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venerdì 6 gennaio 2023

Un saluto a Gianluca Vialli

Si congeda a 58 anni, Gianluca Vialli, vinto da una lunga malattia. Classe 1964, formò con Roberto Mancini una mitica coppia da gol che portò la Sampdoria di Mantovani e Boskov fino alla finale di Coppa dei Campioni del 1992, poi persa con il Barcellona. Prima c'erano state le Coppe Italia, la Coppa delle Coppe del 1990, lo storico scudetto del 1991. Passò quindi alla Juve e, nel 1996, al Chelsea, dove fu anche allenatore. Il primo Vialli, stella dell'Under 21 di Vicini, che poi seguì nella nazionale maggiore, già frequentata con Bearzot, fu un grande giocatore. Tra il 1985 e il 1988, si sprecarono i paragoni con Riva. Vialli era un 11 dalla corsa facile, la progressione potente, il tiri forte e rare doti acrobatiche. Alla vigilia degli Europei del 1988 - andate a rileggere i giornali dell'epoca - la sua reputazione internazionale era forse pari a quella di Van Basten. Che poi avrebbe spiccato il volo proprio in quella competizione in Germania. Fallì ad Italia '90: un rigore sbagliato, nessun gol e la maglia di centravanti titolare ceduta a Schillaci. Si era, infatti, Vialli trasformato in un 9, capace di vincere il titolo di capocannoniere nell'anno dello scudetto blucerchiato. Divenne simbolo della Juve di Lippi, anche nelle polemiche a distanza con Zeman. Sebbene non abbia mantenuto tutte le promesse d'inizio carriera, ha avuto un posto eminente nella storia del nostro calcio. Se n'è andato troppo presto.

venerdì 3 maggio 2019

Trevor Francis: l'attaccante dei due mondi

Nativo di Plymouth, Trevor Francis, classe 1954, è stato uno dei migliori attaccanti inglesi a cavallo tra gli anni '70 e '80. Autore del gol della vittoria della prima Coppa dei Campioni del Nottingham Forest di Brian Clough contro il Malmoe, 1979: gli inglesi l'avevano riportato in patria dal campionato americano, dove giocavano Beckenbauer, Pelé e Chinaglia, per la cifra allora astronomica di un milione di sterline! Nel 1982, dopo una stagione in doppia cifra al Manchester City e 2 gol al mondiale con l'Inghilterra, approdò in Italia, alla neopromossa Sampdoria, che aveva appena ingaggiato Mancini dal Bologna e Liam Brady dalla Juve. Ricordo che la stagione 1982-83 fu la prima che seguii in modo costante e via via più consapevole. L'Inter affrontò la Samp alla seconda d'andata, in casa. Per noi segnò Hansi Muller, che stava iniziando un storico quanto poco proficuo dualismo con Evaristo Beccalossi. Francis, di gol, ne fece due. Fu la prima sconfitta dell'Inter di cui abbia memoria diretta, attraverso i riflessi filmati di 90° minuto. L'Inter avrebbe poi chiuso la stagione al terzo posto, dietro la Roma di Falcao e Conti e Di Bartolomei e la Juve di Platini, Boniek e tanti azzurri campioni del mondo in Spagna. Le fortune di Francis, invece, provato da molti infortuni, furono alterne in serie A. L'acuto lo fece registrare nella Coppa Italia 1984/85, primo trofeo dei blucerchiati di Mantovani: 9 gol e titolo di capocannoniere. Ma, non nelle finali contro il Milan. All'andata la Samp segnò con lo scozzese Souness, che aveva preso il posto di Brady, passato all'Inter. Al ritorno, gol di Virdis per il Milan, e reti di Vialli e Mancini per i doriani: nasceva una delle migliori coppie del gol italiane. Francis poi sarebbe passato all'Atalanta. E, infine, tornato in patria. Molti lo ricordano centravanti, perché al centro dell'attacco ha giocato. Ma, con Clough, al Nottingham, Francis partiva all'ala destra, per poi accentrarsi e spesso raccogliere i cross millimetrici dell'ala opposta, il grande e sottovalutato John Robertson.