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lunedì 22 giugno 2020

Il ciclone Haaland: 44 gol in 39 partite. Goleador tremendo!

Segna come Puskas nella Honved o Gerd Muller nel Bayern Monaco, tanto per capirci, Haaland. Classe 2000 - compirà 20 anni il prossimo 21 luglio - il centravanti norvegese Erling Haaland, nella stagione 2019/20, tra Salisburgo e Borussia Dortmund, ha messo a segno 44 gol in 39 partite! E dieci reti sono arrivate in Champions League. Numeri sbalorditivi i suoi. Definirlo predestinato è un obbligo.
File:FC RB Salzburg versus SV Mattersburg (4. Juli 2019) 29.jpg ...
Erling Haaland

giovedì 18 giugno 2020

Bundesliga: 30 volte Bayern Monaco

Ha vinto anche l'edizione 2019/20 della Bundesliga, il Bayern Monaco. Ottavo titolo consecutivo, trentesimo assoluto. Un dominio nettissimo, laddove si consideri che, dietro la schiacciasassi bavarese c'è il Norimberga, con nove titoli, l'ultimo dei quali, però, risale al 1968! Per di più, attualmente, il Norimberga milita nella serie B tedesca.

La tirannia del Bayern Monaco sul calcio alemanno è tanto più significativa, se si pensi che, dopo il primo scudetto del 1932, dovette aspettare 37 anni per il secondo, nel 1969. Insomma, ancora fino a tutti gli anni '60, non solo il Norimberga, ma anche il Borussia Dortmund e l'Amburgo e il Colonia e lo Shalke 04 avevano fatto meglio.

Tutto cambiò quando un'irripetibile generazione di talenti, da Maier a Beckenbauer a Gerd Muller si ritrovò a vestire assieme la maglia del Bayern Monaco: tre titoli nazionali consecutivi dal 1972 al 1974 (ma anche tre Coppe dei Campioni consecutive dal 1974 al 1976). Ma, in rampa di lancio, per il ruolo di nuovo dominatore della Bundesliga, era anche il Borussia Monchengladbach di Berti Vogts, che aveva vinto nel 1970 e 1971 e avrebbe vinto anche nel 1975, 1976 e 1977. Prevalse il Bayern. Con la sua nuova stella, Karl Heinz Rummenigge, giunsero i titoli del 1980 e del 1981. Quindi una tripletta, con Lothar Matthaus e Brehme e Augenthaler tra il 1984 e il 1987, quando avvenne il sorpasso, con 10 titoli a nove, ai danni del Norimberga. Dopo di allora, altri 33 campionati di Bundesliga - nel frattempo alla Germania Ovest si sarebbe riunita la Germania Est - e 20 titoli, per giungere ai 30 di oggi!

Molte nobili del calcio tedesco di un tempo, soprattutto Amburgo e Colonia, sono decadute. Ha tenuto botta soltanto il Borussia Dortmund, che, negli ultimi 33 anni ha vinto cinque titoli. E poi il Werder Brema, che ne ha assommati tre. Per gli altri, soltanto le briciole. Poco, per ritenere davvero competitivo il campionato tedesco. Eppure la Germania, sempre considerando gli ultimi 33 anni, ha vinto: 2 Mondiali (1990 e 2014), 1 Europeo (1996) ed è stata ai mondiali anche una volta seconda (2002) e due volte terza (2006 e 2010), giocando altresì due finali europee (1992 e 2008).

mercoledì 17 giugno 2020

Messico e nuvole: Italia-Germania 4-3 50 anni dopo

"Messico e nuvole / La faccia triste dell'America / Il vento soffia la sua armonica / Che voglia di piangere ho" (Paolo Conte)

Sono passati 50 anni, tanti. Da quel 17 giugno 1970, quando l'Italia si fermò per assistere ad una partita, che sarebbe divenuta proverbiale. La semifinale dei campionati del mondo di Mexico '70, ancora nominati Coppa Rimet.

File:Commemorative plaque Aztec Stadium.jpg - Wikipedia
Targa celebrativa della partita del Secolo
Italia-Germani 4-3, Mexico '70

L'Italia, campione d'Europa in carica, era giunta in semifinale tra molti stenti, dipesi dall'altura, dalla rarefazione dell'aria sopra i 2.000 m - anzi i 2.500 m, considerato che le prime quattro partite furono giocate a Toluca, 2.660 metri sul livello del mare - dalla cosiddetta maledizione di Montezuma, che attentava alle viscere dei giocatori.

