi pare che abbia rivoluzionato la squadra che pure stentava con Mazzarri. Pareggio nel derby, vittoria stentata con il Dnipro in Europa League, e sonora sconfitta sul campo della Roma, 4-2. Tanto per non girarci troppo intorno, scrivo subito che Mancini deve andarsene. Insomma, dimettersi, perché un esonero costerebbe troppo. Non ho visto la partita, d'accordo, ma perché ha escluso dalla formazione titolare Kovacic? A me basta questo, per considerare conclusa la sua seconda avventura nerazzurra. Invece, vedrete che lo lasceranno sulla panchina, ingaggeranno qualcuno da lui indicato a gennaio, e l'Inter a fine stagione starà sempre nella colonna di sinistra della classifica. Mancini deve andarsene.

martedì 24 giugno 2014

L'Italia di Prandelli (e di Renzi) perde con l'Uruguay. Fuori al primo turno come nel 2010. Un disastro

Impresa straordinaria. Difficile che potesse riuscire. Ed invece è riuscita. Italia fuori al primo turno contro una modestissima rappresentativa dell'Uruguay, tolti Cavani, Suarez, cascato ancora su di un mezzo cannibalismo, e Godin. Prandelli si è dimesso. E bene ha fatto, dacché le colpe maggiori sono le sue: confuso, spaesato, contraddittorio, del tutto privo di carisma. Ecco le pagelle degli azzurri.
Buffon 6,5: l'eliminazione è colpa della sua mancata uscita con la Costa Rica. Altro che! Stavolta fa una grande parata su Suarez e qualche altro intervento tempestivo. Ma, non decide. Superato
Darmian 4: impossibile credere che sia stato preferito a Santon. Provinciale
De Sciglio 3: non ha fisico né tecnica né acume tattico. Fa il terzino ma non sa crossare. Modestissimo
Barzagli 4: piedi di piombo, nessuna visione del gioco. Comprimario
Bonucci 5: ha piedi appena migliori dei compagni di reparto. Ma, non sa difendere. Modesto
Chiellini 3: scarso, senza appello. Morsicato
Verratti 6: grandi giocate, ma a 50 e passa metri dall'area avversaria. Marginale
Pirlo 5,5: trotterella, il campo scambiato per i giardinetti. Pensionato
Marchisio 1: l'uomo del destino. Falletto di reazione da finto boy scout. Renziano
Thiago Motta 6: subentra e fa la sua parte. Almeno ha personalità. Navigato
Cassano 5,5: non è brillante, ma sa giocare e ci prova fino alla fine. Volenteroso
Balotelli 4,5: uno come lui avrebbe dovuto segnare una tripletta, invece giocherella e si fa ammonire. Non è colpa sua, però, se Prandelli lo sostituisce con, con, con chi lo sostituisce? Parolo? Sfortunato (Balotelli, intendo).
Parolo 3: non ho parole per Parolo. Miracolato che non miracola
Immobile 2: finisce con i crampi l'eroe della rivoluzione. A 24 anni, dopo il vuoto di una prestazione imbarazzante, Ciro esce con i crampi. Scritturato ( da Fabio Fazio a Che tempo che fa, quello è il suo posto). Spompato
Prandelli 0: sbaglia tutto il possibile, cominciando dai capelli. C'hai una certa età e tagliateli! Ascolta la critica, pensa un poco, e persino la folla, che è peggio, e schiera Immobile con Balotelli. Poi, toglie il secondo e si perde il primo per crampi. Nessun attaccante al momento di rimontare. Ma, quanto è forte Pirlo. De Sciglio è un gran terzino, il tiqui taca, il centrocampo rotante. A casa. Purtroppo, assieme a lui, ci va pure l'Italia. Dilettante sbaragliato
Renzi 2: per responsabilità oggettiva. La cifra della sua Italia è la mediocrità. Nessuno sta nel posto che merita. Raccomandato


lunedì 11 febbraio 2013

Papa Benedetto XVI ha annunciato le sue dimissioni

Un annuncio del tutto inaspettato, che ha lasciato sgomenti ed increduli tutti, fedeli, atei ed agnostici. Il Papa Benedetto XVI ha annunciato le proprie dimissioni: il prossimo 28 febbraio 2013, a far tempo dalle ore 20, la Sede di Pietro resterà vacante, nell'attesa che sia nominato il successore. In questo blog si scrive sempre e soltanto di sport, ma, per una volta, sento di dover lasciare la regola, per dare spazio allo spaesamento che mi ha sorpreso quando mi hanno comunicato la notizia. Credo che il pontificato di Papa Ratzinger lasci un'eredità vastissima, che mai si potrebbe compendiare nello spazio angusto e talora angustiante di un post. Le sue tre splendide encicliche, Deus Caritas est, Spe salvi facti sumus, Caritas in veritate, costituiscono un lascito telogico, filosofico e morale di forza inaudita. Pochi, come il mite professore bavarese, quale sempre Ratzinger si è considerato, hanno saputo interpretare lo spirito di questi tempi ambigui e confusi, consegnando una lezione di straordinaria umiltà. Umiltà che, difendendo l'uomo dalle seduzioni della superbia e della vanità, non cercando l'approvazione degli altri, rifuggendo il consenso ad ogni costo, ci conserva liberi di vivere secondo verità. Rifiutando, ogni volta che sia necessario, le opinioni correnti. Di tutti gli insegnamenti che Papa Benedetto XVI ci ha donato, questo mi sembra il più prezioso. Non c'è libertà senza umiltà, perché il superbo brama il potere ed il consenso. Chi è umile è libero e può vivere cristianamente secondo verità. Anche a costo di sfidare il mondo. Perché Papa Ratzinger ha lasciato? Non so dare una risposta. Credo che una decisione tanto grave, che prima di lui era stata di Celestino V e di Gregorio XII, sia stata vagliata con molta circospezione ed altrettanta pena. A me dispiace e, per ora, per quanto mi sforzi, non so capirla.

