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domenica 14 luglio 2024

TdF 2024: a Plateau de Beille vince Pogacar

Quindicesima tappa del Tour de France 2024, da Loudenvielle a Plateau de Beille. Ancora sui Pirenei. In fuga vanno tre corridori del calibro di Jai Hindley, Carapaz ed Enric Mas. Ma il gruppo maglia gialla non è troppo lontano. Rispetto a ieri, si corre sotto un sole cocente nel giorno della festa nazionale francese. Cominciata l'ascesa al Plateau de Beille, è Jorgenson a fare il ritmo per Vingegaard, che pare intenzionato ad attaccare. A 10,5 km dal traguardo, attacca davvero Vingegaard,  Pogacar lo segue. Evenepoel no, ma resta vicino. Ripresi tutti i fuggitivi. Carapaz resta con Vingegaard e Pogacar. Evenepoel è a qualche secondo. Carapaz si stacca. Evenepoel lo riprende e lo distanzia. A 5,3 km dal traguardo, Vingegaard esita, si volta, Pogacar si alza sui pedali e va via. Da solo. Vingegaard soffre, Evenepoel  di più, ma ha la saggezza di salire con il proprio passo. Un corridore così forte, come Pogacar intendo, non si vedeva da tempi di Hinault e, prima, di Merckx. Pogacar vince di nuovo, anzi trionfa in magliagialla. Quattordicesima tappa vinta alla Grande Boucle. Vingegaard cede più di un minuto, Evenepoel quasi tre. Alla vigilia dell'ultimo giorno di riposo, Pogacar ha le mani su quello che sarebbe il suo terzo Tour. Vediamo.

9 commenti:

  1. I tempi di scalata stanno diventando sempre più surreali, ieri oltre 2 minuti inflitti al record di Armstrong del 2001, oltretutto con l'arrivo spostato e 600 metri in più di strada da fare, oggi perfino Evenepoel prendendo 3 minuti ha fatto meglio (e manco di poco) del record di Pantani del 1998, Armstrong e Basso del 2004 si sarebbero presi quasi 6 minuti oggi. Se ci fossero l'Hautacam e l'Alpe d'Huez probabilmente ridicolizzerebbero perfino i record di Riis del 1996 e di Pantani del 1995 fatti con l'ematocrito al 60% e il sangue come marmellata, record che nessuno ha mai più nemmeno avvicinato.

    Poi con medie mai viste in passato pure nel resto della tappa, e non è che siano 2/3 fenomeni a farlo, tutti volano, pure quelli che paiono andar piano, sul Galibier Bernal che pare il fantasma del se stesso passato ha fatto lo stesso tempo del 2019 quando s'involava a vincere il Tour, Landa 35enne ha rifilato 5 minuti a se stesso di 5 anni fa. Io non sono moralista quindi mi importa il giusto cosa si prendono e mi godo le corse come me le godevo pure negli anni '90 e '00 però spero solo che non scoppi qualche grosso scandalo perché stavolta mi sa sarebbe il colpo di grazia allo sport.

    Comunque mi sa è chiuso il Tour, oggi doveva essere più favorevole a Vingegaard la tappa essendo lunga e con più salite, c'era il caldo che Pogacar ha sempre sofferto, la Visma ha tirato tutto il giorno per appesantirgli le gambe eppure volava, manca solo il test dell'altitudine sulla Bonette ma il vantaggio inizia essere ampio, si potrebbe quasi permettere una giornata tipo il Granon nel 2022 e salvarsi. Sempre molto bene Evenepoel, se tiene la terza settimana potrebbe davvero vincere un Tour un giorno, dopotutto ne ha solo due sicuramente davanti, forse tre ci fosse ancora Roglic ma cambierebbe poco che lui c'ha già 35 anni.

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    1. Prestazioni formidabili. Non so cosa pensare. Il dubbio si affaccia spesso. E mi sforzo di scacciarlo. I primi tre li considero veri fuoriclasse. Spero che sia tutto vero.