La staffetta Mazzola-Rivera.
La spedizione azzurra era partita tra mille polemiche. Centro delle quali era Gianni Rivera, capitano del Milan e pallone d'oro in carica, entrato in rotta di collisione con il capo delegazione Mandelli. La stampa si divideva tra lui e Mazzola. Mazzola Sandro, figlio dell'immenso Valentino, che era capitano dell'Inter. Mazzola, dopo avere terrorizzato per un quinquennio le difese di mezza Europa con la sua velocità, il suo dribbling stretto ed il tiro fulmineo, secco, anticipato, aveva deciso di arretrare a mezzala. Forse per avvicinarsi al mito paterno. Da lì erano nati, più nella testa degli addetti ai lavori che in campo, problemi di coesistenza con Rivera. Che pure era un sontuoso dieci, dal tocco elegante ed illuminato, ma, come sosteneva Brera, di poco nerbo atletico. A conti fatti, i due avrebbero potuto coesistere, avendo un gioco diverso e complementare. E giocarono assieme tanto in azzurro, prima e dopo Messico '70. Quando, a partire dai quarti di finale contro i padroni di casa, il tecnico Valcareggi optò per una staffetta tra i due. Il primo tempo a Mazzola, più dinamico e ficcante, il secondo a Rivera, per inventare in favore di Riva e Boninsegna, a ritmo calato e avversari più stanchi. A dirla tutta, Valcareggi, Rivera, non lo vedeva in campo dall'inizio a prescindere da Mazzola. Nella prima partita del girone eliminatorio, vinta 1-0 contro la Svezia, gol di Domenghini, Rivera non giocò affatto. Lo stesso accadde nella gara successiva contro l'Uruguay. Riverà entrò, proprio all'inizio del secondo tempo, contro Israele: altro pareggio a reti bianche. Ai quarti, contro il Messico, Rivera era entrato ad inizio secondo tempo al posto di Domenghini. Mazzola avrebbe poi raccontato di aver avuto problemi di stomaco, il solito Montezuma, alla vigilia della partita con il Messico, ai quarti. E fu allora  che Valcareggi programmò di fargli giocare il primo tempo, per far poi posto a Rivera. L'Italia vinse 4-1, con reti azzurre di Riva (2), Rivera, proprio lui, e un'autorete. In semifinale, forse per la scaramanzia tanto cara al mondo del calcio, si decise per la medesima mossa.

La partita.
Mazzola spese il suo gioco dalle parti di Beckenbauer, libero a modo suo, cioè vero regista arretrato e primaria fonte del gioco tedesco, annullandolo. L'Italia era attenta, ma non guardinga e trovò prestò il gol, 8' del primo tempo, con un diagonale mancino di Boninsegna. Uno che nemmeno ci sarebbe stato in quei mondiali, senza l'infortunio di Anastasi. E che, a Cagliari, aveva faticato a trovare l'intesa con Riva. Da lì in poi, azzurri in controllo. Dopo l'intervallo, fuori Mazzola, tra i migliori, dentro Rivera. Ma, i tedeschi sembravano non averne. E la partita si avviava al tramonto senza grandi colpi di scena. Fino al recupero, quando l'ala sinistra alemanna Grabowski crossò in area per Schnellinger, che pare lì si trovasse per prima raggiungere gli spogliatoi e sfogarvi la delusione dell'eliminazione. E il terzino milanista segnò in spaccata. Difesa azzurra assente, dal libero Cera a Facchetti, apparso sotto tono. Pareggio e supplementari.

I supplementari.
Fu ai supplementari che una partita tutto sommato noiosa prese una piega inaspettata ed epica. Cinque gol cinque. Prima il mortifero centravanti tedesco Gerd Muller, a rapinare un pallone vagante in area piccola - nuovo errore sesquipedale della retroguardia azzurra -, poi, Riva, con magico sinistro incrociato a pareggiare. Quindi Burgnich, roccioso terzino mai domo a riportare avanti gli azzurri. Poi, ancora Muller a sorprendere Albertosi e, proprio lui, Rivera, sulla linea di porta. Ma lo sceneggiatore più geniale della storia del calcio volle che, ripreso il gioco, da Facchetti palla a Boninsegna, corsa sulla sinistra, cross e Rivera, proprio lui, ad insaccare di piatto destro alla destra di Maier, che si tuffava dalla parte opposta. Italia-Germania, che era ancora Germani Ovest per la verità, 4-3 e la fama di partita del secolo. 

