I numeri si rincorrono. Nove sconfitte in campionato sono un'enormità e la gloriosa storia nerazzurra ha conosciuto poche pagine altrettanto amare. Bisogna tornare dietro di decenni. Tutto il possibile è stato sbagliato. A cominciare da un eccesso di riconoscenza verso giocatori stracotti, che altrove non avrebbero nemmeno raccattato un ingaggio, da Zanetti a Cambiasso, da Stankovic a Cordoba. Giocatori finiti. Non sarebbero titolari in nessuna squadra di serie A, oggi. Il tempo passa per tutti. Poi, un mercato privo di strategia e di prospettiva. La squadra, sessione dopo sessione, è stata indebolita ed invecchiata. Come puoi pensare di rinforzare il gruppo con Coutinho, con Jonathan, con Palombo, con Forlan, con Zarate? Lasciando andare, invece, Balotelli, Eto'o, Santon e Thiago Motta? Una politica societaria miope, ispirata ad un risparmio, che, invece, mancherà. Perché, fuori dalle coppe, l'Inter perderà una barca di soldi. Oltre ad avere sperperato un patrimonio d'immagine faticosamente ricostituito con le vittorie firmate da Mourinho. Il brutto è che con questi giocatori si dovrà arrivare a fine stagione. E, per lo più, sono scarsi. Si salvano Milito, Julio Cesar, Maicon, quando ha voglia. Forse, Pazzini e Poli. Manca il fuoriclasse assoluto. Difetta la personalità. Le facce sono di una squadra sbandata, demotivata, avvilita, sgomenta. In una parola, perdente. Come si sia potuto arrivare così in basso dovrebbe spiegarcelo Branca: molte scelte sono state sue. Ed ancora non si dimette!