Nessuna miracolosa trasformazione. L'Inter resta fedele al triste copione della stagione in corso, da Mazzarri a Mancini. Nonostante la qualità di alcuni interpreti, restano ruoli scoperti. E poco cambia che la difesa sia a 5, come con Mazzarri, oppure a 4, come con Mancini. Dodò, in ogni caso, non è Facchetti e non è Brehme. Nagatomo non è Maicon. Cross degni di questo nome non se ne vedono. Ranocchia e Juan Jesus hanno frequenti cadute di concentrazione, come quella che permetterebbe ad El Shaarawi di chiudere la partita ad un quarto d'ora dal termine dell'incontro. Ci pensa la traversa a salvare Mancini. Nel mezzo, molto possesso palla dell'Inter, ma anche poca incisività. Con Guarin che al solito gioca per conto proprio, mentre Kovacic ha poco spazio per le sue accelerazioni, visto che il Milan gioca una partita sommamente difensiva, tutta in attesa di qualche contropiede. Al gol di Menez, risponde nella ripresa Obi, con un tiro lento ma angolato e preciso. L'Inter non si schioda da metà classifica. L'effetto Mancini è impalpabile.