Il mito.
Sarei nato cinque anni più tardi, ma di quella partita ho sentito parlare sin da piccolo e ricordo il film sulla Rai che nel 1990 - prima dei mondiali di casa nostra, che avremmo dovuto vincere e non vincemmo - ne rievocò il clima, i sentimenti e gli umori. Ne ho letto mille e mille volte. Resoconti ed interviste. Ho visto e rivisto quella partita. Che, a dirla tutta, non fu bella, anzi piena di errori, però, provate a trovarne un'altra, più simbolica, più iconica e, sì, più rappresentativa di quel mistero senza fine bello, parole di Brera, che è il calcio. Sono 50 anni oggi. Ma, è come fosse ieri.

Città del Messico, Stadio Azteca
Mercoledì 17 giugno 1970, ore 16:00
Italia-Germania Ovest 4-3 d.t.s.
9^ Coppa Rimet (Semifinali)

Italia: Albertosi (Cagliari), Burgnich (Inter), Facchetti (Inter) -cap.-, Bertini (Inter), Rosato (Milan), Cera (Cagliari), Domenghini (Cagliari), Mazzola (Inter), Boninsegna (Inter), De Sisti (Fiorentina), Riva (Cagliari) - Sostituzioni: Rivera per Mazzola 46', Poletti (Torino) per Rosato 91' - C.T.: Ferruccio Valcareggi.

Germania Ovest: Maier, Vogts, Patzke (65' Held), Beckenbauer, Schnellinger, Schulz, Gabrowski, Seeler - cap. -, Gerd Muller, Overath, Lohr - C.T.: H. Schon.

Arbitro: Yamasaki (Messico)

Reti: Boninsegna (I) 8', Schnellinger (G) 90', G. Muller (G) 94', Burgnhic (I) 98', Riva (I) 104', G. Muller (G) 110', Rivera (I) 111'.

Spettatori: 105.000 circa.

venerdì 25 settembre 2015

Classifica dei goleador più prolifici con una stessa squadra

Dopo i 300, ma per chi scrive sono 301, gol di Totti con la Roma, proviamo a stilare una classifica dei maggiori goleador con un'unica squadra, considerando Europa e Sudamerica. [classifica in corso di aggiornamento]


  1. Pelè (Santos) 647 gol 
  2. Gerd Muller (Bayern Monaco) 528 gol
  3. Jimmy McGrory (Celtic Glasgow) 521 gol
  4. Roberto "Dinamite" (Vasco da Gama) 475 gol
  5. Eusebio (Benfica) 473 gol
  6. Atilio Garcia (Nacional Montevideo) 465 gol
  7. Messi (Barcellona) 418 gol
  8. Seeler (Amburgo) 404 gol
  9. Dixie Dean (Everton) 395 gol
  10. Bican (Slavia Praga) 395 gol
  11. Franz Binder (Rapid Vienna) 395 gol
  12. Zico (Flamengo) 392 gol
  13. Josè Aguas (Benfica) 376 gol
  14. Gyula Zsengeller (Ujpest) 368 gol 
  15. Nené (Benfica) 363 gol
  16. Fritz Walter (Kaiserslautern) 357 gol
  17. Ally McCoist (Rangers Glasgow) 355 gol
  18. Puskas (Honved) 352 gol
  19. Rush (Liverpool) 346 gol
  20. Krankl (Rapid Vienna) 336 gol
  21. Zarra (Athletic Bilbao) 334 gol
  22. Peyroteo (Sporting Lisbona) 331 gol
  23. Victor Watson (West Ham) 326 gol
  24. Raul (Real Madrid) 323 gol
  25. Cristiano Ronaldo (Real Madrid) 321 gol
  26. Labruna (River Plate) 317 gol
  27. Di Stefano (Real Madrid) 307 gol
  28. Ferenc Bene (Ujpesti) 303 gol
  29. Ademir (Vasco da Gama) 301 gol
  30. Totti (Roma) 301 gol

domenica 14 giugno 2015

Cristiano Ronaldo tripletta all'Armenia e 496 gol in carriera

Tripletta all'Armenia per la rimonta del suo Portogallo e Cristiano Ronaldo sale a 55 gol con la nazionale maggiore lusitana. In carriera, invece, i gol di Cristiano Ronaldo sono 496. Presto saranno 500. E' già oggi il nono goleador di tutti i tempi, come da classifica che segue (indico fra parentesi i gol con le rispettive nazionali maggiori).
  1. Pelè 762 gol (77)
  2. Romario 746 gol (55)
  3. Gerd Muller 731 gol (68)
  4. Puskas 700 gol (84)
  5. Eusebio 626 gol (41)
  6. Zico 516 gol (52)
  7. Di Stefano 513 gol (29)
  8. Roberto "Dinamite" 512 gol (26)
  9. Cristiano Ronaldo 496 gol (55)
  10. Hugo Sanchez 479 gol (29)


