Le Olimpiadi arrivano in Italia, a Roma, nel 1960. E' un'edizione straordinaria dei giochi, nel pieno del cosiddetto boom economico, che rivela al mondo campioni leggendari come Cassius Clay, che poi si farà chiamare Muhammad Ali, oro nel pugilato nei massimi leggeri, o l'etiope Abebe Bikila, che trionfa scalzo nella maratona, corsa di notte dentro lo scenario magico di una Roma incantata. E' ancora l'Unione Sovietica a trionfare nel medagliere, davanti agli Stati Uniti ed all'Italia, che assomma 13 ori, 10 argenti e 13 bronzi. Nell'atletica leggera, Livio Berruti ottiene una clamorosa vittoria nei 200 m, con tanto di primato del mondo. La sua figura longilinea, la sua corsa elegantissima strapperanno pagine memorabili alla penna felice di Gianni Brera: "L'impressione che desta Berruti è sconvolgente. I muscoli deflagrano come in frenesia ma il gesto è di eleganza incredibile, mai vista". E' per Berruti, che Brera conierà l'appellativo di abatino, poi riservato a Gianni Rivera. Berruti, nel villaggio olimpico vivrà una casta storia d'amore con Wilma Rudolph, statunitense, che farà incetta di ori nella velocità. Un grande oro all'Italia viene dal pugile Nino Benvenuti nei pesi welter: Benvenuti saprà replicare questo successo anche tra i professionisti, diventando campione del mondo sia nei superwelter che nei pesi medi. L'Italia domina nel ciclismo, da cui vengono ben cinque medaglie d'oro, tra strada e pista e nella solita riserva della scherma, con l'oro individuale nella spada di Delfino e l'oro nella spada a squadre, con l'intramontabile Mangiarotti. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata, 13^puntata, 14^ puntata)
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giovedì 10 marzo 2016
Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Roma1960 (Roma 1960). Le leggende di Bikila e Cassius Clay. Berruti oro nei 200 metri (15^ puntata)
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venerdì 4 marzo 2016
Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): Helsinki 1952 (13^ puntata). La leggenda di Zatopek. Quando Bud Spencer era ancora Carlo Pedersoli
Nel 1952 le Olimpiadi si tengono ad Helsinki, in Finlandia. Dietro i soliti Stati Uniti, che conquistano il primo posto nel medagliere, arriva l'Urss, a rinfocolare una competizione senza quartiere, tra le due massime potenze mondiali: la guerra fredda, secondo la celebre definizione coniata da Orwell. Terza arriva l'Ungheria, paese del blocco socialista, come la Cecoslovacchia di Emil Zatopek, il leggendario fondista che, dopo le imprese di Londra 1948, si ripete conquistando i 5.000 ed i 10.000 m, aggiungendo un clamoroso successo nella maratona. L'Italia, che sta avviando una faticosa ma inesorabile ricostruzione sulle macerie della guerra, ottiene un ottimo quinto posto, assommando 8 ori, 9 argenti e quattro bronzi. Nell'atletica leggera, Consolini, oro nel disco a Londra quattro anni prima, vince l'argento, mentre da Dordoni arriva l'oro nella 50 km di marcia. Nella gara regina del nuoto, i 100 stile libero maschile, un atleta italiano scende per la prima volta sotto la soglia del minuto. Si tratta di un colosso napoletano di ottimi studi, Carlo Pedersoli, che poi avrà una straordinaria carriera di attore con il nome d'arte di Bud Spencer. Nonostante il primato italiano, Pedersoli esce di scena in semifinale. La riserva di caccia dell'Italia resta, però, la scherma. E, fra tutti, si distingue il grande Edoardo Mangiarotti, che, a sedici anni di distanza dall'oro di Berlino 1936 nella spada a squadre, conquista due medaglie d'oro ad Helsinki, nella spada individuale e di nuovo nella spada a squadre, oltre a due argenti, nel fioretto maschile e nel fioretto a squadre. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata)
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