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    2. Io l'ho detto, non mi interessa ciò che prendono e le corse me le son sempre godute a prescindere, spero solo non esca uno scandalo che dia la mazzata definitiva allo sport, che qui mi sa c'è roba grossa dietro, oggi sono usciti pure i dati delle altre salite e sul Peyresourde il gruppo quasi compatto (saranno stati fra 70 e 90 con pure dei velocisti tipo Girmay che poi ha fatto lo sprint intermedio) a inizio tappa è andato solo 16 secondi più piano di Froome, Wiggins e Nibali del 2012 che se le suonavano a fine tappa. Fossero solo in tre a volare vabbeh (anche se è già fuori dal mondo pensare che farmacie ambulanti come Armstrong, Ulrich e Basso si prendano dai 6 minuti in su ogni salita), ma qui siamo al livello che se prendi il 30esimo o 40esimo e lo mandi indietro di 10/15 anni dominerebbe. Mandi il Landa di oggi a fare il Giro del 2015 e rifilerebbe mezz'ora a se stesso di 9 anni fa e a Contador. Io l'ho sempre ritenuta una boutade ma forse c'hanno davvero il motorino nascosto nel telaio, ma tutti dal primo all'ultimo, c'è Cavendish che usciva fuori dal tempo massimo di mezz'ora nel 2018 prendendo un'ora e mezzo in 100 km di tappino fatto a 31 di media ora sopravvive a tappe come ieri prendendo poco più di 50 minuti in 200 km fatti a quasi 38 di media.

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    3. Al motorino ho pensato anch'io. Però, insomma, vorrebbe dire lasciarglielo fare. Per sofisticate, infatti, che possano essere le tecnologie applicate, strumenti di rilevazione ce ne sono o ce ne sarebbero. E al Tour, di certo, non mancano le risorse per certi controlli. A volerli eseguire, è chiaro.

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    4. Non so se sotto ci sia qualcosa, ma se ci fosse, penso anch'io che riguarderebbe tutti. O quasi tutti. Altrimenti qualcuno si scoccerebbe dell'andazzo e parlerebbe, esprimerebbe dei dubbi, farebbe almeno delle allusioni. Come quella "non c'è niente da fare", che scappò a un fuoriclasse vero di fine anni '80, primi anni '90, quando si accorse che altri avevano improvvisamente cominciato a volare in bici.

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    5. Tutti dentro lo sono di sicuro, altrimenti non finirebbero le tappe per come vanno veloci, però non so se oggi giorno ci sarebbe malcontento, mi sembra che accettino tutto, non arrivano manco più le fughe e nessuno se ne lamenta. Negli anni '90 nella seconda e terza settimana lasciavano pure le tappe di pianura ai fuggitivi, un altro mondo, c'era Indurain che manco ci pensava a giocarsi la tappa, seguiva il più forte e manco sprintava lasciando il successo parziale e gestendo il vantaggio, eppure se voleva poteva fare il vuoto, quando ebbe bisogno di attaccare in salita a La Plagne lo fece e volarono minuti, e lui era pure molto veloce, a Oslo che fece la volata per la medaglia si mise dietro Ludwig e Museeuw che erano praticamente velocisti. Forse Miguelon era eccessivamente un sovrano illuminato ma comunque pure dopo non ricordo nessuna squadra impedire praticamente ad ogni tappa la fuga, nemmeno squadroni come la US Postal o la Sky, ora non si fa nemmeno un regaletto a un poveraccio, al Giro quando Pogacar con 4 tappe già vinte ha fatto un finale alla morte sotto il diluvio per saltare il povero Pellizzari mi è tornato in mente Contador che invece frenava, incitava e portava all'arrivo Tiralongo o Jalabert a Sierra Nevada in una Vuelta di fine anni '90 che raggiunto il fuggitivo si mette a ruota a costo di guadagnare meno nell'ultimo kilometro, non mondi, universi diversi.

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    6. Aggiungo che la UAE è impressionante pure nelle piccole gare, mai visto fare come loro che mandano squadre da gare World Tour contro le professional e continental in gare minori e dominano, ma che senso c'ha farsi ogni singola gara del calendario Italiano o Spagnolo per metterne 4/5 nei primi 10 contro corridori continental? Nemmeno la Quick Step che anni fa vinceva 70/80 gare l'anno si abbassava a fare robe del genere.

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    7. Non me ne capacito. C'è troppo squilibrio. Troppo divario. Gli avversari non sembrano all'altezza. Mancano le gambe, ma manca anche il coraggio.

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  2. Quanto a Evenepoel, penso anch'io che un giorno potrà vincere il Tour.

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