sabato 7 giugno 2014

Klose stacca Gerd Muller: 69 gol con la Germania e primato assoluto

Nel comodissimo 6-1 con il quale la Germania ha regolato l'Armenia nell'ultima amichevole prima del mondiale in Brasile, Klose ha messo a segno il gol n. 69 in nazionale, staccando il leggendario Gerd Muller, fermo a 68, e conquistando il primato assoluto di segnature. Per carità, Muller con la casacca della nazionale ha segnato 68 gol in appena 62 partite, ad una media irripetibile di oltre un gol a partita, ma il record stabilito da Klose, che di partite ne ha giocate oltre 130, merita di essere celebrato con tutti gli onori. Klose, peraltro, vanta anche 14 gol ai mondiali, esattamente come Gerd Muller. In Brasile può superarlo di nuovo e provare a fare lo stesso con Ronaldo, che ai mondiali di gol ne ha segnati 15.

lunedì 19 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 11^ puntata (1974, la Germania Ovest trionfa in casa, fuori l'Italia al primo turno)

Una lunga imbattibilità di Zoff, vittorie in serie contro grandi avversarie, l'Italia si avvia ai mondiali del 1974, ospitati dalla Germania Ovest, con i gradi di favorita. Sarà una disfatta, figlia di divisioni interne, le solite tra Rivera e Mazzola, ma anche figlia del tramonto di una generazione. Riva, dopo tanti infortuni, ha perso scatto e potenza. Il centravanti della Lazio campione d'Italia, invece, il possente Chinaglia perde le staffe e litiga con Valcareggi davanti alle televisioni di tutto il mondo. Clima teso, la Polonia sorpresa di quell'edizione dei mondiali, ci elimina al primo turno. Tutti pronosticano una vittoria dell'Olanda delle meraviglie, la cosiddetta "arancia meccanica" dal titolo dello sconvolgente film di Kubrick del 1971, calcio totale, tanti eclettici che si scambiano ruoli e posizioni, corsa, tecnica raffinata, ma anche forza ed acume tattico, Cruijff, Neeskens, Krol. Quell'Olanda è talmente forte che costringe i brasiliani campioni uscenti a picchiare per tutta la partita, difficile da credersi ma accadde proprio questo. In finale, l'Olanda sfida i padroni di casa. Una fittissima rete di passaggi dopo il fischio d'inizio, poi, palla a Cruijff, che dribbla in accelerazione uno, due, tre tedeschi e viene atterrato in area. Rigore, fucilata di Neeskens e Sepp Maier è battuto. I tedeschi accusano il colpo ma sono sempre quelli descritti da Tacito: fingono e credono. Fingono di essere più forti degli olandesi e ci credono fino a ribaltare il risultato. Pareggio su rigore di Breitner, terzino sinistro dal tiro violento, che poi passerà a centrocampo il resto della carriera, ed il solito gol del solito Gerd Muller. Franz Beckenbauer può alzare la coppa. Germania Ovest per la seconda volta campione del mondo. Lato, ala della Polona che giunge a sorpresa terza, è capocannoniere con sette reti: uno dei giocatori rivelazione della manifestazione, assieme ai connazionali Deyna e Szarmach, autori di 3 e 5 gol. Si distingue anche il longilineo centravanti svedese Edstrom, che segna 4 reti.  (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata)

sabato 17 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 10^ puntata (1970, in Messico vince il Brasile, Italia seconda)

Altro che quattro, quattro, due, disponibilità al sacrificio, culto ossessivo del gruppo, diagonali, fuorigioco e sciocchezze assortite sul tema. Il Brasile del 1970, la più straordinaria squadra della storia del calcio, mai avrebbe visto la luce in questi tempi. Dopo la cocente delusione del 1966, il Brasile aveva in testa un solo obiettivo, vincere i campionati del mondo del 1970, organizzati dal Messico. Che già aveva accolto le Olimpiadi del 1968. Una singolare coincidenza voleva che ci fossero contemporaneamente cinque straordinari numeri dieci nel campionato verdeoro. Un qualunque allenatore di scuola sacchiana ne avrebbe fatto giocare uno soltanto. Zagallo, nel frattempo divenuto commissario tecnico, osò invece schierarli tutti assieme. Il dieci, con tutte le conseguenze del ruolo, cadde, noblesse oblige, sulle spalle di Pelé. Tostao si adattò come centravanti, Gerson arretrò in cabina di regia, Jarzinho andò all'ala destra, Rivelino all'ala sinistra. Un magnifico assieme di artisti del pallone, dribbling, tiro, giocate di prima. Quelli che nelle squadre di club erano tenori chiamati al do di petto, seppero cantare in coro come mai prima. L'Italia, campione d'Europa in carica, aveva tante stelle, da Mazzola e Rivera, chiamati dopo i quarti ad una sciocca staffetta, a Riva e Boninsegna, che nel Cagliari fino ad un anno prima bisticciavano e che in quell'estate trovarono una grande intesa, da Facchetti, a De Sisti, a Burgnich a Domenghini. In semifinale, contro la Germania Ovest, la partita era vinta allo scadere dei tempi regolamentari. Fu un gol di Schnellinger su dormita della difesa azzura a riaprire i giochi. Mazzola era uscito alla fine del primo tempo. Al suo posto Rivera. Nei supplementari colpi di scena a ripetizione, errori, gol, rimonte, fino al gol decisivo di Rivera per un 4-3 finale rimasto leggendario. Festa in tutta Italia e tricolori sventolanti nelle piazze: era la prima volta nel dopoguerra. Nell'altra semifinale, il Brasile ebbe ragione dell'Uruguay. In finale, il Brasile passò con un folgorante colpo di testa di Pelé, pareggio di Boninsegna. Dopo un'ora di gioco, l'Italia aveva tenuto botta. Poi, i brasiliani dilagarono. Gerson dalla distanza, Jarzinho con un diagonale dei suoi, infine il capitano verdeoro Carlos Alberto, all'esito di un'azione magistralmente diretta da Pelé. Terzo mondiale per il Brasile, che si aggiudicò definitivamente la Coppa Rimet. Capocanniere del torneo, il centravanti tedesco Gerd Muller, un torello implacabile in area di rigore, autore di dieci gol. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata)

domenica 5 gennaio 2014

E' morto Eusebio, uno dei maggiori calciatori di ogni tempo

Asso del Benfica e della nazionale portoghese, di origini mozambicane, Eusebio si è spento a 71 anni, provato da una lunga malattia. Centravanti possente, dalla falcata ampia e dal tocco felpato, possedeva una straordinaria accelerazione che gli permetteva di seminare gli avversari più veloci. Si riveda la finale di Wembley che il Milan vinse contro il Benfica in Coppa dei Campioni nel 1963. Eusebio era letteralmente immarcabile. Le sue progressioni rimangono un unicum nella storia del calcio, se si escluda il Ronaldo del Barcellona e del primo anno all'Inter. Vinse tutto in patria, segnò caterve di gol sia in Portogallo che in giro per l'Europa, fu capocannoniere, con nove centri, ai mondiali inglesi del 1966, dove i lusitani eliminarono il Brasile e conquistarono uno storico terzo posto. La potenza del suo tiro era inarrivabile, paragonabile soltanto a quella di alcuni mancini, come Puskas, Rivelino, Eder, Recoba. Ma, ed è questa la particolarità, Eusebio era destro. Ha chiuso la carriera, sebbene ci siano pareri discordi sulle sue reti ufficiali, con 626 gol. Da quello che mi risulta è il quinto cannoniere più prolifico della storia del calcio, dopo Pelé, Romario, Gerd Muller e Puskas. Che la terra gli sia lieve.

mercoledì 2 ottobre 2013

Crstiano Ronaldo 382 gol in carriera, 56 gol nelle Coppe Europee

Con la doppietta di stasera, Cristiano Ronaldo, 56 gol, consolida la sua posizione nella top ten dei goleador di tutti i tempi delle Coppe Europee, avvicinando il leggendario connazionale Eusebio, 57 gol. Messi, fermo per infortunio, resta a 63. Tornando a Cristiano Ronaldo, sono 382 i suoi gol in carriera. Segue la classifica dei primi dieci cannonieri nelle Coppe Europee.

