Dopo il 1934, l'Italia di Vittorio Pozzo vince anche le Olimpiadi di Berlino nel 1936. Ai mondiali del 1938 in Francia, pertanto, partecipa come favorita d'obbligo, sebbene i pronostici guardino con entusiasmo anche alle scuole danubiane ed al Brasile, nel quale impressionano i tanti virtuosi del palleggio e del dribbling oltre al fantastico centravanti Leonidas, che la leggenda accredita come il primo ad avere eseguito una rovesciata sui campi di calcio. Questo magari non è vero, vero è però che Leonidas era un fenomeno di istinto e di coordinazione, potente e veloce. Risulterà il capocannoniere del torneo. Manca l'Austria, annessa a maggio alla Germania. Sull'Europa dominano venti di guerra. Pozzo punta su un nuovo centravanti, Silvio Piola, mentre il comando del gioco resta affidato a Giuseppe Meazza, promosso capitano e lume tecnico della manifestazione iridata, ed a Giovanni Ferrari, suo compagno di squadra nell'Ambrosiana-Inter che ha appena conquistato il suo quarto scudetto. Il "metodo" di Pozzo, che viaggia e si aggiorna continuamente, ma evita di passare al "sistema", si adatta benissimo alle caratteristiche degli italiani. Meazza inventa traiettorie impensate ed i francesi, ammirati, lo ribattezzano "le grand peintre du football". In semifinale, l'Italia affronta il Brasile, che risparmia Leonidas in vista di una finale ritenuta certa. L'albagia verde-oro viene punita. Vince l'Italia con un clamoroso rigore di Meazza, che calcia tenendosi con una mano il pantaloncino intento a cadere per via di un'improvvida rottura dell'elastico. In finale, viene sconfitta l'Ungheria di Sarosi. Secondo campionato del mondo consecutivo, che allora ancora si chiama Coppa Rimet. L'Italia del calcio domina e dominerebbe ancora. Se poco più di un anno dopo non scoppiasse la seconda Guerra Mondiale, facendo saltare due edizioni dei mondiali nel 1942 e, a disastro compiuto, nel 1946. (1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata)