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giovedì 6 luglio 2023

TDF 2023: Pogacar trionfa sul Cauterets. Decimo successo di tappa al Tour per il campione sloveno

Sesta tappa, ancora sui Pirenei, del Tour de France 2023, da Tarbes a Cauterets-Cambasque, per 144,9 km. Dopo il terremoto in classifica generale, suscitato dalla frazione di ieri, cosa potrà succedere oggi, quando i corridori dovranno scalare il Col d'Aspin e il mitico Tourmalet, prima dell'ascesa finale lungo il Cauterets?

Van Aert anima una nuova fuga. E tira lungo tutto il Tourmalet. Dietro, proprio lungo l'ascesa alla mitica cima pirenaica, Vingegaard, dopo le accelerazioni dei compagni di squadra Kelderman e Kuss, scatta. Lo segue solo Pogacar. A mano a mano, riprendono tutti i fuggitivi. Restano da soli negli ultimi chilometri della salita del Cauterets. A 2,7 km dall'arrivo, scatto tremendo di Pogacar, cui Vingegaard non riesce a rispondere. Trionfa Pogacar, Vingegaard gli cede 24", ma prende la maglia gialla a scapito di Hindley. Il campione danese guida la classifica generale, dopo sei tappe, con 25" su Pogacar, al decimo successo di tappa alla Grande Boucle, e 1'34" su Hindley. Tour bellissimo, che promette nuovi avvincenti capitoli del duello tra Vingegaard e Pogacar. Per finire, giornataccia per Ciccone, dopo la gloria di ieri: precipita in classifica dal terzo al ventiduesimo posto.

2 commenti:

  1. Van Aert al solito gregario dentro, quando deve lavorare per gli altri va il triplo, forse pure di più. Ieri che la fuga è arrivata e poteva vincere si è fatto staccare da gente che oggi appena è iniziato il Tourmalet è saltata per aria e si è presa minuti (alla fine di quelli di ieri hanno tenuto discretamente solo Hindley e Gall poi tutti dai 10 minuti di Ciccone in giù). Rendiamoci conto, uno che potrebbe vincere qualunque corsa e dovrebbe vincerne minimo 20 a stagione (e sto contenuto perché corre veramente poco) ha vinto due corse due quest'anno, lo so che c'ho la fissa ma a me fa venire una rabbia allucinante. Quest'anno ha pure detto che l'ultima settimana si vuol riposare per il mondiale (che è 15 giorni dopo il Tour, non 3 o 5 e a Glasgow, non dall'altra parte del mondo) dove magari farà secondo come al solito o peggio ancora fregato da Evenepoel che parte a 80 dall'arrivo e lui resta con il cerino in mano dietro.

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    1. Van Aert è un indeciso. Continua a correre - e vincere - tanto nel cross e non lo capisco più. Stesso discorso, sotto questo profilo, per Van der Poel. Non si può a lungo andare conciliare il cross con il professionismo su strada. Certe fatiche restano nelle gambe. Poi, sono d'accordo, corre in modo stranissimo, su strada, Van Aert. Alcuni suoi attacchi sono insensati. E sono comunque troppi. Resto convinto che, se volesse, e se ne fosse caratterialmente capace, potrebbe correre per vincere qualunque corsa, anche il Tour de France. E invece vive questo dissidio: tra la condizione di luogotenente di lusso, che, per quanto di lusso, comunque è il primo dei gregari, con l'istinto di chi invece vorrebbe sempre vincere. E ci riesce, ormai, pochissimo, perché sbaglia i tempi e ha le idee confuse. Sta sprecando un grande talento, perché non sa scegliere.

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