  1. Raul 75 gol
  2. Inzaghi 70 gol
  3. Gerd Muller 69 gol
  4. Shevchenko 67 gol
  5. Messi 63 gol
  6. Van Nistelrooy 62 gol
  7. Larsson 59 gol
  8. Henry 59 gol
  9. Eusebio 57 gol
  10. Cristiano Ronaldo 56 gol

mercoledì 18 settembre 2013

Classifica goleador nelle Coppe Europee: Cristiano Ronaldo e Messi puntano Raul

Con la tripletta di stasera, Cristiano Ronaldo, 54 gol, entra nella top ten dei goleador di tutti i tempi delle Coppe Europee, scavalcando Del Piero, fermo a 53. Segue la classifica dei primi dieci cannonieri delle Coppe Europee (si conta anche l'Intertoto come la Supercoppa Europea). * Aggiornamento del 19 settembre 2013: tripletta anche per Messi nel successo del Barca contro l'Ajax: per l'argentino i gol diventano 63, scavalcato Van Nistelrooy. In un paio di stagioni, Messi supererà Raul.
*Aggiornamento del 23 ottobre 2013: 7 gol in 3 partite in questa edizione della Champions, Cristiano Ronaldo supera il connazionale Eusebio e si porta a 58 gol nelle coppe europee, mentre ieri Messi ha segnato il suo gol europeo n. 64.
*Aggiornamento del 30 aprile 2014: con la doppietta segnata ieri contro il Bayern Monaco, Cristiano Ronaldo si è portato a sedici gol in questa edizione 2013/14 di Champions League. Primato assoluto, distanziati a 14 Messi ed Altafini. Nella graduatoria assoluta, Cristiano Ronaldo è arrivato a 67 reti nelle coppe europee.
*Aggiornamento del 16 settembre 2014: Cristiano Ronaldo, in gol stasera contro il Basilea, arriva a 71 gol nelle coppe europee e supera Inzaghi. Ci metterà poco a scavalcare anche Raul.
* Aggiornamento del 27 novembre 2014: tripletta per Messi e gol per Cristiano Ronaldo, nell'ultima giornata di Champions. Messi approda a 74 gol in Champions, 75 nelle Coppe Europee. Cristiano Ronaldo, invece, segna il gol n. 72 in Champions, 74 nelle coppe europee. Raul, leader della speciale classifica a 76 gol vede vacillare il suo primato.
* Aggiornamento del 06 maggio 2015: gol del momentaneo pareggio contro la Juve, nella semifinale d'andata della Champions, e Cristiano Ronaldo consolida il suo primato, approdando a 79 gol nelle coppe europee.
  1. Cristiano Ronaldo 79 gol
  2. Messi 76 gol
  3. Raul 76 gol
  4. Inzaghi 70 gol
  5. Gerd Muller 69 gol
  6. Shevchenko 67 gol
  7. Van Nistelrooy 62 gol
  8. Larsson 59 gol
  9. Henry 59 gol
  10. Eusebio 57 gol

venerdì 6 settembre 2013

Klose eguaglia Gerd Muller: 68 gol con la Germania

Straordinartio Klose. Segna contro l'Austria e realizza il gol n. 68 con la maglia della Germania. Eguaglia così il primato del leggendario Gerd Muller. Sì, va bene, allora era Germania Ovest, ma la sostanza non cambia. La longevità agonistica di Klose, 35 primavere, è notevolissima. E c'è da aspettarsi che sia protagonista anche in Brasile, dove proverà ad attaccare il record di gol mondiali di Ronaldo, 15 gol: Klose, per ora, è secondo, con 14 gol, assieme, manco a dirlo, a Gerd Muller. Per onestà statistica, Gerd Muller tutti questi gol li ha fatti giocando molte partite in meno. Ciò non toglie che Klose vada annoverato tra i migliori centravanti degli ultimi 15 anni.

martedì 11 dicembre 2012

Messi 86 gol: fermate la Liga!