giovedì 29 novembre 2012

Il caso Sneijder: gli errori dell'Inter

Sulla valutazione della forza di Sneijder, si può discutere a lungo. Che non abbia più ripetuto l'esaltante stagione con Mourinho, culminata con la conquista del "triplete" è un fatto. Che il suo ingaggio sia molto alto, diciamo pure troppo alto rispetto alle altalenanti prestazioni degli ultimi mesi pure è un fatto, o, per dirla alla bizantina, un quasi fatto. E' altrettanto vero, però, che l'Inter gli ha riconosciuto quell'ingaggio, all'esito di una libera trattativa, svolgendo libere valutazioni. Che, nel tempo, si sono dimostrate sbagliate. Sicché, se Sneijder decide di impuntarsi, a rigore di diritto, può farlo. Si è data troppa pubblicità alla vicenda, che ormai ha raggiunto dimensioni internazionali. Il cartellino si è deprezzato, Sneijder andrà via comunque in cambio di poco e l'Inter, nel frattempo, avrà rimediato una figuraccia. Siamo sempre in sfiduciata attesa delle dimissioni di Branca.

lunedì 26 novembre 2012

Inter battuta anche a Parma: gol di Sansone. Stramaccioni in stato confusionale

Altra sberla per l'Inter. Questa volta è il Parma di Donadoni ad assestargliela. Dopo un primo tempo racchio piuttosto che no, nella ripresa i parmensi prendono le redini del gioco, anche perché il centrocampo nerazzurro è tra i più scarsi del campionato e pensare che Montolivo è finito al Milan a parametro zero. Branca si dimetta! Stramaccioni, in stato confusionale, dimostra quanto peso abbia avuto nei successi della prima parte di stagione il talento irregolare ma decisivo di Cassano, oggi assente per squalifica. Il gol di Sansone, che sembrava Matthaus, ha dimostrato, in un colpo solo, la pochezza atletica dell'ultimo Zanetti, la pochezza tattica del solito Guarin, la pochezza strategica di Handanovic, che non sa stare in porta e si tuffa sempre in ritardo. Para i rigori? Chissenefrega! Stramaccioni prova a ribaltare la partita con un trio improvvisato pescato dalla poverissima panchina: Coutinho, Duncan e Livaja. Tempo sprecato. L'Inter resta a -4 dalla Juve, del cui passo falso approfitta soltanto il Napoli, vittorioso a Cagliari con un gol di Hamsik: un centrocampista goleador che all'Inter si può soltanto sognare.

mercoledì 22 febbraio 2012

Reja è partito per Madrid: e le dimissioni?

Terremoto in casa Lazio. Reja, stando alle ultimissime indiscrezioni, sarebbe partito comunque con la squadra e Lotito avrebbe respinto le sue dimissioni. Regna la confusione più assoluta. Pare di capire, insomma, che Reja domani sarà in panchina al Calderon per la sfida tra Atletico Madrid e Lazio, ma nulla si sa circa le dimissioni del tecnico friulano. Sono state ritirate o congelate? Quella di domani sarà l'ultima panchina biancoceleste di Reja? Come hanno reagito i giocatori? Mistero fitto!

Reja si dimette e non parte per Madrid. La Lazio nel caos

Clamorosa decisione di Reja alla vigilia del ritorno di Europa League, che vedrà la Lazio impegnata sul campo dell'Atletico Madrid. Il tecnico friulano, stanco delle polemiche che hanno agitato gli ultimi giorni in casa biancoceleste ha rassegnato le dimissioni, evitando addirittura d'imbarcarsi sull'aereo diretto a Madrid. Le sconfitte, imbarazzante quella di Palermo, dell'ultimo periodo hanno reso incandescente l'ambiente laziale. A mio modo di vedere, Reja ha fatto un ottimo lavoro, riuscendo a spremere il meglio da un gruppo forte in alcuni reparti, ma inadeguato in altri, soprattutto in difesa. La Lazio ha fatto un buon campionato, sebbene a gennaio non siano arrivati i rinforzi che lo stesso Reja aveva domandato a Lotito. Meglio di così, non so se sarebbe stato possibile fare e le flessioni nel rendimento di una squadra con pochi ricambi all'altezza sono fisiologiche. Può Reja ritirare le dimissioni? Stiamo a vedere.