Quanti peana innalzati a Lionello Messi per questi, certo sbalorditivi, 86 gol stagionali. Più degli 85 messi a segno da Gerd Muller nel lontano 1972. Il paragone tra i due calciatori non mi interessa e non credo interessi in senso assoluto. Ho letto, con sgomento, che Gerd Muller nel calcio di oggi non segnerebbe tanto e che Messi, nel calcio di ieri, segnerebbe anche di più. Questa mi pare una grossa sciocchezza. Grossa davvero. Piuttosto, andrebbe fermata la Liga. Nella quale, complice l'allegria ubriaca di parecchie difese e fasi difensive, l'asso argentino ha segnato la molta parte dei suoi gol. Si pensi che la scorsa stagione, Messi ha segnato 50 gol nella Liga e che nell'attuale è già a 23, una cifra che in Bundesliga oppure in Premier League, di solito basta a vincere il titolo di capocannoniere. Sempre nella stagione passata, per dire delle difese di burro di Spagna, Cristiano Ronaldo, al massimo 31 gol in Premier, fu secondo dopo Messi con 45 reti, l'anno prima, sempre nell'allegra terra di Spagna, il portoghese si era fermato a 40. Roba da campionato scozzese anni '90 o da campionato bulgaro anni '80. Altro che scarpa d'oro. I gol segnati in Spagna dovrebbero essere considerati come quelli segnati nei campionati minori d'Europa. Poi, resta inteso, Messi è fortissimo. Ha battuto Gerd Muller, va bene. Ricordo solo che il tedesco vanta 14 gol in due mondiali. Messi, invece, uno solo. Sempre in due mondiali. Rifletterei sopra questo dato. Voglio vedere Messi in squadra diversa dal Barca ed in un campionato meno sbilanciato e tatticamente misero di quello spagnolo.

giovedì 18 ottobre 2012

I dieci migliori centravanti della storia

Passiamo ai dieci migliori centravanti della storia del calcio. Pure in questo caso, non è facile assimilare calciatori tra loro diversi, tenendo nel debito conto l'attitudine di parecchi campioni a mutare ruolo nel corso della carriera, Meazza fu un immenso centravanti, come lo fu Di Stefano, ma poi scelsero, eccellendovi, altre zone di campo. Meazza è tra le mezze ali, Di Stefano ho voluto inserirlo tra i centravanti, perché sebbene uomo ovunque, il gol era la sua ossessione. Hidegkuti fu un grande centravanti arretrato, ma, alla resa dei conti, era sostanzialmente un regista offensivo, come il primo Michael Laudrup, che pure indossava sempre il numero 9. Nessuno dei due è stato preso in considerazione per questa graduatoria. Segue la classifica, che è difficile, così, ai soliti primi dieci, aggiungo anche i secondi. Cosa ne pensate?
*Aggiornamento del 9 maggio 2024: estendo la classifica ai settantasei migliori centravanti della storia.

  1. Ronaldo                                     
  2. Di Stefano
  3. Eusebio
  4. Van Basten
  5. Pedernera
  6. Romario
  7. Gerd Muller
  8. Greaves
  9. Piola
  10. Batistuta
  11. Ademir
  12. Nordahl
  13. Tostao
  14. Kempes
  15. Leonidas
  16. Bobby Charlton
  17. Altobelli
  18. Dixie Dean
  19. Harry Kane
  20. Gary Lineker
  21. Sarosi
  22. Arsenio Erico
  23. Bican
  24. Careca
  25. Paolo Rossi
  26. Ibrahimovic
  27. Uwe Seeler
  28. Aguero
  29. Van Nistelrooy
  30. Shearer
  31. Lewandowski
  32. Benzema
  33. Vieri
  34. Klose
  35. Sindelar
  36. Luis Suarez
  37. Fritz Walter
  38. Krankl
  39. Van Persie
  40. Dixie Dean
  41. Hugo Sanchez
  42. Roberto "Dinamite"
  43. Boninsegna
  44. Adriano
  45. Santillana
  46. John Charles
  47. Atilio Garcia
  48. Drogba
  49. Weah
  50. Michael Owen
  51. Eto'o
  52. Bettega
  53. Voeller
  54. Klinsmann
  55. Crespo
  56. Rooney
  57. Cavani
  58. Diego Milito
  59. Trezeguet
  60. Fernando Torres
  61. Luis Artime
  62. Angelillo
  63. Higuain
  64. Giordano
  65. F. Inzaghi
  66. Icardi
  67. Papin
  68. Lukaku
  69. John Hansen (Danimarca)
  70. Hrubesch
  71. Toni
  72. Lacombe
  73. Pruzzo
  74. Bierhoff
  75. Makaay
  76. Julio Cruz
  77. Jan Wright


mercoledì 17 ottobre 2012

Klose ad un gol da Gerd Muller in nazionale

Dopo la doppietta messa a segno ieri sera nella rocambolesca partita che la Germania ha pareggiato 4-4 contro la Svezia di Ibrahimovic, Klose ha toccato quota 67 gol in nazionale, issandosi ad una sola lunghezza dal primatista assoluto: il leggendario Gerd Muller. Va bene, Muller segnò tutti quei gol giocando sostanzialmente la metà delle partite di Klose, ciò non toglie che i numeri del centravanti della Lazio siano tali da mettere soggezione. Sempre forte con le squadre di club, il rendimento di Klose è stato addirittura eccezionale in nazionale: 67 reti sono un'enormità. Tanto più che 14 di questi gol sono stati segnati nelle fasi finali dei mondiali. Soltanto Ronaldo, 15 gol, ha fatto meglio di lui, Gerd Muller, il solito connazionale rivale, ha fatto come lui. E diversi sono stati anche i gol realizzati nelle fasi finali dei Campionati Europei. Se, come credo, Klose vestirà la divisa della nazionale tedesca fino ai mondiali del 2014 in Brasile, tutti questi record saranno suoi.

sabato 23 giugno 2012

La Germania travolge la Grecia: 4-2. Tedeschi in semifinale

La Germania è la mia favorita per la vittoria degli Europei 2012, nonostante una difesa non eccellente, soprattutto in Boateng. Loew fa riposare Thomas Muller, Gomez e Podolski. Se lo può permettere, perché i sostituti sono di primissimo ordine. A cominciare da Klose, che firma la rete numero 64 in nazionale, a quattro passi dall'incredibile primato di 68 gol, che appartiene a Gerd Muller. Importante il gol iniziale del capitano Lahm, splendido il tiro al volo di Khedira, dopo il momentaneo pareggio della Grecia. Sontuosa la prova di Ozil, beniamino di Mourinho. Il 4-2 finale rende giustizia ai valori in campo. I tedeschi si augurano di affrontare l'Inghilterra in semifinale, sempre sconfitta in competizioni internazionali, tolti i mondiali del '66, non l'Italia da cui hanno patito numerose delusioni.

venerdì 10 febbraio 2012

Classifica dei primi dieci goleador di ogni tempo: 1. Pelé 762, 2. Romario 746, 3. Gerd Muller 731 ...

Premetto che si tratta di una classifica approssimata, perché niente è più difficile di una statistica dei gol segnati nel calcio, in tutte le competizioni. Ho escluso, per scelta, i cannonieri come Fridenreich avvolti nella leggenda che circonda il calcio pionieristico degli anni '10 e degli anni '20 ed altri fuoriclasse del gol, di cui non ho potuto verificare i dati con la dovuta attendibilità. Sicché quella che segue è una classifica che parte dagli anni '40 del secolo scorso e che non tiene conto delle partite amichevoli delle squadre di club né delle partite amichevoli delle nazionali quando non ufficiali: per esempio, Guatemala - Italia del 1986, di preparazione ai mondiali del Messico. Altobelli segnò tre gol, che non gli sono stati mai riconosciuti, altrimenti le sue segnature azzurre sarebbero 28 e non 25. Non escludo errori, approssimazioni e dimenticanze, considerando benvenute le correzioni documentate. Tra parentesi, indico i gol con le nazionali.
1. Pelé                   762 gol (77)               6. Zico                              516 gol (52)
2. Romario            746 gol (55)               7. Di Stefano                   513 gol (29)
3. Gerd Muller     731 gol (69)               8. Roberto "Dinamite"   512 gol (26)
4. Puskas              700 gol (84)               9. Hugo Sanchez              479 gol (29)
5. Eusebio             626 gol (41)             10. Henrik Larsson           471 gol (37)

mercoledì 16 novembre 2011

Cristiano Ronaldo trascina il Portogallo agli Europei; Klose non sbaglia un colpo

Dopo il pareggio a reti bianche dell'andata, il Portogallo supera la Bosnia con punteggio tennistico, 6-2, trascinato dal suo leader massimo Cristiano Ronaldo, autore di una doppietta, che lo porta a 32 marcature con la nazionale lusitana: inevitabile che raggiunga e superi Pauleta nel giro di pochi mesi. Eppure a Cristiano Ronaldo si è spesso, ingiustamente, rimproverato di essere poco decisivo con la maglia del Portogallo, nonostante il secondo posto agli Europei del 2004 e le semifinali al mondiale del 2006. Ai prossimi Europei, sarà una delle stelle, come al solito. Chi, invece, in nazionale non sbaglia un colpo è Miroslav Klose, a segno anche nell'amichevole vittoriosa con l'Olanda, un netto 3-0, dove al gol il cannoniere della Lazio ha aggiunto due assist. Prevedo che batterà entro il prossimo giugno il record storico di gol con la Germania, che appartiene al grandissimo Gerd Muller.